Classifica Sky Marathon Tre Rifugi Marguareis
Sito Sky Marathon Tre Rifugi Marguareis
Dal racconto dell'OrcoRavaning
Il post-gara questa volta è terribile. Ho le gambe distrutte.
E' stata davvero durissima, ma niente riesce a scalfire quella magnifica sensazione che si prova tutte le volte che si porta a termine un'avventura così.
Partiamo dall'inizio... mi sono iscritto a questa gara principalmente per due motivi:
primo perché nel percorso è compresa una ferrata (300 metri di sviluppo) per salire alla cima Marguareis e secondo perché mi ha affascinato la vista in 3D del percorso su Google Earth pubblicata sul sito degli organizzatori. Un lungo giro a cavallo delle valli Ellero e Pesio, con lunghi passaggi di cresta. Già sognavo viste mozzafiato e paesaggi meravigliosi...
Quindi... 45Km di sviluppo, 3900 D+ circa e tra il materiale obbligatorio da portare anche casco, imbrago e longe da ferrata, cosa che mi ha impegnato non poco tra varie prove di "allestimento" zaino...
Fortunatamente nel pacco gara è compreso un ottimo kit ferrata composto da mini-imbrago "da competizione" (chiuso occupa il volume di un pugno!) e longe della Camp.
Partenza prevista ore 5.30 (obbligatoria anche la frontale), per cui decido di andare a bivaccare la sera prima nella palestra di Roccaforte Mondovì, luogo ove si è anche svolto il briefing pre-gara.
Arrivato lì il sabato sera scoprirò purtroppo che causa maltempo e motivi di sicurezza viene modificato il percorso, tagliando via la ferrata e la salita al Marguareis e rinviata la partenza alle 6.30.
Nuovo percorso di 40Km e 3600 D+. Vengono comunque mantenuti gli obblighi relativi ad imbrago e casco perchè utili nella discesa dalla cima delle Saline dove per l'occasione sono state montate delle corde fisse. (Si temeva di ritrovarsi col fondo molto bagnato, su un tratto di discesa molto ripido e tecnico che sarebbe quindi diventato molto pericoloso...)
La notte in palestra scorre tra sonno e veglia, un po' per l'ansia della gara, qualcuno che russa così forte che se ne sente anche l'eco e una sveglia che si mette ad "urlare" alle 3 del mattino...
Insomma bene o male mi ritrovo al momento della partenza in località Rastello, nel piazzale di una seggiovia del comprensorio di Artesina.
Un piccolo trasferimento al di là del torrente e siamo nel "recinto" del via. Puntuali alle 6.30 cominciamo l'avventura.
Sembra davvero uno scherzo, ma non si vede una nuvola e fin oltre le 11 del mattino rimarrà un clima spettacolare che ci consentirà di ammirare le stupende montagne delle valli Ellero e Pesio.
Nella "logistica" degli spazi e dei materiali purtroppo non ho pensato alla fotografia e così dovrò usare solo le parole per descrivere quel che ho visto...
In primis, mi rimarrà sempre dentro la vista salendo il colle del Pas, lassù la lunga cresta che porta a pian Balaur con tutti i corridori avanti a me che come formichine la percorrono. Meraviglioso!
E' proprio qui, dalla metà della gara in poi, che abbiamo modo di godere di un ambiente spettacolare. Il pian delle gorre con il rifugio Garelli, poi la variante al colle del Pas e poi ancora su a Pian Balaur, la cime delle Saline...
Se il Trail ha motivo di esistere per promuovere particolari zone montane e le sue risorse, allora la Tre Rifugi Sky Marathon raggiunge il suo scopo. Prima o poi sicuro tornerò in quelle zone per qualche trekking, magari con la famiglia, magari per percorrere il tratto di gara cancellato, o per vedere i dintorni.
Un po' di rammarico resta per non aver percorso la ferrata e salita la cima Marguareis (la più alta delle Alpi Liguri), il clima la domenica era favorevole... purtroppo le previsioni meteo hanno portato alla prudente scelta di abbandonare il tratto più a rischio della gara.
Alla fine comunque, anche ascoltando i commenti degli altri partecipanti, c'è stato un gran apprezzamento per l'evento, tanto per la qualità del percorso, che per l'organizzazione.
Unico orco partecipante all'evento (problemi fisici hanno tenuto a casa l'orco Mauro Mazzino...), chiudo la gara in 7h 41min.
Una gran bella gara... lunga, forse troppo per me che ancora non mi sento abituato a queste distanze e questi dislivelli. C'è però una sensazione diversa nel superare una certa soglia, arrivare a percorrere così tanta strada comincia a farmi sentire più un "viaggiatore" che un corridore... Difficile da spiegare a parole... forse non più definibile sensazione, quanto uno "stato" in cui ci si viene a trovare. Per alcuni aspetti mi ricorda molto sensazioni che ho provato facendo le vacanze "zaino in spalla e guida Lonely Planet", solo in questo caso si fatica molto di più.
Pensando al prossimo "viaggio" chiudo con una azzeccatissima citazione di Norman Vaughan:
Dream big, speak it loud and dare to fail
ciao luca
RispondiEliminaabbiamo fatto l'ultimo pezzo insieme
ero andato in crisi dopo il garelli e ci siamo ritrovati al mondovì
comunque complimenti per la gara e per il bel articolo
alla prossima massimo
Ciao Massimo,
Eliminaè stato bello condividere anche con te quest'avventura. Alla prossima! Luca