Dal racconto di Mario
La soddisfazione di …… arrivare ultimo.
Corro da un paio d’anni e ho già fatto diverse gare su strada. Gare più
o meno affollate, laggiù nel piano, sull’asfalto, nel mezzo di una anonima
classifica: dieci posizioni più avanti, quindici più indietro.
Ma qui è diverso, lo si capisce già dalla partenza: ci si può contare
ad occhio. E lo si capisce ancor meglio quando il sentiero inizia ad
inerpicarsi su per il monte Baron e poi ancora verso il Rosselli. Mille metri
di dislivello, un
fondo difficile, dove lo sterrato lascia ben presto il posto ad una continua
pietraia, ora a vista, ora ricoperta dallo strato insidioso di erba tagliata.
Per non parlare dei lunghi traversi esposti al sole: un caldo “africano” e una
sete che non si riesce ad appagare. Lungo la salita incontro Vincenzo (nome di
fantasia).
Mi chiede “Siamo ultimi?”.
Rispondo “No, ho visto altri, due tornanti più sotto”.
E Vincenzo: “A te importa se arrivi ultimo?”
“No, non credo” rispondo io.
“Corriamo insieme?” mi propone Vincenzo.
“Ok” gli rispondo.
Ma non abbiamo lo stesso passo. Ben presto mi accorgo che comincia ad
essere in difficoltà. Rallentiamo. Gli ultimi ci raggiungono, ci superano. Ora
si, siamo gli ultimi. Poco prima del primo ristoro Vincenzo inciampa e a fatica
riesce a non cadere tra le pietre. È il primo segnale. Raggiungiamo il secondo
ristoro e Vincenzo sembra non voler ripartire: si attarda a parlare con i
volontari e il tempo passa inesorabile. Alla fine lo convinco e ripartiamo.
Poche centinaia di metri e questa volta Vincenzo cade inciampando su una radice
sporgente: stiramento agli adduttori della coscia destra. Vincenzo non se la
sente più di proseguire e decide per il ritiro. Resto solo: davanti a me
nessuno, dietro a me nessuno. Guardo il GPS: 14,7 Km. Manca ancora molto
all’arrivo. Devo trovare una motivazione. Mi viene in mente Cecilia (altro nome
di fantasia): ci aveva superati durante la salita al Rosselli.
Ma dove sarà
adesso? Quanta strada avrà già percorso? Al posto di controllo chiedo informazioni:
“ Si, sarà passata 10 o 12 minuti fa, al massimo un quarto d’ora, non di più”.
Ringrazio e riparto. Ma quanto valgono 15 minuti in una gara così? Che valore
hanno lo spazio e il tempo? Non trovo risposte e continuo a correre. Dopo la
Ca’ Bianca, la strada curva a sinistra e riprende a salire. Alzo lo sguardo e
vedo Cecilia in punta alla salita.
Si, obiettivo raggiunto!
Facciamo l’ultima parte della corsa insieme e finalmente arriviamo al traguardo
sfiniti ma soddisfatti.
La soddisfazione di …… arrivare:
29 partenti, 2 ritirati, 27 arrivati. Dal palco annunciano: “ la prossima
edizione si terrà il 5 ottobre 2013: vi aspettiamo numerosi ..………”.
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