domenica 30 aprile 2017

Sci Alpinismo Punta d'Arnas o Ouille d'Arbéron mt 3560 (Francia) 30 Aprile 2017


Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga

località partenza: Avèrole (Bessans , 73 )

 Se a qualcuno di noi fosse venuto in mente di chiedere l’itinerario della Punta d’Arnas, probabilmente avrebbe fatto un bel buco nell’acqua.
Infatti  su tutte le carte italiane la cima è Punta d’Arnas, mentre per i francesi strettamente Ouille d’Arbaron. Che non c’entra niente con il vicino Albaron di Savoie.  Tutte le cime della catena di  confine  della Haute Maurienne  riportano fedelmente lo stesso toponimo sia italiano che francese, a partire dalla Bessanese, Albaron, la vicinissima Punta Maria (sic,  scritta in italiano) e così via. L’unica a fare eccezione è la nostra meta,  stranezze delle cartografie  di confine.
Comunque il sabato  29 Aprile tre Orchi ( il sottoscritto, Palmas e Pozzobon) con mio fratello Roberto ed Ugo  ormai Orchi di adozione dalla vicina Genova, lasciamo Rivoli nel pomeriggio per infilarci nel traforo  stradale del Frejus. La seconda canna del traforo è stata ormai bucata da almeno un anno e mezzo. Vediamo l’imbocco sia lato Bardonecchia che Modane,  ma per adesso dobbiamo accontentarci di percorrere l’unico traforo stradale di cui disponiamo in Piemonte.  
Certo è che se per un miracolo  del teletrasporto immateriale   avessimo potuto  fare arrivare Cavour   un  secolo dopo, avremmo avuto almeno altri due tunnel stradali  tra la Galisia, il colle della Maddalena, il colle di Tenda e la Lombarda, con tutti i vantaggi  di scambi economici transfrontalieri che ne sarebbero conseguiti.
Comunque, oggi il traforo costa circa 55 €  e tra  pedaggi e carburante il viaggio richiede circa 110€.  Conviene riempire decisamente una automobile. Presto detto, presto fatto , il Land Rover di Palmas viene stipato all’inverosimile  con 5 persone ,  10 colli  e 5 paia di sci  legati un po’ artigianalmente ma efficacemente alle barre porta tutto. Da Modane si percorre la parte di valle fino a Lanslebourg, sotto il Moncenisio e di qui imboccare la Haute Maurienne fino a Bessan. Questo è il periodo migliore per lo sci, con tutto il fondovalle profondamente verde  e  fiorito, e le pendici alte dei monti imbiancate anche dalle recentissime nevicate.  A questo punto  ci aspetta  la valle laterale  di Averole, semideserta,  fino all’ultimo borgo alpino a quota 1850 metri, dove viene lasciata la macchina. Sulla nostra destra  la grande parete della Charbonnel, una ostica parete  glaciale  che costituisce uno degli itinerari scialpinistici più complessi in assoluto.
Un po’  di portage  e 20 minuti di pelli  adducono al rifugio d’Averole a quota  2260m. Rifugio  completo con 86 sciatori diretti a tutte le cime del vallone.

E difatti il mattino ci vede insieme a tanti gruppi di sci alpinisti imboccare in leggera discesa  l'evidente valloncello di Oney (direzione SE), a tratti ripido, che seguiamo necessariamente con tratto obbligato,  stando sempre sotto le rocce della Crète de la Vallettaz. Davanti una lunga fila di sciatori che  ci individua il  percorso, dapprima all’ombra, poi in pieno sole. Vincendo due evidenti  risalti del profondo solco vallivo, si perviene in circa 2 ore alla fronte  del Glacier d’Arberon.
A questo punto abbiamo in faccia  la Punta d’Arnas, pardon la Ouille,  e poco prima del col d’Arbéron 3022 m deviamo a sx (est) per evitare una depressione e portarsi all'attacco della cresta ovest dell'Albaron.
Fino ad ora l’itinerario si è svolto prevalentemente con esposizione Nord, e alla quota di 3300 metri circa lasciamo gli sci, per  risalire con piccozza e ramponi tutto il grande crestone sommitale fino ai 3560 metri. Tutta questa parte  ci riserva una brutta neve, ma non ci si può arrendere. L’arrivo in cima è spettacolare, un ultimo passo e sotto di noi tutta la catena  di confine che  riesce a bucare tutto il mare di nubi sottostante, sono passate circa 4,30’ ore dalla partenza con un dislivello di 1400 metri.
Veloce discesa con i ramponi ed un po’ di attenzione perche  qualche placca di neve dura potrebbe creare problemi. Riprendiamo gli sci, neve   parzialmente sciabile solo nella parte centrale, altrove  ancora  leggera crosta cedevole e non trasformata. La gita avrebbe dovuto essere percorsa tra 15 giorni per godere veramente una bella discesa sui magnifici ed ampi pendii che si presentano.
Difficoltà BSA senza particolari problematiche, comunque un ambiente di alta montagna indimenticabile.

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