domenica 27 giugno 2021

Bici Gravel Alpignano<-->Colle Finestre & Colle Sestriere (To) 25 Giugno 2021


 Traccia Grvb Colle Finestre e Sestriere

Dalle note dell'OrcoPinoR

Tra un temporale e l'altro, tra una frana e l'altra,  infiliamo questo giro classico per i ciclisti della provincia di Torino, i colli Finestre e Sestriere. 
Per renderlo ancora più gustoso si parte direttamente da casa. Aborro, al momento, i mezzi a motore.
La mia Gravel Giant Revolt 2 Advanced con un nuovo spaziale manubrio, il K-Wing Agx di FSA.
L'indiavolato Gualandi, suo malgrado, decide di pedalare il girazzo con la sua Methanol Bianchi Mtb. La sua Gravel lo ha mollato, causa la rottura del filo del cambio nella sera precedente il trip. Una follia affrontare quasi 200km in Mtb. Ma lui può. 

I numeri:
- Partenza Alpignano ore 6.00
- Meana di Susa
- Colle delle Finestre
- Colle Sestriere
- Susa, Alpignano
Per 182km e 2900D+

lo spostamento da Alpignano a Susa lo facciamo di volata solo perchè a Susa c'è il nostro bar che spaccia delle frittelle di mele da urlo.
La frana sulla strada che sale al Colle delle Finestre è stata appena ripristinata. L'asfalto che sale al Colletto di Meana un biliardo. Ce la contiamo alla grande su questi 33 tornanti e 1700D+ che da Meana di Susa 500 Slm portano ai 2250 Slm.
Lo sterrato finale di 8km del Colle delle Finestre, dove Froome frullava, è stato magnificamente lavorato, ma quei vastasi di motociclisti con le loro sgommate lo distruggeranno presto. Non c'è dubbio.
Il Colle delle Finestre magnifica finestra tra la Val Susa e a Val Chisone. Il Gualandi mi decanta la bontà dello strudel del rifugio Pintas ed immantinenti ci fermiamo per gustare sto dolcino. Minchiazza due piccoli pezzi 8euro.
Rinforchiamo la bici per scendere nella splendida borgata di Balboutet, ed a seguire il falsopiano per Pragelato e i 500D+ mancanti per il Colle del Sestriere.
Al Sestriere, invece di una pippata con l'Avvocato,  per 1euro e 65cent compriamo al Super Market un litro di CocaCola che ci scoliamo come provenienti dal deserto del Gobi. Sempre di Coca si parla.
Discesa in Valle di Susa per Grangesis e Cesana Torinese dove inizia la nostra personale battaglia sempre con lui, Eolo, che oggi ha notevolmente, irrimediabilmente, scassatamente rotto i benedetti Kabbasisi fino ad Alpignano.



mercoledì 23 giugno 2021

Arrampicata Sportiva - Cresta Carisey – Monte Mars - Alpi Biellesi (Bi) 19 Giugno 2021

 


Dal racconto dell'OgreDoctor

Non solo bici!
La cresta Carisey è la parte bassa della cresta SSO del Monte Mars che va dal Colle Sella posto a 2230 m al torrione detto del “Dado” a 2430 m slm.. 
La cresta non è difficile, viene valutata AD- (abbastanza difficile meno); le difficoltà alpinistiche non vanno mai oltre il III+, con un breve passaggio di IV, ben protetto da uno spit, proprio all’uscita, dove finiscono le difficoltà alpinistiche; la percorriamo, infatti, integralmente con le scarpe d’avvicinamento, senza mai indossare quelle d’arrampicata. 
Una sola mezza corda da 60, a “V” rovesciata per assicurare i due secondi e via. Sicuramente la scelta di portare una sola corda, paga in termini di peso e di maneggevolezza, ma non ci consente di andare spediti, da sosta a sosta, dovendo interrompere la progressione molte volte. Elena e io, rispettivamente, secondo e terzo di cordata siamo sfalsati di qualche metro in modo da non ostacolarci durante la salita. Carlo, sempre davanti a menare la danza. 
La fiducia nei propri mezzi lentamente sta tornando, ma non è ancora il momento di riprendere a fare il primo di cordata, anche se nei molti tratti in traverso o in discesa, quando rimuovo friends e rinvii, da ultimo e come se fossi il primo; vietato cadere. A preoccuparmi non solo le difficoltà alpinistiche e nemmeno la tenuta mentale, ma l’appoggio della mia gamba destra. Ogni passo è una sorpresa positiva, regge!
La via non è difficile, didattica (se vuoi capire dove puoi spingerti con un compagno in montagna, questo è sicuramente un luogo per capirlo), ma non banale e per chi non ama l’esposizione assolutamente da evitare. In parecchi punti, come si addice ad una cresta ci si ritrova con il posteriore a perpendicolo con il vuoto assoluto, con l’ombelico a fare da “filo a piombo”.
Passiamo tutte le vie di fuga, da dove ci può calare in doppia; eliminate le tentazioni di scappare ci concentriamo sull’obbiettivo di finirla per poter dire come siamo soliti fare alla fine di un’alpinata “anche questa c’è la siamo levata…”. Fatta una volta è più che sufficiente!
E sì, perché tra assicura, sali, scendi (il camino con la corda con i nodi per tenersi te lo raccomando! – e anche il passo dell’inginocchiatoio niente male!), l’avvicinamento di 800 metri di dislivello per arrivare al colle, il ravanage per riuscire a ritrovare la via di discesa dal colle Goudin, (alla fine del dado è vero che finiscono le difficoltà alpinistiche, ma trovare il passaggio lato biellese, per arrivare al canale di discesa non è così semplice) dove si ritrova la via normale (sentiero 3 per chi come noi rientra a Plan Coumarial), le ore passano e quando finalmente mettiamo i piedi sotto il tavolo, sono trascorse la bellezza di 10 ore e mezza. 
Sulla via del ritorno sul sentiero 3, mi imbatto in una di quelle famigerate targhette del Tor de Geants. Significa che sono già passato su questo sentiero, ma nulla di quello che mi circonda suscita in me qualche ricordo. Giungevo dal Col Carisey che si trova dall’altra parte del Rif. Coda e del Colle Sella, da dove attacca la cresta, in mezzo sicuramente deve esserci il canale di discesa. Era notte fonda, ricordo che al Coda, infreddolito dall’umidità della notte, ho dormicchiato forse un’oretta; dal rifugio all’incontro di volti amici alla base di Neil mancava ancora un bel tragitto sotto la notte stellata. 
Verso la fine la minaccia di un temporale di calore, ci induce ad aumentare il passo. Il vento porterà via le nere nuvole cariche di pioggia, che andranno a scaricarsi altrove, lasciando trapelare gli ultimi raggi di sole di una giornata calda, ma non opprimente; niente lavata per questa volta.
Prima di abbandonarmi al piacere di un’ottima zuppa valdostana e di una buona birra, naturalmente Ichnusa, passo alla fontana, ad immergere i piedi e la mia caviglia nell’acqua gelata. Un vero toccasana per riattivare la circolazione e disinfiammare. 
Pare scontato dirlo, ma per andare in montagna bisogna camminare, abituarsi al peso dello zaino e alle salite. Per quanto la bicicletta sia allenante come fiato e a livello cardiovascolare, mi rendo conto che a livello muscolare non serve a molto. La muscolatura impegnata è diversa, le contrazioni eccentriche dei quadricipiti in discesa, sono quelle che mi regalano il giorno dopo un bel dolore e una camminata modello Fantozzi.
Sono felice; serviva proprio un po’ di montagna, per tastare il proprio limite attuale, per togliere un po’ di ruggine, per tornare a tastare un po’ di roccia, per ritrovarsi!



mercoledì 16 giugno 2021

Bici Bdc Alpignano<-->Colle del Nivolet (To) 15 Giugno 2021

 

Traccia Alpignano<-->Colle del Nivolet

Dalle note dell'OrcoPinoR

Un progetto sognato, agognato e desiderato già da parecchi anni. 
Partire da casa e salire lassù, tra le nuvole, al Colle del Nivolet, ai confini regionali tra il Piemonte e Valle d'Aosta, dove regna la neve perEnne (ancora per quanto?), sua maestosità lo stambecco ed il freddo per 9 mesi l'anno. 
Appena riaperta la strada per il Colle si parte. E questa volta mi accompagna quel cagnaccio del Gualandi pedalatore della prima ora. La strategia è pianificata fino al Colle del Nivolet 2612 Slm. Il ritorno in qualche modo lo inventeremo

i numeri:
- Partenza alle 6.15 da Alpignano
- Alle 8.15 siamo a Courgnè
- 12.00 al Colle del Nivolet
- rientro a casa  17.00, per la merenda gelato
per 224km e 3100D+

Alle 6.15 ritrovo alla gelateria Mazzini ad Alpignano.
Volgo lo sguardo a Nord-Est , verso il Canavese, il cielo è nero. Ma Porc... Nimbus però dice che sull'alto arco Alpino il sole splende. Ci fidiamo.
Infinita la strada che in 50km ci porta a Cuorgnè. Benedetta Vauda e chi l'ha inventata.
Sosta caffè a Pont Canavese. Il cielo in alta valle Orco sempre più nero.
A Noasca pioviggina, e pizzichiddia anche sulla splendida salita fuori dal Tunnel, quest'ultima  piena di fresche buse di vacca scioltesi con la pioggia. 
Che si fa? Si prosegue o si fa dietrofront? Decidiamo di procedere fino a Ceresole sperando che il meteo cambi. 
Un ciclista in discesa, a cui chiediamo informazioni, ci rassicura che in cima c'è il sole. A sto punto siamo gasatissimi. Sosta veloce con panino e acqua locale a Ceresole Reale, dove del lago non vediamo nemmeno l'ombra, e via allora per gli ultimi13km e 1000D+ che portano al mitico Colle del Nivolet a 2612 Slm.
Il sole appare già al rifugio Mila. L'umore è a mille. Che goduria pedalare con il bel tempo ed il fresco dei 2000 Slm.
Al lago del Serrù un'altra piccola sosta per un gel e qualche foto. 
Ci attendono i finali, ,ma non cattivi, 300D+.
Il colle arriva e siamo in splendida forma, anche dopo 112km e 2700D+. Che figata sto Colle, a mio parere uno dei più belli del Piemonte e dell'arco Alpino. Se la gioca con lo Stelvio.

Discesa velocissima a Ceresole Reale  dove con nostro rammarico troviamo il ristorate Fonti Minerali chiuso. Aprono al momento alle 18.30. Ci accontentiamo del baretto sulla Provinciale, nelle strette vicinanze.
Ritorno a casa inventato, sperando di avere le energie per riportare la pelle a casa.
E qui viene fuori la ferocia mefistofelica del Gualandi Dantesco. Il maledetto si mette a pestare come un dannato e dopo la mitica sosta a base di arancio e cocaCola, riusciamo a portare a casa una  media di 24km/h. Magia della SuperCompensazione.





Bici bdc Giro del Sestriere Valle Chisone e Valle Susa (To) 15 Gugno 2021



Dal racconto dell'OgreDoctor

Correva l’anno 2013 e come per quest’occasione il mese scelto per tentare l’impresa era giugno. 
Sono passati 8 anni, lontani i tempi in cui dopo 5 uscite in bici ci si cimentava sulla Nove Colli; anni in cui è successo di tutto, ma una cosa non è cambiata ed è la voglia di mettersi in gioco.
Ma si dai facciamolo...che saranno mai 170 km e 2000 metri di dislivello, ne abbiamo fatte sicuramente di peggiori. Se non altro, un po’ di km in più in sella questa volta li ho accumulati, visto che la corsa ormai è una disciplina che non mi è più consentita.


Compagno di avventura, l’OrcoBee, che in bici macina chilometri come se non avesse mai fatto altro nella vita e come il sottoscritto, l’unico che è riuscito a svincolarsi dal lavoro in mezzo alla settimana.
Il meteo almeno sulla carta sembra favorevole, ma ad ogni modo per evitare temperatura torride in salita partiamo alla volta della valle Chisone alle ore 6.30. Gli anziani suggeriscono di fare il giro al contrario, salendo per la val di Susa, per non incontrare vento contrario, ma a noi le difficoltà di piacciano, anzi le ricerchiamo e quindi giro solito: salita dalla Valle Chisone e discesa dalla Valle Susa.
Un’oretta scarsa e siamo a Pinerolo per la più classica delle colazioni al bar Galup, in piazza. La città si deve ancora svegliare, poco traffico veicolare, poche persone in giro, ma sono solo le 7.20. Qualche goccia di pioggia, ma saranno le uniche, precede il nostro ingresso nella città della cavalleria.
La giornata in realtà in barba a tutte le previsioni di 3B meteo è di quelle uggiose, che non lasciano presagire nulla di buono. Fino alle porte di Pragelato, nemmeno un raggio di sole. Ma in fondo, meglio così; la salita comincia a farsi sentire, a Fenestrelle, dove sostiamo il dislivello è già di 1000 metri, e anche se le pendenze non sono mai assassine, la strada sale costante e negli ultimi 20 km che ci separano dal colle del Sestriere, guadagna più di 500 metri di dislivello.

Foto di rito al monumento al campionissimo Fausto Coppi, dove trovo David che mi aspetta, non so bene da quanti minuti, che intavola un’animata discussione politica con il nostro improvvisato fotografo; una serie di improperi contro il mondo intero, in particolare con il governo...ovviamente ladro e un contro un bar di Cesana dove il caffè costa come in piazza San Marco a Venezia.
Mi consola l’idea, che da ora in avanti la forza propulsiva, la famosa “vis a tergo” dovuta alla mia attuale discreta massa, che in salita fa tribolare, dovrebbe invece dare il suo contributo. 
La discesa da Sestriere fino a Cesana è bellissima, accompagnata dal sole; la velocità arriva a lambire i 60 orari, la paura di cadere è tanta e di quando in quando una bella pinzata non guasta; ci attestiamo su una più tranquilla velocità di 45 orari, anche se cadere a 45 o a 60 km/h, non credo che faccia tutta questa differenza.

Sosta ad Oulx per mettere in corpo un po’ di carboidrati sotto forma di luppolo e qualche grasso animale sotto forma di speck. Pausa di un’oretta al sole, che non guasta; poi riprendiamo la via del ritorno che si preannuncia non facile visto il vento forte contrario e le temperature non proprio estive, nel tratto da Salbertrand a Susa.
Arriviamo a Susa, 40 km circa dalla fine della tortura per le terga e come un trenino la cui locomotiva sarà sempre David, che si sobbarcherà fino alla fine il mestiere di tirare, alla media di 30 km/h arriviamo finalmente in vista di Rivoli. 
La tabella di marcia alla fine segnerà: 169.90 km percorsi alla media di 21.93 km/h, per un tempo totale di 9:20 di cui effettivi 7.44 (un’ora in più del 2013 – non male).
Alla sera le sollecitazioni dovute all’asfalto delle nostre strade non sempre ottimale, si fanno sentire sulla schiena e sulle braccia o forse sono gli otto anni trascorsi dal 2013. Sta di fatto che dopo la parca cena, la partita Francia Germania finisce per me dopo i primi 15 minuti del primo tempo, lasciando il posto ad un sonno ristoratore.





domenica 13 giugno 2021

10° Trail Oasi Zegna VALDILANA LOC.TRIVERO(Bi) 13 Giugno 2021


 Classifica Trail Oasi Zegna 2021


dal racconto dell'OrcoRolfy

La mia conoscenza del territorio montano biellese fino a ieri era quasi inesistente. Solo una gita in bici fino al santuario di Oropa, ma le sue montagne circostanti non avevo ancora avuto modo di esplorarle. Quale miglior occasione del Trail Oasi Zegna per conoscerle meglio. La località di ritrovo e partenza è Trivero (Valdilana), un insieme di borgate sparse sulle colline non lontano da Biella che raccontano un passato oramai lontano di prosperità della valle che Ermenegildo Zegna il famoso fondatore della nota casa di moda di lusso aveva saputo dar loro , grazie alla costruzione di numerose fabbriche e lanifici e alcuni centri per i suoi dipendenti ora per lo più abbandonati o in disuso . 

Sicuramente il fiore all’occhiello è il “Centro Zegna” da dove partono ancora oggi numerosi sentieri e percorsi immersi in una natura florida e colorata con mille fiori e alberi rigogliosi tutti piantati a partire dagli anni ’30 per creare la famosa “Oasi Zegna”. Il Trail partirà dunque da questo centro con tre distanze disponibili 16 km 950 m d+ , 30 km 1700 m d+ e 60 km 3600 m d+ . Quattro Orchi alla partenza :  Orco Patty e Orco Drago sulla distanza di 16 km, Orco Smaug sulla 30 km e io sulla 60km. La prima gara a prendere il via è la mia, alle 6:30 del mattino. Il cielo è di un’azzurro intenso e come da previsioni si prevede una bella giornata bollente, la prima dell’anno a quanto pare. 
Partenza regolare senza strafare, primi chilometri su sentiero pianeggiante per poi addentrarsi sulle ripide rampe tra faggete fino al Monte Civetta (1198 M), proseguiamo sempre nel bosco fino alla Bocchetta delle Pontigge (1170M) e con saliscendi fino alla Bocchetta di Stavello (1205M) , da qui inizia la salita verso il santuario di San Bernardo (1408M) dalla quale si riesce ad ammirare il Monte Rosa in tutta la sua imponenza, è proprio lì davanti , che spettacolo !! Proseguo di buon passo per la discesa e altre due salitelle, sto bene e il sentiero per fortuna è ancora all’ombra. Arrivo al primo ristoro dopo 14 km e 1000 md+ all’ Alpe Moncerchio (1430mt) e i volontari mi riferiscono che sono in decima posizione , non male !!! forse sto tirando troppo il bello deve ancora venire e la vera gara vera deve ancora iniziare . Decido di rallentare un pochino ma sempre costante facendomi sorpassare da alcuni atleti . Dopo aver attraversato le piste da sci di Bielmonte saliamo su dorsale fino a cima Monticchio (1750 M), qui il panorama si apre sulla pianura piemontese e su facile cresta arriviamo fino a Cima del Bonom (1878M) e Bassa del Cugnolo(1844M) , da qui inizia una lunga discesa che mi porta a Tegge dell’Artignaga (1375M) dove raggiungo il secondo ristoro:  mangio dei cracker , una barretta, un’succo di frutta e riempio le mie borracce di Sali minerali e riparto. Il Sole comincia a scaldare e una piccola crisi mi prende appena dopo l’attacco alla salita verso la Colma del Balmello (1980 M). Attraversiamo i verdissimi pratoni tra le mucche al pascolo che ci muggiscono infastidite dal nostro passaggio. A metà salita vengo preso da altri due corridori, ormai la crisi mi rallenta parecchio, cerco di sforzarmi a mangiare ma lo stomaco è chiuso. Sembra tutto finito quando arrivato in cima, con l’aria più fresca mi riprendo magicamente e mi butto giù in discesa più veloce che posso fino al fondovalle. La temperatura qui sotto è molto alta e non c’è riparo dal sole cocente, ho finito l’acqua, il caldo mi sta prosciugando avrò già  bevuto 4 litri di liquidi;  per fortuna trovo una baita con una fontana, mi immergo letteralmente dentro e ritorno in vita. 
Rinfrescato continuo su bel sentiero in leggera discesa fino a un ponte dove sbaglio come un cretino e svolto a destra continuando per altri 500 metri prima di rendermi conto che ho sbagliato percorso, non importa, torno indietro e ritrovo la strada giusta nella direzione opposta. Finalmente il bosco mi dà un po’ di sollievo vengo superato da qualche corridore ma penso che tempo per recuperare ce ne sia ancora e non ci faccio caso. Raggiungo il punto acqua al rifugio Alpino Piana del Ponte insieme alla seconda donna, la quale mi dice che lei ama il caldo e che sta benissimo in queste condizioni , beata lei penso, io vorrei solo il freddo !! Proseguiamo in salita dove la ragazza mi stacca con passo deciso e giungo al terzo Ristoro di nuovo all’ Alpe Moncerchio dove cerco di mangiare abbondantemente un bel mix di dolce e salato accompagnato da Sali minerali e coca cola , una delizia  !!!  Mi faccio bagnare completamente da un volontario con la pompa e riprendo per le rampe finali che portano alla sommità del Monte Moncerchio (1600M). 
Un gran tifo ci attende in cima , raggiungo due ragazzi visibilmente in crisi, non riescono più a correre e mi dicono di passare pure, proseguo giù per ripida discesa che attraversa la Panoramica Zegna e si dirige su dorsale infuocata che dà verso la Pianura Padana fino alle piane di Camandona (1000 M) dove mi attende un ristoro idrico km 42 (sarà l’ultimo). Il caldo non accenna a smettere, non ne posso più, nella mia testa prendono forma strane idee che cerco di cancellare concentrandomi e respirando profondamente. Lungo il falsopiano che continua nel bosco trovo un bel torrente con una pozza poco profonda, mi immergo dentro, devo abbassare la temperatura corporea, sono troppo accaldato e rischio un colpo di calore. Questi bagni ormai sono la mia più grande soddisfazione di giornata, con il corpo che è tornato a una temperatura di funzionamento decente proseguo lungo i vari sali e scendi delle Piane di Camandona e giungo alla penultima salita che porta al Colle Craviolo (948M). 
Ho superato da un pezzo il cinquantesimo chilometro e di ristori e punti acqua non se ne vedono da più di 12 km , un grave errore da parte dell’organizzazione soprattutto con questo gran caldo. Senza acqua ormai da molti chilometri e senza cibo stringo i denti e continuo giù per l’ultima discesa che quest’anno ha subito una variazione: non si passerà per la conca dei rododendri (chiusa perché occupata da molte comitive di turisti) ma si allungherà il percorso fino all’abitato di Castagnea (753M) e per finire un’altra salita di 100 m d+ aggiuntivi fino al traguardo del Centro Zegna. Finalmente intravedo il traguardo e vengo accolto dagli altri Orchi che fanno il tifo per me e concludo in 26 esima posizione. Un’ottimo risultato che sicuramente poteva essere ancora migliorato in altre condizioni climatiche e con ristori più frequenti, ma correre in montagna è anche questo : gestire gli imprevisti , le crisi improvvise e le condizioni atmosferiche. Alla fine su poco più di 200 partiti, quasi 50 persone si sono ritirate, un numero decisamente alto per una 60 km non estrema come quella di oggi.  Gli Orchi però si sono fatti tutti valere brillantemente terminando tutte le gare con successo e con un buon piazzamento di Orco Smaug sulla 30 km (37esima donna). Soddisfatti reintegriamo le calorie e liquidi persi in gara con un bel piatto di pasta al ragù e una birra offerta dall’organizzazione e felici rientriamo a casa dopo una giornata veramente intensa tra le montagne biellesi , una vera giornata da Orchi !!!





giovedì 10 giugno 2021

Gravel Bike - Lago dietro la Torre - Usseglio(To) 10 Giugno 2021

 

Traccia Laghi dietro la Torre

Dalle fatiche dell'OrcoPinoR
Il dantesco Gualandi sente parlare, qualche settimana fa, del  Lago dietro la Torre  . Una salita poco conosciuta che da Usseglio, infilandosi nel vallone d'Arnas arriva in 12km ed ultimi 3 di sterrato quasi a quota 2400Slm.
Percorso perfetto per le Gravel ecco i numeri:

- Partenza da Alpignano ore 6.30
- Givoletto, La Cassa, Lanzo Torinese, Viù
- Usseglio bivio Villaretto
- Laghi dietro la Torre
- Viù
- Colle del Lys
- Almese, Alpignano
Per 140km 3000D+

Oggi 10 Giugno 2021, nasce come al solito per caso, un sottogruppo ciclistico "Quelli delle 11:36"

Non sono quelli delle ore 11:36 ma bensì quella che usano la cassetta 11:36 con 9V 10V 11V ed ormai anche 12V. Dove V sta per Velocità.
Il mondo Gravel sta davvero ampliando gli orizzonti del mondo del ciclismo e con queste cassette puoi fare di tutto, dagli spostamenti veloci in pianura alle salite più ardue in montagna,  con pneumatici da 32'' o 35'' leggermente artigliati.
Cosi conciati, partiamo da Alpignano alla volta di Usseglio, ed in 60km di strada ci portiamo all'inizio della salita che n 12km ci porterà a quota 2400Slm. 
L'incipit delle pendenze  è brutale al 15%. Subito capiamo chi comanda oggi, e tutte le velleità di salire veloci si spengono o meglio s'infrangono su sto salitone. 
Nove chilometri di ottimo asfalto alla media del 10%, gli ultimi 3km con uno sterrato pedalabile per le Gravel. 
A 800 metri dall'arrivo al Lago un Tunnel infermale ci sbarra la strada. Davanti al Tunnel un guardiano sorveglia l'ingresso. Ci farà passare, al nostro passaggio sonnecchiava beato.
L'interno del Tunnel di circa 150metri, al buio, e siamo senza luci. Per terra, tratti di ghiaccio vivo. 
Occorre molta attenzione per non finire a terra sul fondo bagnato  e pietroso. Ci si orienta con la flebile luce che arriva dai due ingressi.
Il paesaggio ed i muri di neve ci ripagano del passaggio dell'orribile Tunnel.
 Il lago, un invaso artificiale, ancora ghiacciato ci meraviglia. Accanto al Lago una centrale idroelettrica di centenaria costruzione ci accoglie. L'arco alpino maestoso appaga l'occhio, il cuore e la mente.
Sazi scendiamo i 3km di sterrato e velocissimi su asfalto. Il progetto di andare al lago di Malciaussia distante 8km da Usseglio salta, ma non il ritorno dal Colle Lys.  Non ci facciamo mancare mai nulla.




Brutal Trail - Gattinara(Vc) 6 Giugno 2021

Sito Brutal Trail

Dal raconto dell'OrcoMauro
Partenza all’alba. Pensiero positivo, tanta motivazione ma zero preparazione.
Così inizia la mia giornata al Brutal Trail di Gattinara 2021, una manifestazione organizzata dall’associazione ASD BRUTAL PROJET con due percorsi: 23 km 1000m D+ e 13 km 500m D+ (ovviamente ho scelto quello più difficile). Parcheggio vicino al palazzetto dello sport ed entro in zona consegna pettorali. Sono in un piazzale recintato, per le norme covid, con bancarelle di scarpe, maglie e attrezzatura da trail. Sembra di essere ad una fiera, con musica e spettacolo di atleti acrobati alla partenza.
Tutti pronti con mascherina e tanta voglia di mettersi alla prova.

Ore 9 si parte.
Dopo un piccolo rettilineo si svolta a destra dove inizia una salita di un paio di km.
Cerco di non esagerare e di controllarmi per riuscire ad arrivare in tempi consoni. L’unico cancello orario è al km 8 in 90 minuti. 
Dopo 200 m di dislivello, una discesa ci fa riprendere fiato ma subito arriva un muro di 300 m d+ molto duro.
Il paesaggio appaga con viste mozzafiato su vigne e colline; eccomi al castello di S. Lorenzo con una particolarità del percorso dove si attraversa un varco nella roccia. Foto di dovere ed arrivo al primo ristoro. 
Ok ora si scende attraversando alcuni filari ed ecco la parte più dura del percorso: 350m D+ in pochi km. 
La fatica è i 30 gradi si fanno sentire. Rallento ma non mollo.
Non voglio rinunciare. L’arrivo in cima è per me una vittoria.
Mancano ancora 7 km di saliscendi nei boschi dove attraversiamo torrenti quasi asciutti.
Ecco di nuovo il paesaggio collinare con prati e case curate.
Sono quasi arrivato e sono contento di esser riuscito a finire la gara… un po’ deluso della mia prestazione. All’arrivo foto di rito, musica, agnolotti (sponsor) e tanta birra per festeggiare il mio ritorno alle gare.
Ottima l’organizzazione con addetti e percorso ben segnalato, l’unica pecca è stato l’ultimo ristoro senz’acqua.


 

martedì 8 giugno 2021

Vertical finestra di Cignana - ValTournenche(Ao) 5 Giugno 2021

 

Classifica Vertical Finestra di Cignana 2021
Sito Vertical Finestra di Cignana

Dal racconto dell'OrcoCamola

Una zingarata. Così l’avrebbe definita OrcoJoack. Raggiungere la Valtournenche per correre una gara pomeridiana non può che essere definita una zingarata. Nel 2017 con l’amico Mario, in un weekend, andammo e tornammo dal Parco del Mercantour per correre il Trail Cote D’Azur.  
Questo nonostante il fitto calendario di gare locali dell’epoca.

Ogni tanto qualche pazzia bisogna farla, e le montagne del Vertical Finestra di Cignana sono la scusa buona per un lungo spostamento in auto.
Alle 13 parto da Rivoli e sul tratto autostradale tra Ivrea e Chatillon mi imbatto in un paio di temporali.  Mah! Speriamo bene! Comunque le previsioni danno un netto miglioramento da metà pomeriggio.  
Alle 14.30 raggiungo la Località Maen nel comune di Valtournenche dove un ottimo allestimento gara accoglie i partecipanti. I protocolli di sicurezza prolungano di parecchio la consegna dei pettorali e per rispettare l’orario di partenza devo prepararmi in fretta.
Intanto le previsioni si confermano esatte: cielo azzurro, sole caldo ... afa bestiale. Il Cervino rimane sempre nascosto. Non vedo l’ora di salire.  L’elicottero continua a sorvolare il percorso e nel briefing tecnico ci comunicano che per ‘forti venti’ in quota l’arrivo è stato spostato 150 m più in basso. Si parte. Il sentiero è da subito ripidissimo e per 3 km non molla mai.
Caspita qui vanno tutti forte … oppure sono io che non vado avanti. Mi sa che è la seconda che ho detto.  Velocemente raggiungiamo il Lago artificiale di Cignana dove possiamo rifiatare percorrendo un tratto di sterrato in piano. Il panorama si fa interessante e poco più in alto si scorgono le bandiere dell’arrivo.  
La rampa finale è veramente feroce. Praticamente una scala a pioli su un dosso prativo dove appoggi anche le mani. Salgo un po’ a zig-zag cercando di non calpestare la miriade di fiori presenti. Spremo le ultime energie rimaste e sono al traguardo. Evviva! Festa per tutti. Chi prima arriva prima fa il tifo. Panorama fantastico.
La Conca di Cignana è un luogo appartato contornato da montagne importanti come la
Punta Tsan, la Cima di Balanselmo e lo Chateau de Dames che conferiscono alla zona un aspetto severo e selvaggio. Noto che l’altopiano superiore che porta al ‘remoto’ rifugio Perucca è ancora tutto occupato dalla neve.
Essere in montagna nel tardo pomeriggio mi piace moltissimo e grazie a questa gara oggi ne ho l’opportunità. Come altri trailer decido di raggiungere la Finestra di Cignana che, in condizioni normali, è l’arrivo ufficiale del vertical. Il vento si è calmato e non fa neppure freddo. L’ultima volta sono passato di qui con la bici. Faccio qualche foto e decido di scendere su Valtournenche da questo versante . Non incontro nessuno se non un branco di stambecchi, qualcuno intento a brucare altri concentrati nelle operazioni di muta per liberarsi dal manto invernale. Che pace.  Raggiunto il fondovalle e rientro a Maen sul sentiero n.1 evitando così la statale.
Sarà stata una zingarata ma ne è valsa la pena. Sulle montagne della Valle d’Aosta e nelle manifestazioni un po’ defilate come il Vertical Finestra di Cignana mi trovo particolarmente a mio agio. Grazie e complimenti a tutti gli organizzatori. 


mercoledì 2 giugno 2021

Bici Gravel Colle Lazzarà - Pramollo(To) 1 Giugno 2021

 

Traccia Colle Lazzarà

Dalle note dell'OrcoPinoR
Preso spunto dalla gita dell'OrcoZoppo e dalla proposta impellente di quel mefistofelico Stefano dal  Dantesco nome Gualandi, disegno un bell'anello nel Pinerolese per andare a verificare di persona come sia e cosa sia il Colle Lazzarà o Colle Laz Ara' a quota 1600Slm.

I numeri:
- Partenza Alpignano ore 7.45
- Rivoli, Piossasco,Piscina, Pinerolo
- S,Germano Chisone, Pramollo
- Salita Colle Lazzarà, 13km  1200D+
- Perrero, Perosa Argentina, Villar Perosa
- Salita PraMartino 6km 400D+
- S,Pietro ValLemina, Costagranda, Roletto, Frossasco, Cumiana
- Salita colletta di Cumiana 4km  300D+
- Avigliana, Almese, Caselette, Alpignano
Per 140km 2500D+ 

5 Vallate toccate: Val Chisone, Val Germanasca, Val Lemina, Val Sangone, Valle di Susa

Partenza da Alpignano non troppo presto, alle 6.45 con un meteo nuvoloso e minacciante pioggia. Ma non ne beccheremo neppure un goccio.
Trasferimento alla prima salita in pianura, visto che oggi ci aspettano 2500D+.

Imboccata la Val Sangone, una secca svolta a destra ci porta a S.Germano Chisone e dopo 1 km imbocchiamo il vallone laterale di Risagliardo che immette nel comune sparso, molto sparso, di Pramollo. Da Quota 1000 le salite si fanno arcigne ache 16%. Ci aiuta un meteo nuvoloso e fresco che non ci manda in ebollizione.
Sterrato buono di 2km prima di arrivare al Colle Lazzarà posto a 1595 Slm. In cima al colle, spartiacque tra la Val Chisone e la Val Germanasca, il nulla più assoluto. Pascoli per bovini e ovicaprini.

Si scende per il Vallone di Riclaretto che ci immetterà in 5km di sterrato alla Val Germanasca nel comune di Perrero. Sti 5km con le Gravel non ammortizzata, seppur con fondo non bruttissimo, li abbiamo fatti con i freni tirati e quando abbiamo incontrato l'asfalto siamo partiti come missili.
Per non farci mancare nulla, per il ritorno, percorriamo il giro sulle pedemontaniche salite di Pramartino, TaluccoCostagranda e Colletta di Cumiana. Insomma una Gravvellata con i controfiocchi.
😜😜😜



martedì 1 giugno 2021

Bici Mtb "La Montagna che regala il Mare" - S'Archittu(Or) 31 Maggio 2021


 Dal racconto dell'OgreDoctor

La pandemia allenta finalmente la sua stretta e la vita lentamente riprende il suo corso. 
Approfitto dunque delle condizioni favorevoli e di questa settimana con in mezzo un 2 giugno, festivo, per concedermi una piccola sosta e portare mia mamma in Sardegna.
Il tempo è già bello, ma non così caldo da rendere le giornate poco godibili. L’acqua del mare inizia appena ora a scaldarsi e ci vuole una bella dose di coraggio per tuffarsi, ma la tentazione è irresistibile.
Novità assoluta: decido di portarmi la bicicletta. La mia vecchia Specialized Stumpjumper M4, sostituita da una più moderna Specialized Epic EVO, può ancora recitare la sua parte. 
Ho sempre pensato che andare in bici, nella mia terra fosse spettacolare, ma non mi aspettavo così tanto. 



Per impegnare un po’ il fisico scelgo un giro lungo, su rotte conosciute; ci sono chilometri di sterrato nell’entroterra, che intuisco, ma non conosco e senza compagnia o una guida del posto, significano perdersi sicuramente nel nulla.
Andiamo, dunque per asfalto, sicuramente non l’ideale per le ruote grasse, ma le strade non sono proprio un biliardo e l’asfalto ruvido forse sarebbe più adatto ad una gravel che ha una bici da strada.
Rotta verso l’entroterra, appuntamento mattiniero per un caffè a Santu Lussurgiu con mia zia. Il mio giro sarà un anello intorno al Monti Ferru.
Partenza alle 7.00 del mattino, per non viaggiare sotto il sole, che però complice una giornata nuvolosa, non arriverà che dopo le 15.00.
L’aria fresca del mattino si fa sentire sulle braccia nude, ma la sensazione è piacevole e la vista ripaga della fatica. Si viaggia in solitaria, disturbati di tanto in tanto da quelle poche macchine che si spostano da un paese all’altro; in fondo è un lunedì lavorativo. Le folle di vacanzieri non hanno ancora invaso l’isola, che è avvolta nel silenzio, rotto solo dalle strida degli uccelli e dai versi dagli animali allo stato brado.
Arrivato a Narbolia, opto per la salita a Seneghe, al posto della più conosciuta, ma piatta e noiosa strada per Milis. 
Viaggiare in bici è un po’ come andare a cavallo, l’andatura è veloce ma consente di apprezzare quello che si ha intorno. In mezzo alla campagna, in posizione dominante e strategica, le onnipresenti torri neolitiche dei Nuraghi, testimoni secolari di un mondo che non c’è più e custodi del segreto della loro stessa funzione: abitazioni, templi, caserme militari, avamposti. Ogni volta che passo per queste strade, ne scorgo di nuovi che non avevo mai notato, correndo in macchina. 
La salita non è di quelle che fa male, sale dolce dallo zero del livello del mare fino ai 313 metri di Seneghe, paese dell’olio.  Arrivo in paese mentre frotte di bambini con il grembiule blu e colletto bianco (ma non era stato abolito?) corrono a scuola. 
Attraverso l’abitato, mi sincero di essere nella direzione corretta e mi dirigo verso Bonarcado. Fra un paese e l’altro, ci sono circa 10 km, di nulla assoluto, campagna, boschi, uliveti, vigneti. Dovrò ancora percorrere una decina di km e un centinaio di metri di dislivello per arrivare a Santu Lussurgiu. 
Mio zio è già in vigna, lo saluterò un’altra volta. Un buon caffè accompagnato da una meringa e da due albicocche dolcissime, un saluto veloce a mia zia e, via verso la montagna di Badde Urbara, dove svetta l’antenna della RAI. 
Il cartello all’uscita di Santu Lussurgiu segna 17 km per arrivare a Cuglieri.
Salgo fino a quasi 1000 metri, ma senza strappi, le pendenze non vanno mai oltre il 6% e la salita è sempre pedalabile. Mi attraversa la strada una faina, chissà magari di ritorno d qualche razzia in pollai vicini. 
Una torre di avvistamento per il fuoco, ancora qualche curva dentro questi fitti boschi di lecci secolari e finalmente la strada spiana sull’altipiano. 
A breve inizierà la discesa verso Cuglieri, paese che si staglia su queste alture con la cupola metallica del Duomo che riflette orgogliosamente la luce del sole, visibile anche da lontano.
Tutt’intorno si stagliano guglie monolitiche che emergono dalla vegetazione e la sagoma diroccata del Casteddu Ezzu, il Castello del Montiferru, risalente al XII secolo.
Dalla cima del castello la vista spazia fino alla costa, al mare, verso Santa Caterina, S’Archittu e Torre del Pozzo. 
Montagna che regala il mare. 
Dopo la fatica, i 70 km e i 1000 e più metri di dislivello, mi fermo alla torre costiera di Pittinuri, che si trova su un promontorio calcareo a 28 metri s.l.m. e prende il nome dalla località di Santa Caterina di Pittinuri, nel territorio di Cuglieri. La torre fu costruita intorno al 1578 e dallo sperone in cui si trova, rimane in contatto visivo con le torri di Su Puttu (Torre del Pozzo), Capo Mannu, Capo Nieddu e Scab'e Sai. 
Non ci venivo più da quando ero bambino. Allora percorrevo i 5 km che mi separano da casa a piedi. Oggi in bici. I tempi cambiano, ma apparentemente solo per me. Questi luoghi sono rimasti come allora, splendidi, immutati, custodi del tempo che scorre, inesorabile.
Una foto con la mia rossa Stumpjumper M4, il mio cavallo meccanico, per cogliere l’attimo.