Classifica 24ore di Torino 2013
Edizione 2012
Edizione 2011
Sito 24ore di Torino
Sito Gli Orchi Trailers ASD
IL NOSTRO ORCOSILVER 9' CLASSIFICATO CON 167KM E 819METRI
Dal racconto dell'OrcoMario alla 6 ore
Tutti me ne avevano parlato come una esperienza da provare. Tuttavia ero rimasto molto scettico, se non addirittura prevenuto, nei confronti di una simile gara.
Ma quest’anno io e altri orchi ci siamo dati
obiettivi impegnativi e, per me, piuttosto ambiziosi. Avevo bisogno di
incrementare il numero di chilometri, aumentare la tenuta sulla lunga distanza,
insomma di correre di più.
E così, quando l’orco Paolo mi ha parlato della “6
ore”, una frazione di gara della ben più impegnativa 24 ore Internazionale di
Torino mi sono detto: “ beh, perché no; in fondo è una occasione per fare un
bel lungo”.
È vero, correre per 6 ore su un anello di asfalto
lungo un chilometro in un parco cittadino, più che orchi ci potrebbe fare
sentire dei grossi criceti. Poi chissà che noia dopo 2, 3 ore, lo stesso
percorso, lo stesso paesaggio, le stesse persone che vedi e rivedi più e più
volte, che superi e ti superano in continuazione. Noi che siamo abituati agli
spazi aperti e il silenzio dei boschi.
E invece nulla di tutto ciò.
È stata una bella esperienza, diversa dal solito. Correre con il tempo come riferimento al posto dello spazio ti costringe a pensare la gara in modo diverso. L’obiettivo principale è correre per 6 ore, poi la distanza percorsa è una conseguenza. Poi c’è la dimensione “sociale” di questa micro comunità di runners: c’è chi si ferma ai ristori, chi si fa fare un massaggio, chi va in tenda a riposarsi, chi, camminando, riesce a mangiare un piatto di pasta. Si parla un po’ di tutto, con gli altri corridori, coi giudici di gara, ma anche con gli spettatori ai bordi del circuito: si possono intavolare discorsi “a puntate” che si protraggono giro dopo giro.
È stata una bella esperienza, diversa dal solito. Correre con il tempo come riferimento al posto dello spazio ti costringe a pensare la gara in modo diverso. L’obiettivo principale è correre per 6 ore, poi la distanza percorsa è una conseguenza. Poi c’è la dimensione “sociale” di questa micro comunità di runners: c’è chi si ferma ai ristori, chi si fa fare un massaggio, chi va in tenda a riposarsi, chi, camminando, riesce a mangiare un piatto di pasta. Si parla un po’ di tutto, con gli altri corridori, coi giudici di gara, ma anche con gli spettatori ai bordi del circuito: si possono intavolare discorsi “a puntate” che si protraggono giro dopo giro.
E così, chilometro dopo chilometro, ora dopo ora, le
6 ore sono passate, quasi volate.
E oggi, mi trovo a dovermi ricredere: è stata
veramente una bella esperienza che consiglio a tutti e che credo proprio rifarò.
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