lunedì 7 luglio 2025

Granfondo Sestriere 6 Luglio 2025

 


Classifica Granfondo Sestriere 2025 

Dalle note dell’OrcoPinoR 

Granfondo Sestriere 104km – 3100D+

Ci siamo iscritti a febbraio, io e l’OrcoRog – ormai per tutti semplicemente “Roglic” – con l’idea romantica di farla insieme, questa Granfondo. Ma come spesso succede nella vita e nello sport, i piani cambiano. Cristian, per problemi fisici, ha dovuto rinunciare alla partenza, ma ha mantenuto la promessa: c’era comunque, al mio fianco. Mi ha accompagnato in macchina e parcheggiato a Sestriere, pronto a supportarmi. Ore 6:45 del mattino, 6 luglio 2025.



E lì, in quel momento, ho avuto il primo assaggio di giornata: 7 gradi. Sì, sette. Dopo settimane a boccheggiare in pianura sotto i 35° dell’anticiclone africano “Pluto”, mi ritrovo in quota a tremare come una foglia. In quel momento, avrei barattato volentieri la mia bici con una stufa a legna.

Ma le sorprese non sono finite: quest’anno cambia tutto, e dopo aver già fatto l’iscrizione, scopro che la partenza non è più da Sestriere ma da Cesana Torinese. Lo trovo sinceramente scorretto da parte dell’organizzazione, e lo dico chiaramente anche a loro mentre ritiro il pettorale.

Morale? Prima ancora di pedalare, mi tocca scendere 10 km al gelo, da Sestriere a Cesana. Una vera e propria “sberla alpina” alle 7 del mattino. Arrivo alla partenza ghiacciato come un surgelato, cercando disperatamente un raggio di sole come una lucertola ibernata. Intorno a me, circa 600 ciclisti: l’aria è tesa ma carica. Partenza puntuale alle 8:30.

I primi chilometri sono una lunga discesa fino a Meana di Susa, da affrontare con testa e prudenza: si guadagna poco, ma si può perdere tutto. E poi arriva lui: il Colle delle Finestre. Un nome che fa tremare, e non solo per il freddo.

Le condizioni sono ideali: sole, aria fresca e cielo che promette nuvole solo dopo mezzogiorno. Il terreno è chiuso al traffico: si pedala in silenzio, nel bosco, come in un sogno. Ma quando la pendenza morde e lo sterrato ti sbatte in faccia la verità, il sogno si trasforma. Il Colle mette tutti a tacere: chi parla, qui, è solo il fiato corto.

La Mediofondo finisce al termine della salita al Colle del Sestriere. La Granfondo, invece, è per chi non ne ha abbastanza: si scende di nuovo a Cesana e si risale, ancora, verso il traguardo.

Io ci metto anima e gambe, sperando in un buon piazzamento di categoria. Miglioro i miei tempi, supero i miei PB, ma… niente. Quasi arrivato “merdesimo”, come lo chiamo io. Nella mia categoria (SGA), un 62enne chiude la Granfondo in 3h59min e mi rifila un’ora e mezza netta. Io chiudo in 5h25min. I dubbi mi assalgono, così do in pasto i dati del vincitore all’intelligenza artificiale, che non ne esce convinta. Ma il ciclismo è anche questo: battaglie personali e fantasmi da pedalare via.



Alla fine, la soddisfazione personale rimane. Ho dato tutto. Nonostante i cambi di percorso, il gelo, la salita che ti scava dentro, l’ho portata a casa.

Evitiamo con decisione il pessimo pasta party e ci fiondiamo a Oulx per un toast caldo e una Leffe Rossa che ci rimette in sesto. E con un sorso alla volta, ci dimentichiamo delle polemiche, dei misteri sportivi e delle porcherie che girano nel mondo dei tapascioni della domenica.



La Granfondo è finita. Ma certe salite, dentro, restano.