domenica 15 luglio 2012

UltraTrail 3 Rifugi Val Pellice 15 Luglio 2012

Foto UltraTrail 3Rifugi ValPellice 2012
Classifica UltraTrail 3Rifugi Valpellice 2012 (50km)
Classifica Trail Alpeggi 2012 (30km)
Sito 3Rifugi ValPellice
Sito Gli Orchi Trailers ASD

Edizione 2011
Edizione 2010
Edizione 2009

<<....sento di aver varcato ben piu' lontani
ed invisibili confini.
Sò di aver superato la barriera 
che mi separava dall'anima, 
sento finalmente di aver sciolto
il mio nodo interiore.
Nell'emozione di questo momento 
mi sorprendo a piangere e poi a cantare>> (Walter Bonatti)

Dal racconto dell'OrcoPinoR
Questo mio racconto sulla 3 Rifugi Val Pellice nella nuova versione Ultra Trail , inizia in un modo a dir poco bizzarro e allo stesso tempo premonitivo.

E’ dal mese di Aprile che  abbiamo prenotato la camera presso il ristorante albergo L’Alpina, misurando che ,vista la novità della 3Rifugi con la partenza della gara da Bobbio Pellice (To)  alle ore 7.00 , non avrò voglia di farmi l’alzataccia delle 4.00 del mattino.
E… alfine ben preparate  le cartilagini i tendini i muscoli le ossa tutte, eccoci già dal primo pomeriggio del 14 Luglio 2012 al ritiro pettorali di Bobbio Pellice presso il locale ristrutturato della ex-dogana.
Ad accoglierci, in questa struttura riattata, oltre all’organizzazione una splendida mostra fotografica su Bartolomeo Peyrot , il primo salitore italiano al Monviso del 1862, ed una sulle edizioni passate della 3Rifugi; gara regina delle corse in montagna italiana alla sua 37esima edizione.
Le mostre sono presentate dalla Sezione CAI Uget Val Pellice, in collaborazione con il Comune di Bobbio Pellice,
Ritirato il pettorale, fatto un giro turistico per Bobbio Pellice , bevuto l’aperitivo al laghetto Nais,  prendiamo possesso della pulita e fresca camera messaci a disposizione dal Ristorante L’Alpina.
All’ingresso dell’Albergo, un gruppetto di locali trascorre un tranquillo pomeriggio discutendo del più e del meno ,tra gli astanti una persona di mezza età mostra uno splendido esemplare di serpente.
Si avete letto bene, trattasi di un vero pitone Reale sfoggiato con dimestichezza dal  suo padrone.
Lui, il serpente, pare tranquillo, sinuoso nel suo manto lucido e colorato, un vero signore .
Non posso far’altro che eseguire il link alla divinità Azteca di Quetzalcóatl, IL Dio serpente piumato, di cui qui cito alcune sue doti raccontate in una vecchia leggenda azteca.

Quetzalcoatl, il dio serpente, signore della creazione, del sapere e del vento

eccolo il segno premonitore per domani 15 Luglio 2012,  tutto andrà per il verso giusto, ed un Vento soprannaturale e protettivo spirerà e ci accompagnerà per tutta la gara.
Altri Orchi arrivano intanto a Bobbio.
L’OrcoGaetano e famiglia albergati al Bed&Brekfast il Curtilet , L’OrcoVittorio e L’OrcoElena con Stefano al campeggio .
Scambiati i convenevoli si finisce per decidere di cenare tutti insieme all’Alpina per le 20.00.
La cena trascorre veloce a discutere di vecchie e nuove gare, finiamo per parlare anche della gara nel deserto del Namib in Namibia (Continente Africano), che a Gaetano piacerebbe tanto farla…dall’altra parte del tavolo Stefano risponde “Io l’ho vinta quest’anno e anche quello passato”….GULP.. vedo la mascella di Gaetano staccarsi dal viso….
A chi interessa conoscere Stefano  andate  su Stefano Ruzza e il deserto del Namib

Il cibo non proprio quella di una sera pre-gara ma e’ sano e genuino, segnalo il tagliere dei formaggi ed in particolare la specialita della Val Pellice il seirass del fen, ricotta stagionata composta da latte vaccino, ovino e caprino.
La serata fresca ci permettera’ di riposare come si deve e di svegliarci alle ore 6.00 per una ricca colazione, il gestore dell’albergo non è felicissimo ma tant’e’ oggi e’ un giorno speciale.
Dunque il mattino del 15 Luglio 2012 è arrivato, tutto e’ cambiato qui inValpellice, dagli scalpellini ormai quasi tutti provenienti dal lontano Katai , alla 3 rifugi nella sua nuova veste di Ultra Trail, un po’ per adeguarsi ai trend pionieristici di questi anni , un po’ per dare nuovo vigore all’organizzazione che da ben 37 edizione  cura la  manifestazione.
E per l’occasione l’antico sentiero dell’ Autagna che da Bobbio Pellice porta al Colle Barant e tratti del percorso che dal Rifugio Willy Jervis percorrono la sinistra orografica della valle, sono  stati ripulito.
I lavori iniziati con il primo disgelo di Aprile sono terminati in tempo record .
Entriamo nella gabbia, e ci contiamo in 80 trailers per la distanza della 50km, gli atleti della 30km  circa 160 , partiranno alle 8.00, un’ora dopo.

Sono preparato, con un nuovo tipo di allenamento; le mie lunghe salite in montagna in bicicletta.
Queste gare da 40/50 km, definite  ormai di media distanza, riesco a terminarle senza traumi muscolari, ne’ subito dopo la gara e neppure nei giorni successivi, permettendomi già a metà settimana di scorrazzare libero nei boschi.
Prima della partenza un Drone con videocamera incorporata si alza in volo … eccolo a mezz’aria come un piccolo Alien, riprende la nostra tensione  e quella dei top runner Bert, Garnier, Bonnet  (tutti nomi di famiglie autoctone) .
Carlo DeGiovanni e Claudio Vittone ci incitano ed eccoci partiti gia’ al ritmo di una 10km ... incredibile
Ci portiamo subito sulla destra Orografica del torrente Pellice in direzione Lauset  e poi verso la  Borgata Rostagni.
Passiamo  il ponte Napoleonico del Biava in borgata Malpertus, poi si inizia a salire su per il bel faggeto del bosco dell’Autagna.
Usciti dal bosco presso la Gugliassa , un roccione sinistro e sporgente visibile anche dalla bassa valle, inforco con il piede destro la parte terminale di un alberello tagliato di fresco, tiro per divincolarmi ma la scarpa di strappa ed io finisco diritto a terra.
Solo le mani libere dai bastoncini riescono a fermare la rovinosa caduta e salvare il mio bel visino arrivato a pochi centimetri da un masso sporgente.
Controllo la scarpa ma in salita sembra tenere, occorrerà vedere il comportamento nella veloce discesa che dal Colle Barant ci portera’ al pian delle Marmotte e poi al rifugio Barbara Lowrie.
Al colle Barant il freddo si fa sentire, il Vento freddo mandato da  Quetzalcoatl, fa scendere la temperatura a +4 gradi, da parte mia non sento nulla, sono talmente caldo con i BPM  a 160/170.
La vista verso la conca del Prà e le montagne intorno e’ impagabile, ecco laggiù il colle dell’Urina e la punta Bucie con il suo omonimo colle.
Colle Barant  2400 Slm e poi giu’ ... prima su agevole sentiero e poi per la carrereccia come inseguiti da branco di Lupi mannari verso il Rifugio Barbara Lowrie in località alpe del Pis.
Il rifugio  fu fatto costruire  da Walter e Barbara Lowrie, una coppia statunitense, come casa di caccia per poi donarlo al Cai Uget.
Al Rifugio Barbara  1750 Slm un  buon ristoro … ancora nel naso il profumo di quella splendida crostata…se qualcuno conosce il cuoco , me lo segnali occorre fargli i complimenti ...
Riparto verso il temuto colle Manzol che quest’anno con questo splendido sole sarà facilmente addomesticabili.

Durante la salita,  la mia testa galleggia in un liquido impalbabile, mi ascolto a non pensare, i pensieri si accavallano… li sciolgo per poi accavallarsi e ancora crescere.
Ecco il Colle Manzol 2700 Slm , piu’ in alto la sua punta a quota quasi 3000 Slm, una tifosa suona a intervalli irregolari una VuVuZela ,  nell’imbuto del colle risuona  caldo e confortante.
Non ho il tempo di sentire freddo al Colle, subito giu’ per al ripida discesa che ci porterà al Rifugio Granero 2400 Slm  costruito nel 1928 e prendente il nome dall’omonimo Monte, dove sostiamo per un bicchiere d’acqua e poi nuovamente giu’ verso la Conca del Pra’ e il rifugio Willy Jervis.
Durante la discesa al Rifugio Granero ecco sopraggiungere Eleonora e Vittorio, accidenti ho rallentato io, oppure viaggiavano veloci  loro?
Scopro che Eleonora aveva avuto una piccola crisi nel bosco dell’Autagna per poi riprendersi bene,  forte della sua giovane  età.
Insieme si corre per i 5km chilometri della Conca del Pra’, questo paradiso incastonato tra i monti tra i forti odori agropastorali,  e le Ciabotte sparse.
Stiamo attenti a non fregarci le gambe, questi 5km possono essere deleteri visti ancora i 1000metri D+ che ci attendono.
Arrivati nei pressi del Rifugio Jervis , una porcilaia emana i suoi potenti effluvi, sono anni che è abitata da una coppia di suini , un verro ed una splendida scrofa … ed ogni volta mi domando:

.. i maiali del Pra' sono sempre gli stessi ...?

Un ristoro gradito ci attende all’esterno del Rifugio Jervis, sarà meglio fare scorte di acqua, prima di affrontare la salita che ci porterà all’imbocco del Vallone dell’Urina.
Il Vallone dell’Urina ha fatto parte per 3 anni della 3Rifugi versione SkyMarathon & SkyRace, si saliva dalla Francia Valprareyre, arrivando dal colle Bucie.
Quest’anno si risale al contrario fino all’imbocco del Vallone dopo la  località le Barricate 2100 Slm , per poi procedere sulla sinistra orografica, eseguire un lungo spostamento e gettarsi a capofitto verso l’alpe Crosenna 1654 Slm.

Veloce il traverso panoramico, da correre su bel sentiero ma mai banale ... di una corsa leggera  facendo attenzione a non cadere giu’ nel vallone. Terminato il traverso, intravediamo laggiu’ l’alpe Crosenna ed orrore degli orrori la salita che ci aspetta per salire all’alpe Bancet, 600metri D+ … da far rabbrividire.
Anche l’Alpe Crosenna faceva parte della versione SkyMarathon&SkyRace degli anni 2009-2010-2011,  qui un ristoro ben fornito ed una fontana per refrigerare; testa, ginocchia e braccia ormai surriscaldate dal sole e della fatica.
Siamo soli sul sentiero, davanti a noi nessuno e dietro di noi il vuoto, degli 80 trailers partiti con noi neanche l’ombra, si viaggia come durante un lungo trekking ma e’ diverso, i punti di ristoro fanno la differenza e il pettorale spillato sulla maglia ti danno un abbrivio che altrimenti non avresti.
All’Alpe Bancet 2300Slm  (sono circa le 15.00) ci sorprende una lieta tavolata di indigeni intenti  a far festa e a godersi lo spettacolo che i 300 sinistrati del Trail gli offrono.
Tento di avvicinarmi per fare qualche foto, ma due enormi cani da pastore , per fortuna legati da una robusta catena, mi approcciano con fare mordace ringhiando ed abbaiando…..huhuuuuuuu che spavento.
Opto per il ristoro e le succose arance offertemi dalla gentile signora, mi giro per osservare e davanti me Sud Ovest eccolo lui Il RE DI PIETRA fa capolino tra i monti, leggere nuvole gli fanno da cappello e la sua maestosità , pur conoscendola, mi stupisce ancora.
Dall’alpe Bancet una strada sterrata, ci porta veloci all’alpe Giulian  , prima con una veloce discesa e a seguire una in leggera pendenza fino a 2100 Slm.

Alpe Giulian ed il suo omonimo collle testimone  nel 1689 del  rimpatrio del popolo dei Valdesi che ostracizzati  dalla Francia sono migrati, attraversando le Valli di Susa e Chisone per stabilirsi, non senza iniziali problemi con i governi Sabaudi, in Val Pellice.
Qui, all’Alpe Giulian, abitano nel periodo estivo un pugno di margari (cow-boy) che tentano di rinvigorire la loro attività trasmettendola alle nuove generazioni (cosi mi e’ stato detto), per l’occasione hanno tirato fuori dalle stalle i migliori campanacci che adesso fanno bella mostra davanti al piccolo ristoro da loro preparato.
Il dislivello della gara e’ terminato , una lunga discesa di 1400D- ci attende e la facciamo volando su un bel sentiero ripulito per l’occasione.
L’arrivo insieme a Vittorio per terminare in bellezza questo splendido Ultra Trail.
Ma il racconto non puo’ finire senza la classica frase <<…e vissero tutti felici e contenti..>>, in questo caso la frase di rito e’
<<… e finirono tutti a comprare il seirass del Fen nella latteria di MelliGonet...>>



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