domenica 17 luglio 2011

3Rifugi Valpellice SkyRace 17 Luglio 2011


Foto Tre Rifugi Val Pellice 2011

Dal racconto dell'OrcoCapitano

Domenica 17 luglio ore 3,15.
Il Silenzio totale viene infranto da un suono acuto.
Dopo qualche minuto capisco che la sveglia sta suonando.
Mi alzo e preparo la caffettiera.
Il cielo è nero come la pece e cresce la certezza che la 3Rifugi Valpellice 2011 non si farà; pazienza, si va a ritirare il pacco gara e alla Conca del Pra' e si fà una mangiata!.
Vado alla stazione dei pulmann di Rivoli e, puntuale, arriva il presidente anche lui convinto che non ci faranno partire.
Arriva Vittoria, passiamo a prendere Mauro e poi puntiamo diritti verso Bobbio Pellice.
A Bobbio lasciamo l’auto e arriva la navetta che è già piena; pazienza si attende la prossima.
Alla partenza piove leggero ma si parte (?!).

Si sale verso il Bivacco Nino Soardi seguendo la strada sterrata; Pino scatta avanti suggerendomi di seguirlo ma preferisco marciare a “risparmio energetico”.
Proseguo agilmente verso il Colle Boucie e incontro il 1° ristoro dell'Alpe Crosenna a base di bevande fredde che preferisco evitare.
Qui inizia il sentiero che diventa sempre più ripido, in compenso la pioggia “quasi” cessa.
Dopo litri di sudore raggiungo il colle e con esso il 2° ristoro dove bevo del buon tè caldo.
Finalmente posso recuperare lasciandomi andare lungo la discesa verso la Francia, immerso in un paesaggio fiabesco.
Un ragazzo dell’organizzazione mi fa compiere una leggera deviazione dicendomi che così evito qualcosa di poco piacevole….
Per il resto del percorso mi sono chiesto : “cosa c’era di così terribile dietro quei massi?”
Si continua a correre e la pioggia è ripresa alla grande. Procedo lungo un canalone pieno di neve marcia sul quale devo fare molta attenzione a dove metto i piedi. Siamo in territorio francese e nel fondo valle (Valprareyre) trovo il 3° ristoro con sali, tè caldo ecc.
Supero un ponte e mi inerpico su per l’ultima salita al Colle dell'Urina.

Inizia a soffiare un vento gelato che fa attaccare gli indumenti bagnati alla pelle.
Scaldarsi diventa impossibile. Quando valico il colle dell’Urina affronto la lunga e impegnativa discesa con le gambe ‘fiacche’.
Fortunatamente vento e pioggia si placano e in lontananza comincio a vedere il rifugio Willy Jervis.
All’arrivo trovo un ottimo ristoro.

Nel caldo rifugio consumiamo insieme un buon pranzo e, scambiandoci opinioni sul percorso, ci godiamo il meritato riposo.


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