Sito SkyRace UYN Vertical Courmayeur
Edizione 2017
Edizione 2016
Dal racconto dell'OrcoCamola
Questo vertical era nel mio mirino già da qualche anno, da quando ne sentii parlare la prima volta dal fortissimo OrgreExtreme (Marco Casalegno) che participò alla seconda edizione nel 2016.
Come raccontava Marco la ‘UYN Vertical Courmayeur Mont Blanc’ è un vertical, skyrace, con una certa connotazione alpinistica. Questo aspetto era quello che mi attirava maggiormente, ma soprattutto trovavo straordinario poter percorrere in gara una cresta rocciosa in un contesto come quello del Monte Bianco.
In pratica il tracciato segue il vecchio sentiero per il Rifugio Torino ormai raramente percorso dagli alpinisti. Questi, compreso me, utilizzano come i turisti la nuova funivia del Monte Bianco, completamente rifatta nel 2015 e battezzata ‘Skyway’.
Con me, l’amico Germano che, visti luogo e caratteristiche della gara, non esita a procurarsi una paio di scarpe da corsa, il certificato medico agonistico e a progettare una bella scalata per il giorno successivo (weekend tranquillo ...).
Nei comunicati pre-gara l’organizzazione annuncia con un certo orgoglio la partecipazione di Kilian Jornet e Emile Forsberg, i due però non si presentano alla partenza per ragioni di orario; di conseguenza l’organizzazione manifesta il suo disappunto con un comunicato.
Noi alla partenza ci presentiamo puntuali con tutto il materiale richiesto: casco, bastoncini, ramponcini, zainetto e nel sangue una dose non indifferente di birra sorbita il giorno prima (materiale non obbligatorio). La giornata è strepitosa e quando partiamo il sole già infiamma le creste e i ghiacciai del Monte Bianco.
Ci attendono 11 km ed uno sviluppo altimetrico di 2200 m (!).
Dopo circa 3 km di asfalto e sterrato inizia la salita vera e propria. La pendenza è feroce e i punti dove rifiatare sono veramente pochi. Dopo 900 m di dislivello raggiungiamo il Rifugio Pavillon (primo tronco della funivia) dove sono posti il primo cancello orario e il primo ristoro.
Mi sento bene, la tentazione è quella di forzare l’andatura ma i 1300 m che ho di fronte mi ricordano che non sono neanche a metà percorso.
Qui indossiamo obbligatoriamente il casco e poco sopra al Pilone Alto (Capanna del Mulo), come da regolamento, lasciamo i bastoncini. La pendenza non molla mai: anzi!
Il Pilone Alto, di nome e di fatto (102 m.) è impressionante e da quanto vedo è l’unico punto di sostegno dei cavi della funivia tra il Pavillon a Punta Helbronner.
Da qui inizia la parte più ‘alpinistica’ ed anche la quota comincia a farsi sentire. Il sentiero è un susseguirsi di passaggi attrezzati, corde e piccoli salti rocciosi da affrontare con molta attenzione. Fortunatamente quest’anno il percorso è sgombro da neve e ghiaccio. L’istinto è di superare ma il fisico risponde a stento, se provo a forzare l’andatura mi viene la nausea. Mi concentro sul respiro e non guardo in alto perché il Rifugio Torino sembra non arrivare mai. L’uscita presso il Colle del Gigante è accompagnata da folate di aria fredda ma anche da un’emozione indescrivibile: attorno a me le più celebri cime d’Europa, tempio dell’alpinismo mondiale.
Un ultimo sforzo e raggiungo Punta Helbronner. Salgo la scala a pioli che adduce al primo terrazzo. L’arrivo è posto sulla terrazza circolare in cima alla struttura.
Continuo sulle scale interne dove a noi corridori, è riservato uno stretto corridoio, il resto dello spazio è gremito dai turisti che ci applaudono.
Ultima rampa e sono nel blu cobalto del cielo del Monte Bianco.
La gente sorride e applaude… ed io piango come un bambino.
A breve arriva Germano anche lui visibilmente commosso.
Come alla fine di una maratona, la fatica, la felicità, in questo caso il luogo mi spogliano da tutte le ‘difese’.
Forse tutta questa fatica serve proprio a questo, a svuotarsi, a liberare il cuore e la mente da pensieri e atteggiamenti.
Un sentito grazie agli organizzatori, per il coraggio e la generosità dei servizi forniti: la sicurezza, il ricco pacco gara e non da ultimo, il buonissimo pranzo genuino ed abbondante come piace a noi montanari.
W gli Orchi, W la Montagna.
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