martedì 30 ottobre 2012

Trail del Monte Casto 28 Ottobre 2012

Foto Trail del Monte Casto 2012 di Alessio Parauda
Classsifica Trail del Monte Casto 2012 WedoSport

Edizione 2011
Edizione 2008


Sito Gsa Pollone
Sito Maurizio Scilla

Dal racconto dell'OrcoMatteo


Ragazzi fino a prima della partenza lo avevo solo sentito dire e raccontare da altri trailers che il Trail del Casto  fosse una festa ,ma da domenica,è diventata una  realtà anche per me. Saranno stati il clima,la neve, sarà stata la presenza di tanti “big” mescolati con tanti “non-big”  sia alla partenza sia nel dopo gara, sarà stata la “bionda Signora Menabrea”, chissà, ma in quel di Adorno Micca ieri è stata festa grande.
Gaetano ed io siamo giunti ad Adorno la sera prima, in camper, sotto un violento acquazzone che lungo la strada ha sradicato pali della luce e gettato sulla strada cavi elettrici…cominciamo bene!ci siamo detti.
Il nostro sonno è stato interrotto da continue secchiate d’acqua sul camper e dalla paura di combinare qualche pasticcio col cambio dell’ora. Ma al mattino,dopo pane e nutella (la colazione del campione come dice Fabrizio) eravamo pronti per partire,già bagnati, ma pronti.
Il percorso è stato accorciato di 16 km ,per decisione del saggio Mau, ma non per questo è diventato meno spettacolare.
foto Kappadocio

La pioggia si è trasformata in neve già durante la prima salita,quella verso il Monte Casto,salita di circa 600mt D+ in 6 km. Dopo la vetta siamo scesi un po’ fino al km 7,5 dove c’era il primo ristoro.Dopodichè abbiamo ripreso a salire verso il Bocchetto Sessera fino ai 1450 mt.Qui la neve era abbondante e lo spettacolo non è mancato.
Molto suggestivo è stato anche il tratto di lunga ma leggera discesa che ci ha riportati verso Adorno:mentre percorrevamo questo tratto di bosco le nuvole si sono diradate e un pallido sole ha fatto risaltare i rossi, i gialli , i marroni delle foglie ormai secche delle querce delle betulle presenti lungo il sentiero.
Verso la fine del percorso sono stato superato da diversi bravissimi trailers della 21 km ,che spettacolo vederli passare…
 foto Kappadocio

Complessivamente quindi un’ottima giornata di corsa e compagnia. Un’ esperienza che a questo punto posso consigliare a tutti.
Al prossimo anno!

Grazie a Kappadocio per le foto.


lunedì 22 ottobre 2012

Arrampicata Arnad Bucce d'arancia 18 Ottobre 2012

Foto Arrampicata Arnad Bucce d'arancia

Dal resoconto dell'OrcoPinoP 
Valle D'Aosta  Arnad(Ao)  Via delle Bucce d'arancia  grado 5c

Mi sono svegliato come tutti gli altri giorni  alle 6:15 a.m., dopo i primi minuti di preparazione obbligatori, già nel  cortile di casa sentivo il profumo di una  giornata libera, poi vedendo ancora la gente correre per prendere il treno e andare a lavorare in città, aumentava la mia voglia godereccia.

Mentre aspetto Ermes che arriva da Rivoli, vedo il sole spuntare sopra la basilica di Superga e gioisco di questi rari momenti di tranquillità.
La giornata prevede la gita in Valle d’aosta ad Arnad-Machaby, Filippo (OrcoNapo n.d.r) ha scelto la via da fare denominata  bucce d’arancia difficoltà 5c ... per me è già al limite ma è tanta la voglia di fare che non mi preoccupa.

L’arrampicata in parete, è volata tra una foto e una difficoltà.
Alle 14.30 avevamo già fatto 9 tiri di corda.
Per scendere... un sentiero fra castagne e mazze di tamburo, poi un caffè sulla strada di ritorno che ci ha riportati alla realtà.

domenica 14 ottobre 2012

Una corsa da Re Venaria Reale 14 Ottobre 2012

Foto Una corsa da Re 2012
Classifica Una Corsa da Re 2012 10km
Classifica Una Corsa da Re 2012 21km

Dal racconto dell'OrcoPinoR

Una residenza Reale adibita alla caccia, a due passi dalla capitale...adiacente ai fitti boschi ricchi di selvaggina che si estendevano dalla periferia Torinese, fino alle montagne delle Valli di Lanzo.
Questa la Reale Reggia Venatoria (adesso Venaria) fatta costruire alla metà del 1600 d.c. dai principi Savoiardi.
Chissà se mai ,le famiglie reali e tutta la loro corte avrebbero potuto immaginare che il popolo si sarebbe impossessato della Reggia Venatoria e l'avrebbe usata come trastullo domenicale (in realtà uno dei siti più visitati d'Italia) e come rifugio per gli animali del bosco.
Così è la splendida Venaria Reale (da cui prende nome anche il comune) ed ancor di più con la gara podistica che oggi l'attraversa tutta dai giardini della residenza sino al parco della Mandria.
Un'invasione di persone di tutti i ceti, di tutte le religioni, di tutte le capacità atletiche.

5000 i partecipanti, senza contare i familiari, sulle distanze di ; 4km, 10km, 21km.
Partenza dai giardini, recuperati dopo anni di degrado e su cui molto c'e' ancora da lavorare per portarli all'antico splendore.

La gara (non competitiva) alla 1' edizione, organizzata dalla società podistica Base Running di Torino è da correre tutta nel verde e.... diventa quasi un trail se non si contassero i viali asfaltati.
Ma che importa, il luogo e magnifico... dopo la partenza dai giardini della Reggia, si  inforca il viale Carlo Emanuele II, alberato da vecchi platani che porta all'ingresso principale del parco della  Mandria.
Da qui al Borgo castello, le scuderie e poi con un primo taglio opposto verso il muro di cinta del comune di Druento.
Per la 10 km si ritorna all'ingresso principale, mentre per la 21km si  prosegue per la cascina Peppinella per poi ritornare alla Reggia costeggiando il fiume Stura di Lanzo, non sono riuscito a capire l'inserimento della Gondola Veneziana su un piccolo laghetto antistante la residenza Reale... ma forse mi manca lo spirito commerciale...

Si rientra dalla via centrale, pedonabile, Andrea Mensa che conduce dritta, dritta all'ingresso della Reggia.
Scenario splendido...idea.:!!!!....e se l'allungassimo di altre 21km ?... una maratona perfetta per la città di Torino.


sabato 6 ottobre 2012

Bici Mtb Condove Collombardo 6 Ottobre 2012

Foto Bici Mtb Condove Collombardo

Dal racconto dell'OrcoPinoR
Aprile 773 d.c. 'Clausae Longobardorum' in valle di Susa, l'attuale comune di Chiusa di S.Michele (To). 
Il clangore delle armi risuona per la bassa valle, dalle palizzate dell'esercito Longobardo di Re Desiderio, i dardi vengono lanciati in continuazione, le urla dei comandanti guidano i guerrieri.
Il nemico, l'esercito dei Franchi di Re Carlo Magno, è inchiodato.
A  decine si contano  i morti ed i  feriti sul campo di battaglia sotto le fortificazioni Longobarde... il corno del Conte Orlando suona la ritirata per raccogliere i feriti ed una breve tregua.

I Longobardi cessano il lancio di proietti, l'esercito è stanchissimo dopo due giorni di attacchi degli invasori... ma non sanno che stanno per essere accerchiati dagli stessi Franchi. Questi salendo l'attuale colle Bione e poi per i laghi di AdFinis (l'attuale Avigliana) stanno preparando un attacco alle spalle, una tecnica di battaglia già  utilizzata altre volte da Pipino il Breve primo re Carolingio e padre di re Carlo.

La tregua quindi è un inganno ed i Longobardi se ne rendono conto quando ormai l'esercito dei Franchi gli è addosso. L'ascia bipenne, la 'Francisca', miete le sue vittime. E' una strage a cui nessuno dei presenti sulle fortificazioni sfugge... immagini di arti mozzate, sangue fluttuante, gole squarciate, crani spaccati.
Nei possedimenti dei Longobardi più a valle, la notizia della sconfitta, rapida, si diffonde e chi può scappa con tutto ciò che possiede.
Il principe Ildebrando (nome di fantasia) raccoglie la famiglia, i servi, e s'incammina verso il colle più alto, con lui anche una delle figlie, la principessina Matolda.
L'idea di Ildebrando è quella di ricongiungersi con il feudo nella Valle vicina (la Valle di Viù).
Il cammino con bestie da soma è durissimo, la neve anche se primavera inoltrata è ancora alta. I sentieri attraversano gli insediamenti Longobardi; Peroldrado, Camparnaldo, Campabiardo, Sigliodo.
Non sono gli unici a fuggire dai saccheggi e dalle violenze dei Franchi, con loro altri gruppi di Longobardi salgono la montagna. La fuga si rivelerà in tutta la sua drammaticità. La figlia di Ildebrando, la principessa Matolda, nei pressi dell'attuale colle Sbaron,. muore per di stenti....

Da questo mio breve racconto tra storia vera e fantasia, lo spunto per andare a curiosare e visitare:
- Il santuario del Collombardo o Colombardo (1980 slm, colle dei Longobardi) sito in Val di Viù
- Lo spartiacque con la valle di Susa, la punta Sbaron 2200 slm
- Il tumulo della Tomba della pincipessa Matolda 2084 slm.

I comuni più vicini sono; Lemie (To) in Valle di Viù e Condove (To) in Valle di Susa, dove sono rimasti alcuni toponimi dai sapori Longobardi :
CampAmbiardo, CampArnaldo, PratoBotrile, PerOldrado, Arpone, ChianBerlando.
Nessuno dei  componenti al raid è mai stato al colle del Collombardo. Tra info che raccogliamo in rete e bikers che hanno fatto la gita, capiamo che occorre andare preparati perchè si affronteremo 50km complessivi con 24km in salita e 2000D+
Arrivati al colle spartiacque (2200slm) occorre scendere circa 2km in Valle di Viù per visitare il Santuario della Madonna degli Angeli. A sarà dura.
La partenza dalla piazza di Condove alle ore 7.45 a.m. con L'OrcoPinoP seguito da PieroNipote e l'OrcoPinoR.
Tempo da inzio autunno in Bassa Valle e le rampe di asfalto che ci portano a Mocchie le bruciamo raccontandoci le ultime avventure.
Piero, appassionato di Down Hill, mi descrive la sua ultima caduta nel dettaglio... punti, contusioni ... che non basteranno a fermarlo, la passione gli brucia dentro.
Piero vuole sapere delle ultime gare di Trail in montagna, cosicchè tra una pedalata e l'altra gli racconto dell'ultima CCC , la Courmayeur-Champex-Chamonix di 100km che si svolge nelle vallate del massiccio del Monte Bianco.
Ecco il bivio per Mocchie (piccolo borgo, un tempo più importante di Condove) al 5 km.
Dopo circa 2 km  da Mocchie il bivio (importante non perderlo) per le borgate Bigliasco, Dravugna, Prato del Rio...
Le rampe si fanno importanti, e utilizziamo tutti i rapporti messi a disposizione dalle MTB. Chissà se con la specialissima si riuscirebbe a salire ci chiediamo io e l'OrcoPinoP.
Sono circa due ore che pedaliamo, e a Prato del Rio iniziamo a incrociare tratti non asfaltati, alcune moto da enduro velocissime  ci superano. Ad una fontana scambiamo due chiacchere con tre nativi del Maghreb che stanno andando da alcuni pastori per discutere della vendita di animali da macellare per l'annuale festa dell'agnello.
Mi immagino le discussioni tra il margaio piemontese e questi agguerritissimi Nord Africani, che nel contrattare non sono secondi a nessuno.
Scarsissimo il traffico automobilistico. Le borgate sono poco abitate.
Le rampe sempre importanti, prima dell'Alpe dei Rat incrociamo la transumanza di due gruppo di margari. L'inverno vicino fa spostare le bestie dagli alti alpeggi a quota 2000 slm alle stalle della bassa valle.
Il bivio (svoltare a destra) dopo l'Alpe dei Rat non occorre sbagliarlo, osserviamo il Collombardino,la leggenda popolare vuole che qui sia sepolto il tesoro dei Longobardi in fuga) un detto piemontese dice:

 'Da Culumbàrd a Culumbardin a - jé pì d'òr che tra Sùsa e Tùrin'.

Dalla vista sul colombardino proseguiamo verso la punta Sbaron (2200 slm) la carrereccia passa appena sotto e poi giù verso la Tomba della principessa Matolda (2084 slm, ma non troviamo le indicazioni del tumulo) e poi verso colle del Collombardo.
Il colle si apre ad Ovest del Monte Civrari e si trova alla testata del vallone del Torrente Sessi (tributario della Dora Riparia) e del vallone del Rio Nanta (tributario della Stura di Viù).
Al colle sorge il santuario dedicato alla Madonna degli Angeli, ancora oggi meta di pellegrinaggi mariani. Sulla facciata principale del santuario è posta una targa che recita:
"Gioanni Battista Giorgis dal Forno di Lemie ergeva per voto nel 1704-5. L'indefessa generosità dei parrocchiani di Lajetto ampliando riedificava 1869-70."

Al colle ci cambiamo, ci rifocilliamo  con le ultime riserve di cibo, una nebbia fredda avvolge il santuario, ma noi siamo già in sella per pedalare in salita questi 2km che ci rimangono per la punta Sbaron.
Le fredde nebbie lasciano a volte il posto ad un cielo azzurro, riusciamo a scattare qualche foto dove morì la principessina Matolda.
Poi giù con una discesa di 1700D- in circa un'ora dove incontriamo in sequenza, un matrimonio di indigeni ed i margari del mattino che fanno festa con un grosso pintone di vino nero.