martedì 11 luglio 2017
Trekking Sulle Tracce del Cro-Trail UltraTrail du CroMagnon (Alpi Marittime Italia-Francia) Luglio 2017
“ Raccontare un viaggio è viaggiare due volte, fare un selfie è poco più che inviare una cartolina; Quando invece condividere il viaggio significa suggerire mete, mettersi in gioco, trasformare una esperienza individuale in un esperienza sociale, rendere contagiose emozioni e suggestioni, storie ed incontri”
Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga
Guido Bosticcio e Andrea Bocconi nella loro guida sulla narrazione del Viaggio ci ricordano a noi viaggiatori che “ raccontare un viaggio è viaggiare due volte, fare un selfie è poco più che inviare una cartolina; Quando invece condividere il viaggio significa suggerire mete, mettersi in gioco, trasformare una esperienza individuale in un esperienza sociale, rendere contagiose emozioni e suggestioni, storie ed incontri” Ecco questo è il messaggio da trasmettere con queste brevi note.
La CROMANGNON per definizione non è un trail, una corsa od una esperienza di vita, è semplicemente un viaggio nel nostro mondo, anzi ai confini del nostro mondo, ma molto aderente ad esso.
Sei nel mondo abitato del nostro Piemonte o della vicina Provence, ma sei in realtà fuori da tutto. Improvvisamente ti trovi a cavallo della Val Roya o ancora meglio nel cuore del Parco del Mercantour, dove cielo e terra si incontrano nel nulla tra un susseguirsi infinito sull’orizzonte di vallate, crinali e cime dove probabilmente per mesi potresti non incontrare nessuno.
Un viaggio semplicemente nella nostra storia a cavallo tra Francia ed Italia, dove le tracce dell’una o dell’altra si confondono nei secoli a partire da un lontano 1860 quando il Regno Sabaudo e la monarchia Francese si accordano per la cessione della Savoia. Operazione dettata squisitamente da ragioni geopolitiche, ma che avrà dentro di se i germi per un stato di latente conflittualità non dichiarata ma praticamente continua fino al 1945.
Ecco , la Cromagnon in realtà è anche un viaggio nella storia dei conflitti non combattuti tra due stati che per quasi cento anni hanno proceduto alla fortificazione dei confini, in una ambientazione quasi da Deserto dei Tartari..
Il romanzo di Buzzati è in realtà ambientato in un immaginario paese. La trama segue la vita del sottotenente Giovanni Drogo dal momento in cui, divenuto Ufficiale, viene assegnato come prima nomina alla Fortezza Bastiani, molto distante dalla città. La Fortezza, ultimo avamposto ai confini settentrionali del Regno, domina la desolata pianura chiamata “deserto dei Tartari”, un tempo teatro di rovinose incursioni da parte dei nemici. Tuttavia, da innumerevoli anni nessuna minaccia è più apparsa su quel fronte; la Fortezza, svuotata ormai della sua importanza strategica, è rimasta solo una costruzione arroccata su una solitaria montagna, di cui molti ignorano persino l'esistenza.
La Fortezza Bastiani è in realtà proprio la cima dell’Authion, raggiunta dopo due giorni di cammino lento ma incessante. Authion, cima a difesa dalle eventuali incursioni Italiane dalla val Roja verso la Provence:
Costruita nel 1897, tra il 1° ed il 10 settembre, da 50 muratori della valle, rappresenta la prima fortificazione in calcestruzzo armato, vanto della grande tecnologia Francese. Di forma pentagonale eretta sulla punta terminale dell’Authion, a 2080 mt, sorveglia la cresta dell’Ortiguè, che conduce al Col de Raus e all’antica frontiera, serviva a proteggere le sottostanti fortificazioni de La Forca et mille Fourches.
Appena sotto l’Authion tutte le fortificazioni di corredo stanziali, ma una ora di cammino oltre entri nell’ultimo avamposto della civiltà del Mercantour, camp d’Argeant con i suoi impianti sciistici ed il vicino Col Tourini. Oltre questo, il niente solo il Mercantour da non disturbare nemmeno con le punte metalliche dei nostri bastoncini da sci.
Già la preparazione teorica della traversata è alquanto complessa in quanto il Gran trail Cromagnon ha modificato molte volte il suo percorso originale, senza trovare traccia sull’Web dei primitivi anni, quando il tracciato viaggiava a cavallo del Mercantour. Fortunatamente mi è venuto in soccorso il grande Pietro, anima storica del gran Trail, che mi ha fatto pervenire i road Book della corsa degli anni 2008 e 2012. Da allora solo percorsi diversi ma non affascinanti , a spasso tra il Marguareis, ormai troppo conosciuto e il solco principale dell Roja. Naturalmente occorre rifornirsi delle eccezionali cartine Francesi scala 1:25.000 che riportano la posizione e la numerazione di tutte le Paline di segnalazione con un eccezionale riscontro tra cartografia e sentieristica.
1° giorno
Si lascia la vettura al Colle di Tenda, per evitare la lunga salita al Colle della Boaria. Siamo nella patria delle grandi fortificazioni, Fort Centrale, fort Pepin, fort Pernante, fort de la Giaure, lunga traversata fino alla bassa de Peyrefique e finalmente Casterino. Circa 20 km.
2° giorno
Grande tappa di oltre 30 km con D+ di circa 2000 m. con circa 10 ore di cammino costante. Invece di ripetere il Cro Magnon, puntiamo diritto verso la Valle della meraviglie e all’omonimo rifugio, per incontrare il grande percorso francese del GR 52 che ci condurrà dopo 3 giorni al mare di Mentone. E’ un susseguirsi di grandi e piccoli laghi, con il colle più alto(Col du Diable ) a 2460 mt). Ormai siamo nel cuore del Mercantour, il sentiero si perde a vista d’occhio scavalcando innumerevoli colli e crinali e grandi traversate fino a raggiungere l’Authion e il vicino Camp d’Argeant.
3° giorno
Da Camp d’Argeant a Sospel lungo tutto il GR 52. Anche oggi sono circa 25 km con 1400 m D+, a cavallo tra le fortificazioni, i resti dei carri armati, bunker fino alla sommità del Mangiabo a 1860 mt. Qui finisce la montagna e comincia la lunga discesa su Sospel quota 380 mt, in un caldo micidiale: iniziamo a vedere il mare.
4° giorno.
Da Sospel a Menton sempre attraverso il GR 52; si inizia con una lunga risalita delle dorsali sopra Sospel per poi mantenersi lungamente sulla quota 1000 mt, prima nel bosco poi nella macchia mediterranea. Sono circa 20 km da percorrersi in 6/7 ore. Il colle di Berceau, ultimo ostacolo ci riserva all’improvviso il mare e la costa sottostante. Ma la tortuosità del sentiero ed il caldo africano delle ore 13 ci impongono ancora due ore di discesa.
La sensazione più forte degli ultimi due giorni è stata certamente la grande sete, ma non dimenticherò il senso di frustrazione e tristezza generato dall’incontro con i poveri migranti neri di Ventimiglia che tentano di scappare in Francia ed i loro stracci abbandonati sui sentieri.
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