Foto Trofeo Kima di Andrea
Classifica Trofeo Kima 2012
sito Trofeo KIMA
Video Trofeo Kima
Dal racconto dell'OrcoCamola
Mezzo Kima.
Raccontare il Trofeo Kima è difficile, bisogna viverlo. Più
corretto sarebbe dire “Il Trofeo Kima lo
puoi raccontare se sopravvivi”. Il fatto
che sto raccontando la mia esperienza significa che sono sopravvissuto ma non
che ho concluso tutta la gara. Mi sono fermato al km 26 perché non sono riuscito
a superare il secondo cancello orario per 8 minuti. Gli atleti prima di me sono passati
nonostante il ritardo di 3 e 5 minuti; ho avuto quindi l’onore di essere stato
il primo atleta fermato al secondo cancello.
A volte anch’io arrivo primo.
Sul momento ero dispiaciuto poi, riflettendoci, ho capito
che è stato meglio così.
Sono arrivato a Filorera in Val Masino sabato pomeriggio e
sono subito stato colpito della bellezza del posto. La Val Masino e la Valle
Mello in particolare sono luoghi cari agli arrampicatori di tutta Europa.
Le vie di roccia sulle immense pareti di granito sono dei
veri e propri capolavori. Particolarmente importante è anche il bouldering sui
massi della Val di Mello. Ogni anno viene organizzato un meeting internazionale
di arrampicata su masso chiamato MelloBlocco, dove intervengono i migliori free
climber in circolazione. Una specie di Woodstock dell’arrampicata dove ci si
gode natura e compagnia.
Altro evento internazionale a cadenza biennale è appunto il
Trofeo Kima che è la tappa italiana dello Skyrunner World Series di ultra skymarathon.
Le altre tappe del circuito sono in Francia, Stati Uniti e Spagna. Mi sono
sempre stupito della ridotta lista dei partenti del Kima e ora che l’ho toccato
con mano ho capito perché. Cinquanta km e 3800 m D+ non sono uno scherzo ma
neanche una novità. Ciò che caratterizza il Kima è il percorso che oserei
definire alpinistico. I cancelli
orari in condizioni di percorso ‘escursionistico’,
tipico del trail, sarebbero accettabili mentre sul sentiero Roma diventano
inesorabilmente stretti. Il primo cancello è alla Bocchetta Roma (3 ore 2000 D+ km 15), il secondo è al
rifugio Allievi (5.30 ore – 2700 D+ -km 25).
Dal rifugio Ponti, sotto la Bocchetta Roma, il sentiero praticamente
compare e scompare. Si seguono i segni che sono ben evidenti ma correre su
pietraie di massi enormi non è possibile e soprattutto poco salutare. Spesso bisogna
capire dove è meglio passare per riuscire a procedere . I colli almeno i tre
che ho passato io sono alpinistici con salita o discesa esposta con catene … a
piacimento. Scherzi a parte l’ambiente è meraviglioso, severo, di alta
montagna. Il sentiero, sempre sopra i 2500 m, lambisce montagne dove si sono
scritte pagine importanti dell’alpinismo italiano. Se non sono riuscito a
concludere tutta la gara è stato meglio così. Devo tornare più preparato.
Quello che mi sono portato via vale moltissimo. Ho in testa tutta una serie di immagini che
mi hanno turbato e meravigliato nello stesso istante. E’ stata un’esperienza intensa
di fatica fisica e psicologica.
Sbucando dalle catene
del Passo Torrone mi sono lasciato
andare in un’espressione di meraviglia; una Guida del Soccorso Alpino mi ha
risposto “vedrai più avanti è ancora meglio”. Visto che purtroppo ‘più avanti’
non sono andato, metto nello zaino il
desiderio di ritornare per chiudere ‘il cerchio del sentiero Roma’. Se in
futuro sarò all’altezza potrò meravigliarmi ancora magari di fronte al Pizzo
Badile.
Grazie agli amici Vittorio, Raffaella, Paola, Stefano con i
quali ho condiviso l’esperienza e grazie alla comunità degli skyrunner dei quali ho apprezzato forza e umiltà.
Andrea
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