Classifica Triathlon città di Torino 2013
Foto Triathlon Torino di Diego Barbieri
Sito Italia Triathlon
Dal racconto dell'OrcoCamola
Domenica 7 aprile 2013 si è disputato a Torino il “12°
Triathlon Città di Torino” presso il complesso sportivo comunale Aquatica di
corso Galileo Ferraris. Trattandosi di un triathlon sprint (750m nuoto, 21 km bici, 5 km corsa), ho
pensato potesse essere l'occasione ideale per provare una gara del genere.
Nonostante la brevità delle singole frazioni non è comunque
facile avere, per ognuna di esse, un
minimo di capacità. La mia situazione è
la seguente:
- Sono un nuotatore direi scarso.
- Sono un nuotatore direi scarso.
- Mia madre ha
sempre avuto il terrore dell’acqua e non mi ha mandato in piscina. A nuotare ho
imparato da adulto facendo una fatica immane.
- Ho una bici degli Anni Settanta, qualche volta ci vado; mi piace molto ma faccio prima ad andare a correre.
-Correre è l’unica cosa che faccio decentemente … insomma.
- Ho una bici degli Anni Settanta, qualche volta ci vado; mi piace molto ma faccio prima ad andare a correre.
-Correre è l’unica cosa che faccio decentemente … insomma.
Perfetto, la missione è ‘impossibile’, mi devo iscrivere. Anche il mio Orco Avatar mi guarda
perplesso e sembra dirmi “ma sei sicuro?”.
Mi presento domenica mattina alla Piscina Aquatica di Torino
con una macchina stracarica. Il meteo è incerto e preferisco avere più
soluzioni.
Sono abbastanza agitato e, chissà come mai, mi sento fuori
posto.
Vedo altri atleti che
scaricano dall’auto delle bici astronave e si dirigono nella zona partenza con
una borsa minimale. Io scarico dalla dall’auto una bici del Quindici-Diciotto e
mi dirigo nella zona partenza con una borsa a tracolla che mi strozza talmente
è pesante.
All’entrata della zona cambio vengo subito fermato: “Devi
entrare con il casco indossato. E’ il regolamento”. Mi prostro, mi scuso, metto il casco ed entro.
Cerco la mia postazione e appendo subito la bici. Vicino a
me molte ‘astronavi’ ma, incredibile, ci sono altre bici come la mia. Sono commosso. Un addetto ai controlli dice che
la mia bici è bellissima (infatti lo è, è solo vecchia). I miei vicini si dimostrano subito amichevoli.
Per alcuni, come per me è un esordio , altri fanno triathlon da una vita, di
fronte uno ‘straniero’ che punta alle prime 10 posizioni.
Sono stato uno stupido a sentirmi inadeguato. Le mie paure
svaniscono cancellate dal clima di solidarietà che le persone intorno a me
trasmettono. Che sciocco a vergognarmi della bicicletta ….
Bene, il ghiaccio è
rotto ma, anche se mi sento a mio agio, la fatica è ancora tutta da fare.
Siamo in tanti e l’attesa in piscina e lunga e faticosa.
Caldo e rumore sono veramente forti. Siamo divisi in 4 batterie che partono ogni
30 minuti. La mia è l’ultima.
Mi assegnano la
corsia n° 3 insieme ad altri 8 atleti. Prima dello start concordiamo l’ordine
di partenza in base ai tempi di nuoto che
ognuno dichiara. Io sono l’ultimo. Si parte. Alle terza vasca ho la sensazione
di poter andare di più. Supero i due soci che ho davanti e vado immediatamente in debito di ossigeno. Cerco
di tenere. Ad una virata tengo la testa troppo bassa e un occhialino si riempie
di acqua. Calma. Accosto, svuoto gli occhialini e faccio passare i due che
avevo superato. Meglio rallentare. Mi concentro sul movimento ricordando le
preziose indicazioni dell’Orco Enrico che mi aiutato durante gli allenamenti in
piscina. Enrico è un bravo nuotatore e a
quest’ora, la frazione di nuoto, lui l’avrebbe già finita.
Finite le quindici vasche mi attende la bici. Usciamo di
corsa. Temo la botta di freddo ma sono
talmente accaldato che uscire all'aperto mi da quasi sollievo. Gli atleti esperti
hanno una tutta costume con la quale fanno tutto. Mettono giacca e scarpe da
bici e via. Io da buon montagnino metto la maglia da corsa invernale (bagnato
come sono non scorre manco a morire … è una lotta furibonda), pantaloncini da
corsa, giacchetta da montagna, bandana, casco, occhiali, calze e scarpe e con
la bici a mano esco dalla zona cambio. Vista la velocità del mio cambio ci sarebbe stato pure un caffè.
Beh, mi sento bene e poi mi sono ‘tolto il dente’ della
frazione a nuoto .
Nella frazione in bici mi concentro sul contare i giri (7
giri da 3 km). Devo dire che ora mi sto divertendo.
I corsi intorno Piazza D’Armi sono belli larghi e le curve si possono ‘prendere a tutta’. Qualcuno mi supera. “Maledetti. Andate, andate tanto vi acchiappo nella frazione di corsa” (…).
I corsi intorno Piazza D’Armi sono belli larghi e le curve si possono ‘prendere a tutta’. Qualcuno mi supera. “Maledetti. Andate, andate tanto vi acchiappo nella frazione di corsa” (…).
Di nuovo zona cambio; poso la bici, tolgo la giacca, cambio
le scarpe e parto per l’ultima frazione
di 5 km di corsa. Il primo chilometro è micidiale.
Dolori ovunque. Passare
dalla bici alla corsa è il cambio più duro. Respiro, mi concentro e poco alla
volta aumento il ritmo. Comunque la mia velocità rimane bassa, i crampi sono in
agguato. Recupero una decina di
posizioni.
Ultimi metri, tappeto rosso, è fatta. All’arrivo vedo
l’organizzatore Davide Nerattini con il
quale ho scommesso sulla mia posizione in classifica.
- Ciao Davide ti ricordi la scommessa?
- Si mi
ricordo …. ma non sei arrivato ultimo
- Infatti. Hai vinto tu. Ti devo un cappuccino ...
Se il buon giorno si vede dal
mattino non posso che essere contento.
Non mi rimane che ammirare la fatica e il coraggio degli organizzatori e
dire grazie all'accoglienza percepita dai praticanti del triathlon.
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