martedì 21 giugno 2011

KV Crissolo 18 Giugno 2011


Dal racconto dell'Orco Mauro (foto Orco Vittorio)

Dopo la trionfale spedizione contro le Tribu’ barbariche delle valli Camuni e Retiche della scorsa settimana nella Sky Race della Valmalenco, una più esigua pattuglia di Orchi ed Orchesse invero molto aggueriti ,si ritrova in quel di Crissolo in un uggioso Sabato di Giugno.
Con Bossi impegnato in quel di Pontida davanti a decine di migliaia di persone assatanate in uno sfoggio degno di Alberto da Giussano a combattere contro poco credibili Unni e Vichinghi con tanto di Elmi e spadoni, il drappello degli Orchi si reca in Valle Po’ a raccogliere le fresche e dolci acque alle sorgenti del sacro Po’.
Invero, sempre che Bossi non ci redarguisca, non abbiamo avuto alcuna necessità di recarci fino al mitico Pian del Re’, che l’acqua l’abbiamo trovata abbondante anche prima, a Crissolo.
L’arrivo in quel di Crissolo è davvero scoraggiante, nebbia in alta valle, pioggia, umidità che tutto permea e tanta, tanta tristezza, un senso di vuoto e abbandono.
Ma dov’è quel bellissimo paesino ridente che ha visto i miei primi passi alpinistici e soprattutto le mie eroiche gesta speleologiche nella grotta Rio Martino?
Timidamente mi reco al pratone ( non di Pontida) sotto la seggiovia a cercare tracce della gara, mi aggiro per il paese chiedendo notizie, mistero , pare che la corsa non esista. Nebbia ovunque, per le strade, per i campi e finanche nel centro. Ma prima che sorga spontanea la fatidica domanda, “ ma cosa ci faccio qui”che ad onor del vero aleggia sempre nel nostro impavido animo di corridori del Cielo(!) prima della partenza, mi arriva una soffiata: prova ad andare alla Azienda Di Soggiorno, di antica memoria, pardon ora IAT.

Incredibile, in meno di mezz’ora circa un centinaio di scalmanati pedestri in mutande e canottiera( sic !) si materializzano da qualche buco nero prendendo possesso di pettorali, sacchi di polietilene e scrutandosi l’un l’altro.
Ecco i Paolo Bert,Di Gioia, Moletto, Garbati, Barra, . Accidenti e io che finalmente avevo trovato una gara di montagna con premiazione a categorie! Stavolta è la volta buona che mi piazzo anche io negli M4, avevo ingenuamente pensato. Arriva anche Vittorio Durengon con Eleonora.

Di fronte a tanto, le mie già poco credibili velleità svaniscono come nebbia al sole. In questo caso la nebbia permane ma le mie esigue ambizioni si smaterializzano e si perdono nella brughiera del pistone.
Pronti, Via , partiamo buoni ultimi io ed Eleonora diritti per l’erto pendio. Dopo un breve tratto di assaggio cominciano i muri con tratti a 35 e 40% su erba e fango.
Meno male che prima della partenza avevo frettolosamente sostituito le mie scarpe da Slick con le più artigliate Cascadia Brooks, facendo smontare tutti i sacchi nel furgone delle borse degli indumenti di ricambio già consegnati.
La nebbia permane, vaghiamo per il pendio qua e là alla ricerca della tracce e di qualche vagabondo disperso. Ho reminescenza che sulla testa mi dovrebbero passare i cavi della seggiovia, infatti il cuore e la speranza mi si aprono quando intravedo i seggiolini.
Entro praticamente in collisione con la stazione di arrivo e finalmente il pendio si addolcisce, qualche spostamento su terreno solo erboso ma privo di pauta, aumenta la visibilità e si percepisce tutto il tracciato dello Skilift.
Il nostro invisibile Convitato, il Re di Pietra, è lì che regna sovrano ma con fare altezzoso e distaccato, si mantiene in disparte dalle nostre plebee fatiche.
Si intravede finalmente il colle con l’arrivo degli impianti, è tempo persino di accennare qualche timido passo di corsa.
Un sacco della spazzatura ci accoglie a braccia aperte, fortunatamente Napoli è lontana.

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