lunedì 21 luglio 2025

Monterosa Walserwaeg by UTMB - Gressoney St.Jean(Ao)19 luglio 2025

 


Sito Monterosa Walserwaeg

Dalle note dell’OrcoPinoR

Monterosa 2025 – Cronaca (quasi) eroica di un trail da 41 km e 2800 D+


La partenza è fissata per le 9.00 del 19 luglio 2025, ma tutto comincia ben prima, a settembre 2024, quando mi iscrivo alla 50k con OrcoSmaug e OrcoRolfy. Siamo una squadra… o meglio, lo eravamo. Dopo pochi mesi i due giovinastri decidono di passare alla 120k. E vabbè, ci sta: beata gioventù e articolazioni fresche.



Io, invece, decido di farla tutta in giornata: niente albergo a Gressoney. Svegliarsi alle 4 del mattino? Facile. Dormire la notte prima? Eh.


Nei mesi precedenti, trail ne vedo pochi: l’autunno, l’inverno e la primavera sono dominati dalla bici per prepararmi alla Hero Dolomites MTB del 14 giugno. Trail running e mountain bike si amano poco, ma alla mia età bisogna fare economia di cartilagini. Per non farci mancare nulla, due settimane prima della Walserwaeg partecipo anche alla GF Sestriere. Follia? Sicuro. Ma ormai è il mio sport principale.


Gli unici allenamenti trail veri? Un’uscita al Monte Robinet (17 km e 1600 D+), due giri sulla Musinè (17 km / 1000 D+), e poi solo qualche corsetta con 500D+ qua e là. Speriamo che la bici abbia fatto il suo dovere.


Giorno della gara – 19 luglio 2025


Sveglia alle 4.00, partenza da casa e alle 6.30 sono già a Gressoney. Dai 33° gradi di Alpignano ai 13° gradi della valle… un bel frigo naturale. Mi infilo nel primo bar che trovo e chi ti vedo? Franco Collé, il mito vivente del Tor des Géants, oggi in versione organizzatore-showman, che intrattiene i presenti con il carisma di un profeta valdostano. Lo saluto con deferenza e vado a ritirare il pettorale. Nessuna coda, nessun problema. Gressoney dorme ancora, ma ai traguardi arrivano già i finisher della 100k, mentre quelli della 120k sono in ballo da ieri.



Ammazzo il tempo con un tè in pasticceria vicino al laghetto. Rifletto sullo zaino, che sembra pesare come uno zaino da spedizione himalayana. Dentro c’è tutto: fischietto, telo termico, maglia e cappello di ricambio, guanti, giacca antipioggia, caramelle, borracce (una con sali, una con maltodestrine), 2 barrette, 4 gel, pastiglie di sali, maltodestrine in polvere e telefono. Non l’ho pesato: preferisco vivere nell’illusione.


Ore 9.10 – Si parte (con la seconda “vague”, ça va sans dire)


La gara è sotto l’egida UTMB, quindi francese è pure il vocabolario: vague anziché ondata. Iscritti? Tanti. Forse troppi. Prezzi? Lievitati. Ma l’organizzazione è perfetta.


Silvano Gadin in sottofondo annuncia per la quindicesima volta “…godetevi il viaggio tra le montagne della Valle d’Aosta…” – ormai potrei doppiarlo. Via!



Primi 4 km di falsopiano e salitelle, poi si inizia a salire davvero: un sentiero tecnico, stretto, che porta dai 1300 m fino all’Ospizio Sottile a 2500 m. Dopo i primi 300 D+ il traffico si sfolla e si riesce a tenere un buon passo. Nebbia fitta sopra i 2000, quindi del panorama promesso dal sito ne vediamo ben poco. L’ospizio appare all’improvviso come un miraggio alpino.



Ristoro veloce e si riparte verso il Colle Valdobbiola, con terreno pietroso e insidioso. Poi… la discesa killer: 1300 D- in un sol colpo. Bastoncini indispensabili. Le gambe iniziano a protestare in aramaico antico.


Arrivati in valle, si corre per 2 km su terreno più gentile per poi attaccare la seconda salita del giorno, quella che porta alla Diga del Gabiet (2363 m). Chi ha gestito bene la discesa può ancora spingere. Io… diciamo che trotterello.


A metà salita ci becca la pioggia. Ma siamo caldi, praticamente termosifoni ambulanti. Il tratto verso il rifugio Gabiet è pieno di sfasciumi e rocce viscide: ogni appoggio è una scommessa. Ristoro, cambio d’assetto: tiro fuori giacca e guanti. Fa freddino.



Si scende verso Staffal (Gressoney-La-Trinité). Altra discesa tecnica e bagnata: trail runner doloranti scivolano davanti a me come birilli. Qualcuno cade, ma si rialza. Io mi limito a evitare di imitarli.


Da Staffal si procede verso Gressoney-La-Trinité, poi ancora su e giù verso Alpenzu. Sentieri muscolari, impegnativi, soprattutto con già 30 km nelle gambe. Al ristoro di Alpenzu festa grande: musica, tifo, gente che applaude anche i camminatori accasciati.


Poi l’ultima discesa verso Gressoney Saint-Jean. Ma… a 2 km dall’arrivo, sorpresa! I sadici tracciatori infilano un’ultima salitina bastarda, come se 2800 D+ non bastassero. L’orologio segna 7h55… chiudo in 8h01. Crudele. 😂



Post-Gara


Doccia? Con bottiglia d’acqua naturale. Mangiare al tendone? Impossibile: code che manco ai saldi di Zara. Mi rifugio in un bar, con una birra di consolazione. Alle 21.00 sono a casa, confuso e felice. E con le gambe di legno.



Conclusione


Una gara splendida, tosta e ben organizzata. La Walserwaeg ti prende per mano… e poi ti scrolla come un tappeto. Ma è bella proprio per questo.


Alla fine, ti resta quel mix di fatica, freddo, nebbia, panini ai ristori e pietre viscide che chiamiamo trail running. E già pensi: “L’anno prossimo?”

…magari con meno salite finali. O con le docce più vicine.





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