Foto Ivrea Mombarone 2014
Classifica Ivrea Mombarone 2014
Classifiche Ivrea Mombarone dal 1977 al 2013
Sito Ivrea Mombarone
Sito Gli Orchi Trailers ASD
Edizione 2011
Edizione 2008
Dal racconto dell'OrcoPinoR
38° edizione per la Ivrea-Mombarone sulla distanza dei 20 km e 2100 D+.
Una gara molto amata dagli atleti piemontesi a dispetto di una logistica complessa. Ma nulla, neanche la logistica, fermano i 400 atleti iscritti a questa classica della corsa in montagna.
Gli Orchi Trailers quest'anno l'hanno inserita nello speciale Trofeo Orco dell'anno a buon diritto.
La partenza sita nella centrale piazza Ottinetti ad Ivrea(To) 250slm e l'arrivo alla Colma del Mombarone a quota 2371slm.
In Piazza Ottinetti, per chi non lo sapesse, avvengono le celebrazioni del famoso carnevale di Ivrea con Abbà, Mugnaia e battaglia delle arance.
Nove gli Orchi che vorrebbero partecipare alla manifestazione ma alla fine ci contiamo in sette orcacci ben agguerriti, perchè è cosi che va affrontata questa corsa verso il cielo al Mombarone.
La nostra logistica, cioè quella di lasciare una macchina ad Andrate(To), è andata a farsi benedire per via di un navigatore satellitare che ci ha mandato a spasso per i sensi unici dell'Ivrea la bella. Dopo esserci accorti che ormai era tardi per portare il mezzo il piu vicino possibile ad un paese limitrifo l'arrivo, ci arrendiamo e lasciamo entrambe le macchine ad Ivrea. Per il ritorno ci affideremo al buon cuore degli atleti più previdenti oppure a qualche indigeno.
Ritiriamo la maglia pettorale in piazza Ottinetti, un caffè e le foto di rito infarcite da una corsetta per scaldare quel che rimane delle fibre muscolari ormai consumate da un'estate ricchissima di gite ed eventi.
Al nastro di partenza signori miei, Mister Jonathan Wyatt, la leggenda della corsa in montagna, accompagnato dalla moglie Antonella Confortola un'atleta superba fresca campionessa mondiale a squadre di corsa in montagna il 14 Set 2014 a Casette di Massa(Ms).
Giornata metereologicamente perfetta, partenza data puntuale alle 8.30 in piazza Ottinetti con gli atleti muniti di CHIP per il cronometraggio.
I primi nove chilometri si corre per la città, si costeggia il lago Sirio con panoramica vista sul castello di Montalto Dora.
Si attaccano le prime salite della Serra del Mesozoico e si arriva nel comune di Andrate(To) sponsor della manifestazione.
Le gambe da Andrate in poi sono già legnose se avete corso questi nove chilometri. Un pò l'eta un pò gli allenamenti non proprio da skyrace, finisce che drasticamente si rallenta.
Ma accidenti sembra di andare bene, al decimo chilometro è passata neanche un'ora di gara...vuoi vedere che quest'anno facciamo il tempone!!!.
Macchè è una fregatura cari i miei lettori, siamo solo a 850 slm e dobbiamo salire a 2371 slm, non facciamoci illusioni...eppure...il traguardo lo vedo è lassù...è cosi vicino che pare toccarlo.
Se non avete mai visto un miraggio venite a correre questa competizione. sarete illusi, ingannati come mai lo sospettereste.
Ma vedrete con i vostri occhi ;
- Un tifo da stadio.
- Monaci tibetani che suonano il corno e declamano sutra in vostro favore.
- Bandiere di preghiere al vento per i podisti.
- A cinque chilometri dall'arrivo vi offriranno boccali di birra.
- Verrete incitati a dare anche quello che non avete.
- Un panorama impagabile sulle Alpi
L'obiettivo di stare nelle tre ore mi sfugge...ma la festa alla Colma del Momabarone ripaga della fatica.
Sembra di essere ad una tappa del Giro D'Italia con i tifosi assiepati sul bordo strada ad incitare, spingerti...anche a noi podisti della domenica.
Tutti felici e soddisfatti gli Orchi presenti, vestiti della tuta da polizia scientifica, data dall'organizzazione all'arrivo, per ripararsi dal vento dopo la sudata.
La gara è stata vinta dall'inossidabile 42enne Jonathan Wyatt con il tempo di 1h55’16’ bruciando quello del 2001 che apparteneva a Jean Pellissier con 1h57’18”.
Bertone Catherine lima il record femminile in 2h26'20" il precedente record del 2002 della francese Corinne Favre con 2h26’22”.
Terminata la manifestazione in fila indiana tifosi, podisti, e organizzatori intraprendono la processione :
- A piedi fino alla frazione di S.Giacomo di Andrate
- In navetta da S.Giacomo ad Andrate, dove avverranno le premiazioni ed i festeggiamenti
- In macchina, grazie ad un passaggio di una signora, fino ad Ivrea.
La logistica farebbe desistere chiunque, ma per l'Ivrea-Mombarone si fà questo ed altro.
Dal racconto dell'OrcoDavid
Dopo la partecipazione alla Biella – Monte Camino del 2013, un altra classicissima della corsa in montagna mi aspetta nel 2014, è l'Ivrea – Mombarone.
La fama che circonda la gara ha da tempo valicato i confini del canavese. Personalmente ne avevo sentito parlare già molto prima di cominciare a correre. Del resto se si conosce qualcuno che abita o ha abitato ad Ivrea e dintorni, sentirne parlare non è difficile. Infatti se anche quel qualcuno non corre o pratica sport, sicuramente avrà parenti o amici o conoscenti che hanno fatto o tentato il Momba o hanno partecipato in qualche modo alla festa che questa corsa rappresenta per il territorio, come volontario o spettatore. In tutta sincerità,però, tutto pensavo meno che un giorno avrei fatto anch'io la Momba.
L'idea è semplice: si parte dal centro di Ivrea e si va su, in cima a 'sto monte che appunto si chiama Mombarone; in mezzo, 20 km e 2.100 metri di dislivello, 600 per i primi dieci km e 1500 per gli altri dieci.
Come al solito non sono un granchè allenato, l'ultimo giro con un po' di salita seria l'ho fatto due settimane fa con l'OrcoCiccillo, sul Roubinet, nella nostrana Valsangone.
Sono però attratto visceralmente dalle corse storiche, mi piace respirare l'attaccamento della gente al proprio territorio ed il clima di festa popolare attorno all'evento. Vorrà dire che trarrò energie da questo calore.
In effetti la gara di energie te ne richiede parecchie.
L'altimetria ha rendimenti sempre crescenti che bisogna affrontare con la dovuta preparazione e rispetto. La salita è infatti abbastanza leggera in partenza, tra i boschi e i laghi della Serra Fino ad Andrate, stupendo paese che sembra fare da collante tra la collina morenica e la nostra montagna, è una piacevole corsa collinare, come andare sul nostro Moncuni.
Da Andrate in poi la musica cambia, non c'è più un metro di pianura a pagarlo! Dapprima si percorre un sentiero e qualche pezzo di strada per arrivare a S.Giacomo, frazione a 1200 metri da cui parte il sentiero vero e proprio per arrivare in cima. Da lì però ci sono ancora più di 1000 metri di dislivello! Arrivo a S.Giacomo già abbastanza affaticato, ho già pagato molto in termini di posizioni. Gli amici Orchi ormai sono tutti avanti, ma questo per me era scontato.
Il mio sogno sarebbe quello di finire la gara entro le 3h.30', provo a fissarmelo come obiettivo per avere uno stimolo in più e stringere i denti. Da un po' di tempo mi fa male anche un piede e la caviglia, ma non può essere una scusa perchè fortunatamente quando si scaldano il dolore passa, e poi oggi, con tutta questa salita il dolore si sente molto poco.
Fortunatamente ho incominciato a conoscermi un po' e per evitare i crampi ho bevuto molto e preso dei sali già in settimana; la cosa per il momento serve, non ho problemi di crampi che cominciano a falcidiare i corridori vicino a me.
Dalla fine del bosco, infatti non perdo più posizioni, anzi, riesco anche a guadagnare qualcosa. Mi rendo conto però che ciò è frutto più dello fatica degli altri che di un mio reale stato di forma.
Dopo il bosco e un pezzo di strada sterrata a servizio degli alpeggi si comincia a vedere la cima. Un cartello dice 4 km. Ci siamo!, sono a circa 2h di corsa, forse le tre ore e trenta sono alla mia portata. Ma vado in montagna da troppo tempo per non sapere che mi sto prendendo in giro, e che, soprattutto su questo tipo di montagne, si comincia a vedere la cima da terribilmente in basso.
Infatti è così, terminata la sterrata inizia di nuovo il sentiero, siamo al cancello delle tre ore.
Su un prato c'è di nuovo festa. Monaci Tibetani (giuro!), gente che ti offre birra, tifo e applausi per tutti. Il sentiero si inerpica sempre alla stessa costante, feroce pendenza, oltretutto adesso è anche più pietroso e sconnesso. Un dosso, una spalla, un pezzo di pietraia, poche secche risvolte continuano a susseguirsi e la cima è sempre là, non si avvicina mai.
Arriva anche nelle retrovie la notizia che il fortissimo Wyatt ha fatto il record, 1h e 55'.
Meglio non pensarci, il primo è già da più di mezz'ora in cima e per me se va bene c'è ancora un ora di marcia. Ma almeno una cosa non mi manca, la grinta! Stringo i denti e vado, fortunatamente le gambe girano anche se il fiato è sempre più corto.
Il cartello dei -3 km è passato da un pezzo ma dei -2 neanche l'ombra. Ah, si, eccolo!, ancora qualche metro e siamo al lago Pasci, 2120 metri. Meno di due km ma ancora 250 maledettissimi metri di dislivello, altre rampe e poi il cartello dell'ultimo km.
Il sentiero ha pendenze meno feroci adesso, ma ormai viaggio in riserva fissa. Ci sono già i primi che scendono, intabarrati in tute usa e getta da imbianchino. Ti fanno coraggio, “dai è fatta!” “Forza gli ultimi sforzi!”.
Comincio a chiedermi se è proprio così...Ogni occhiata alla cima rischia di essere un amara illusione.
Dieci minuti fa vedevo una costruzione che sembrava dieci metri sotto la punta. Ora che ci sono arrivato vedo che il sentiero gira attorno e prosegue, all'ennesima svolta si presenta l'ennesima spalla erbosa...ma stavolta è proprio l'ultima! C'è un mare di gente!, do fondo alle ultime energie rimaste, salgo, c'è ancora una curva e gli ultimi atroci gradini in pietra.
Li salgo, alzo a malapena la testa e mi accorgo che sono sotto il cronometro. Arrivato! 3 ore e 38 minuti e 42 secondi, non propriamente un tempone e obiettivo personale mancato. Però sono contento lo stesso, sono arrivato in cima, ho faticato e lottato, non mi sono arreso, adesso, per me è questo che conta. Penseremo il prossimo anno a buttare giù quegli otto minuti.
Non voglio fare aspettare troppo gli amici Orchi, già arrivati da un pezzo. Trangugio un panino con la marmellata ed un bicchiere di the caldo e sono pronto a scendere.
La stanchezza accumulata si fa sentire anche nella discesa, che ci riporta a S.Giacomo di Andrate. Sono comunque di mille metri da ridiscendere e a questo punto le ginocchia reclamano un po' di pianura.
Il resto della giornata, dopo aver ritirato il pacco gara ad Andrate (grazie agli Orchi Eleonora e Vittorio per il passaggio!) è passata per lo più a sfidare la difficile logistica dell'organizzazione (per tutto il resto ottima) e tentare di rimediare un passaggio per raggiungere Ivrea dove ci aspettava la OrcoCamolaCar per riportarci a casa.
Anche in questo occorre però rimarcare la specificità della Ivrea-Mombarone. E' bastato dire che avevamo fatto il Momba e due gentili affezionati spettatori della gara, ci hanno offerto uno strappo fino ad Ivrea. Se mai leggeranno questo blog, a loro va un sentito ringraziamento.
W la Montagna! W gli orchi!
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