lunedì 2 novembre 2020

Mtb - Lago Layet - Vallone di Saint Marcel(Ao) 31 Ottobre 2020

 

Foto Mtb St.Marcel

Dal racconto dell'OrcoBee

OrcoCamola ha trovato il modo di unire il suo  atavico amore per la Valle d’Aosta con la recente passione per le ruote grasse. Dopo Torgnon e dintorni di sabato scorso ci propone un giro nel vallone di Saint-Marcel, sopra l’abitato dell’omonimo paese, vicino a Fenis.
Aderisce senza batter ciglio l’Ogredoctor, anche lui sempre più affascinato dalle due ruote.
L’atmosfera generale è di nuovo pesante, siamo ripiombati nel pieno dell’incubo collettivo da Covid, i contagi dilagano anche tra gli Orchi (in bocca al lupo a tutti!) e limitano la presenza all’uscita.
Il venerdì pomeriggio leggo velocemente la descrizione dell’itinerario e noto le avvertenze su qualche tratto dalle pendenze veramente toste  con rampe ancora più feroci dovei occorre scendere dalla bici...mi preoccupo un po’;  vabbè aggiungiamo incubi agli incubi, del resto  il 31 ottobre si festeggia Hallowen per i più giovani, è vigilia della festa di Ognissanti per noi più attempati.
Partiamo alla volta di Saint Marcel di buon mattino in una pianura nebbiosa e freddina.
All’imbocco della valle le nebbie si diradano e ci accoglie un cielo blu, i colori autunnali fanno capolino, ormai anche in bassa valle.

Usciamo a Nus, passiamo Fenis e ci dirigiamo verso Plout, frazione di Saint Marcel, 1000 m. di altitudine circa, dove parcheggiamo.
Ci aspettano 1300 metri di dislivello in 16 Km circa ma il grosso sarà fatto negli ultimi 6 km con le famose rampe di cui si diceva.
Allevia le nostre ansie una spettacolare ambientazione autunnale con i colori tipici di questa stagione di mezzo. Il primo tratto di strada è asfaltato; si sale, scacciando i primi brividi di freddo, in mezzo a splendide borgate, pendii curati, e pennellate di verde-giallo-rosso-marrone. Ogni tanto la vista si apre sulle montagne della Valle, Ci sono alcune frazioni che godono di una vista che spazia dal Bianco al Cervino e al Massiccio del Rosa, le pause per contemplare tanta bellezza sono d’obbligo e ci consentono di rifiatare. Il sole, pur essendo l’itinerario nel versante all’ombra, comincia a scaldare.
L’asfalto termina dopo 9 km alla frazione Drugees. Comincia lo sterrato che aggira le vecchie Miniere di calcopirite (visitabili: info  https://www.minieresaintmarcel.it/) la gita comincia a svelare la sua natura: ottimo fondo ma rampe feroci. Dapprima gli strappi si alternano a tratti di falsopiano, dopo un cancello una discesa ci fa perdere qualche metro e rifiatare ma sarà l’ultima occasione. Da lì in poi la pendenza passa da una media del 10-12% a strappi al 16% e muri oltre il 20%. Per fortuna la bellezza del posto e della giornata ci forniscono il pretesto  per frequenti pause che preservano le coronarie dall’esplosione. Si passa più volte il torrente Saint Marcel, alcuni alpeggi, e poi sempre sui muri ci si affaccia sulla nostra meta, il lago Layet, semighiacciato. Da li, volendo, con altri due km sempre molto ripidi si arriva all’ultimo alpeggio del vallone.

Pausa e tempo per cambiarci e comincia le seconda parte della gita, la discesa. Per un tratto ripete l’itinerario di salita per poi deviare sulla sinistra per una strada bellissima, leggermente più tecnica in mezzo ad un bosco di larici ingialliti dall’autunno che costeggia il torrente e ci permette di evitare tutto l’asfalto della prima parte di salita.
Le pendenze si fanno sentire anche in discesa, i freni delle bici e le mani dei ciclisti sono messi a dura prova.
In brevissimo tempo scendiamo e siamo alle macchine, non fa freddo, ci cambiamo e ci concediamo una birretta in quel di Fenis prima di tornare alle atmosfere cupe della quotidianità di questo periodo, purtroppo non per effetto di Hallowen.
La montagna ci ha di nuovo regalato qualche ora di bellezza, ha alleviato le nostre angosce e placato le nostre ansie;  se in cambio ci chiede solo un po’ di fatica, va bene, siamo disposti a concedergliela.
Grazie a OrcoCamola, che ci ha fatto conoscere questo angolo più nascosto della Valle d’Aosta e a OgreDoctor, portatore sano e contagioso di grinta e tenacia.
W la montagna, W gli Orchi!



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