Foto Sardinia Trail 2013 (OrcoCamola)
Classifica Sardinia Trail 2013
Sito Sardinia Trail
Sito Gli Orchi Trailers ASD
Dal racconto dell'Orco Joack
Che differenza c’è tra una gara singola e una corsa a tappe? Finora mi ero sempre solo cimentato in gare che si svolgevano in una unica seduta e che non prevedevano una continuazione nei giorni successivi.
Sono gare nelle quali tutti gli atleti convergono in un unico punto, il punto di partenza, svolgono la propria prestazione e poi divergono ciascuno per la propria strada verso la loro vita di tutti i giorni.
In una gara a tappe non è così.
Che si tratti di una corsa nel deserto o di un trail in Sardegna, la gara non termina tagliando il traguardo di tappa ma continua in un contesto sociale meno competitivo fatto di momenti in comune, la cena serale, la colazione tutti insieme, i trasferimenti da e verso i luoghi di gara….
Si ha modo di socializzare con quelli che, fino a poco prima, erano i tuoi avversari e che ora, a cena, sono i tuoi compagni di tavolo. E così si possono condividere sensazioni, esperienze vissute in questa o quella competizione, scambiare pareri e fornire consigli. Si scopre che anche quel “mostro sacro” che ha fatto quei tempi inavvicinabili ha avuto anche lui una tendinite quella volta o che ha dovuto ritirarsi quell’altra.
Si racconta di gare fatte, o che si vorrebbero fare.
Col passare dei giorni cresce un senso di appartenenza comune che nasce dalla consapevolezza di essere tutti li per lo stesso scopo.
Sia ben chiaro: ciò non significa che domani non ci sarà battaglia per la nuova tappa! Ne tanto meno che tutti siano ugualmente simpatici allo stesso modo!
Tuttavia si crea un senso di “squadra” che riesce ad accomunare persone che non si erano mai conosciute prima e che forse si ritroveranno, chissà, in qualche prossima gara.
E così quando viene il momento dei saluti, tra una foto, un abbraccio e una stretta di mano, un po’ di malinconia inevitabilmente sale, consapevoli di avere vissuto tutti insieme una bella esperienza da mettere nell’album dei ricordi.
Dal racconto dell'OgreDoctor
E’ passato un giorno, ma ancora non si è spento il ricordo delle bellissime giornate passate in Sardegna.
Uno dei regali più belli che i miei genitori mi hanno fatto è trasmettere l’amore per la loro terra, per la mia terra.
Ed è una terra veramente fantastica, con i suoi contrasti, con i suoi colori, con la sua luce accecante e non ultima con l’ospitalità e la simpatia della sua gente; siamo passati dal caldo al freddo estremo, dalla montagna al mare, in un susseguirsi di panorami, scorci, vallate, foreste dai mille colori.
Vestita di verde, come solo in questa stagione è possibile vederla, è un vero paradiso e in alcuni angoli, tanto sono incontaminati e privi di qualsiasi intervento umano, sembra davvero di poter scorgere la “madre terra” al momento della creazione.
E sì, forse sono un po’ di parte…
Dimenticavo, siamo andati a Fonni (NU) per gareggiare e tenere alta la bandiera degli Orchi Trailers e quindi vi racconterò della gara.
Non avevo mai vissuto una competizione così dall’interno come è stato per il Sardinia Trail. Forse la formula a tappe, forse l’essere andati al di là dei nostri abituali “terreni di gioco” ha reso questo evento “magico” e “unico”.
Una gara dal sapore internazionale, con atleti provenienti dal Belgio, Francia, Germania, Spagna e Italia. Fra gli uomini molti atleti fortissimi, primo fra tutti il vincitore assoluto Fulvio Dapit, poi il friulano Paolo Massarenti (fresco di convocazione per la squadra nazionale IUTA) e Antonio Filippo Salaris, atleta di casa reduce dalla seconda parcetipazione alla Marathon des Sables. In campo femminile presenti la fortissima Stephanie Jimenez del Team Salomon Agisko e Marina Plavan della Valetudo Skyrunning Rosa.
Marco Olmo annunciato fra i partecipanti alla vigilia, ha dato forfait all’ultimo momento per un problema muscolare dopo la partecipazione all’ennesima Marathon des Sables, gara che lo ha visto molte volte protagonista.
E poi in ultimo 4 baldanzosi Orchi pronti a dare battaglia: Cravotto Mario, Camoletto Andrea, Zoppis Paolo e Antonio Palmas.
I numeri: tre tappe di 24, 36 e 29 km con rispettivamente 1024, 1500 e 1600 mt di dislivello positivo che fanno, se la matematica non è un opinione, 90 km e 4000 mt D+. Pensando ad una gara come la TDS che alcuni di noi affronteranno ad agosto (119 km e 7200 D+) non sono molti, ma la distribuzione a tappe aggiunge alcuni fattori importanti che condizionano il risultato finale: la gestione delle energie, il recupero durante la notte, l’alimentazione pre-gara e post-gara e gli eventuali piccoli infortuni (distorsioni, cadute, vesciche) sono tutti tasselli che andranno a comporre un mosaico che determinerà l’esito finale della prestazione.
1^ Tappa: Fonni-Fonni
Si parte dalla piazza principale di Fonni e si arriva al Santuario Agreste di Nostra Signora de Su Monte. Una tappa infida, con una lunga discesa iniziale che invita alla corsa veloce con conseguente grande dispendio di energie che si sconta inesorabilmente, almeno per noi comuni mortali, nei successivi 12 km circa di salita. Una tappa da stradisti, con salite e discese molto corribili con solo alcuni tratti tecnici. Medie di gara subito molto alte. Paesaggisticamente rimaniamo subito estasiati. Stupendo il passaggio intorno e poi sul lago vicino a Gavoi.
Arrivati al Santuario di Nostra Signora de Su Monte ci attende un ristoro finale a base di pase carasau, formaggi e affettati tipici del posto. Forse un po’ di pasta sarebbe stato meglio per le nostre gole riarse dal sole, ma ci accontentiamo e plachiamo la nostra atavica sete con un abbondante libagione. La birra certo non è mancata.
Rientro con la navetta a Fonni per la doccia e lo svacco post gara (*).
2^ Tappa: Oliena-Cala Gonone
Trasferimento in navetta a Su Cologone (autentica bellezza naturale – fonte carsica) da dove prenderà il via la tappa più dura del Sardinia Trail. Fa caldo, siamo intorno ai 26-27 °C, ma il clima è secco e ogni tanto allietato da un leggero maestrale. Una tappa più consona alle nostre qualità di “stambecchi” con salita nella prima parte di gara e finalmente un po’ di discesa tecnica (ciottoli e pietre veramente perfide– una vera disgrazia per i piedi).
Arrivati al Monte Malospes vediamo il mare, azzurro, cristallino…le parole non possono descrivere l’emozione…
I nostri tanti allenamenti su e giù per il Musinè a qualcosa sono serviti e così ci destreggiamo saltando da una riva all’altra, giù a rotta di collo, superando molti atleti meno avvezzi di noi a questo tipo di terreno, fino ad arrivare alla strada di Dorgali che ci porterà sulla spiaggia di Cala Gonone dove è previsto l’arrivo.
Finalmente un pasta party degno di questo nome.
Dopo esserci rifocillati ci toccherà rimanere in spiaggia con un sole stupendo davanti ad un mare bellissimo fino alle 17.30. Non potete immaginare che sacrificio è stato!!
Rientro con la navetta a Fonni per la doccia e lo svacco post gara (*).
Alla sera una bella cena con piatti tipici sardi: culurgiones, porcheddu arrustu, cinghiale in umido con olive, sebadas, mirto e acqua vite. Il tutto bagnato con un ottimo Cannonau di cui almeno io e Mario ci siamo serviti con abbondanza.
3^ Tappa: Desulo-Fonni
Arcu Guddetorgiu, Interegennas, Funtana Mennula Cara, Arcu Gennargentu, Punta Paolinu, Bruncu Spina, Genna Pedru Surdu, Sa Panargia, Monte Spada…
Dire che non eravamo psicologicamente preparati a cioè che ci aspettava su queste “modeste” vette è dire poco. Arrivati in cima al primo colle, il vento di maestrale, signore e padrone di questi luoghi incontaminati, ci ha investito con una forza e una potenza devastanti. Temperatura vicinissima allo zero, velocità del vento prossima ai 100 km/h. Difficile stare in piedi e respirare in alcuni tratti di cresta.
Mi faccio aiutare a prendere la giacca (un banalissimo antivento – a dispetto di tutto il materiale tecnico lasciato a casa perché ritenuto inutile) da un altro atleta, perché il vento mi avrebbe portato via lo zainetto e la indosso a fatica senza togliermi lo zaino. Questa stupidaggine dettata dalla “paura” di congelarsi causerà la rottura della cerniera e di conseguenza, per tutta la durata della corsa in cresta, correrò chiudendo con una mano la giacca al petto, nel tentativo di proteggermi dal freddo e dal vento.
Ricordo distintamente gli attimi di “pensiero negativo” che si sono affacciati alla coscienza lassù in quelle condizioni estreme e subito dentro di me l’imperativo “corri”.
Più che una corsa, una fuga dalla furia degli elementi fino al Monte Spada autentico muro da scalare dopo la cui cima il vento finalmente si placa e l’aria diventa più mite. E’ arrivata la discesa e tolta la giacca, giù a per di fiato fino a Fonni per l’ultimo arrivo in salita che concluderà questa bellissima tappa e il Sardinia Trail.
Dopo il pasta party, la doccia e le premiazioni, non resta che tornare a casa.
(*) Lo svacco post gara consisteva in una sfida all’ultimo sangue a calcetto. Io e Paolo siamo tornati a casa vincitori con 6 partite a 4 su Andrea e Mario. Si rifaranno in un’altra occasione.
Dire che siamo stati bene è poca cosa. Siamo stati magnificamente bene. Il clima era sereno, famigliare ed è stato facile fraternizzare con gli altri atleti e con l’organizzazione davvero professionale.
Siamo stati una bella squadra!
W gli Orchi
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