domenica 4 settembre 2011
TOUR MONT BLANC TMB 27 Agosto 2011
Dal racconto dell'Orco Mauro
TRAIL MONT BLANC 2011 alone
Dal 25 al 29 Agosto
Ovvero sur le Traces della UTMB
Veramente non mi passava neanche per la mente di fare il TMB in solitaria. Lo avevo già percorso nell’Agosto del 2000 con moglie, figli, fratello etc e fu una bellissima esperienza di Trekking realmente famigliare apprezzatissimo da tutti.
Ho rinvenuto il planning di allora della gita, con le varie tappe, le date, i rifugi etc
Quest’anno la programmazione era per altri trekking, tipo il sentiero Roma in Valtellina o in sott’ordine la Alta Via n° 2 della Valle d’Aosta.
Ma per le varie defezioni di amici, fratello ,chi per infortunio chi per motivi vari ed impegni famigliari ( ad Agosto si va con la moglie!) ad un certo punto mi ritrovo da solo.
Perché non tornare quindi sulle tracce del TMB, percorrendo a ritroso tutto il giro del Monte Bianco, da escursionista puro ma con il pensiero sempre rivolto ai trails?
Lasciata la moglie al mare, tutto solo soletto, il mercoledì mattina del 25 Agosto mi ritrovo a Courmayeur, in quel di Dolonne, vicino al palazzo dello sport.
L’attrezzatura risente certo della mentalità dei trails di montagna, zaino leggero, borracce da ciclista, pantaloni corti e lunghi da corsa, insomma abbigliamento quasi professionista, scarpe leggere da trails, e soprattutto alimentazione al minimo tipo albicocche o grana con un mix di Enervitene di emergenza e Sali minerali.
Ma da buon conoscitore della montagna mi premunisco con mantella pesante della Camp, giacca a vento leggera Montura e copri zaino. Pioggia e neve richiedono una attrezzatura adeguata ed è fondamentale arrivare alla sera nei rifugi almeno con lo zaino asciutto.
Comunque l’obbiettivo è di percorrere il Tour integrale in 6 giorni, ovvero due tappe al giorno della Guida di ALP che prevede almeno 12 tappe in altrettanti giorni.
Da soli, con un buon allenamento ed esperienza di trail, tale obbiettivo è certamente raggiungibile, ma devo dire con il senno del di poi anche con un impegno maggiore di quanto si sarebbe potuto prevedere.
1° giorno Courmayeur –Rif Elena
Già la partenza da Courmayeur dal Palazzo dello sport non è casuale. Tutto ti fa pensare alla prossima CCC e UTMB prevista fra due giorni. Ovunque la grande organizzazione della North Face sta fremendo, striscioni, personale, mezzi operativi, una cosa pazzesca! Mi vengono in mente certi Trails nostrani, lasciati in balia di pseudo organizzatori, tipo Corri con i Cinghiali che ho corso a Bardineto 5 giorni prima, roba da Dilettanti allo sbaraglio!
Al contrario qui ogni dettaglio è perfetto, e naturalmente risalgo lentamente il paese fino allo striscione di partenza in centro. Foto e su per il paese fino al Villair superiore e l’imbocco della Val Sapin. Certo questa valle è la parte povera del comprensorio, lasciato tutto il Villair con le sue grandi ville chalet, e case da sogno ti addentri in una valle selvaggia ed un po’ sfigata, percorsa solo dai trekkers. Be’ i villeggianti al massimo arrivano al Bertone da Plampincieux.
Infatti dalla Val sapin il sentiero per il Bertone si arrampica per il costone della Saxe con un mare di tornanti tale da dissuadere il viandante della Domenica, ma la famosa scritta,( cousta lon cha Cousta viva il Battaglion d’Aosta) ti riporta alle gesta dei nostri alpini ed in breve oltrepassi il Bertone, magnifico belvedere sulla Valdigne.
Si apre tutta la dorsale dei Mont de La Saxe, con la Testa Bernarda e la Tete de La Tronchè. Incontro i primi bivacchi della UTMB eliotrasportati sui vari colli.
La vista è spaziale su tutta la catena delle Grand Jorasses, del Frebouze.
Rapida discesa per la Valle di Armina , il nuovo rif Bonatti, traversata ad Arnouva sulla testa della Val Ferret e finalmente raggiungo il rif Elena.
Già doveva essere una tappa di tutto riposo, in realtà impiego quasi 8 ore a percorrere tutta la dorsale Italiana della Valle e arrivo distrutto. Solo dopo considero che c’è almeno un dislivello di + 1800 mt con un grande spostamento. Siamo in Italia ma fino ad ora non ho incontrato escursionisti Italiani impegnati nel Tour, solo merenderos ai vari rifugi!
2° giorno Rif Elena – Champex
Alle 8 del mattino , velocemente mi ritrovo al Col du Gran Ferret, bivacchi mobili della UTMB ed un panorama mozzafiato sul Dolent.
Cominciano le Balise della Corsa e a questo punto si scende. Tutto attorno ti parla di Svizzera, le vacche sono meravigliose e pulite, gli alpeggi perfetti e anche i sentieri sono curati, tanto che incrocio due valligiani che con picco e pala creano i solchi per il deflusso delle acque meteoriche.
La discesa fino a La Fouly è lunga e ti fa apprezzare di essere da solo con la mente che vaga con mille pensieri. Ormai la città è lontana e non ne faccio parte come è ancora accaduto ieri. Da oggi il mio mondo è il sentiero ed anche i sensi cominciano ad esaltarsi fino ad apprezzare piccoli particolari. Raggiungo La Fouly , ultimo centro della Val Ferret Svizzera, in realtà appena un grazioso villaggio montano, dove tutto ferve per ricevere i corridori. Ma è presto, e tiro diritto giù per la valle, sui sentieri della sponda sinistra della Drance. Dopo un po’ è un susseguirsi di graziosi villaggi, chalets meravigliosi fino ad arrivare a Issert, 1000 mt, viaggio decisamente lungo ma non faticoso. More e lamponi sono per oggi un lauto pasto e pure gratuito. Fine del divertimento, si risale faticosamente a Champex Lac e tanto per gradire al relais d’Arpette. Il posto di Accoglienza della UTMB a Champex è praticamente un villaggio autonomo.
Comunque il Relais in Valle d’Arpette è senza dubbio l’incarnazione terrestre del Paradiso, anche se accidenti in tempi di svalutazione Europea lo paghi salato!
3° giorno Champex - Montroc
I nostri baldi corridori proseguiranno per il Col de La Bovine, ma io non ci tengo affatto dopo il diluvio dello scorso anno e senza indugi inforco Arpette. Dopo la solita tempesta notturna, al mattino tutta la Valle profuma di sensazioni odorose intense e l’aria frizzante mi permette di arrivare velocemente oltre le aspettative alla famosa Fenetre d’Arpette. Radiocronaca in diretta via telefono con gli amici dell’arrivo al colle e finalmente si apre il vallone del Glacier du Trient con il suo ghiacciaio sospeso. Percorro lentamente la lunga ed accidentata discesa per salvare i poveri piedi, certo che con le pedule sarebbe stato meglio! Arrivo allo Chalet du Glacier in posizione incantevole al fondo dell’ ex ghiacciaio dove è ancora presente la vecchia Bisse del 1870 per il trasporto a valle del ghiaccio. Bando ai pensieri e ricomincia la lunga salita verso il colle de Balme dove arrivo nel pomeriggio. Credo che il rifugio sia già Francia, ma sicuramente tutto andrebbe cancellato dalla geografia, piste da sci, impianti, strade, rifugio antidiluviano e custodi compresi.
Disponendo di una mountain bike su una pista da down hill si arriva velocissimi in paese, io invece sotto vari impianti, cavi, strade etc arrivo penosamente a Montroc.
4° giorno Montroc – Les Houches
Partenza antelucana per la lunga tappa, senza colazione perché nella pensione i francesi si guardano bene da alzarsi presto. Freddo intenso e vasta perturbazione, ha nevicato nella notte sopra i 2000 metri, talchè il Col de Balme, che purtroppo esiste ancora, è completamente imbiancato. A Tre le Champ alle 7 del mattino incrocio i valorosi corridori della CCC, tutti intirizziti e bagnati. Orbene non li ho proprio invidiati! Attraversata la strada inizia la risalita verso la Aguille d’Estellete, il Lac Blanc. All’inizio della ferrata, pioggia, grandine ed un po’ di neve smorzano i miei entusiasmi. Non si può fare una ferrata con la mantella, ma con Pile e giacca a vento, berretto e guanti si, talchè arrivo semi congelato a La Flegere. Altro posto da cancellare! Devastazione ambientale tipo guerra nucleare, impianti ovunque, piste da sci e tutto sterrato da manuale Caterpillar, aggiungi pioggia, neve e anche nebbia, ed il cocktail è pronto.
Pensiero profondi attraversano la mia mente, tipo ma chi me la fa fare , e visto che non posso fare fuori i francesi decido rapidamente di scendere a valle sotto gli impianti.
Discesa più lunga del previsto sotto la pioggia anche perché impiego 2 ore al centro di Chamonix.
Non posso fare a meno di passare in centro, lungo tutto il percorso della UTMB fino all’arrivo. Mi sono sentito Marco Olmo! In effetti qui tutto è stato organizzato per la corsa, ma io modestamente prendo il treno per Sant Gervais e poi bus per Le Contamine. Dopo a piedi fino al Rif Nant Borrant.
5° giorno Le Contamine – Rif Elisabetta
Da questo paradiso sopra Notre dame de la Gorge, rifugio di antichi tempi, ma caratteristico e gestito accuratamente, si parte per il Col du Bonhomme. Oggi è tornato il sole e ritorna anche l’entusiasmo. Ormai camminerei continuamente. Non ci si ferma neanche per mangiare.
In breve raggiungo la Croix du Bonhomme con il relativo rifugio ed il col de Fours, a quasi 2700 mt. Rivedo finalmente il confine italiano sullo sfondo del Col deLa Seigne e tutte le grandi montagne del lato Occidentale del Bianco, dalla Aig De la Trelatete a la Aig de La Lee Blanche.
La discesa verso il fondo valle si rivela interminabile tra sentieri e strade fino a la Ville de Glacier e finalmente al rif Le Mottets.
E’ mezzogiorno e si può proseguire tranquillamente fino in Italia.
La risalita al Colle de La Seigne si rivela penosa per un dolore terribile ad un piede talchè mi ritrovo come Enrico Toti e relative grucce.
Sul colle si respira un profumo di Italia, ma anche qui i viandanti sono di tutte le nazionalità tranne che Italiana. Una rapida discesa mi porta al Rif Elisabetta, antichi ricordi della mia gioventù!
6° giorno Rif Elisabetta – Courmayeur
Mezza tappa, ma decisamente la più affascinante dell’intero Tour, per percorso, panorama, clima .
In 4 ore ti trovi a transitare lungo tutto il lago Combal al cospetto della Trelatete, del lago Miage e del relativo ghiacciao e soprattutto lungo l’eccezionale sentiero balcone che dal Combal porta fino allo Checrouit. Talvolta faticoso ma da vedere e soprattutto da camminare. Il Col Checrouit ci riporta nella natura antropizzata con impianti piste strade etc, ma molto intelligentemente è stato tracciato un nuovo sentiero sotto la funivia di Dolonne, interamente nella pineta , che pertanto evita tutte le piste di rientro e permette di arrivare in circa 1 ora a Dolonne.
Il transito nel paese è stato un susseguirsi di bellissimi ricordi personali.
Ecco l’arrivo del mio personale e magico UTMB.
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Grande Mauro, in solitaria e' ancora piu ' dura
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