martedì 12 ottobre 2021

Bici Mtb Alta via del Sale (Italia-Francia) 9-10 Ottobre 2021

 

Dal racconto dell'OgreDoctor

La tradizione vuole che ad ottobre si debba organizzare un giro da ricordare. 
L’anno scorso era stata la volta del mitico Selvaggio Blu. Quest’anno optiamo, invece, per l’Alta Via del Sale.
Il sale, un elemento che oggi ci può sembrare addirittura banale, che nell’antichità è stato invece prezioso, al punto di essere considerato per secoli una merce di scambio per eccellenza. Per il sale sono state combattute addirittura sanguinose guerre; alcune zone alpine del basso cuneese, per difendere antichi privilegi legati all’esenzione dal pagamento di questa imposta hanno combattuto una guerra durata decenni e conclusa con migliaia di morti, incendi dei villaggi, deportazione delle famiglie che si erano ribellate al potere.
Non deve meravigliare quindi che alcune strade che collegano la pianura con il mare, fonte naturale di questo prezioso elemento, siano ricordate ancora oggi con questo nome.
L’organizzazione del giro fin dall’inizio è stata travagliata. Il percorso che si voleva inizialmente fare, era quello classico dalle alpi al mare, attraverso la via Pigna, con partenza a Limone e arrivo a Ventimiglia. Dopo l’alluvione dello scorso inverno, la geografia di alcuni di questi luoghi è cambiata radicalmente e molte vie di comunicazione appaiono ora come un cumulo di macerie. La valle del Roya, lungo la direttrice che sale al Tunnel del Tenda è un susseguirsi di cantieri per il rifacimento della strada, completamente sbranata dalla furia delle acque. Arrivare a Ventimiglia sarebbe stato possibile, ma assai complicato tornare a riprendere le auto in quel di Limone. 
Il meteo era un'altra fonte di dubbio alla vigilia. Probabilmente un giro in mountain-bike che tocca quote al di sopra dei 2000 metri doveva essere fatto in un periodo di calendario più favorevole; ottobre in effetti è sempre un rischio, ma mettere d’accordo tutti non è cosa facile e quindi si è arrivati all’unico weekend disponibile, quello del 9-10 ottobre.
Alla fine rimaniamo in quattro, stoici ed eroici compagni di avventura. L’alternativa scelta sarà quelle della Ciclovia del Mediterraneo, un giro sempre di tutto rispetto di 95 km e quasi 3000 metri di dislivello positivo che percorre tutto il primo pezzo della via Pigna, fino alle Basse di Sanson per poi tornare indietro, passando da La Brigue (Briga Marittima) e risalendo al Colle di Tenda.
Per dormire, dopo affannosa ricerca, troviamo posto al Rifugio La Terza, un vero gioiellino, che si raggiunge percorrendo la variante del Redentore, direi quasi una tappa obbligata prima di arrivare al Passo Tanarello, visto che si tratta, alla fine, di soli 3 km e circa 150 metri di dislivello.
Ma veniamo al primo giorno. Allo Chalet delle Marmotte da cui inizia l’Alta Via del Sale, ci coglie un po’ di smarrimento e dentro di noi accarezziamo l’idea che forse sarebbe stato meglio stare a casa! Vento gelido, non superiamo i 5 gradi e nebbia che non consente di vedere a 20 metri di distanza e ci priva di un bel pezzo di panorama.
Ma ormai siamo in ballo e dobbiamo andare avanti. Passiamo il famoso tornante della Boaria, arriviamo al Colle dei Signori, nei pressi del Rifugio Don Barbera e giungiamo al Passo di Framargal quota 2218 metri. Abbiamo percorso 20 km al freddo e nella nebbia, ma finalmente qualcosa sta cambiando, il cielo si sta aprendo, la nebbia si dirada e cominciamo a intravedere lo scenario per il quale siamo venuti fino a qui.
Dopo il passo e la foto di rito entriamo nel bosco delle Navette; un pallido sole filtra fra il fitto bosco e ci scalda le membra intirizzite dal freddo, accumulato nei chilometri percorsi fino a quel momento. Dal passo della Porta arriviamo alla Margaria di Loxe dove inizia un tratto in salita con diversi tornanti, su sterrato perfetto, che conduce al Passo Tanarello. In prossimità dell’ultimo tornante, imbocchiamo una deviazione che porta al Monte Saccarello e alla famosa statua del Redentore (2164 metri). Da queste cime, per quanto modeste si gode un panorama a 360 gradi, verso la Francia (La Brigue), dove scenderemo il giorno seguente e verso la Liguria (Monesi di Tiora, Realdo).
Siamo ormai giunti alla fine delle nostre fatiche. Scendiamo al Rifugio La Terza e smessi i panni da ciclista, fatta una doccia calda, e una breve pennica, ci gustiamo la nostra sontuosa cena (fagottini al sugo, cinghiale con polenta taragna o patate fritte e dolce, il tutto condito con dell’ottima birra).
Non resta che dormire per raccogliere le forze per il giorno dopo, dove ci aspetta un viaggio sicuramenrte più lungo e faticoso per riconquistare il Tenda e la nostra macchina.
Dopo il freddo patito durante la giornata, riposare al caldo sotto un piumone imbottito, non pare nemmeno vero. Marcello, miracolosamente non russa e la chiacchera lentamente lascia il posto al sonno ristoratore.
Arrivano le 7.30 ed è ora di prepararsi e di annusare che aria tira fuori. 
La giornata si annuncia in tutto il suo splendore. Cielo terso (un sospetto lo avevo avuto alla sera prima alzando gli occhi verso un cielo trapuntato di stelle), nemmeno una nuvola. Rapida capatina per qualche foto e per gustarsi l’alba dalla Cima Vallette della Punta (2093 metri), giusto in tempo per vedere una piccola mandria di caprioli scappare verso valle, intimoriti dalle persone e dagli spari dei cacciatori.
Colazione, sistemazione delle borse sulla bici e si parte. La prima salita è veramente spacca gambe e considerato quanto ci aspetta decidiamo di andare a spinta per riguadagnare il dislivello che si separa dal Redentore. 
Finalmente si rimonta in sella, discesa rapida e poi breve risalita al Passo Tanarello, dove inizia la lunghissima discesa che dai 2040 metri del Passo ci porta fino ai 700 metri scarsi di La Brigue, passando per la bella cappella di Notre Dame des Fontaines.
Dopo la Brigue continuiamo a scendere fino ad un bivio sulla destra che ci segnala il Colle di Tenda. Inconsapevolmente sbagliamo il percorso, perché la direzione prevista per Casterino e le Basse di Prefique era dalla parte opposta. 
Scopriremo alla fine della faticosa risalita, che il giro da noi fatto era comunque l’unico percorribile perché l’altro, quello originariamente pensato era interrotto. 
La risalita al colle di Tenda cuba 15 km e 1500 d+. Arrivati al Tunnel deviamo ancora sulla sinistra per la vecchia strada militare che con innumerevoli tornanti si inerpica per la montagna fino a raggiungere il colle e il suo forte che domina la valle del Roya.
Sporgendoci dall’altro lato del colle per capire quanto ci resta ancora da soffrire, intravediamo con stupore lo Chalet delle Marmotte a poche ruote di MTB e realizziamo, non senza meraviglia, di essere ormai giunti alla fine del nostro viaggio.
Ricompattato il gruppo, percorriamo allegramente gli ultimi metri che ci separano dal parcheggio e dalla nostra meritata merenda.
È stato un magnifico viaggio, attraverso posti meravigliosi. Spezzare il giro in due giorni oltre a renderlo più umano, consente di godere a pieno della compagnia e dell’amicizia.
Ad anni da oggi quello che ricorderemo non sarà la metà raggiunta o la prestazione, ma il viaggio fatto per arrivarci, la miriade di stupidaggini dette e le risate che lo hanno accompagnato.
È un orco un po’ spelacchiato quello che vedo allo specchio, ma pur sempre un orco rimane e vende ancora cara la sua Pelle!


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