Dal racconto dell'OrcoPinoR
Tra le
salite in bicicletta agognate dai cicloamatori c'è l'ascesa al Colle del
Nivolet 2612 slm.
Noi
Orchi non siamo da meno e già dallo scorso anno abbiamo messo il colle del
Nivolet nel mirino.
Con i
suoi 2612 metri sul livello del mare ci spaventa non poco.
L'idea
diventa matura nel corso della primavera, si partirà da Locana(To) 600 Slm percorrendo 40km e 2000D+ attraverso la statale della
Valle dell'Orco.
Toccheremo
i paesi di Noasca e Ceresole Reale, paradisi all'interno del PNGP (Parco
Nazionale del Gran Paradiso).
Per
allenarci, utilizzeremo la salita al Colle del Lys nel comune di ViùTo), 14km 1000D+, in una serie di ripetute da Marzo
2012 al Luglio 2012.
Le idee
dunque sono chiare. Il training procede spedito, non è chiaro però come
faremo ad attraversare il mefitico tunnel di 4km che da Locana ci porterà a
Ceresole Reale.
Effettuiamo
le ricerche sui motori del Web per avere traccia di ciclisti che già lo hanno
fatto, e dopo aver googlato troviamo ahimè poche info:
- c'e'
chi lo ha fatto dalla vecchia strada in condizioni da ciclocross.
- c'e'
chi è partito da Ceresole Reale.
- c'e'
chi ha fatto il tunnel con descrizioni da inferno ciclistico.
Alfine
decidiamo di evitare il traffico turistico del Sabato/Domenica e di imbucarci nel mefistofelico tunnel durante un giorno della settimana.
Partenza
dunque Mercoledi 1 Agosto 2012 ore 8 dal parcheggio di Locana con l'OrcoPinoP. Il meteo splendido
ma nello zainetto indumenti per salire in quota, qualche barretta e una fiasca
d'acqua con sali.
I primi chilometri li cicliamo con calma assoluta, subito dopo Locana ci attende infatti una rampetta al 15%, ma
dura poco e tutto va per il meglio.
Ed
eccoci dunque nel ventre del tunnel di 4km tanto temuto, il cambio di temperatura si fa subito sentire ma siamo sempre su pendenze del 7%-8% e
la fatica azzera il freddo.
Terribile
il rumore delle macchine all'interno del tunnel, ma ancora più tremendi i grossi bus di linea e camion che ci sfrecciano vicini con un rimbombo assordante quasi
fosse una valanga.
Siamo
attrezzati di luci posteriori e anteriori per segnalare la nostra presenza. Per nostra fortuna il traffico è scarso.
L'uscita
dal tunnel è felicemente attesa come l’uscita dalla crisi socioEconomica che
ci attanaglia.
La vista
del sole e dell'abitato di Ceresole Reale con il suo splendido lago ci fanno
presto dimenticare il triste tunnel.
Sosta al
centro del paese (1600 slm) per riempire le borracce e sgranocchiare uno snack.
Rari i
turisti e rari i ciclisti, ripartiamo
per affrontare il tratto più duro, la salita alla diga del Serrù e al colle del
Nivolet.
Le
pendenza mai proibitive, prima tra
larici e poi tra prati che con numerosi tornanti ci permettono di procedere da
veri cicloturisti, godendo del paesaggi impagabile del Parco del Gran Paradiso.
Ecco il rifugio Mila e le tre Levanne con il Colle Perdù.
Ecco il
colle di Nel con il suo ghiacciaio.
Piu' in
là la frazione di Chiapili e poi il Rifugio Muzio anche noto col nome di “Casa degli Alpinisti Chivassesi”.
Ecco il
vallone del Carro con in alto l'omonimo ghiacciaio e più in basso il suo famoso ponte sul torrente, barriera oraria per la RUSM (Royal Ultra Sky Marathon)
Pedalare
in paradiso tra
tornanti
serpeggianti,
tra
specchi d'acqua
catturati
e saltanti.
Tra
colli conosciuti
e
fatiche dominanti.
La diga
del Serrù ci si para davanti all'improvviso. Una trattoria pubblicizza la
specialità del luogo, la polenta concia.
Ancora
il lago dell'Agnel , poi qualche tornante ed eccolo il colle del Nivolet, da
una parte il Piemonte e dall'altra la Valle d'Aosta.
A due
passi dal colle il rifugio città di Chivasso. A circa 1 km dal colle, in valle
d'Aosta, il rifugio Savoia sulla piana del Nivolet e il piccolo laghetto
omonimo.
Pausa al
rifugio Savoia. Entriamo all'interno del rifugio per riempire le borracce,
anche qui tavoli imbanditi di polenta concia per i pochi avventori motorizzati
saliti fin quassù.
Rinunciamo
volentieri alla polenta concia (esperienze negative) e preferiamo gettarci a
razzo verso Ceresole per pranzare con uno
scarno e secco panino al bar di fronte al campeggio di Chiapili, si salvano le
due bionde Moretti che tracanniamo con avidità.
In
discesa verso Noasca ci tocca rifare l'infernale tunnel, stavolta velocissimi
e senza traffico. Il tachimetro segna 71km/h. Mai raggiunto tale
velocità prima d'ora.
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