sabato 18 aprile 2020
Bici Bdc TOUR Colle della Vaccera da Pramollo-Angrogna con portage (To) 5 Gennaio 2020
Dal racconto dell'OrcoLallo
In un periodo come quello che stiamo vivendo, abbiamo solo due scelte: sognare e cercare di immaginare quando torneremo in sella e quindi dedicarci alle nostre attività all’aria aperta preferite (in un futuro speriamo molto prossimo), oppure, chiudere gli occhi per qualche minuto e viaggiare con la mente e rivivere un ricordo, un’avventura passata. In questo caso una che mi ha particolarmente entusiasmato e per la quale non avevo ancora avuto modo di spendere delle parole qui sul blog.
Facciamo un breve salto indietro a 3 mesi fa, 05 Gennaio 2020
Sottopongo ad Orco Rolfy la solita fatidica domanda qualche giorno prima: “dove andiamo? i grandi valici sono ovviamente chiusi, c’è neve un po’ ovunque…” “ hai qualche idea?” … ci confrontiamo ma non partoriamo nulla di accattivante.
Mi viene però in mente un attività su Strava di mesi fa registrata da Orco Zoppo, come un flash, il Colle Vaccera, nel Pinerolese. La domanda però “ci sarà neve?” è ancora valida. Con le bici da strada e ruote larghe 2 cm non è proprio pane per i nostri denti benché sia aperto e percorribile.
Faccio la proposta ad Orco Rolfy, che dopo una mezz’ora prontamente mi manda già una traccia
🡪 105km 2300 d+ :
GIAVENO
Colletta di CUMIANA
PINEROLO
Salita di PRAMARTINO
PRAMOLLO
COLLE VACCERA
LUSERNA SAN GIOVANNI
Colletta di CUMIANA
GIAVENO
Sulla carta, tutto bello e fattibile ma c’è un MA, un grande MA… gli ultimi 5 km prima della cima del Vaccera sono sterrati salendo da Pramollo. Salendo invece da Luserna San Giovanni ci aspetterebbe solo asfalto ma ciò non ci permette di fare un giro ad anello, noi se non facciamo giri ad anello non siamo soddisfatti. E quindi rilanciamo, essendo Orchi dotati di corazza coriacea decidiamo di affrontare lo sterrato a piedi, bici in spalla e scarpe di ricambio al seguito. Un’esperienza mai provata prima che desta grande eccitazione ma anche un filo di preoccupazione se vogliamo
Partiamo da Giaveno intorno alle 9, aria gelida e strade ancora in ombra e assai umide. Con cautela superiamo la mitica colletta di Cumiana (toccata dal Giro d’Italia 2019) e voliamo verso Pinerolo per scaldare le nostre gambe come stufe a carbone.
A Pinerolo ci pensa anche il sole a darci un po’ di tepore, il traffico quasi nullo, prendiamo le indicazioni per San Pietro Val Lemina e iniziamo una salita breve ma tosta: 7 km con media del 7,6% e picchi al 12/13%. Ci circonda il silenzio e un fitto bosco che d’estate deve fornire un idilliaco refrigerio, mentre d’inverno è un vero e proprio inferno di ghiaccio, ma arriviamo in cima agili e scattanti. La strada è ben asfaltata, voliamo verso Pramollo piegando il giusto giù da una discesa molto tecnica e tortuosa. Breve sosta a valle per capire se la strada è quella giusta ed inizia il piatto forte della giornata, il Vaccera 1461m s.l.m.
La prima parte della salita non riserva grosse sorprese, salvo il fatto di essere in ombra e nuovamente veniamo attanagliati dall’umidità e dai 2/3° di temperatura. La vegetazione inizia a variare, il fitto bosco lascia spazio ad alberi più radi e bassi cespugli che ci fanno intravedere i monti circostanti innevati. E’ bellissimo. Orco Rolfy scatta sulle ultime rampe asfaltate e mi attende nei pressi di una cascina… lo vedo che si sta cambiando le scarpe, il momento è arrivato. Scarpe da trail ai piedi, bici in spalla e iniziano i 5km di sterrato, E’ PORTAGE. Passo dopo passo la neve inizia a fare capolino e suona rumorosa sotto i nostri piedi. Orco Rolfy, esperto massimo di montagne, fa l’andatura, di tanto in tanto taglia le curve per abbreviare il percorso ed arrivare prima possibile in cima. Ci fermiamo diverse volte a fotografare quello che è uno spettacolo senza pari. L’arco alpino imbiancato con i raggi di sole che si riflettono sulla neve e noi che camminiamo bici in spalla; alla cima manca ormai poco. Intravediamo una famiglia con bimbi dotati di bob e slittino, ci salutano e ci guardano stupiti convinti che abbiamo imboccato erroneamente la strada dal versante “sbagliato”. Invece è tutto voluto, “robe da mat” si dice. La cima è li, si vede la grossa meridiana di pietra che domina le valli Chisone e Pellice.
Bici sporche come mountain bike, occhi strabiliati per lo spettacolo, visi sudati e stanchi come poche altre volte, solita fame da vetta raggiunta, ci rifocilliamo e partiamo a fionda per una bella ed infinita discesa verso Luserna San Giovanni. Asfalto in buone condizioni, incontriamo qualche ciclista salire, noi scendiamo accompagnati dalle nostre urla di battaglia per farci riconoscere. Ormai il grosso di giornata è fatto.
Ridiamo e scherziamo da Pinerolo fino a Cumiana…là ci aspetta nuovamente la celebre Colletta, niente di impegnativo di solito, ma stavolta abbiamo 100km nelle gambe di cui 5 con bici in spalla, iniziamo a vedere draghi e folletti mentre il sole inizia a salutarci per far spazio al gelido tardo pomeriggio. Veramente allo stremo delle forze e senza più benzina arriviamo in cima, segue un abbraccio di incoraggiamento e quasi per inerzia arriviamo a Giaveno.
Sorridenti, soddisfatti e appagati per un’avventura mai provata prima, possiamo affermare che il Portage ha reso davvero unica questa giornata e ci trasmette un prezioso insegnamento: con i grandi colli chiusi per neve, le nostre montagne dietro casa possono davvero darci tanto in qualunque periodo dell’anno, poi beh, tra gli ingredienti è raccomandata anche un pizzico di follia: siamo mat, siamo fol, siamo ORCHI !!!!
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