Classifica Trail delle Borgate Caprie 2017
Sito GsMoncenisio
Edizione 2016
Dal racconto dell'OrcoVic
Quando ho scelto il Trail di Caprie per il mio 'ritorno' (troppo buono chi l'ha definito così) dopo quasi due anni di infortunio, ero lieto e positivo per questo evento, per me importante, però mi sentivo un po' di senso di colpa.
Il 23 Aprile da lungo tempo era stato programmato come un giorno campale per gli Orchi, variamente impegnati in 3 randonnées ciclistiche, in un TA alla Punta dell'Aquila, con infine un ritrovo generale ai tavoli del bar ristoro dell'Alpe Colombino.
Tuttavia il trail è il mio primo amore, e, come si sa, nulla meglio delle gare può aiutare a raggiungere un buon livello di forma, che può portare ad altre gare più impegnative, ecc. ecc.
Credo che il meccanismo psicologico di tutto questo sia il ricercare continuamente il Riconoscimento degli altri, i nostri simili ovviamente, quelli del nostro gruppo.
Non so perché ora proprio nella corsa, come da giovane invece era stato nella montagna attiva, però non mi dispiace.
Non è soltanto una fuga da cose forse più impegnative, anche se la fuga spesso ha i suoi buoni motivi. Trovo che questo sport della corsa, in tutte le sue forme, è innanzitutto molto democratico perché è estremamente accessibile e dà uguali possibilità a tutti.
Dimmi quali trail hai fatto, e massimo rispetto per te, chiunque tu sia.
Ti arricchisce di rapporti umani, ti obbliga, ma è una opportunità bellissima, all'incontro con gli altri al di fuori di qualsiasi gabbia ed etichetta sociale.
Da dove eravamo partiti? Ah si Caprie e gli Orchi.
Anche se ho marinato, gli Orchi mi hanno tenuto compagnia perché ne ho trovati comunque quattro o cinque in gara, ormai siamo in tanti, e abbiamo anche rimediato quattro bottiglie di vino utili per la prossima riunione sociale.
E non mi dispiaceva salutarne qualcuno mentre arrancavo quasi solitario nelle retrovie.
Però il fatto più strano, perfino emozionante , è stato che appena uscito dal bosco, alla fine della mia dura salita,sulla colletta di Celle, ho sentito gridare 'FORZA VITTORIO' ho visto delle maglie rosse, erano gli Orchi Bikers tre o quattro che stanno transitando in senso opposto. Anche loro stavano rifiatando. 'Stiamo facendo il Giro dei quattro Colli' mi grida il Presidente rapidamente informativo e quasi in tono istituzionale.
Era la maggiore delle randonée in programma. Realizzo che saranno circa al 60°km e che mancano ancora i due colli, i più duri.
Ma non c'è tempo, già ci stiamo allontanando nelle rispettive discese, loro verso Caprie, io verso Torre del Colle. Un secondo,forse due in tutto.
Qualcosa di strano? Il magico mondo degli Orchi è così!
Avevo un ottimo ricordo di Caprie, Trail che avevo fatto due anni fa. Dove lo trovi un trail duro il punto giusto ma breve, comodo e con una partenza addirittura alle 9.30?
E se tagli il traguardo nella seconda metà , questione di un quarto d'ora, stanno già facendo le premiazioni e poco dopo tutti si salutano.
C'è ancora il tempo di comprare il giornale e passare in pasticceria.
E tutto questo con soli 10 euro, senza nulla perdere del tradizionale menu che la corsa in montagna in bassa Val di Susa offre : dure salite e discese veloci e sicure su mulattiere e stradelli perfetti.
E comunque 900 m di dislivello su 16,3 km non sono uno scherzo, la sostanza c'è tutta.
Il territorio di gioco , Caprie,Celle,Torre del Colle,Novaretto, inutile dirlo, è tra i più nobili e fascinosi che si possono immaginare a Torino. Mentre correvo, l'occhio, le gambe e i miei pensieri si inseguivano. La Rocca di Caprie il più grande centro di arrampicata della Val di Susa, cara anche a numerosi Orchi, La Sacra di San Michele che troneggia sul lato opposto, così come le belle cime del gruppo Orsiera Rocciavrè, il Musinè e il Rocciamelone. Poi le gambe macinano la lunga discesa sul costone della Seja dove negli immancabili 'picniccatori' di oggi puoi riconoscere gli stessi abituées del posto che hanno lasciato manufatti preistorici oggi visibili nell'apposito museo di Rivodora.
Di qui lo stato maggiore dell'esercito italiano osservava le esercitazioni nella piana di Almese nel 1940 poco prima della pugnalata alla schiena della Francia.
Qui erano collocate le inefficaci postazioni della contraerea nei lunghi anni della guerra.
Di qui, ancora nel dopoguerra passavano gli alpinisti torinesi che per allenamento salivano al Roccasella o alla Punta della Croce ,dopo essere scesi dal mitico Torino-Bardonecchia alla stazione di S.Ambrogio.
E quanti campioni valsusini e tutta la storia del Giò Rivera su queste levigate mulattiere!
Mi intriga un pensiero: quale sarà stato il percorso esatto del record di Pierluigi Chiampo
(il fratello forte di Piergiorgio !!) nella Novaretto-Roccasella? Sicuramente passava su questi sentieri.
Basta, o non mi fermo più.
Ho solo da aggiungere un mio desiderio, una richiesta piccola, se qualche lettore, Orco o no, è arrivato fin qui.
Vorrei che in una delle prossime calde sere d'estate, quando le giornate sembrano non finire mai, qualcuno mi tenesse compagnia in un T.A. (trail autogestisto).
Partiremo la sera da Caprie e andremo a Celle, per questi antichi sentieri. Vi arriveremo all'imbrunire e apprezzeremo la frescura dei 900 m , il silenzio di questo sito appartato,
Affacciato sulla pianura, con la Sacra di fronte, troveremo il rifugio aperto per una birra un un caffè, e scambieremo poche battute, illuminati dalle fioche luci dell'illuminazione che lasciano intravedere la chiesa romanica con il suo bel campanile e il piccolo antico cimitero addossato, la piccola facciata barocca che ha chiuso le antiche celle dei monaci.
Più di mille anni fa i monaci abbandonarono questo luogo per spostarsi sul lato opposto per iniziare la costruzione del a Sacra di San Michele.
Poi scenderemo alla luce delle frontali e ci terranno compagnia le bianche edicole votive sul percorso mentre nell'aria chissà, ci sembrerà di sentire qualche eco dello scontro sottostante tra Franchi e Longobardi.
Quasi che fosse vera quella leggenda che ho sentito o forse letto o sognato. Che molti Longobardi presi alle spalle nella famosa battaglia delle Chiuse, si siano salvati fuggendo disordinatamente nei boschi e sulle montagne di Caprie e Almese, avrebbero passato di notte i colli del Lys e della Portia , per poi ritrovarsi al mattino dopo a Brione.
Di qui avrebbero fatto una ritirata a tempo di record per salvarsi e riorganizzarsi a Pavia, la loro capitale. Erano capaci di grandi distanze.
Però amano ancora adesso ritornare sui luoghi di quella terribile notte.
E questa sarebbe la vera origine degli Orchi trailers
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