sabato 20 marzo 2010
IL BATTESIMO DEL TRAILER
Il Racconto di Roberto al suo primo Trail (Winter Trail del Cervino 14 Marzo 2010).
Ho appena (sono le 14:46 del 16 marzo 2010) terminato di leggere il post pubblicato da Pino sul blog degli Orchi, e mi sto domandando: “…e adesso cosa scrivo che Pino ha già raccontato tutto con tale dovizia di particolari??”.
Beh….forse posso raccontare delle emozioni vissute in questa mia PRIMA GARA di corsa in assoluto; infatti, fino a domenica scorsa, neanche una banale “Stratorino”.
I giorni che hanno preceduto l’evento, da buon novellino, ho tempestato di mail Pino (che mi ha sempre risposto gentilmente ed in maniera esaustiva ndr) chiedendo se avessi dovuto portare con me cibo, “bastoncini”, giacche a vento, moon boots….
Ero eccitato come un bimbo che deve partire per la gita di scuola, cercando di immaginare la gara ed il suo percorso, i partecipanti ed il contesto, poi la realtà si è dimostrata ben diversa.
Domenica mattina siamo partiti di buon’ora, ed a Collegno ci siamo incontrati con Marcello ed Andrea e poi via verso la meta. Anche se “nuovo” del gruppo, i miei compagni di viaggio mi hanno accolto con calore ed abbiamo subito rotto il ghiaccio. Si è parlato di tutto ma sono rimasto in religioso silenzio (anche perché non avrei avuto nulla da dire…) quando si conversava di ascese, arrampicate, persone e vette da conquistare.
Giunti sul posto, mentre mi scaldavo con Pino R. a suon di calci e pugni e gli altri partecipanti ci osservavano come fossimo marziani (o forse tamarri???), ho ritirato il mio primo pettorale e poi tutti a cambiarci all’interno del bar tra gli sguardi estasiati delle belle e prorompenti avventrici (ma quando mai!!!!!)
Ci scaldiamo sulla pista di fondo battuta e morbida al contempo, da illuso ed inesperto mi attendo di coprire la distanza in un’oretta e mezzo, una e tre quarti al max. Ma dopo 5 minuti dallo start, l’amara sorpresa; il percorso si inoltra nel bosco in uno stretto camminamento dove i caduti (ed io tra essi) giacciono a manciate su ambo i lati.
Ad un certo punto mi “insabbio” sino alla vita ma come un sole, una dolce oncorrente dal peso stimato di 50 Kg, mi aiuta a rialzarmi con mio immenso imbarazzo.
Il resto della gara per me è solo “lacrime e sangue” ; cado a ripetizione, sento il respiro affannoso di coloro che mi seguono ed io che li lascio passare perché non voglio esser d’intralcio. Al 5° KM uno sparuto gruppetto si sostiene a vicenda e tra i componenti conosco un neofita come me (Flavio) e con lui, alternativamente, ci “trainiamo”.
Al 7° Km come un miraggio, mi si palesa dinanzi il primo (ed unico) ristoro; trangugio qualsiasi cosa le attempate ma cordialissime signore mi offrono….e poi via di nuovo nel bosco, verso morte certa! Corro ormai da solo, i primi saranno già a casa ed i pochi dietro di me distano circa 100-200 m; penso alla famiglia, al mio cucciolo di 3 anni e trovo la forza di arrivare all’ultimo KM.
E’ tutta salita sino al traguardo, cammino e la mente è vuota ed il corpo mi sta ormai abbandonando, ma intanto osservo i monti che mi circondano e la FORZA della natura mi sospinge sino all’arrivo. Giungo al traguardo (per la cronaca quart’ultimo), mi ristoro e mi dirigo all’auto di Pino P per cambiarmi e qui….. un pianto rigenerante mi libera di tutte le tensioni, fatiche, emozioni e pensieri che mi hanno tenuto compagnia lungo il percorso. Sono felice, ce l’ho fatta!
Grazie ORCHI!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Ciao Roberto, complimenti per il coraggio! Pur senza aver nessuna esperienza di gare, ti sei lanciato in un'impresa di questo livello! Permettimi di dire, ora è tutto in discesa... ;-)
RispondiElimina