giovedì 9 febbraio 2012

SENTIERI DI S.CRISTINA 5 Febbraio 2012


Classifica Sentieri di S.Cristina 2012

Dal racconto dell'Orco Mauro
Faceva davvero freddo quella mattina del 5 Febbraio sui Sentieri di Santa Cristina.
Un pugno di eroi o forse di svitati parte alla mattina prestissimo per il Novarese. Terra di pianura, di grandi vini, all’inizio della val Sesia, tra i vitigni del Ghemme e del Fara Novarese. Terreno ondulato su grandi pianure ma anche con dolci rilievi dove si aggrappa la vigna ansiosa di ricevere i benefici raggi del sole. Tre Orchi, Antonio, Michele e Mauro forti di un potente GPS si avvicinano a questa strana frazione nella campagna Borgomanerense.
Il Tom-Tom dice che siamo arrivati, in realtà si intravede solo qualche sperduta cascina. Improvvisamente il piccolo agglomerato di Santa Cristina, frazione o borgata che sia, ci riceve nella sua veste nebulosa e agghiacciata, più tipica invero della tundra siberiana che della collina Novarese.
La solerte organizzazione si manifesta già alle prime luci con i bracieri di legna accesi per mitigare la rigida temperatura.
Siamo nella terra di Barbara e Cecilia, perfette padrone di casa e soprattutto perfette organizzatrici.
Chi avrebbe mai pensato di organizzare un trail invernale in queste campagne dimenticate da tutti. Terra di confine al margine di due regioni mittelEuropee.
Da una parte i Piemunteis , dall’altra i Lumbard, con ricchissimi terreni di gioco in montagna, per tutti i gusti e per tutte le ambizioni atletiche, con vallate e montagne incredibili.

Eppure in circa tre anni di vita , questo strano trail, complice la moda imperante, il periodo invernale certamente orfano di offerte degne di tal nome e la posizione geografica strategica riesce ad attirare il meglio della Gioventù Padana.
Ed è così che riesci ad intrecciare e ad amalgamare dialetti e fortissimi atleti Piemontesi e Lombardi.
Scopri la presenza di Canetta, Cavallo Giuliano, Fornoni Daniele, la Emanuela Brizio e vari bergamaschi scesi dalle valli e dalla Valetudo Skyrunning.
259 atleti nella 17 Kilometri, 453 nella gara lunga da 30 km, partenza sfalsata di 30minuti, si ritrovano nella gelida mattinata.
Ogni gesto rimane difficile, vestirsi, allacciare le scarpe o finanche riuscire ad afferrare un pezzo di pane e marmellata con i guanti senza impiastricciarci la faccia.
La presenza femminile è sempre più numerosa, grintosa e agguerrita , segno del mutare dei tempi e della forza schiacciante della metà più importante dell’universo umano e del nostro cielo.
Immediatamente dopo la partenza, neanche 500 metri di asfalto, tanto per gradire la risposta elastica e confortevole della strada, ti ritrovi su una pista perfettamente innevata in mezzo ai campi di meliga.
Tutto è bianco, dentro e fuori il villaggio, ed anche i Sentieri di Santa Cristina presentano il loro candido e verginale vestito da Sposa. La pista si presenta quasi uniformemente con un soffice strato di neve polverosa grazie anche e soprattutto alla rigida temperatura dei -17° del mattino.
Perfetto percorso da Fartlek, ondulato ma non troppo per i primi kilometri in aperta campagna.

Non riconosco nulla del tracciato degli anni scorsi, ma le condizioni della neve smossa o talvolta dura impegnano fortissimamente la nostra attenzione e soprattutto le nostre caviglie.
Tutta la concentrazione dei nostri sensi è rivolta all’appoggio dei piedi, per non scivolare, ruzzolare o anche solo finire nelle buche, talchè non riusciamo a godere del paesaggio siberiano che ci si dipana in fronte.
Invero il lungo percorso di vita e di corsa nei campi innevati, nei boschi e nella campagna è un continuo itinerare alla ricerca degli agglomerati o dei cascinali, meglio delle Isbe siberiane che tali ci sembrano quando la nostra pista li lambisce, li costeggia o li penetra tra stalle e fienili.
Non sarebbe stato molto strano vedere dei veri contadini “Muzik” uscire da queste Isbe costruite con mattoni, tavole di legno vicino alle strade interpoderali e accanto alle stalle.
Le grandi nevicate degli ultimi giorni hanno ricoperto tutta a la campagna, i viottoli e finanche le strade.
La seconda parte del percorso, lasciata la pianeggiante campagna Novarese comincia ad inerpicarsi tra avvallamenti, collinette, dune e soprattutto terribili discese perfettamente ghiacciate dalla abrasione dello strato fresco da parte della mandria.
Ecco venire bene le tecniche dello scialpinismo nella boschina, rami, scivolate etc. Mai fermarsi, mai aspettare, sempre avanti anche con il di dietro:
“ Correre per me stesso e la mia libertà, cibo buono per il mio gusto di essere vivo”
Nel peregrinare negli spazi sconfinati che sanno del Grande Nord, ecco apparire la betulla, bianca, leggiadra che si moltiplica all’interno del bosco, mai però invadente per non turbare l’ecosistema, mai dominante.
Essa è Pianta Regina.

Narra la Leggenda:“Un ramo soltanto riserverà agli Uomini perchè possano costruire le loro case e quant’altro gli occorre, disse la Betulla allo Sciamano nel suo viaggio di iniziazione.
Con gli altri rami costruirai 3 tamburi, uno per le donne che partoriscono, uno per allontanare le malattie, e uno per ricondurre a casa gli uomini confusi nella tempesta.
Lo Sciamano utilizzava spesso la betulla come una sorta di scala verso il cielo.”


Simbolo della rinascita della luce e della nuova ascesa del Sole dopo il Solstizio di inverno, la Betulla, Calendario degli alberi, simboleggia il primo mese lunare al 21 Gennaio, “Aurorale” in quanto dispiega per prima le sue foglie.
Ed è così che circa 700 runners dispiegano la loro speranza di luce, sole e calore nel candore siberiano di Santa Cristina.
Canetta,Cavallo,Bolcato e Fornoni si presentano all’arrivo nel breve battito di 90 secondi (circa 2;23;00) ma tre Orchi sono appena lì dietro.

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