Foto Valsusa Trail Race 2013
Foto Valsusa Trail Premiazioni 2013
Classifiche Valsusa Trail 2013
Sito Valsusa Trail
Primavera 773 d.c. boschi di Excingomagus (attuale comune di Exilles(To))
Sulla radura ancora innevata spiccavano quindici piccoli dolmen che insieme formavano un magico cerchio.
Al centro dei Dolmen il sacerdote celtico Mirdrin ed i suoi accoliti si stavano accordando con gli emissari dell'esercito franco di Carlo Magno.
Gli accordi prevedevano che le tribù locali dei Segovi e dei Segusi avrebbero fornito ai Franchi le guide che li avrebbero condotti al di là delle fortificazioni delle Clausae Longobardorum (attuale Chiusa di S,Michele).
Le guide avrebbero condotto una parte dell'esercito di re Carlo sul sentiero che da Pian dell'Orso permetteva di passare oltre la torre posta sul monte Pirchiriano, cosi da prendere di sprovvista, alle spalle, l'esercito Longobardo di re Desiderio trinceratosi alle fortificazioni delle Chiuse, sbarramento insormontabile agli eserciti provenienti dalla terre celtiche al di là delle Alpi.
Con questo accordo i Druidi speravano di vendicarsi dei continui soprusi dei Longobardi e di poter riprendere possesso, con l'aiuto dei Franchi, del controllo della valle di Susa.
Scese l'esercito franco dagli accampamenti della Novalesa.
Il fortissimo clangore delle armature, di cavalli e cavalieri copriva qualsiasi suono. Cupo echeggiava in tutta valle. Lo videro per primi i soldati posti a guardia sulla Torre del Pirchiriano.
Essendo una giornata soleggiata primaverile, il luccichio delle armature era come un enorme specchio, il rumore della ferraglia, prodotta dalle armature, assordante.
I corni suonarono ... e giù alle Chiuse le attività accelerarono ormai frenetiche per l'avvicinarsi della battaglia.
L'impatto dell'esercito sulle fortificazioni delle Chiuse fu tremendo, la terra tremò ma ancor di più l'esercito Longobardo che si vide alle spalle come d'incanto gli stendardi dei Franchi.
La manovra di far passare parte l'esercito franco dalla montagna per accerchiare i Longobardi era riuscita, le guide locali di Segusi e Segovi erano state ligie.
L'esercito Longobardo era ormai decimato, massacrato ed in fuga. Il regno Longobardo di Desiderio era finito, iniziava l'era del Sacro Romano impero di Carlo Magno.
Dal racconto dell'OrcoPinoR
L'incipit, un mix di fantasia e storia vera, carico di Storia, ma si potrebbe parlare anche :
- Dell'Abbazia della Sacra di S.Michele nata nell'anno mille d.c. presa come spunto da Umberto Eco per il libro "Il nome della rosa"
- Delle Tombe di casa Savoia poste dentro la Sacra.
- Della battaglia per il controllo dell'impero Romano tra Massenzio e Costantino nel 312 d.c.
- Della leggenda della bell'Alda, una delle più famose della Val di Susa
- Del Bigfoot della Brooks.
Ma oggi la location è a disposizione dei runners, non ci saranno morti ... solo qualche ferito per via delle escoriazioni da caduta sulle viscide discese che scendono dalla Sacra di S.Michele, lastricate di pietre rese umide dalla pioggia e scivolose dal fango.
La partenza di tutte le corse alle 9.00:
- 23km competitiva
- 10km competitiva
- 23km family run
- 10km family run
- Staffetta con cambio alla Fraz. Basinatto
Dopo giorni di tempo soleggiato e stabile, chirurgicamente il meteo decide per la mattana di una mattinata bagnata quanto basta per rendere ardue le salite e le discese sui difficili lastricati che salgono e scendono dalla Sacra di S.Michele.
Lastricati antichissimi di almeno 1000 anni, risalenti alla costruzione dell'Abbazia e solcarli di corsa mi fa un po' ridere ... a dirla tutta.
Partenza al campo sportivo puntuali alle 9.00, belli compressi, bagnati e affumicati da quei bontemponi che hanno avuto l'idea di accendere i fumogeni. Tossici fumi da stadio che mi ricordano i miei passati da tifoso al Comunale. Ma che bell'idea però, sarà da sviluppare, anche con qualche lacrimogeno, di quelli irritanti che non ci starebbero male.
I due chilometri km e mezzo che ci separano S.Ambrogio li fumiamo in men che non si dica e pochi forse si sono accorti di essere transitati davanti all'attacco di una delle più belle ferrate del Piemonte, quella che con un dislivello di 600D+ porta da Sant'Ambrogio alla cima del Pirchiriano dove è posta la Sacra di S.Michele.
Pietre umide che fanno faticare più del dovuto, si sale tra le dodici croci della via crucis che portano in cima. Alla borgata S.Pietro un enorme disco di pietra a ricordarci il Giubileo dell'anno 2000 e la visita di papa Wojtyla.
L'arrivo all'abbazia della Sacra è sempre emozionante.
L' ardita costruzione domina tutta la bassa Valle di Susa e per secoli con i suoi monaci benedettini ha dominato incontrastata sul territorio e sul volgo inerme davanti al potere temporale della chiesa durante tutto l'alto e il basso Medioevo... felice di non esserci stato.
Adesso la vediamo come abbazia da visitare con le tombe, l'nteressante biblioteca, ma mi immagino i poveri contadini del tempo quanto potessero amarla...
Ristoro al bar della Sacra e breve discesa, ripulita e lucidata dalle foglie della faggeta più e più volte, per poi risalire alla borgata Basinatto dove è presente il secondo ristoro e il cambio per gli staffettisti.
Fortuna che le oche di Basinatto sono state chiuse nel recinto, sono aggressive e avrebbero scatenato il panico tra i runners se libere.
Eccola la discesa che porta a Pian Pume', fangosa quanto basta per farmi andare a gambe all'aria e prendere una culata di quelle che non ricordavo, il divertimento è assicurato ... mal comune mezzo gaudio anche l'OrcoSanto mi raccontano farà la stessa fine.
Da Pian Pumè (pian delle mele in piemontese) il percorso diviene molto corribile fino alla cima del Folatone a quota 1100 slm circa dove è posto il Gran Premio della Montagna.
Dal Folatone inizia la gara dei discesisti e l'OgreDoctor puntuale mi supera come una Littorina.
Da parte mia non sto in piedi e concentro lo sforzo per non rotolare come un sacco, vorrei concludere la gara preferibilmente in piedi.
Dicevo discesa difficile, ed ancora più di merda...ops scusate tecnica, si rivela quella che da Basinatto porta all'arrivo. Non si contano i contusi e davanti all'ambulanza all'arrivo c'e' la coda; un Orco con ferita al ginocchio, un'altro con botta al bacino un'altro ancora e' stato visto rotolare come un birillo. La peggio l'ha avuto un ragazzo con una profonda ferita sul mento.
Dopo esserci contati e rimesse le ossa al loro posto inizia il nostro terzo tempo.
Un buon pranzetto offerto dall'organizzazione, caffè, liquorino e mollemente attendiamo il nostro decano l'OrcoLoris che con tenacia chiude la sua 23km, chapeau all'OrcoLoris.
Le lunghissime premiazioni inframezzate dalla lotteria (porto a casa un mestolo di plastica mentre OrcoCamola delle pinze da stendibiancheria) ce le sciroppiamo sotto un cielo plumbeo.
Il clima da festa paesana, la presenza degli amici e l'odore di neve da inizio inverno chiudono una splendida giornata di sport in natura.
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