Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga
Classica gita di fine anno con le pelli in Val Maira alla riscoperta della vera neve invernale.
In effetti le condizioni meteo nivose si rivelavano eccezionali.
Abbondanti nevicate nel mese di Dicembre , freddo intenso e generalmente bel tempo, avevano preparato perfettamente la montagna con almeno un metro di coltre nevosa quasi ovunque nel Cuneese. Poi, ciliegina sulla torta, il 26 nevicata di circa 30 cm per garantire agli sci alpinisti la tanto ambita polvere, ovvero neve leggerissima e quasi inconsistente tale da galleggiare e sciare su un manto perfettamente vergine. Ma a questo punto con somma perfidia nella notte inizia a soffiare un forte vento carico di umidità che trasforma completamente il manto, pelando materialmente le creste e le parti sommitali e iniziando il processo di formazione della crosta superficiale sui pendii più ampi ed aperti e creando uno strato più umido e coesivo nelle parti inferiori.
E infatti con mio fratello Roberto ed Ugo, il giorno 28 Dicembre si risale tutta la vallata, da Dronero, paese di ingresso della valle fino quasi alla sua testata, Ponte Maira 1404 metri dove abbiamo trovato alloggiamento presso la Locanda Mistral.
La valle Maira si è mantenuta praticamente intatta nel corso degli anni preservando una intera montagna ricchissima come tale di itinerari estivi e particolarmente invernali. Sono praticamente 45 lunghissimi chilometri da percorrere a velocità lenta per apprezzare questo scrigno
colmo di tesori e beni preziosi che in tutte le borgate, sui pendii scoscesi rivela, ad ogni istante, una felice meraviglia ed un panorama mozzafiato.
E anche il turismo in questa valle si è adeguato al concetto del lento camminare e non a caso ormai il territorio è conosciuto particolarmente dagli escursionisti tedeschi e nordici in genere che ne apprezzano gli spazi infiniti, le centinaia di gite con gli sci o le racchette e soprattutto la ospitalità Occitana che in ogni borgata trova la sua locanda con una ospitalità ed una cucina tradizionale di buon livello.
Ma per conoscere le infinite possibilità sciistiche della Valle occorre munirsi di un testo fondamentale:CHARAMAIO en Val Mairo - (Nevica in Val Maira) con le varie cartine topografiche di corredo e con le parole del suo Autore che vuole essere un tributo all’unicità di questa valle, un grido a viverla in modo pulito, un invito ad amarla discretamente.
“Mi sentivo in debito e questo amore viscerale per il mio paese natio, il dolce Pratorotondo nel vallone di Unerzio, unito alla passione d’andar per monti ad oltre cinquant’anni mi ha portato a ripercorrere con gli sci quanti più itinerari conoscevo nella “mia” valle, a concepirne e disegnarne di nuovi ma soprattutto a scrivere queste note. Con questo lavoro ho cercato di far conoscere un paradiso, farlo apprezzare senza rumori, esser di stimolo a chi sa gioire per un fiocco di neve, per viver pienamente la Val Maira, in piena libertà e senza ferirla, apprezzandone il delicato isolamento nel fascino dell’abito invernale.”
Monte Midia (2341 metri)
Il primo giorno, lasciata l’auto al parcheggio di Ponte Maira, si calzano gli sci direttamente sulla strada per iniziare a percorrere gli ampi pratoni alle spalle della borgata. Li sotto al centro del paese si intravede la nostra locanda Mistral, con il camino che fuma. Noi invece siamo investiti da un vento freddo che ci obbliga ad indossare tutto il possibile ,siamo a circa -10°C, e finalmente entriamo nel bosco. E qui cambia tutto, la neve si presenta abbastanza leggera e poco coesiva, la protezione degli alberi garantisce buone condizioni e la pista si presenta perfettamente battuta; certo è tutto molto logico, in queste condizioni meteo e di neve instabile il bosco è l’ambiente migliore per le gite, protette e sicure, insomma tutti si concentrano sugli itinerari facili tipo MS e il Midia ne è l’esempio più conosciuto. Tutta la traccia risale il pendio anche abbastanza sostenuto ed accidentato nella parte iniziale. Si risale, per boschi non troppo fitti, il vallone del Ciarbonet in direzione S fino al pianoro di quota 2000 dove si devia a sinistra (E) in direzione della larga dorsale che collega la Punta Estelletta al Monte Midia. Ci fermeremo sulla cresta di collegamento per non incappare in troppo vento. La discesa nella parte alta si presenta con neve ventata ma sciabile, nel bosco si presentano invece buone condizioni di neve fresca e abbastanza leggera, tale da permettere una buona sciata, al contrario più in basso troveremo crosta e neve coesiva, ma importante è arrivare!
midia dall'estelletta
2° giorno Bric Boscasso 2589 m da Chialvetta 1494
Anche il secondo giorno è alla insegna della ricerca della bella neve. A questo punto è tutto abbastanza chiaro: da escludere i versanti Sud quasi pelati e comunque rovinati dal forte vento, necessariamente bisogna ritornare nel bosco con esposizione Nord. Anche il Gestore della Mistral, guida Alpina altoatesina (!) ci raccomanda il Boscasso. Ormai si tratta naturalmente di gite già fatte e rifatte nel corso degli anni ma diventano di routine in caso di soggiorno in alta Maira.
Giornata comunque molto migliore, temperature decisamente fredde ma tollerabili senza vento.
Oggi la destinazione è un piacevole ritorno nel vallone di Unerzio , prima valle laterale destra sotto Acceglio. Occorre percorrerla fino al paese di Chialvetta, dove termina la strada, più oltre in un ambiente immacolato da percorrere solo a piedi o con gli sci si trova Pratorotondo e Viviere, già meta di un soggiorno di anni scorsi.
Anche oggi numerose comitive di sciatori e ciaspolatori, i parcheggi el paese sono pieni. Si calzano gli sci e si percorre il fondo valle dolcissimo fino a Pratorotondo, per poi risalire il fitto bosco di sinistra con pendenze decisamente sostenute per un tracciato MS, ma senza pericoli oggettivi. Il bosco è sicuro e le condizioni della neve si rivelano stabili. Anche oggi comunque nella prima parte neve umida e coesiva con leggere croste nella parti libere, nel bosco invece una qualità buona in miglioramento a salire.
Giunti al paese si attraversa il ponte a sinistra fino a prendere un valloncello boscoso passando alla sinistra del grande conoide di pietra e larici . Bosco un pò fitto, ma la situazione migliora rapidamente dopo la grangia raggiungere la vetta salendo piu' sulla destra fino ad imboccare il colle finale.
Decisamente un bel itinerario in neve buona per quasi tutto l’itinerario, panorama mozzafiato su tutta la valle e le montagne di contorno fino al Monviso. Un pò di traffico ma non troppo, troveremo infatti tutta la truppa con le ciaspole che percorre il fondo valle.
3° giorno Bric Buchet 2400 m da Marmora 1500 m
Terzo ed ultimo giorno di sci con gita di ricerca nel vallone di Marmora.
Dietro consiglio della nostra guida Altoatesina puntiamo infatti nel vallone di Marmora , fino a raggiungere ponte Marmora e risalire lungamente il vallone oltre Marmora fino alla Frazione Tolosano a quota 1500 metri. Meta della gita è la dorsale posta a quota 2300 sopra il bosco, Bric Buchet con un altro itinerario di bosco , sempre alla ricerca quasi perduta della neve soffice e fresca.
L’itinerario di sviluppa proprio dal piccolo parcheggio della borgata e con andamento a pendenza costante si risale tutta la pineta, salvo poi a raggiungere il limite della piante a quota 2000 dove un bivio offre due scelte. Ovviamente si propende per quella più battuta, salvo poi scoprir che si tratta di un altro itinerario decisamente più complesso. Si risale infatti tortuosamente tutta una città dei sassi sotto la fascia superiore della montagna, chiamata La Piovosa, per proseguire con pendenza sempre più sostenuta sotto las barriera finale ,. A questo punto occorre tracciare tutto su neve inconsistente e percorrere tutto il canalone sommitale fino al pianoro superiore. Un gran numero di curve sempre più strette e finalmente il Sole! Ma a questo punto occorre scendere ed il canalone è troppo insicuro oltre che ripido. Si propende quindi per il pendio di destra fra radi abeti e pendii da mozzafiato per la mia scarsa tecnica. Con un po di curve al limite e qualche derapage raggiungiamo su neve comunque bella i pendii sottostanti e la traccia originaria. Contrariamente a tutti i miei pensieri, sbagliamo ancora una volta il tracciato e la discesa, si rivela una tortura in un bosco impraticabile, canalini strettissimi etc..Basta, finalmente la strada!
Nessun commento:
Posta un commento