FotoMontaggio luoghi Islanda 2014
FotoMontaggio Run Iceland 2014
Sito Run Iceland
Sito Gli Orchi Trailers asd
Come fai ad andare avanti quando nel tuo cuore cominci a capire ... che non si torna indietro.
Ci sono cose che il tempo non può accomodare
Ferite talmente profonde che lasciano un segno. (dal "Il Signore degli Anelli " di J.R.R.Tolkien)
Dal racconto dell'OrcoCamola
Ora che sono tornato dall'Islanda cerco le parole per esprimere come mi sento e, forse, i pensieri di Frodo al termine del Signore degli Anelli un po' mi aiutano a capirlo.
"Cominci a capire che non si torna indietro". Sono a casa ... ma sono qui solo fisicamente.
Fortunatamente non posso parlare di 'Ferite'. Non mi sono fatto nemmeno un graffio; dove sono le ferite!
Dovrei essere felice, una vacanza cosi' non tutti se la possono permettere .... allora cos'è questo senso di vuoto?
Tre giorni.
Io e Mario abbiamo raggiunto Reykjavik tre giorni prima dell'inizio della manifestazione, con l'obiettivo di visitare alcune zone che sapevamo non sarebbero state toccate da Run Icelnad.
Noleggiato un fuori strada siamo partiti alla ricerca dei luoghi remoti che da mesi avevamo progettato e sognato di vedere.
Verso nord abbiamo percorso l'impegnativa pista F26 che taglia l'altopiano di Sprengissandur. Sul percorso si trova il vulcano Bardarbunga e per ragioni di sicurezza la parte nord è chiusa al traffico.
Per problemi di orario ci siamo fermati qualche km prima dal blocco.
Particolarmente ventosa, a causa di un uragano che ha lambito l'isola, è stata la percorrenza della penisola di Snaeffelnes dove si trova il vulcano Snaeffels Jokull.
Questo vulcano è la porta di ingresso immaginata da Giulio Verne nel suo romanzo 'Viaggio al Centro della Terra'.
Raffiche di vento a 100 km/h schiantavano onde altissime sulle scogliere di lava di Ondverdarnes. Ricorderemo per sempre la forza dell'oceano e quel senso di nullità che si prova di fronte a tanta potenza. Per fare le foto ci siamo distesi a terra o tenuti a vicenda.
Molto rilassanti sono state le 4 ore trascorse al centro termale Laguna Blu sulla penisola di Reykjanness Luogo affollato e turistico, ma una volta a bagno abbiamo capito perchè.
La gara.
Riconsegnata l'auto con 1100 km in più ci siamo ricordati che ci aspettava una sgambatina chiamata Run Iceland.
Nel briefing iniziale abbiamo ricevuto le prime indicazioni di come ci saremo mossi e fatto conoscenza degli altri partecipanti provenienti un po' da tutto il mondo.
Run Iceland è una gara a tappe composta da 5 stage per un totale di circa 110 km.
Nel complesso è un trail semplice, con dislivelli moderati, a mio avviso adatto a bravi stradisti.
Per contro è una gara faticosa; le tappe sono veloci e, maratona a parte, in completa autonomia idrica e alimentare.
La giornate di Run Island sono state ricchissime di attività.
- Colazione alle 7 e partenza alle 8.
- Spostamento in pullman (a volte di qualche ora) verso un il sito di gara.
- Corsa.
- Al pomeriggio, spesso senza nemmeno rientrare in albergo, visite, incontri ed approfondimenti storici e territoriali . Tra questi la visione di un filmato sull'eruzione del vulcano Eyafjallajokull che nel 2010 ha bloccato i voli aerei di mezza Europa.
- La sera dopo cena a tutti nanna belli cotti.
Davvero un bel modo di fare turismo. Un mix di sport e cultura finalizzato alla scoperta del territorio.
Incredibile è stata la maratona: chilometri e chilometri su un altipiano sterminato di lava. Giunti al km 30 la traccia percorreva il bordo del cratere del vulcano Hekla mentre l'arrivo si apriva su una riserva naturale chiamata Landmannalaugar. Questo parco ospita un campeggio da noi battezzato 'il camping alla fine del mondo'. Lo spaccio consisteva in un vecchio autobus ( vedi 'magic bus' di 'into the wild' ) gestito da due anziani. In alternativa alle docce, una bella pozza termale naturale con acqua a 35 gradi. In alcuni momenti mi chiedevo se stava accadendo davvero.
Particolarmente emozionante è stato l'arrivo della terza tappa al cospetto della cascata di Skogafoss. Cielo azzurro, cascata perfetta ed arcobaleno completo. L'emozione mi ha profondamente commosso.
Personalmente mi sono impegnato al massimo e con le persone che più o meno correvano come me ho vissuto una bella battaglia. L'aspetto agonistico non ha fatto altro che aumentare rispetto e ammirazione reciproci. L'ultimo all'arrivo è sempre stato il più festeggiato. I commenti del dopo gara sono sempre stati una condivisione di emozioni; tutti, più forti e meno, si sono fermati ad ammirare uno scorcio o fare una foto.
Forse ora ho capito.
La ferita che sento sarà quel pezzetto di cuore che l'Islanda ha tenuto per se.
Accidenti, quanto prima devo tornare a riprendermelo.
Dal racconto di OrcoJoak: RUN ICELAND 2014 – 110 e lode
Avevo bisogno di una scusa per andare a visitare l’Islanda e la corsa me l’ha offerta.
La Run Iceland, una gara a tappe che si corre in una terra di ghiacci e di fuochi.
Il grande nord mi ha sempre appassionato, così diverso dai panorami a noi più familiari e dell’Islanda mi ero fatto una idea basata su immagini tratte da internet piuttosto che dai racconti di viaggio di chi c’era già stato. Ma come spesso accade, la realtà va ben oltre la fantasia.
Trovata la motivazione e un compagno di viaggio, Andrea, mosso dallo stesso entusiasmo e curiosità, con cui dividere l’avventura, finalmente si parte.
Di come abbiamo trascorso i 10 giorni in terra islandese a metà strada tra gli esploratori e i runners vi ha già accennato Andrea.
Io posso solo dire che è stata una esperienza che non potrò mai più dimenticare. Visitare l’Islanda ti fa capire come noi umani siamo veramente piccoli di fronte alla potenza e all’energia della natura.
Chi ha potuto sollevare una montagna di roccia nel mezzo di una pianura che si perde a vista d’occhio? Con quali macchinari? Quale tecnologia?
Chi ha la forza di sciogliere un ghiacciaio dello spessore di centinaia di metri e spostare tonnellate di roccia ridisegnando la geografia di un territorio?
Quanta energia c’è sotto un primo strato di sabbia se appoggiandovi una mano devo ritrarla velocemente per non finire ustionato?
L’Islanda è tutto questo e visitandola attimo dopo attimo ti trovi continuamente di fronte a scenari indimenticabili, uno più bello dell’altro. Ho scattato centinaia di foto, ma mentre cercavo di fissare su una immagine lo spettacolo che avevo di fronte avevo la consapevolezza che non sarei mai riuscito a registrare le emozioni vissute in prima persona.
Correndo in quel paesaggio lunare di sabbia nera e rocce vulcaniche, laghi, torrenti e lingue di ghiaccio non potevo fare a meno di pensare a come avrei fatto, domani, a correre sulle nostre strade asfaltate, piene di auto o sui nostri sterrati polverosi.
L’avventura e finita e si torna a casa con un nodo in gola. Sarà dura ricominciare, a meno che… ci sia una nuova buona scusa per ritornare in Islanda!
State certi: l’avventura continua!
Grandissimi! E' stato un piacere correre con voi! Gianfranco
RispondiEliminaChe favola di posti!
RispondiElimina