domenica 4 marzo 2018

2°Ediz Trail al Pino - Pino Torinese(To) 4 Marzo 2018

Classifica Trail Al Pino 2018
Pagina FB Trail Al Pino

Edizione 2017

Dal Post FB dell'OrcoVentura
É un trail corto, dicevano.
Iscriviti che é un buon allenamento, dicevano.
Dai che il dislivello é limitato, dicevano.
Percorso collinare con tanto saliscendi, dicevano.
Poi arriva il meteo "bizzarro" (definizione del briefing pre-gara) e ti ritrovi a fare una snow race nella nebbia, e da trail al Pino diventa Alpino.
19km e 700m D+ in 2h5'; neve, neve, neve, guado torrenti, piedi a mollo e super ristoro finale!!
(E alla fine un gran divertimento)

Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga
Compiva sedici anni
quel giorno la mia mamma
le strofe di taverna
le cantò la ninna nanna
e stringendomi al petto che sapeva,
sapeva di mare, giocava a far la donna 
con il bimbo da fasciare (4 Marzo 1943 - Lucio Dalla -)

Questo era il 4 marzo di 74 anni orsono e nasceva un grande Cantautore, oggi invece   alla luce  incerta  di un cielo surreale,  tra neve, fango e  nebbia, parte uno strano trail; forse sarebbe meglio definirlo un Urban trail, vista  la location in quel di Pino Torinese, alle porte della Città, sulla collina incantata delle grandi ville.
A dirla tutta la partenza era tutt’altro che in Pino, ma in uno sperduto almeno per noi centro Sportivo, forse tennistico, in una landa desolata che avrebbe potuto essere  localizzata nella steppa  siberiana  tra la Kamcatka e la fortezza Bastiani. Difatti di qui in poi si apre il nostro deserto dei tartari, teatro un tempo di incursioni da parte dei nemici, ed oggi, svuotato della sua importanza strategica, rimane  arroccato su una solitaria landa  di cui molti ignorano persino l’esistenza.
Infatti molti trailers ignorano l’esistenza del circolo ed il sempre  amato  navigatore GPS,  che Buzzati  sprovvedutamente non era riuscito a consegnare  al  poco  glorioso tenente Giovanni Drogo, non aiuta certo nella ricerca  geografica.
Senza geolocalizzazione siamo perduti, ma fortunatamente il tam tam  tra   partecipanti, che  navigano alla cieca e nella nebbia  sulla strada provinciale, permette di ritrovare la diritta via smarrita nella selva oscura ai margini di Pino.
 Ci avventuriamo tra  grandi palloni gonfiabili per tennis, e  palestre  di scherma fino alla  club house; in realtà  sono solo 113 coraggiosi a sfidare la inclemenza del meteo che ha trasformato quello che una volta si sarebbe chiamato corsa collinare nel  percorso più  accidentato del circuito piemontese.
Ormai Trail  è una parola a tutto campo, usata ed abusata in ogni modo, dalla corsa nei parchi cittadini, ai cosidetti trail urbani, alle corse in montagna, fino alle grandi  corse su lunghe distanze, comunque sinonimo  generalizzato di corsa su terreno  non stradale, in un brutto anglesismo Outdoor.
Ma il clima in questi giorni in effetti ha trasformato un bel percorso su sentieri e tratturi della collina torinese in un accidentatissimo percorso  di guerra quasi completamente innevato, e talvolta anche fangoso  a cavallo della collina Panoramica , tra Pino torinese  ed una futuribile basilica di Superga di cui non si è trovata traccia.
Si parte dai prati  ai margini della strada  fino a cavalcare su e giu in un forsennato altalenante  montagna russa  le ondulazioni collinari  poste  ai lembi della strada Panoramica, di cui per molto non si vede traccia ma si sentono i rumori delle auto.
La prima ora scorre su sentieri  con fondo in neve compatta, perfettamente corribile  e pendenze limitate; siamo sempre nella pineta con visibilità scarsa  tra nebbia e  cielo nuvoloso ed uggioso; ogni tanto qualche barlume di  urbanizzazione con rare  cascine e cani abbaianti.
 Dopo inizia la parte  più tecnica con salite sempre innevate ma dislivelli di circa 200 metri fino a raggiungere la nostra cima Coppi, posta chissa dove, ma comunque decisamente faticosa, visto il fondo scivoloso; dopo un ristoro, gestito da volenterosi ragazzi abbandonati nella pineta, inizia la discesa invero bellissima e un percorso  sul greto del torrente, tra neve, acqua e ghiaccio;
Inutile illudersi, non c’è rimedio, si entra in acqua seguendo il corso per centinaia di metri fino ad una provvidenziale cascina.
I ragazzi del ristoro mi avevano avvertito, se ti trovi sulla strada asfaltata, significa che  hai sbagliato, torna indietro! E infatti incrocio la Panoramica ed il mio errore si materializza, anche se la pista che ho percorso era molto battuta; Basta tornare sui propri passi ed incrociare qualche  concorrente che naviga a vista  nella nebbia.
Di qui in poi solo fango, strade e il prato finale con i cari amici giudici della Fidal, Pina e Riccardo, che ti accolgono calorosamente, ai lembi della Provinciale.
Solo 113 volonterosi, ed una organizzazione  ruspante ed un po dilettantesca, ma tutto sommato concreta ed efficiente che ha gestito un difficile percorso.
 Tutti, ma proprio tutti, ricorderanno  però il pantagruelico ristoro finale con torte di verdure, pizzette,  lasagne, torte dolci, datteri! E dulcis in fundo penne al sugo.
Evviva gli organizzatori ma soprattutto un  plauso ai nostri cari amici Orchi, che in 10, tra chi si è sperduto , chi è arrivato in 2 ore, ha portato a termine la gara.


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