Foto Etna Marathon 2013 (OrcoSanto)
Classifica Etna Marathon 2013
Sito Etna Marathon
Sutta a' muntagna
curri Santo.
Ma tu ci criria,
chi quannu eri carusu,
t'avissiru a diri, ca' cu' li
tò 'amme putivi
curriri accussi?
Ora a' muntagna ranni ranni
tì talia e ti rici:
Santo unni vai?
sempre ca' si...
tinnisti a travajari o' Nord
ma poi sempri sutta
a panza mia si.
Curri Santo curri.
Dal racconto dell'OrcoSanto
E' iniziato tutto così, da una semplice chiacchierata: stavo parlando del più e del meno con l'Orco Francesco, quando mi lascio sfuggire che quest'anno, dato che compio (ahimè) cinquant'anni, mi piacerebbe festeggiare il mio compleanno in Sicilia...
Arriva il mio compleanno, il 28 agosto, e cosa ricevo in regalo? L'iscrizione non ad una, non a due, ma a ben TRE maratone!!! Prima quella di Oulx, poi quella di Torino ed infine, totalmente inaspettata ma gradita, l'iscrizione da parte dell'Orco Francesco alla Ecomaratona dell'Etna.
Ma per chi mi hanno preso?!?!? Non si sono accorti che sono 50 gli anni che compio?
Va bene, visto che così è, comincio ad allenarmi come meglio posso e, dato che l'Ecomaratona si svolge il 3 novembre, decido di approfittare del ponte per organizzare, con molto piacere, una piccola vacanza con tutta la famiglia. Avendo però una famiglia numerosa decido di optare per un viaggio on the road, dato che il viaggio in aereo sarebbe troppo dispendioso, nonostante sappia già che un viaggio di 16 ore in auto di certo influirà sulla mia “performance” atletica.
Il 31 ottobre arriviamo così nella mia amata Sicilia e comincia la dieta pregara: arancini, cannoli, scacciate, granite... Il tempo è splendido e i 28° C ci invogliano a fare una capatina in spiaggia, dove, il 1° novembre, troviamo gente che fa ancora il bagno!
Il giorno prima della gara, il 2 novembre, ci dirigiamo verso Nicolosi(Ct) per ritirare il pacco gara, presso l'hotel Biancaneve, dove incontro per la prima volta gli organizzatori con i quali avevo scambiato qualche mail durante i mesi precedenti: entrambi molto simpatici e calorosi, ci accolgono e mi danno il mio pettorale, con il numero 47, ed il pacco gara all'interno del quale trovo, tra l'altro, un gilet della Millet che non vedo l'ora di indossare. Uscendo dall'hotel, noto il menù pre-gara per chi ha intenzione di fermarsi in albergo: minestrone o pasta asciutta, bistecca o pollo ai ferri ed una fetta di crostata... Poveracci! Meglio un bel piatto di pasta con sarde e finocchietto, come quello che mangio prima di ritornare in albergo ad Aci Trezza, paese dei Malavoglia di Verga, per riposare per il giorno successivo.
Finalmente il giorno è arrivato ed alle 7 sono già al luogo della partenza: il cielo sopra di me è limpido e preannuncia una giornata piena di sole e caldo, nonostante il terreno sia ancora completamente gelato, con la brina che ricopre anche il più sottile filo di erba. Il dubbio su cosa indossare sorge dunque spontaneo, ma man mano che gli altri partecipanti arrivano anche il sole comincia lentamente a farsi vedere e a riscaldare l'aria, così opto per un completo leggero nonostante l'aria sia ancora pungente. L'orario della partenza si appropinqua, così mi dirigo al piccolo briefing pregara, seguito dall'appello e dall'immancabile foto di gruppo di rito. Ed ecco che in men che non si dica arrivano le 9 e lo sparo d'inizio riecheggia sul Mungibeddu, il monte Etna.
A 50 mt dalla partenza, ecco quella che sembra una selezione atleti a dir poco non ortodossa: davanti a noi, infatti, c'è un cancello contapecore che si rivela essere l'unico passaggio per proseguire... Chi lo scavalca saltando, chi striscia sotto e chi, come me, attende di passare attraverso lo stretto passaggio neanche fossimo carne da macello! Superato il cancello sono pronto a scattare, ma il percorso dopo meno di un km ci riporta nello stesso punto, prima di partire veramente con un single treck in discesa, all'incirca di 1,5 km. Dopo il single treck cominciano poi le piste della Forestale, delle quali alcune sono ben battute, mentre in altre si arranca nella cenere vulcanica come quando si cerca di correre sulla sabbia.
Il percorso, nel suo insieme, comprende lunghe discese e altrettanto lunghe salite, tutte comunque corribili; lungo tutto il percorso, poi, numerosi sono i volontari o gli agenti del corpo della Forestale e del soccorso alpino. Ma il punto saliente del percorso è senz'altro la vista che offre: a destra la maestosità dell'Etna in tutto il suo splendore, il cui pendio è caratterizzato dall'alternarsi delle nere colate laviche e dai boschi colorati d'autunno, mentre a sinistra, verso la vallata, si scorgono tutti i paesi ai piedi de 'a Muntagna, grazie alla splendida giornata. Numerose sono poi le diverse lingue che si sentono correndo; dal francese al tedesco, è una sorpresa scoprire quanti stranieri partecipano a questa gara. Ci sono statunitensi, spagnoli, neozelandesi, gente da ogni parte del mondo con in comune una cosa: la passione per la corsa.
All'arrivo, tanto agognato, trovo l'accoglienza degli organizzatori e della mia famiglia e ricevo la medaglia ricordo di rito prima di dirigermi al Rifugio Ragabo, immerso nella pineta omonima, dove mi aspetta un ottimo pranzo casereccio e un po' di meritato riposo.
Ma come è andata la mia gara?
Beh, i primi dieci kilometri procedono abbastanza bene: corro con passo abbastanza sostenuto, nonostante senta già che c'è qualcosa che non quadra. Nonostante l'allenamento fatto, infatti, nei kilometri successivi comincio a sentire i dolori dovuti al lungo viaggio in auto, così rallento un po' e corricchio fino al 20° km. Ma è solo dopo il 20° km che il dolore mi colpisce in pieno, molto più prepotentemente, tanto che a malapena riesco a procedere camminando fino, all'incirca, al km 35. Gli ultimi sette km, li passo alternando qualche metro di corsa alla camminata fino all'arrivo. Nonostante il dolore, però, questa maratona è stata davvero una bellissima esperienza, certamente da ripetere in futuro... Magari in compagnia degli Orchi!
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