domenica 29 settembre 2019

Run Forten - Bard(Ao) 29 Settembre 2019


Classifiche Forten 2019
Foto Forten 2019
Sito Forten

Dal racconto dell'OrcoCamola

Il Forte di Bard è a mio avviso uno dei luoghi più suggestivi della Valle D’Aosta.
A Bard vengo sempre volentieri, sia per vedere le mostre allestite nel Forte, spesso per arrampicare sulle strutture di roccia limitrofe o ancora per camminare sulle antiche mulattiere perfettamente conservate.
Oggi sono qui per correre la mitica Forten, ossia la 10 km del Forte, giunta alla terza edizione; in passato era una corsa serale di 8 km (Forteight) dove la partecipazione di personaggi come Linus di Radio Deejay richiamava a Bard molti corridori.
La gara è inserita nel calendario gare del trofeo Orco Strada e nonostante il chilometraggio sia alla portata di tutti, gli Orchi iscritti sono solamente 3: OrcoCamola, OrcoMekkanico e OrcoSelena.
Ci mette lo zampino anche la malasorte e proprio il giorno prima OrcoSelena viene messa fuori gioco da un colpo di frusta subito in auto.
Dispiaciti e sconsolati partiamo ugualmente con l’intento di onorare Selena, che immaginiamo più dispiaciuta e sconsolata di noi.   
La giornata è bella ed il forte di Bard si presenta in tutto il suo splendore.

Ritiriamo il pettorale e prendiamo il caffe nel bar interno. Ci rechiamo alla partenza e con grande gioia incontriamo OrcoGreg (Greg) e Orco730 (Gabriella) che, al rientro
dal Grivola Trail, decidono di fermarsi a Bard per incontrarci. Che sorpresa! Siamo felicissimi. Facciamo un selfie di gruppo e lo mandiamo subito a Selena per renderla partecipe.
Si parte. I primi 2 km sono veramente duri. Dal Borgo si sale al Forte percorrendo la strada sul lato nord della bastionata, si attraversa il cortile interno posto nel corpo centrale e subito dopo, in forte discesa,
si percorre l’antica strada di accesso posta sul lato sud.
Usciti dal paese si attraversa la statale e si entra nel comune di Hone.
In questo tratto si corre bene, il percorso è a tratti sterrato e ondulato; nel centro storico le vecchie case sono perfettamente conservate e le numerose fontane in pietra piene di acqua fresca sono una continua tentazione.
L’arrivo è posto nel cortile interno che, come accennato, si trova in cima al Forte. Ci tocca risalire.
Ok … Inserisco la modalità Orco: “Giù la testa, respira e non guardare su”.
Mancano un paio di curve e già sento il tifo di Greg e Gabriella che incitano i corridori a non mollare.
OrcoMekkanico si piazza 29° assoluto: grande!
Bella gara! E’ presto e di rientrare subito a casa proprio non se parla.
Nelle vicinanze troviamo una trattoria dove incontriamo altri podisti che hanno avuto la nostra stessa idea.
Stiamo così bene che ogni pretesto è buono per godere il più a lungo possibile una giornata così bella.
W gli Orchi
W OrcoSelena

Bici Bdc Granfondo Loano(Sv) 29 Settembre 2019

Classifiche Granfondo Loano 2019
Sito Granfondo Loano

Dalle note dell'OrcoLallo

I numeri:
100 km
1900 d+
Colle San Bernardo 960m
Colle Quazzo 1350m
Giogo di Toirano 802m

Loano é la mia seconda casa, praticamente da che ero ragazzo.
A Loano ho trascorso una ventina di estati con i miei genitori e gli amici di sempre.
A Loano ho lavorato e vissuto per tre anni, il mio primo lavoro, la mia prima dipartita da casa.
Da quando pedalo, Loano e l’entroterra Savonese sono la mia terra di allenamento e divertimento. Salite dolci, il profumo del mare, traffico assente, colori bellissimi, clima mite.
Quando ho saputo della granfondo di Loano, non ho saputo resistere, finalmente una gara su strade e salite che conosco bene e che so come affrontare al meglio delle mie possibilità.
Arriva il giorno 29 Settembre, partenza ore 10,30, partecipanti poco più di mezzo migliaio, il livello (a mia sensazione) sembra parecchio alto, tanti team conosciuti provenienti anche da Piemonte e Lombardia. Presenti anche ospiti d’onore come Claudio Chiappucci e i professionisti Alessandro De Marchi e Niccolò Bonifazio.
Il livello che avevo fiutato in griglia viene subito confermato ampiamente, la partenza è letteralmente “a razzo”. Si sfreccia sulla via Aurelia a 50 kmh di media sotto una leggera pioggia. Mi pare di volare, resto rannicchiato e tra i “muri” del peloton per sfruttare ogni centimetro di scia. Si vola così fino a Villanova d’Albenga, da qui inizia il lungo Colle San Bernardo, 20km di salita e 960d+. Il San Bernardo non è un colle difficile, ma è lungo, e soprattutto discontinuo, la pendenza non è mai costante e va affrontato con un po’ di strategia. Supero un po’ di gruppetti e trovo finalmente la mia andatura insieme ad un piccolo plotone di ragazzi di una società locale.
In cima al San Bernardo ci aspetta un piccolo punto ristoro e una leggera nebbia che fa subito atmosfera autunnale.
Inizia a seguire una vera e propria picchiata di 6 km verso il comune di Garessio (CN), discesa con strada ampia e ben asfaltata che permette alte velocità senza strozzare i poveri freni, ma che mi fa raffreddare troppo in vista del colle successivo, eh si...il secondo piatto del giorno è il Colle Quazzo: colle aspro e subito sincero, con il suo 8% costante distribuito su 7km. I primi metri sono da vera agonia, il freddo e le gambe imballate mi bloccano. Mi raggiunge però un piccolo gruppo che pare acqua nel deserto, mi metto a ruota per trovare un discreto ritmo, tornante dopo tornante il bosco si apre su un piazzale che indica il nome del colle, anche qui leggera nebbia e picchiata verso Calizzano (SV). La discesa è decisamente più tecnica e pericolosa ma conosco i punti più critici e vado così a raggiungere un po’ di corridori scappati via in salita.
Da Calizzano a Bardineto è tutto falsopiano che percorro in gruppo, buona andatura per scaldarsi un po’ e recuperare un po’ di energie. Si attraversano verdi pascoli e piccoli torrenti qua e là. A Bardineto (SV), inizia la parte che preferisco. Il dolce del giorno è la discesa del Giogo di Toirano. Sono 15 km di puro divertimento e vista mozzafiato. Le montagne russe del Savonese. Questa discesa, solo la scorsa estate, l’ho percorsa 5 volte. La sensazione é un po’ come quella di percorrere il corridoio di casa propria al buio, sai dove mettere i piedi e sai come muoverti. Sorpasso dopo sorpasso sembra quasi di volare, 48 kmh di media tra tornanti e curve cieche, é una bellissima sensazione percorrere quella strada mitica (chiunque in zona lo conosce, un po’ come il nostro colle del Lys) letteralmente planando tra le curve e senza traffico di altri veicoli. Si sentono solo il boato delle ruote in piega, lo stridio dei freni e i colpi sordi di pedale nei rilanci dopo i tornanti.
A fine discesa c’è ancora il piccolo strappo di Boissano, che conduce poi al rettilineo finale. Mi aspetta un lauto pranzo con pasta al pesto alla Ligure e soprattutto i miei genitori ad abbracciarmi.
100 km in 3h40, il risultato mi ha davvero soddisfatto, anche se la piú grande emozione sarà sempre quella di aver corso sulle mie strade liguri sgomitando con molti corridori tra salite e discese con addosso una casacca speciale, quella con il palmo bianco sulla schiena, quella degli Orchi !!

sabato 28 settembre 2019

Grivola Trail Aymavilles(Ao) 28 Settembre 2019

Foto Grivola Trail 2019
Sito Grivola Trail
Classifica Grivola Trail 2019

Dal racconto dell'OrcoGreg

Prevista nel calendario gare per l’Orco dell’anno 2019 il “Grivola Trail” di Aymavilles (AO), alla sua seconda edizione, è sicuramente una delle gare paesaggisticamente più belle che ho fatto negli ultimi anni.  Tanta natura rigogliosa, pinete, boschi e prati che facevano da sfondo ad una splendida giornata di sole.
Due i percorsi competitivi previsti, da 25 e 35 km e una passeggiata non competitiva di 5 km.
L’idea di questa corsa in montagna è scaturita da un nativo di Ozein, Abele Blanc alpinista e guida alpina con un palmares che comprende la scalata di tutti i 14 ottomila, di tutti i 4000 delle Alpi e 30 spedizioni extraeuropee. Un vero mito e non solo da queste parti.
La manifestazione rientrava come ottava e ultima prova del circuito Trail Valle d’Aosta 2019.
Il tracciato più lungo con 3000 metri di dislivello positivo prevedeva, dopo una lunga ma costante salita iniziale, il passaggio a Pointe de la Pierre (2653 m) con una visuale mozzafiato a 360° sui giganti valdostani e la vista ravvicinata “dell’ardua Grivola bella” come la chiamava Giosuè Carducci che con i suoi 3969 m, domina il territorio di Aymavilles.

Poi, dopo una lunga discesa verso Ozein e al successivo attraversamento del ponte acquedotto romano di Pont d’Ael, ricominciava la salita verso Poignon con un bel muro di 700 m e
con una discesa finale verso il punto di conclusione della gara, situato sempre ad Aymavilles.
Bel tracciato impegnativo, su bei sentieri molto ben segnalati da parte dell’organizzazione.
E a proposito dell’organizzazione che va il mio plauso per l’efficienza, la cordialità e la grande disponibilità.
Basti pensare che, con la tendina da campeggio, siamo stati ospitati nel prato di casa dal vicepresidente organizzativo Luigi Pepellin, a 30 m dal punto di partenza della gara, usufruendo pure del suo bagno di servizio ed evitandoci cosi di doverci recare presso un camping non proprio vicino e comodo come logistica.
Discreto il numero di partecipanti, in gran parte valdostani, molti dei quali con gli zoccoli al posto dei piedi.
E’ il caso di Dennis Brunod e di Scilla Tonetti vincitori sulla distanza più lunga e di Simone Truc e Gloriana Pellissier primi sulla 25 km.
Per quando riguarda noi due Orchi, io e 730, siamo arrivati alla fine dei 35 km in buone condizioni fisiche e soddisfatti della nostra prestazione.



venerdì 27 settembre 2019

Bici Bdc Tour del Porcino (To) 26 Settembre 2019


Dalla "Snuffiata" dell'OrcoPinoR

Ghiacciai che si sgretolano, non ultimo quello del Planpiceux nel massiccio del Monte Bianco in Val Ferret(Ao). Artide e Antartide in via di scioglimento con mari che conquistano le terre emerse e fanno scomparire le città rivierasche; un esempio per tutti l'Indonesia che creerà una nuova capitale prima che Giacarta, l'attuale, finisca sott'acqua.
La Terra ha la febbre, ed il popolo verde di Greta Thunberg, la ragazzina che sta sensibilizzando il mondo sugli inesorabili cambiamenti climatici, chiede che chi  può decidere delle azioni, per il cambio di rotta sulle emissioni di Co2, lo faccia al più presto.
Proprio il cambiamento climatico, che ha fatto innalzare le temperature del globo terracqueo, ci sta permettendo, a noi cicloturisti, delle stagioni in bici da favola. Nel clima temperato, dove viviamo, noi Orchi sezione Cacciattori di Colli, la stagione invernale era lunga. Gli autunni freddi, gli inverni rigidi e le primavere pazze, davano poco spazio al pedale. Con il surriscaldamento di Gaia è tutt'altra faccenda. Tant'e' che i chilometri ed il dislivello macinati sono quest'anno da record.
Viste dunque le  temperature miti e vista la stagione del fungo oggi è giorno di Porcino Tour.

I caldi numeri:
- Partenza Alpignano
- Almese, Villardora, S.Ambrogio di Susa
- Laghi di Avigliana
- Salita alla Mortera
- Giaveno, Coazze
- Potepietra, Monterossino, Borgata Tora
- Provonda, Giaveno
- Colletta di Cumiana, Piossasco, Sangano, Villarbasse, Rivoli
Per 90km e 1500D+

La fiera del fungo a Giaveno si svolgerà quest'anno dal 6 al 13 Ottobre, ma noi anticipiamo ad oggi.
Il Tour ben collaudato da diverse uscite, risulta ostico per via dei Mangia&Bevi&Crepa. Se poi lo si fa con un compagno che per tutta la salita della Mortera, già da Avigliana, ti piazza,in faccia, fisso, un 50-18 allora so' ceci😂😂.
Credo che la parte più bella del percorso sia il tratto da Avigliana alla Colletta di Cumiana. I boschi umidi profumano di humus e funghi. Numerosi i cercatori micologici stamattina che tentano di accaparrarsi il "Boletus edulis", Sua maestà il Porcino. Ma la raccolta migliore si fa al mattino presto.
Ci fermiamo, per una breve sosta, a Giaveno dai maestri "Bulaiet" che vendono i funghi. Prezzi da 23Euro ai 10euro al Kg, tutto dipende dal grado di freschezza, profumo e bellezza del prodotto.
Dopo la sosta ci attende la salita a Coazze e a seguire la più dura, ma ben asfaltata, di borgata Tora. Nome che spero non gli sia stato dato per gli avvenimenti della II Guerra Mondiale, l'attacco giapponese a Pearl Harbor, quando il comando nipponico trasmise la parola in codice per segnalare l’inizio dell’attacco: “Tora, tora, tora”.


giovedì 26 settembre 2019

Pellegrinaggio Kumano Kodo (Giappone) Settembre 2019


Dal racconto dell'OrcoRolfy

Ho sempre amato viaggiare e raggiungere terre e paesi lontani. Aprirsi al mondo conoscendone i popoli, le usanze, e il cibo, permette di crescere, imparare ed avere una più ampia conoscenza e consapevolezza del pianeta in cui viviamo.
Amo l’Oriente fin da quando ero bambino: la sua cultura millenaria, le sue tradizioni, i templi e l’energia che trasmette nei suoi luoghi più selvaggi e sacri. Il 2019 per me è la volta del Giappone, il paese del Sol Levante dove tecnologia, tradizione e spiritualità coesistono insieme.

Il 31 agosto, dopo 12 ore di volo, metto finalmente piede a Tokyo, capitale del Giappone. Il mio viaggio inizia nella futuristica megalopoli di quasi 38 milioni di abitanti per poi proseguire fino al Monte Fuji (famoso vulcano e punto più alto del Giappone a 3776M, quindi a Kyoto. La città, dalla storia millenaria, e’ piena di templi,Geisha e parchi, che in primavera e in autunno mostrano tutta la loro bellezza grazie ai colori dei fiori e delle foglie. Proseguo per Osaka, con la sua vibrante vita notturna e il suo buonissimo street food e il Koyasan, senza dubbio il posto più mistico, tappa di meditazione e di templi shintoisti, e luogo del più grande cimitero del Giappone.
Ma il vero viaggio inizia a Tanabe, una piccola cittadina marittima punto di partenza del Kumano Kodo, il pellegrinaggio più antico del Giappone. Tanabe si sviluppa lungo l’estremità più a sud della penisola di Kii, in una regione sacra che in passato prendeva il nome di Kumano. Kumano è infatti considerato un luogo di benessere, la dimora degli dei, e nel 2004 divenne Patrimonio Unesco dell’Umanità. Oggi è una straordinaria opportunità, per giapponesi e stranieri, di immergersi nella spiritualità e nella più antica cultura nipponica, riscoprendo tradizioni ormai perdute.
Il Kumano Kodo presenta molte vie e sentieri ma la più importante è la Nakahechi , “la via Imperiale”. La Nakahechi Route ha inizio a Tanabe, in particolare dal tempio di Takijiri-oji, confine dell’antico regno di Kumano. Da qui il pellegrinaggio si muove verso est, immergendosi nel cuore della penisola di Kii, scoprendone le montagne, e raggiungendo infine il gran santuario Kumano Hongu Taisha. Dopo aver pagato il tributo al santuario di Hongu, i pellegrini viaggiavano in barca lungo il Kumano-Gawa River fino a Kumano Hayatama Taisha, il secondo dei tre grandi santuari. Una visita poi al Kumano Nachi Taisha completava il pellegrinaggio. Ancora oggi è così: si raggiunge infatti il santuario di Hayatama Taisha tramite barca e il santuario di Nachi Taisha per mezzo di un ulteriore tratto a piedi. Generalmente il percorso di circa 70 km è percorribile in 4-5 giorni completamente a piedi ,salvo tifoni ,piogge torrenziali , caldo e umidità opprimente, che sono molto frequenti nella zona. Io e OrcoSmaug, la mia compagna di viaggio e di vita, abbiamo cercato in completarlo in tre. Ecco com’è andata.

Prima tappa
Lunghezza: 18 km 1231 m d+
Inizio: Tanabe, tempio di Takijiri-Oji
Fine: Nonaka

Partenza da Osaka alle 7 del mattino con treno regionale che dopo circa 3 ore giunge alla Stazione di Kii-Tanabe. Dopo aver chiesto informazioni riguardo al percorso e orari dei pullman nell’ufficio turistico locale, prendiamo la navetta fino al tempio di Takijiri-Oji . Sono ormai le 11 passate e per la fretta e la paura di non riuscire ad arrivare a Nonaka entro le 5 del pomeriggio, ora massima per effettuare il check-in (i giapponesi sono molto precisi e puntuali quindi arrivare in ritardo potrebbe significare non avere un letto per la notte), non abbiamo comprato cibo per il pranzo. Vicino al tempio però, in un altro ufficio turistico, compriamo dei noodles istantanei molto economici che ci vengono serviti in poco tempo dalla signora della reception, con la solita gentilezza che contraddistingue i locali. Ancora affamati, ma con qualche barretta energetica e molta acqua nello zaino, ci incamminiamo verso il monastero accanto al Tonda river. Il sentiero inizia con una salita ripida nel bosco fitto e ricoperto di muschio. Il caldo è opprimente. Resisto con la maglietta per
qualche centinaio di metri e alla fine sia io che OrcoSmaug ci togliamo gli indumenti superflui sperando di patire meno il caldo. Il sentiero è deserto, tranne due escursionisti australiani che ci fanno gli auguri per l’inizio del nostro cammino. Nel continuo saliscendi del bosco attraversiamo i villaggi di Takahara e di Chikatsuyu fino ad arrivare a Tsugizakura-oji. Siamo sudati come non mai e neanche l’ombra del fitto bosco ci dà tregua. Affrontiamo l’ultima discesa verso Nonaka, con un cartello che avverte di fare attenzione ai serpenti velenosi: e infatti poco dopo scorgo tra le radici di un albero, perfettamente mimetizzato, un bel rettile strisciante lungo più di un metro che ci osserva diffidente! Scattiamo qualche foto e con molta attenzione scendiamo fino al nostro ryokan ( albergo tradizionale giapponese ) dove ci facciamo finalmente la meritata doccia e assaporiamo una gustosa cena con un’ottima tempura (tipica frittura molto leggera di vegetali e pesce giapponese) . Nel complesso percorriamo 18 km e poco più , i dislivelli non sono impegnativi, e si arriva a un’altezza massima di 700 metri. I punti ristoro sono diversi, sparsi lungo il percorso, e il paesaggio dei boschi si alterna a piccoli villaggi tra i campi di riso .

Seconda tappa
Lunghezza: 26km 1270 m d+
Inizio: Nonaka
Fine: Yunomine-Onsen

Questo tratto di 26km si sviluppa lungo magnifici sentieri di montagna in mezzo alle foreste. Non ci sono punti di ristoro, quindi occorre portarsi cibo e abbondante acqua. Partiamo poco sopra Nonaka dove la gentile signora del ryokan ci porta con la sua macchina . Il sentiero attraversa il fitto bosco e il fresco del mattino rende la camminata piacevole fino alle 10h00 , quando di nuovo l’umidità e il caldo rendono tutto più insopportabile e faticoso  . Il nostro pranzo è a base del solito agglomerato di riso ripieno di radici e salse locali gentilmente preparato dalla signora del ryokan di cui non abbiamo tutt’ora capito il nome. Un altro serpente che sembra non curarsi della nostra presenza passa sopra i miei piedi mentre divoriamo voracemente le nostre scarse scorte di carboidrati. Ormai ci stiamo quasi facendo l’abitudine e continuiamo il nostro banchetto tranquillamente . Con lo stomaco parzialmente pieno, visitiamo l’Hosshinmon-oji, conosciuto come “la porta del risveglio dell’aspirazione verso l’illuminazione”, quindi Fushiogami-oji, un punto panoramico dal quale si vede per la prima volta, in lontananza, il santuario di Hongu. Giù per il sentiero, dopo 20 km dalla partenza, raggiungiamo finalmente il Gran Santuario di Kumano Hongu Taisha. Situato su un crinale, circondato da giganteschi cedri e cipressi, lo visitiamo con una guida locale che ci accoglie poco prima del tempio (non avevamo alcun bisogno delle sue spiegazioni, ma lui comunque insistendo ci guida verso tutti i
punti sacri del luogo, parlando un misto di giapponese, italiano e inglese che ci sfinisce quasi quanto il caldo opprimente) . Terminata la visita ai templi, ci rechiamo presso il Kumado Kodo World Heritage Center al quale consegnamo il nostro foglio preso alla partenza da Tanabe con i timbri che attestano il completamento della prima via fino al santuario. Essendo il Kumano Kodo gemellato con il Cammino di Santiago, se avessimo anche percorso quest’ultimo avremmo potuto prender parte alla cerimonia dei due pellegrinaggi spirituali completati, tuttavia ci attestano solo il completamento del percorso giapponese . Usciti dalla struttura camminiamo fino a un’imponente porta in acciaio, la Otorii, alta 40 metri e larga 42 metri, eretta nell’anno 2000. Questa, oltre a segnare l’entrata all’area sacra del santuario, traccia una netta linea tra il mondo secolare e quello spirituale. Scattiamo qualche foto e continuiamo la nostra marcia. La giornata infatti non è ancora finita: mancano ancora 4 km all’arrivo. La notte dormiremo a Yunomine-Onsen, famosa località termale tra le sorgenti naturali di acqua calda e le verdi colline della valle. Percorriamo, sudatissimi e un po’ affaticati, l’ultimo tratto di dislivello di circa 300 m, che ci portano rapidamente in cima alla collina che domina la zona, per poi discendere fino al piccolo villaggio incastrato nella stretta valle, dove ci rifocilliamo con una bella birra fresca . Il nostro ryokan, poco distante dalla fine del sentiero, è molto bello. Dispone addirittura di un’Onsen all’aperto con acqua termale (tipico bagno giapponese, l’equivalente delle nostre terme) nel quale possiamo rilassarci. Alle 6 in punto, dentro le stanze dell’albergo, ci viene servita l’ennesima cena tradizionale a base del loro tanto amato riso in bianco seguito da tempura, sashimi di tonno, zuppa di miso, verdure, e radici di cui non conosciamo il nome .Ci sentiamo meglio, il bagno e la cena ci hanno fatto ritrovare un po’ di energie, e poco dopo le 9 andiamo a dormire pensando alla tappa finale di quasi 32 km e 1700 m d+ che ci aspetta il giorno seguente.

Terza tappa
Lunghezza: 32 km 1730 m d+
Inizio: Yunomine-Onsen
Fine: Nachisan


Dormo poco la notte precedente, il rumore della forte pioggia sui tetti e il vento che piega gli alberi e i bamboo, mi tengono sveglio. Il percorso che ci aspetta è molto impegnativo e senza punti di appoggio. Il poco tempo a disposizione e le cattive condizioni del sentiero mi fanno pensare a un piano alternativo. Ci alziamo alle 6:30 e facciamo colazione. Fuori non accenna a migliorare: anzi una pioggia battente, vista poche volte nella mia vita, mi fa capire che non sarà possibile percorrere l’intero percorso. Con i nostri impermeabili marciamo comunque per circa 6 km scendendo dalla valle. Il fiume è in piena, quasi al livello delle case, e la pioggia torrenziale ci rende bagnati come se stessimo facendo una doccia. Noi comunque continuiamo, e le poche persone che incontriamo ci guardano come alieni dall’asciutto delle loro case. Per 1 ora e 30 resistiamo, poi davanti a una fermata cediamo e saliamo su un pullman per raggiungere Nachisan. Impeghiamo un’ora e mezza tra pullman e treni in direzione della nostra tappa finale. Siamo ancora super bagnati e l’aria condizionata sparata a mille dei trasporti giapponesi ci fa quasi prendere una bronchite! Giungiamo
finalmente a Nachisan in un’atmosfera da film apocalittico. Nessuna persona in giro, stradine deserte, pioggia torrenziale e nebbia ; tutto questo rende però ancora più magico questo posto. Dopo una breve salita mi trovo davanti al Gran Santuario di Kumano Nachi Taisha (Il santuario ha una lunga storia e in passato veniva usato per l’allenamento dei monaci di montagna che praticavano Shugendo, un mix religioso di credenze indigene e straniere). Il santuario e’ magnifico, e fa da sfondo a una vista indimenticabile sulla cascata di Nachi-no-Otaki che, alta 133 metri, è la più alta di tutto il Giappone. Scattiamo alcune foto e riprese video e poi puntiamo dritti nel nostro Ryokan dove attendiamo con pazienza la rigida puntualità per effettuare il check-in dei giapponesi, i quali nonostante le difficili condizioni climatiche ci fanno attendere più di 2 ore per avere una doccia calda e una camera. Non importa, sono perdonati. Il paesaggio mistico è di una bellezza tale che non ci arrabbiamo neanche…troppo . Si conclude così il nostro viaggio nella bellissima penisola di Kii in uno degli scenari più mistici e selvaggi del giappone : non è un addio, ma un arrivederci. Arigato Gozaimasu!

venerdì 6 settembre 2019

10° Ediz TOR DES GEANTS diario Courmayeur(Ao) 6 - 15 Settembre 2019

Video Start Tor des Glaciers 2019
Video Start Tor des Geants 2019
Foto Tor des Geants 2019
Classifica Tor des Geants 2019

Sito Tor des Geants

Edizione 2018
Edizione 2017         
Edizione 2016        Edizione 4k Alpine 2016
Edizione 2015 
Edizione 2014
Edizione 2013
Edizione 2012
Edizione 2011
Edizione 2010


Dal diario dell'OrcoPinoR

Presentazione
Decima edizione del Tor des Geants, manifestazione ormai conosciuta in tutto il globo terracqueo.
Chi l'avrebbe detto che avrebbe attecchito così, nel cuore degli amanti dell'outdoor.
La prima edizione ad invito, nel lontano 2009 con uno sparuto gruppetto di pazzi che ci aveva lasciati tutti di sasso. Invece eccoci alla decima edizione. Complimenti agli organizzatori che hanno perseverato nel lavoro resistendo a tutte le difficoltà, non ultima la diatriba del 2016 con la manifestazione organizzata dalla regione. La contestata ed ormai archiviata 4K ALPINE

Per festeggiare la decima edizione la manifestazione quest'anno si chiama TorX e propone ben 4 percorsi.

- Tor des Glaciers(New)  450km e 32000D+ partenza Venerdi 6 Settembre 2019
- Tor des Geants 330 km e 24.000D+  partenza Domenica 9 Settembre 2019
- Tor 130 (ex TotDret)  130km e 12000D+ partenza Mercoledi 11 Settembre 2019
- Tor30-Passage du Malatrà(New)  30km e 2000D+ partenza Sabato 14 Settembre 2019

Pensate, cari lettori, che solo con le iscrizioni ai 4 eventi,  la società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata che fa capo ai VDA TRAILERS ha incassato circa 1milione di euro. Complimenti anche per aver creato, dal nulla, questo business sportivo.

Era della partita il nostro OrcoMami, iscritto al Tor classico, ma per problemi fisici ha dovuto, suo malgrado, rinunciare. Quindi nessun Orco alla partenza quest'anno, ma tanti amici degli Orchi in gara che cercheremo di seguire in questo piccolo diario.
        Il materiale obbligatorio preparato da Omar Geant Riccardi


Venerdi 6 Settembre 2019

Dopo la presentazione degli atleti, parte il Tor des Glaciers  450km e 32000D+.
100 gli atleti partiti puntuali alle ore 20.00 al ritmo della musica di Vasco Rossi "Un mondo migliore".
La perturbazione di Giovedi 5 settembre 2019 ha lasciato sui colli la neve. Sarà una notte lunga e fredda. Forza ragazzi siete i GIGANTI dei Giganti.
Un ringraziamento al nostro inviato speciale Omar Geant Riccardi per il video e le foto.


Sabato 7 Settembre 2019
Ritiro pettorali per il Tor des Geants classico 330km. Atleti concentratissimi.
Pettorale 1339 per Sergio Gallicet che arriva fisicamente preparato all'appuntamento con bei 60.000D+ da inizio anno con un po' di bici. Sergio è stato finisher TOR già nel 2011
Pettorale 1726 per Omar Geant Riccardi, caricatissimo ed appena arrivato dal mare. Omar è ormai un veterano; 2013 Finisher, 2014 saltato a Gressoney, 2015 Finisher. Suo miglior tempo 110h e 76° assoluto. 
Omar si è prestato come volontario per il Centro ricerche CNR di Pisa  per gli studi 

sull’invecchiamento di chi fa endurance e sui relativi rischi cardiovascolari, sull’elasticità vascolare e, infine, sul comportamento psicologico dell’atleta prima e dopo la competizione, con particolare attenzione all’ansia, alla depressione e alla valutazione del rischio

Consegnato dall'organizzazione, per gli atleti asiatici, un vademecum per aiutare le comunicazioni con i volontari sul percorso.😊

Domenica 8 Settembre 2019
Parte, alle 12.00, la decima edizione del Tor des Geants. 1000 atleti alla partenza. Intervista agli amici; Sergio, Omar, Raffaella, Gianluca..



Alla partenza anche venti uomini del 5° Reggimento di Vipiteno, per verificare il comportamento dei militari sotto stress. In cambio, dicono voci di corridoio,  che l'Esercito Italiano metterà a disposizione, per l'organizzazione, due elicotteri dotati di visione notturna, sicuramente di grande aiuto per il recupero di atleti infortunati durante le ore di buio
              Foto Tor des Geants Organizzazione

Gli organizzatori avvertono che ai colli il freddo sarà intenso, sopratutto durante la notte, le temperature potranno scendere da -5 a -10 gradi.
              Foto Tor des Geants Organizzazione

Lunedi 9 Settembre 2019
Dicono che la notte porta consiglio, ma la notte tra Domenica e Lunedì ha portato subito la neve ed il freddo in quota.
Ritiri eccellenti oggi dopo 1gg dalla partenza. Lisa Borzani, Franco Colle, Stefano Ruzza hanno deciso di fermare il loro TorX per problemi fisici.
  Stefano Ruzza consolato dalla moglie Eleonora e da Sonia Glarey

I nostri amici; Sergio e Omar procedono spediti verso la base vita di Cogne, dopo aver passato il Colle Loson coperto da un leggero manto bianco.
Alla fine di questa giornato 170 i ritirati al Tor des Geants.

           Foto Omar Geant Riccardi (Colle Loson 9 set 2019 ore 14.00)

Martedi 10 Settembre 2019
Nella prima mattinata di oggi, il nostro amico Sergio ha abbandonato la corsa. Ecco il messaggio della sua compagna che l'assistiva alle Basi Vita:
"Sergio si è ritirato ieri a Rhemes Notre-Dame. Dopo  una brutta notte con problemi di stomaco, (una mezza congestione).
E' diventato molto difficile gestire anche la fatica della salita a Valgrisanche ed il grande freddo. 
In base vita ha provato a scaldarsi, bere e riposare con poco successo. È comunque ripartito ma nella discesa su Rhemes aveva anche le gambe imballate e male al solito ginocchio.
Ha fatto bene a fermarsi, ora sta ronfando alla grande. Stasera o domani rientriamo in Valle di Susa".

Oggi alle 21.00, da Gressoney St.Jean, parte la 3° ediz della TotDret rinominata quest'anno Tor130.
La gara si sviluppa per 130km e 12.000D+. 500 gli atleti partenti.


Mercoledì 11 Settembre 2019
Oliviero Bosatelli, bissa e  vince la 10°edizione del Tor des Geants in 72h 37min 13sec
                           Foto Tor Des Geants Organizzazione

Ecco la sua incredibile tabella di marcia
L'amico Omar Geant Riccardi alle 12.30 di oggi transita alla Base Vita di Gressoney. Stanco ma in buona forma fisica e cognitiva visto che riesce a mandarci un Selfie.
Luca Papi conduce in solitaria la testa del Tor des Glaciers per gli uomini, per le donne l'inossidabile Marina Plavan.
Giuliano Cavallo si aggiudica il Tor130 con un tempo record 23h 1min 25sec, per le ragazze podio più alto per Cugnetto Marina che chiude in 28h 53min.


Giovedi 12 Settembre 2019
La spagnola Silvia Trigueoros Garroa si aggiudica la 10°edizione del Tor des Geants in 85h 23min
                           Foto Tor Des Geants Organizzazione

la sua tabella di marcia:
Luca Papi, italiano naturalizzato francese, vince la prima edizione del Tor des Glaciers in 130h e 10min, ben al di sopra delle 100ore iniziali previste dall'organizzazione.
                           Foto Tor Des Geants Organizzazione
Dal post FB di Stefano 
Dopo una mezz’ora di riposo ed un pasto caldo, Omar nella foto ad Oyace, è ripartito in direzione di Ollomont. Arrivo previsto all’incirca all’una.
Fisicamente è a posto e molto più in forma di quanto fosse a Cogne lunedì sera, anche grazie al fatto di non essere stato svegliato stamattina ed aver dormito sei ore al posto delle due previste

Venerdi 13 Settembre 2019
Omar prosegue il suo 4° Tor. Eccolo ritratto a St,Rhemy en Bosses alle 11,30 di oggi. Dopo un lauto ed ultimo pasto degno della tavola di Lucullo, si attende il suo arrivo a Courmayeir intorno alle 21.00 di stasera.

Sabato 14 Settembre 2019
Parte oggi il Tor30-Passage du Malatrà, novità di quest'anno.Una gara sulla distanza di 30km e 2000D+, con partenza alle ore 10,00 da St.Rhemy en Bosses e arrivo a Courmayeur nel tempo massimo di 8ore. Una manifestazione per tutti quelli che voglio assaggiare un pezzo d Tor. Passaggio importante il Colle di Malatra' a 2928slm. Costo iscrizione 40euro. 500 atleti alla partenza.
Al TOR30 – PASSAGE AU MALATRÀ  vincono  Davide Cheraz e Tiffany England.
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La Sudafricana Anouk Baars Vince la 1° ediz. del Tor des Glacier in 183h
                           Foto Tor Des Geants Organizzazione

Omar Geant Riccardi conclude il suo quarto Tor ed il terzo da Finisher.

La tabella di marcia di Omar che chiude in 135h 41min
Alla prima birra.


Sentito al telefono Omar... ci dice che:
"Muscolarmente sto bene, tutto sommato. Il freddo ai colli paventato dall'organizzazione non l'ho subito più di tanto, a parte la prima giornata al colle d'Arp. 
A metà percorso mi sono fatto applicare un taping per il muscolo tibiale che poi ho rinnovato alle altre basi vita. Quello che invece mi ha messo quasi KO sono state delle vesciche al mignolo della gamba destra, che erano sotto controllo fino al colle di Malatrà, tant'e' che in salita superavo diversi compagni mentre in discesa mi passavano facile. Dal Malatrà è  stato un inferno. La discesa ed i saliscendi per arrivare a Courmayeur sono stati durissimi.  Ma sono riuscito a chiudere questo mio terzo TOR dove non si finisce mai d'imparare. Le vesciche purulente sono ora curate, e adesso ci godiamo la festa al Palasport di Dolonne. Faccio un appunto sulla gestione dell 'applicazione "Live" che permette di seguire gli atleti da casa. Questa, ha ampi margini di miglioramento. 

Grazie a tutti gli amici che mi hanno seguito. Adesso mi attende qualche mese di riposo".



Domenica 15 Settembre 2019
Si conclude la scorpacciata del Tor des Geants Finisher e ritirati:

Premiazioni e festa finale, oggi presso il palazzo dello Sport di Dolonne fraz.(Courmayeur).