Foto Trail di Oulx 2015 Race
Classifica Trail di Oulx 2015
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Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga alla 42km
Cominciamo dal fondo, grande festa degli Orchi Trailers alla presente edizione del classico Trail di Ulzio, anno di grazia 2015.
Dire che è stato un grande successo di squadra è veramente limitativo, i numeri sono impressionanti:
Sulla gara lunga da 42 km su 93 partenti Gli Orchi schierano 9 partecipanti di cui 8 arriveranno al traguardo, e rispettivamente classificati alla 20°-21°- 25°-37°-38°-46°-56°-71° posizione, mentre sulla gara da 22 km su 139 partenti troviamo 7 Orchi, tutti arrivati classificati alla 21°-48°-67°-97°-112°-117°-129° posizione.
E questo la dice lunga come Gli Orchi prediligano i percorsi impegnativi, nervosi e decisamente tosti, praticamente 1 ogni 10 partenti della maratona era un atleta Orco e con piazzamenti decisamente confortanti.
La giornata eccezionalmente tersa, temperatura frizzante al mattino con 5°C ed il ricordo appena sfumato delle grandi avventure di questa annata di grazia hanno risvegliato il desiderio di partecipazione al più classico dei trail della val di Susa. Qualcuno si lamenta ancora per gli strascichi estivi del mondo UTMB ma è troppa la voglia di esserci, di ritrovarsi in compagnia a competere su un percorso di lunga distanza.
Al mattino non si parla altro che di Tor, CCC, Tds Zermatt etc forse per esorcizzare i classici 42 km su un percorso in buona parte inedito sovrastato da sua maestà il Seguret, che lascia presagire una salitaccia infernale. Domanda di rito: ma come diavolo si arriverà in cima a quella punta, un ammasso di pietre informe che brilla di una sua luce propria e un po’ sinistra per il colore del suo calcare.
Basta guardare la foto aerea del percorso per lasciare presagire una vetta che si staglia netta sullo sky line,l completamente bianca tanto da apparire come un vasto bacino glaciale .
E’ infatti il Seguret (2925 mt) , nostra meta odierna, una meta di grande interesse geologico. Esso rappresenta infatti l’unica esempio di roccia dolomitica presente in Val di Susa; sulle sue pendici si aprono diverse grotte e caverne tipiche degli ammassi calcarei.
La sua massa eccezionalmente bianca è infatti costituita dalla Dolomite, minerale composto da carbonato di calcio e magnesio che cristallizza sotto forma di cristalli di colore piuttosto chiaro, di provenienza delle roccie sedimentarie, tipiche di un vasto mare profondo.
Quest’anno infatti il percorso è perfettamente baricentrato sulla capitale dell’alta val di Susa, ovvero Ulzio.
Spostamento di circa 10 km fino a Salbertrand, transitando sul lato dx orografico sulle tracce del sentiero dei Franchi, ormai classico della gara, fino all’attraversamento dell’autostrada sul ponte dell’area di servizio che rappresenta un tocco di modernità infrastrutturale in un contesto decisamente alpino.
Attraversamento solito di Salbertand per le sue caratteristiche antiche strade in selciato e calma piatta fino al 16° km. Di qui in poi il profilo altimetrico si rivela decisamente impietoso con una salita mozzafiato di quasi 800 metri fino alla quota 2000 del ristoro posto al 20°km.
Finito il bosco, si apre un panorama è mozzafiato.
Si percorrono circa 500 metri della strada militare, tutta la zona posta sotto le ultimi propaggini del monte Seguret, fatta di guglie, pareti strapiombanti, grotte, anfratti, attraversando un ambiente unico e irripetibile proprio in corrispondenza della galleria dei Saraceni, a U, lunga 800 mt. e costruita dagli alpini per ovviare alla traccia posta all’esterno diventata impraticabile. Ad oggi la galleria Seguret, ardita opera del genio militare, ultimata nel 1929, risulta sbarrata. Siamo sovrastati dalle grotte dei saraceni, incombenti sulla valle e sul vicino Forte Pramand. Pare che il toponimo Seguret , di origine celtica, derivi da "segu", luogo impervio e inaccessibile; dalla stessa radice "seg" deriva il nome degli antichi abitatori della valle, Segovi e Segusini.
Ed ecco spiegato il proseguimento della nostra bella corsa. Infatti come dice il nostro Dante, abbandoniamo ogni speranza di trovare sentieri, si prosegue su mare di sfasciumi, pietrame e dossi impervi per circa 900 metri di dislivello, su tracci esilissime guardando solo il posteriore del nostro compagno più sopra.
Riusciamo ad attraversare anche una antica forra crepaccio decisamente profonda che occorre saltare di buona lena. Proibito inciampare!
Un giovane compagno di corsa di appena 18 anni mi chiede di potermi seguire e mi racconta la sua triste storia di una grave malattia ed il tunnel della chemioterapia da cui era uscito un anno orsono.
Non posso fare a meno di ammirare il coraggio di un giovanissimo che per amore della montagna è riuscito ad uscire dallo sport agonistico ed a sconfiggere la malattia. Ci ritroviamo velocemente alla croce di vetta.
Da qui è visibile tutta la grande conca-vallata in cui sovrasta la più alta cima del Vallonetto (3222m), la giornata è stupenda e la vista spazia dalla bassa Val di Susa fino alla Rognosa d’Etiache, con uno splendido primo piano sul gruppo Grand Hoche – Clotesse e Delfinato. Si continua con traversata eccezionale di cresta su tutta la dorsale spartiacque, una mortale risalita alla vicina cima( Gusto un po’ sadico degli organizzatori) e il discesone al precedente ristoro al 31° km.
Una discesa interminabile , in realtà di pochissimi km, ma tracciati esattamente sulla linea di massima pendenza , su cui conviene tirare il freno, ci porta alla vecchia miniera di gesso di Signols. E qui inizia un sentiero direi commovente, sapientemente ripristinato, che ci riporta alla civiltà contadina e pre industriale, con i reperti della vecchia teleferica. Siamo esattamente sopra Signols che si raggiunge in breve. A questo punto, attraversata la Statale di fondo valle, ulteriore salita per arrivare dopo circa 6 km al sospirato traguardo di Ulzio dopo aver percorso un poderoso anello nel fondo valle.
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