sabato 16 aprile 2016
Sci Alpinismo FRANCAIS PELOUXE 2736slm Val Chisone(To)
Caratteristiche tecniche del percorso:
tipo itinerario: attraversa pendii ripidi
difficoltà: Buoni Sciatori Alpinisti
quota di partenza (m): 1570
quota vetta (m): 2772
dislivello complessivo (m):1166
Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga
La foto è di copertina per rappresentare la strana montagna a cui abbiamo deciso di dedicare io e mio fratello Roberto un sabato di Aprile con le condizioni Meteo decisamente avverse.
E in effetti oggi di tutto ciò si è visto ben poco. Le mete erano molto più ambiziose, ma un breve spiraglio al mattino nelle previsioni ci ha consigliato di percorrere la val Chisone verso il mitico Francais Pelouse.
Partenza tarda per approfittare della maggiore insolazione su questo pendio e quindi condizioni del manto nevoso decisamente più morbido, tale da rendere la salita e la discesa più abbordabile, per evitare la problematica neve dura delle prime ore del mattino.
Strana montagna in effetti questo Francais. Si presenta infatti come una gigantesca parete di 700 metri di dislivello, tagliata a fetta di salame su un unico piano inclinato e il cui tagliere coincide con il sottostante fortificazioni del Colle delle Finestre.
Già a vederla dal basso fa una notevole impressione per il gigantesco scivolo che ti si para davanti. Più che ad una montagna scialpinistica assomiglia ad un immenso toboga da risalire zigzagando mille volte e da percorrere in discesa tutto di un fiato, possibilmente evitando di cadere. Comunque risalita la val Chisone fino a Pourrierres, si prende per Balboutet e si risale la strada fino al Pian Dell’Alpe, a circa 1900 metri di quota, località decisamente amena, ormai praticamente in fiore. Di qui comincia il portage per circa 45 minuti per il canalone che scende dal Colle e fino al taglio della strada militare sotto il pendio.
Si deve percorrere tutta la spalla di destra del pendio. Sopra di noi il Colle delle Finestre con le sue fortificazioni, a sinistra il Pintas e soprattutto il Ciantiplagna 2849 m. Non riesco a capacitarmi come faccia a passare il giro ciclistico d’Italia in questi ambienti.
Caricati ramponi e piccozza nello zaino, si calzano i coltelli anche se la neve nella prima parte è abbastanza molle. Il grande triangolo è sopra la nostra testa, pendio decisamente ripido e soprattutto con pendenza costante almeno nella prima parte.
La traccia è abbastanza evidente e sopra di noi si intravedono alcuni lontani puntini impegnati sulla parete, i coltelli mordono decisamente bene la neve che presenta uno strato sottile di neve trasformata dal sole del mattino e dalla temperatura mite, trasmettendo un piacevole senso di sicurezza. Nella seconda parte del pendio cambiano però le condizioni della neve che tende ad essere decisamente dura e soprattutto aumenta la pendenza. Ogni inversione con gli sci richiede un attento controllo dell’appoggio e lo sguardo inevitabilmente va sullo scivolo sottostante decisamente impressionante.
Risalgo ancora un pò ma sotto la parte terminale, a circa 15 minuti dalla cima, decido di fermarmi anche perché la discesa potrebbe diventare problematica per la mia tecnica sciistica abbastanza scadente.
Attendo nella nebbia e nel vento che mio fratello salga in vetta e cominciamo la discesa, inizialmente titubando sulla prime curve in neve più dura, ma poi scivolando facilmente sulla neve trasformata primaverile anche sulla pendenze sostenute che caratterizzano tutta la discesa.
Dicevo un gigantesco toboga che in circa 15 minuti ti riporta al piede della nostra parete. Dopo tra ciuffi di erba, lingue di neve e tracce di sentiero si ritorna alla Pian Dell’Alpe e alla autovettura.
Credo che sia difficile trovare nelle nostre montagne un pendio sciistico di tale lunghezza e pendenza. Comunque in ogni caso una gita che deve necessariamente entrare nel carnet di ogni sci alpinista.
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