Foto Tour del Monte Fallere
Dal racconto dell'OrcoDavid
La storia si ripete, dopo più di un anno cerco di nuovo di coinvolgere qualche Orco per farmi accompagnare nell'escursione di perlustrazione che faccio in vista dell'uscita ufficiale con il Cai di Orbassano.
Quest'anno è la volta della cima Fallère in valle d'Aosta.
Come l'anno scorso, mi accompagna l'OrcoPinoR, diversi sono però i posti. L'anno scorso fu l'isolata valle di Ribordone con i suoi sentieri lasciati andare ed un proliferare di simpatiche viperette a farci compagnia, ora siamo in Valle d'Aosta, nella valle centrale, sul versante della sinistra orografica della Dora, praticamente sopra il capoluogo di regione.
In realtà neanche questa sembra essere una valle molto frequentata, incastrata tra la valle del Gran San Bernardo e le prime valli del massiccio del Bianco è meta molto più ambita per lo scialpinismo in inverno che per le escursioni estive.
In effetti non si possono annoverare cime di importanza alpinistica, ma l'escursionista troverà parecchie punte intorno ai 3000 slm che, senza troppe difficoltà potranno appagarlo con belle camminate e panorami di livello.
La Fallere è proprio una di queste cime. Poco più di 3000 metri, isolata il giusto per garantire viste a dir poco spettacolari su tutti i giganti valdostani.
Ma andiamo con ordine...La prima proposta che faccio a Pino è quella di un bici + trail. In specifico mtb fino al Rifugio Fallere servito anche da una comoda carrareccia ciclabile, e poi da lì di corsa fino in cima. Ripensandoci poi, l'idea di caricare in macchina la bici per 600 m. di dislivello circa, lascia spazio all'idea di fare tutta una tirata a piedi. E così è. Passo da Pino alle 7 di mattina, quando il traffico del giorno lavorativo si è già messo in moto e poi via verso Aosta. Tra una chiacchera e l'altra (tiene banco ovviamente la cronaca del recente UTMB), arriviamo presto ad Aosta, dove, come mi capita il 100% delle volte, riesco a sbagliare strada. Rimessa sulla retta via l'Orcovettura Berlingo, arriviamo in quel di Vetan, frazione sopra Sarre.
Il posto è da fiaba, casette in pietra e legno sparse su un dosso a spiovere sulla valle, prati verdi e boschi di conifere. Ma il dato principale della giornata riguarda il meteo. E' in assoluto la più bella giornata di questa strana estate 2014. Cielo blu che sembra dipinto, sole caldo con una leggera brezza che ne smorza gli eccessi.
Parcheggiamo di fronte un area pic nic e prendiamo in direzione rifugio Monte Fallere, che raggiungiamo con un minimo di ravanage (chiaccherando qualche bivio ci scappa) in circa 1ora e venti minuti. Si tratta di una recente costruzione di proprietà dello scultore valdostano Siro Vierin. Lo stesso scultore ha disseminato l'intero percorso di propri lavori e curato anche i dettagli dell'arredamento interno, recuperando legni antichi serviti precedentemente per altri fini. Insomma, non vi aspettate un nido d'Aquila di alta montagna!, ma se serve a favorire l'economia delle terre alte, ben venga, per giunta tutto è fatto con un occhio attento al risparmio energetico. Il posto poi è fantastico, l'ennesima spalla erbosa con una vista mozzafiato sul prospiciente gruppo del GranParadiso con in primo piano la Grivola che sembra di poterla letteralmente accarezzare.
Dopo una breve pausa ristoratrice ripartiamo, ad un certo punto ci accorgiamo che il nostro monte ha comunque due versanti di salita su sentiero. Siamo su quello che ne percorre la cresta ovest, con pendenze notevoli, in un altra ora e un quarto siamo in punta. Di qui il panorama è assolutamente impareggiabile...come dice Pino c'è tutto il Tor de Geant, dal Bianco, al Ruitor, al GranPa, poi l'imbocco della valle e di nuovo il gruppo del Rosa, il Cervino, la Grand Jorasses, il dente del Gigante, solo per citare i più famosi. Dopo qualche foto scendiamo, prendendo la via normale da sud, che attraversa una piccola cresta attrezzata con catene. Niente di difficile, ma c'è anche piccolo surrogato di alpinismo che rende ancor più simpatica la gita.
Arriviamo presto nuovamente al rifugio dove ci concediamo una pausa più lunga con panino e birrozzo. La giornata è di quelle che ti dispiace che finiscano; ma tant'è, presi accordi con i gestori per la gita che farò con il gruppo del Cai, riscendiamo a valle. Sulla strada troviamo ancora il tempo per gli acquisti di qualche prelibatezza locale ed poi via, verso casa.
Se non fosse per la distanza e la salatissima autostrada TO-AO, sarebbe da ripetere spesso poiché l'intera zona si presta a bei trail con numerose varianti.
Per il momento va bene così, giornata indimenticabile, W la Montagna, W gli Orchi!!
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