Classifica Trail Al Pino 2018
Pagina FB Trail Al Pino
Edizione 2017
Dal Post FB dell'OrcoVentura
É un trail corto, dicevano.
Iscriviti che é un buon allenamento, dicevano.
Dai che il dislivello é limitato, dicevano.
Percorso collinare con tanto saliscendi, dicevano.
Poi arriva il meteo "bizzarro" (definizione del briefing pre-gara) e ti ritrovi a fare una snow race nella nebbia, e da trail al Pino diventa Alpino.
19km e 700m D+ in 2h5'; neve, neve, neve, guado torrenti, piedi a mollo e super ristoro finale!!
(E alla fine un gran divertimento)
Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga
Compiva sedici anni
quel giorno la mia mamma
le strofe di taverna
le cantò la ninna nanna
e stringendomi al petto che sapeva,
sapeva di mare, giocava a far la donna
con il bimbo da fasciare (4 Marzo 1943 - Lucio Dalla -)
Questo era il 4 marzo di 74 anni orsono e nasceva un grande Cantautore, oggi invece alla luce incerta di un cielo surreale, tra neve, fango e nebbia, parte uno strano trail; forse sarebbe meglio definirlo un Urban trail, vista la location in quel di Pino Torinese, alle porte della Città, sulla collina incantata delle grandi ville.
A dirla tutta la partenza era tutt’altro che in Pino, ma in uno sperduto almeno per noi centro Sportivo, forse tennistico, in una landa desolata che avrebbe potuto essere localizzata nella steppa siberiana tra la Kamcatka e la fortezza Bastiani. Difatti di qui in poi si apre il nostro deserto dei tartari, teatro un tempo di incursioni da parte dei nemici, ed oggi, svuotato della sua importanza strategica, rimane arroccato su una solitaria landa di cui molti ignorano persino l’esistenza.
Infatti molti trailers ignorano l’esistenza del circolo ed il sempre amato navigatore GPS, che Buzzati sprovvedutamente non era riuscito a consegnare al poco glorioso tenente Giovanni Drogo, non aiuta certo nella ricerca geografica.
Senza geolocalizzazione siamo perduti, ma fortunatamente il tam tam tra partecipanti, che navigano alla cieca e nella nebbia sulla strada provinciale, permette di ritrovare la diritta via smarrita nella selva oscura ai margini di Pino.
Ci avventuriamo tra grandi palloni gonfiabili per tennis, e palestre di scherma fino alla club house; in realtà sono solo 113 coraggiosi a sfidare la inclemenza del meteo che ha trasformato quello che una volta si sarebbe chiamato corsa collinare nel percorso più accidentato del circuito piemontese.
Ormai Trail è una parola a tutto campo, usata ed abusata in ogni modo, dalla corsa nei parchi cittadini, ai cosidetti trail urbani, alle corse in montagna, fino alle grandi corse su lunghe distanze, comunque sinonimo generalizzato di corsa su terreno non stradale, in un brutto anglesismo Outdoor.
Ma il clima in questi giorni in effetti ha trasformato un bel percorso su sentieri e tratturi della collina torinese in un accidentatissimo percorso di guerra quasi completamente innevato, e talvolta anche fangoso a cavallo della collina Panoramica , tra Pino torinese ed una futuribile basilica di Superga di cui non si è trovata traccia.
Si parte dai prati ai margini della strada fino a cavalcare su e giu in un forsennato altalenante montagna russa le ondulazioni collinari poste ai lembi della strada Panoramica, di cui per molto non si vede traccia ma si sentono i rumori delle auto.
La prima ora scorre su sentieri con fondo in neve compatta, perfettamente corribile e pendenze limitate; siamo sempre nella pineta con visibilità scarsa tra nebbia e cielo nuvoloso ed uggioso; ogni tanto qualche barlume di urbanizzazione con rare cascine e cani abbaianti.
Dopo inizia la parte più tecnica con salite sempre innevate ma dislivelli di circa 200 metri fino a raggiungere la nostra cima Coppi, posta chissa dove, ma comunque decisamente faticosa, visto il fondo scivoloso; dopo un ristoro, gestito da volenterosi ragazzi abbandonati nella pineta, inizia la discesa invero bellissima e un percorso sul greto del torrente, tra neve, acqua e ghiaccio;
Inutile illudersi, non c’è rimedio, si entra in acqua seguendo il corso per centinaia di metri fino ad una provvidenziale cascina.
I ragazzi del ristoro mi avevano avvertito, se ti trovi sulla strada asfaltata, significa che hai sbagliato, torna indietro! E infatti incrocio la Panoramica ed il mio errore si materializza, anche se la pista che ho percorso era molto battuta; Basta tornare sui propri passi ed incrociare qualche concorrente che naviga a vista nella nebbia.
Di qui in poi solo fango, strade e il prato finale con i cari amici giudici della Fidal, Pina e Riccardo, che ti accolgono calorosamente, ai lembi della Provinciale.
Solo 113 volonterosi, ed una organizzazione ruspante ed un po dilettantesca, ma tutto sommato concreta ed efficiente che ha gestito un difficile percorso.
Tutti, ma proprio tutti, ricorderanno però il pantagruelico ristoro finale con torte di verdure, pizzette, lasagne, torte dolci, datteri! E dulcis in fundo penne al sugo.
Evviva gli organizzatori ma soprattutto un plauso ai nostri cari amici Orchi, che in 10, tra chi si è sperduto , chi è arrivato in 2 ore, ha portato a termine la gara.
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