sabato 6 ottobre 2012

Bici Mtb Condove Collombardo 6 Ottobre 2012

Foto Bici Mtb Condove Collombardo

Dal racconto dell'OrcoPinoR
Aprile 773 d.c. 'Clausae Longobardorum' in valle di Susa, l'attuale comune di Chiusa di S.Michele (To). 
Il clangore delle armi risuona per la bassa valle, dalle palizzate dell'esercito Longobardo di Re Desiderio, i dardi vengono lanciati in continuazione, le urla dei comandanti guidano i guerrieri.
Il nemico, l'esercito dei Franchi di Re Carlo Magno, è inchiodato.
A  decine si contano  i morti ed i  feriti sul campo di battaglia sotto le fortificazioni Longobarde... il corno del Conte Orlando suona la ritirata per raccogliere i feriti ed una breve tregua.

I Longobardi cessano il lancio di proietti, l'esercito è stanchissimo dopo due giorni di attacchi degli invasori... ma non sanno che stanno per essere accerchiati dagli stessi Franchi. Questi salendo l'attuale colle Bione e poi per i laghi di AdFinis (l'attuale Avigliana) stanno preparando un attacco alle spalle, una tecnica di battaglia già  utilizzata altre volte da Pipino il Breve primo re Carolingio e padre di re Carlo.

La tregua quindi è un inganno ed i Longobardi se ne rendono conto quando ormai l'esercito dei Franchi gli è addosso. L'ascia bipenne, la 'Francisca', miete le sue vittime. E' una strage a cui nessuno dei presenti sulle fortificazioni sfugge... immagini di arti mozzate, sangue fluttuante, gole squarciate, crani spaccati.
Nei possedimenti dei Longobardi più a valle, la notizia della sconfitta, rapida, si diffonde e chi può scappa con tutto ciò che possiede.
Il principe Ildebrando (nome di fantasia) raccoglie la famiglia, i servi, e s'incammina verso il colle più alto, con lui anche una delle figlie, la principessina Matolda.
L'idea di Ildebrando è quella di ricongiungersi con il feudo nella Valle vicina (la Valle di Viù).
Il cammino con bestie da soma è durissimo, la neve anche se primavera inoltrata è ancora alta. I sentieri attraversano gli insediamenti Longobardi; Peroldrado, Camparnaldo, Campabiardo, Sigliodo.
Non sono gli unici a fuggire dai saccheggi e dalle violenze dei Franchi, con loro altri gruppi di Longobardi salgono la montagna. La fuga si rivelerà in tutta la sua drammaticità. La figlia di Ildebrando, la principessa Matolda, nei pressi dell'attuale colle Sbaron,. muore per di stenti....

Da questo mio breve racconto tra storia vera e fantasia, lo spunto per andare a curiosare e visitare:
- Il santuario del Collombardo o Colombardo (1980 slm, colle dei Longobardi) sito in Val di Viù
- Lo spartiacque con la valle di Susa, la punta Sbaron 2200 slm
- Il tumulo della Tomba della pincipessa Matolda 2084 slm.

I comuni più vicini sono; Lemie (To) in Valle di Viù e Condove (To) in Valle di Susa, dove sono rimasti alcuni toponimi dai sapori Longobardi :
CampAmbiardo, CampArnaldo, PratoBotrile, PerOldrado, Arpone, ChianBerlando.
Nessuno dei  componenti al raid è mai stato al colle del Collombardo. Tra info che raccogliamo in rete e bikers che hanno fatto la gita, capiamo che occorre andare preparati perchè si affronteremo 50km complessivi con 24km in salita e 2000D+
Arrivati al colle spartiacque (2200slm) occorre scendere circa 2km in Valle di Viù per visitare il Santuario della Madonna degli Angeli. A sarà dura.
La partenza dalla piazza di Condove alle ore 7.45 a.m. con L'OrcoPinoP seguito da PieroNipote e l'OrcoPinoR.
Tempo da inzio autunno in Bassa Valle e le rampe di asfalto che ci portano a Mocchie le bruciamo raccontandoci le ultime avventure.
Piero, appassionato di Down Hill, mi descrive la sua ultima caduta nel dettaglio... punti, contusioni ... che non basteranno a fermarlo, la passione gli brucia dentro.
Piero vuole sapere delle ultime gare di Trail in montagna, cosicchè tra una pedalata e l'altra gli racconto dell'ultima CCC , la Courmayeur-Champex-Chamonix di 100km che si svolge nelle vallate del massiccio del Monte Bianco.
Ecco il bivio per Mocchie (piccolo borgo, un tempo più importante di Condove) al 5 km.
Dopo circa 2 km  da Mocchie il bivio (importante non perderlo) per le borgate Bigliasco, Dravugna, Prato del Rio...
Le rampe si fanno importanti, e utilizziamo tutti i rapporti messi a disposizione dalle MTB. Chissà se con la specialissima si riuscirebbe a salire ci chiediamo io e l'OrcoPinoP.
Sono circa due ore che pedaliamo, e a Prato del Rio iniziamo a incrociare tratti non asfaltati, alcune moto da enduro velocissime  ci superano. Ad una fontana scambiamo due chiacchere con tre nativi del Maghreb che stanno andando da alcuni pastori per discutere della vendita di animali da macellare per l'annuale festa dell'agnello.
Mi immagino le discussioni tra il margaio piemontese e questi agguerritissimi Nord Africani, che nel contrattare non sono secondi a nessuno.
Scarsissimo il traffico automobilistico. Le borgate sono poco abitate.
Le rampe sempre importanti, prima dell'Alpe dei Rat incrociamo la transumanza di due gruppo di margari. L'inverno vicino fa spostare le bestie dagli alti alpeggi a quota 2000 slm alle stalle della bassa valle.
Il bivio (svoltare a destra) dopo l'Alpe dei Rat non occorre sbagliarlo, osserviamo il Collombardino,la leggenda popolare vuole che qui sia sepolto il tesoro dei Longobardi in fuga) un detto piemontese dice:

 'Da Culumbàrd a Culumbardin a - jé pì d'òr che tra Sùsa e Tùrin'.

Dalla vista sul colombardino proseguiamo verso la punta Sbaron (2200 slm) la carrereccia passa appena sotto e poi giù verso la Tomba della principessa Matolda (2084 slm, ma non troviamo le indicazioni del tumulo) e poi verso colle del Collombardo.
Il colle si apre ad Ovest del Monte Civrari e si trova alla testata del vallone del Torrente Sessi (tributario della Dora Riparia) e del vallone del Rio Nanta (tributario della Stura di Viù).
Al colle sorge il santuario dedicato alla Madonna degli Angeli, ancora oggi meta di pellegrinaggi mariani. Sulla facciata principale del santuario è posta una targa che recita:
"Gioanni Battista Giorgis dal Forno di Lemie ergeva per voto nel 1704-5. L'indefessa generosità dei parrocchiani di Lajetto ampliando riedificava 1869-70."

Al colle ci cambiamo, ci rifocilliamo  con le ultime riserve di cibo, una nebbia fredda avvolge il santuario, ma noi siamo già in sella per pedalare in salita questi 2km che ci rimangono per la punta Sbaron.
Le fredde nebbie lasciano a volte il posto ad un cielo azzurro, riusciamo a scattare qualche foto dove morì la principessina Matolda.
Poi giù con una discesa di 1700D- in circa un'ora dove incontriamo in sequenza, un matrimonio di indigeni ed i margari del mattino che fanno festa con un grosso pintone di vino nero.








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