sabato 29 maggio 2021

Bici Emilia Gravel Tour - Piacenza(Pc) 28-29-30-31 Maggio 2021

 

Sito Emilia Gravel Tour

Dal racconto dell'OrcoMamy

Tutto nasce quando la Regione Piemonte mi comunica tramite sms che la seconda dose del vaccino Covid è stata fissata per il 3 GIUGNO 2021 ORE 14,59 !!
NOOOOO!!
Con la passione della avventura in bici off road mi ero iscritto da oltre 10 mesi all'edizione 2021 del Tuscany trail in Toscana, un viaggio di 450km attraverso le mitiche strade bianche della Toscana che con partenza il 30 maggio si conclude con la fine della prima settimana di giugno.
E quindi.. BINGO !! SALTA TUTTO !!
Non mi perdo d'animo e subito tiro fuori dal cassetto un programmino che li' giaceva: L'EMILIA GRAVEL TOUR

Si tratta di un percorso ad anello di km 360/380 km ,con oltre 3000 mt disl+,con partenza da Piacenza ed arrivo a Piacenza percorrendo prima le sponde argillose del fiume Po e poi le amene e ripide colline dell'Appennino Tosco-Emiliano.
L' 80% del terreno ciclabile è sterrato come piace a me fuori da strade trafficate e dall'asfalto che io aborro.
Sono le 10 del venerdi 28 maggio io ed il mio fido socio Alfredo lasciamo Piacenza pedalando sulla pista ciclabile che ci porta verso l'avventura.


Prima e la seconda giornata :
Sono due tappe di assoluta pianura( 230 mt di disl+ sic!) costeggiando sempre il ns grande e maestoso fiume Po. Gli sterrati corrono a perdita d'occhio tra i campi di papaveri rossissimi che si alternano con altri di colza e di girasoli. Il profumo dell'estate si fa gia' sentire in queste terre di pianura ma il clima è ancora sopportabile e ci trastulliamo in assetto cicloturistico estivo.
Passiamo l'Oasi di Pinedo, poi Castelvetro piacentino, poi ancora eccoci nell'isola fluviale Giarola, eppoi...il Polesine parmense ! Siamo in un ambiente che mai avremmo pensato di incontrare : spiagge bianchissime lambiscono il fiume e nelle anse si assapora quasi un clima balneare.
Casotti adibiti alla pesca fluviale, baretti, sovente ancora chiusi ,si adagiano sotto alberi di salice piangente oziosi sulla riva del Po . Davvero un tuffo in ambiente marinaro non immaginabile.
Le giornate finiscono all'imbrunire quando ahime' i moschini e le zanzare escono allo scoperto e son....seccature.

Sostiamo a Zibello, famoso centro rurale per la produzione di culatello, e non possiamo che fermarci ad assaggiare questa leccornia !
Oltre 200km nei primi due gg sono macinati percorrendo i cosiddetti “ argini” ovvero terrapieni rialzati a difesa del territorio in caso di esondazione del Po .Su questi argini sono disegnante le strade bianche, i tratturi, a volte solo i sentieri e su di essi pedaliamo . A volte i km corrono veloci se il fondo è di terra battuta o di brecciolino compatto, altre volte non riusciamo a percorrere piu' di  7/8 km in un ora quando il fondo è costituito da prato e non sempre tagliato. Ma tant' é : la traccia gpx passa di li' ed allora si prosegue senza indugio !

Il terzo e quarto giorno
Siamo oramai in Emila e il gioco cambia.
Abbandonate le comode carrarecce pianeggianti in ambiente golenale ,siamo ora all'assalto dell'appennino Tosco-Emiliano.
Passato il ponte sul fiume Torrente Parma a Langhirano ,iniziano piu di 160 km di mulattiere ,tratturi, single trek, pratoni infiniti che mettono a dura prova le nostre gambe . Piu di 2000mt dil+ ci aspettano e con pazienza e passione iniziamo le salite.
Dobbiamo salire sul crinale appenninico e poi cavalcarlo con infiniti sali e scendi con paesaggi mozzafiato per due giorni interi. Iniziamo lambendo a 750 mt di quota il MONTE MILANO,
per poi scendere su Calestano, paesino adagiato su una piccola radura in riva al torrente Baganza.
E poi via sempre più su pedalando su ripidi sterrati che ci portano in vista del Passo della Cisa
Non lo valichiamo ma scendiamo come si dice “ con una fucilata” fino al paese di Cazzola ,che sembra ancora immerso nel Medio Evo. Attraversiamo poi il fiume Taro per giungere stanchi a Varano de' Melegari ,dove pernottiamo in un accogliente b&b.

L'ultimo giorno si parte di buon ora ed è subito salita per 600mt disl+ su una carrareccia a volte sgangherata a volte ciclabile che cmp ci accompagna nell'ultima giornata di crinali.
.Passiamo in zone assolutamente non antropizzate,valloni deserti e verdissimi che ci accompagnano fin in vista di Pellegrino Parmense. Di qui solo più un lunga ,bella ,sinuosa discesa  su sterrati da percorrere con dovizia per “mettere le ruote” nel posto giusto ed evitare cadute che con le nostre bici cariche ( 21 kg)non sarebbero proprio consigliate.
La discesa termina a Salsomaggiore Terme dove ci concediamo una sosta .
Poi solo più km nuovamente di sterrati verso Fidenza, e poi girovagando tra le cascine del piacentino ,eccoci a chiudere l'anello a Piacenza.

Anche questa piccola avventura la archiviamo ,felici.
Oltre 34 ore di bici ,tanti km , oltre 3000mt di disl+, ottimo prosciutto, super culatello ,grana a gogo' sono i colori di questa tavolozza di emozioni di 4 giorni.
Ma ci son anche gli imprevisti: il taglio netto di un copertone, la rottura di ambedue le scarpe da bike,un errore nella prenotazione di un b&b, e per finire qualche fuga rincorsi da cani.... ,
beh ...li definiamo il pepe sull'avventura.
Li definiamo ora a tavolino ma sul terreno di gioco, proprio no...


mercoledì 19 maggio 2021

Gravel Bike Rifugio "La Riposa" - Susa (To) 18 Maggio 2021

Dal racconto dell'OrcoPinoR
La notte, non ha portato consiglio ma un incubo. Nel sogno qualche buontempone ha deciso di miniaturizzare la bici da corsa, incidentata il 4 Luglio 2020, e di appenderla in qualche Morfeiana parete . Secondo Freud avrei dovuto analizzare il sogno, sviscerarlo e alfine restare a casa. 
Ed invece no, oggi la scimmia se ne frega di Freud e decide di portarmi al Rifugio La Riposa a quota 2250, alle pendici del Rocciamelone. Il monte dei monti, creduto dai romani la vetta più alta delle Alpi. Svetta dritto sulla Valle di Susa con i suoi 3538 Slm.

I numeri:
- Partenza da Alpignano 350Slm  10.30 (un pò tardi)
- Tragitto verso Susa 500 Slm, dalla ciclostrada del Diacono Martino.  
- Arrivo al Rifugio "La Riposa" ore 14.30
- Rientro ad Alpignano ore 17.30

Partenza tardi da casa, alle 10.30. Ma si rivelerà una partenza col botto. Eolo spinge forte da Est ad Ovest e nel trasferimento verso Susa l'ho alle spalle. Pedalo facile senza fatica, una vera goduria.
A Susa 500 Slm, inizia la salita di 1750D+. L'incendio del 2017 ha rovinato in parte l'asfalto da quota 1000 a quota 1500. Praticamente lo ha cotto. Si sommano i lavori dei boscaioli che stanno pulendo il bosco dagli alberi morti. Insomma da quota 1000 a 1500 slm occorre molta pazienza in salita e molto occhio in discesa.
Salgo tranquillo e regolare, cosciente che occorrerà affrontare ancora il ritorno. Le prime rampe con temperature intorno ai 30 gradi. Veloce il meteo, repentino, cambia. Il sole scompare e le temperature da quota 1600 Slm precipitano in fretta. Dalla località il Trucco 1750 Slm, inizia lo splendido sterrato che in  5km porta al rifugio "La Riposa".
Una coccinella mi si posa sul manubrio e non mi lascia più. La fortuna è dalla mia, oggi si arriva alla meta prefissata.
Nessuno forma di vita ai vari agriturismi "la Darbunera" e "Costa Rossa". Nessuno che sale, nessuno che scende. Confido sulle camere d'aria Aerothan della Scwalbe che dicono imbucabili. Le coperture  Vittoria Zaffiro-Pro 700x32 fanno il loro "sporco" mestiere.
Arrivo al Rifugio non troppo tirato. Temperatura sui 9° gradi. La discesa con i mezziguanti ed un giacchino ino ino saranno cavoli miei.
Discesa sullo sterrato magnifica, tenuto conto che le bici Gravel non hanno nessuna ammortizzazione. Il giacchino tiene, le mani invece sono anchilosate sui freni che ancora un po' prendono fuoco.
Arrivo a Susa infreddolito ma non troppo, tant'è che ordino un bel gelato per affrontare il ritorno a casa. Inizia a piovigginare per cui bando alle chiacchere, si fugge veloce.
Sorpresa, già Susa mi accordo che Eolo ha cambiato direzione, adesso spira da Ovest ad Est. Quindi ho nuovamente il vento alle spalle. Una fortuna così non mi capiterà più.
Grazie Eolo, grazie Coccinella, grazie Rocciamelone. Caro Freud dovevi cambiare mestiere.




 

Giro Podistico del Lago di Viverone(To) 15 Maggio 2021

 

Sito Giro Podistico Lago Viverone

Dal racconto dell'OrcoCamola
La quinta edizione del Giro Podistico del Lago di Viverone vede alla partenza due Orchi dubbiosi della propria preparazione agonistica, ma desiderosi di liberare il fisico e la mente dalla ruggine accumulata in questi mesi.  
          
Per quanto mi riguarda è la seconda gara dell’anno, sempre in compagnia di OrcoMauro con il quale il mese scorso ho partecipato alla Corsa di Primavera (8 km a Torino).
Questa volta i km sono 19 su un percorso abbastanza movimentato certificato da Fidal come ‘trail’. 
Secondo i nostri standard, di trail il tracciato ne ha ben poco se non 300 m d+ e qualche tratto di strada sterrata perfettamente conservato.

Alle 16 siamo a Viverone e dopo aver ritirato il pettorale abbiamo tempo per un caffè e per dare un’occhiata alla zona turistica.  Non è una giornata soleggiata ma per correre la temperatura è perfetta.
Alle 17 si parte. Provo una bella emozione; spero di gestire la mia gara nel migliore dei modi.
Inizialmente corriamo sulla riva del lago, superiamo il comune di Masseria-Cumana per entrare subito dopo nella zona boschiva di Veneria. Qui troviamo una prima salita.

Il paesaggio è fantastico. Gli scorci panoramici sul lago si alternano a campi coltivati e prati resi verdissimi dalle recenti piogge. Giunti nel territorio di Azelio, al km 14, affrontiamo un tratto collinare di 4 km con salite più impegnative. Sto bene e la vista sul lago mi distrae dalla fatica. L’ultimo chilometro è tutto in discesa e l’allestimento della zona di arrivo, permette la presenza di spettatori. Poco dopo taglia il traguardo OrcoMauro anche lui visibilmente soddisfatto della sua gara. Vincono i mitici gemelli Dematteis, sempre fantastici sotto tutti i punti di vista.
Complimenti agli Olimpia Runners per l’ottima organizzazione e grazie al socio OrcoMauro con il quale ho preparato questa bella gara.   
Ciao! …alla prossima



lunedì 10 maggio 2021

Trail del Mottarone (Vb) 9 Maggio 2021

 

Classifica Trail del Mottarone 2021
Sito Trail Mottarone

Dal racconto dell'OrcoRolfy

Il 2021 sembra riproporci una situazione analoga allo scorso anno, anche se si è tornato a sperare grazie ai vaccini, la strada sarà  ancora lunga soprattutto dopo l’estate.
Eventi annullati, nessuna o poche possibilità di vedere amici, parenti e calendario gare Trail inesistente.
Da decreti legislativi si è comunque potuto svolgere attività sportiva all’aria aperta all’interno del proprio Comune ma solo in forma individuale. Le gare non sono tutto ovviamente, e fare sport è bello anche solo per il gusto di stare all’aria aperta e rimanere in salute, ma devo ammettere che competere indossando un pettorale mi mancava parecchio e aver gare programmate in calendario mi ha sempre dato lo stimolo a prepararmi e migliorarmi sempre di più, la vedo come una sorta di “esame sia fisico che mentale”  ovviamente niente di ossessivo e forzato, lo faccio perché mi piace e nessuno mi obbliga. Lo scorso autunno sono stato vittima come tanti dell’ennesima quarantena forzata questa volta causa positività CoVid che non mi ha per fortuna provocato nessun sintomo o complicanza . Con il morale basso è stato difficile trovare lo stimolo e la voglia di continuare ad allenarsi , ma non mi sono perso d’animo e grazie al giardino gentilmente concesso per la quarantena da OrcoPinoR ho incominciato a correre come un criceto almeno un’ora al giorno, a volte anche di più , addirittura ho corso 26 km creando quasi una trincea a causa del mio passaggio ripetuto sull’erba , mi scuso in anticipo con Pino e lo ringrazio per la pazienza. 
Dopo questo bel periodo finalmente, ho traslocato insieme ad Orco Smaug in un’appartamento a Giaveno, un posto perfetto per correre, andare in bici e addirittura sciare soprattutto in un periodo in cui gli spostamenti sono vietati. Ed è così che nonostante l’incertezza del momento e l’assenza di gare ho macinato tanti chilometri settimanali nelle vallate del Giavenese scoprendo posti sempre nuovi e quando è arrivata la neve le immancabili “pellate” all’Aquila. Passa il tempo e finalmente a fine aprile ricevo una mail dagli Orchi con il calendario gare che probabilmente verranno organizzate a maggio e giugno,  noto subito il Trail del Mottarone , l’iconica montagna che sovrasta la valle tra lago d’Orta e lago Maggiore famosa per la sua bella vista, le piste da sci e per la dura salita amata dai ciclisti.  

Quale occasione migliore per capire se le ore passate tra sentieri , boschi,vette ,neve, pioggia spesso a fare “ravanage” siano servite a qualcosa oltre che ad avermi fatto scoprire posti bellissimi . La conferma arriva gli ultimi giorni di aprile. Quest’anno il Mottarone Trail si farà, dopo l’edizione saltata del 2020 , non saranno però disputate le gare da 90 km e la staffetta da 45+45 km ma ci saranno due possibilità : la gara da 12 km e 300m d+ e quella da 20 km con ben 2100 m d+. La mia scelta si proietta verso la 20 km.
Il percorso molto bello, parte dalla cittadina di Stresa perla del Lago Maggiore per poi spostarsi nelle varie borgate salendo fino al Monte Camoscio, a seguire passaggio al Monte Zughero e infine arrivo da sua maestà il Mottarone.
Due Orchi alla partenza : il sottoscritto (Orco Rolfy) e OrcoSmaug. 
Domenica 9 maggio arriviamo a Stresa di buon’ora, il cielo è azzurro, nessuna nuvola, temperatura ottimale per una giornata di grandi sudate. Ritiriamo i nostri pettorali seguendo i protocolli CoVid e consegniamo la sacca con “ il cambio” che ci verrà ridata all’arrivo dall’organizzazione e ci permetterà così di avere indumenti asciutti e non prendere freddo. Quest’anno il Trail è sponsorizzato dalla Vibram (nota azienda che produce suole per scarpe di tutti i tipi) e gli iscritti sono 650 , un bel numero da gestire soprattutto di sti tempi. Le partenze verranno scaglionate: 8:30 tutte le donne (circa 150 atlete) e a seguire tre batterie di uomini da 150 atleti ciascuna alle 9:00,9:15 e 9:30 in base ai punteggi  ITRA ( indice sulle performance). 
OrcoSmaug è la prima a partire, subito dopo alle 9 arriva il mio turno. Come al solito in queste gare “ corte “ il ritmo dei primi chilometri è troppo alto per me, così cerco di mantenermi intorno ai 4 e 15 al km senza strafare. Usciti dall’abitato di Stresa ci inerpichiamo nel sentiero “la pissarotta” un bel sentiero tra i boschi che ci porta a una bellissima cascata , dopo la quale sbuchiamo nel borgo di Someraro con i suoi vicoli caratteristici.  Continui saliscendi ci portano a una ripida discesa fino a Loira di Baveno. La temperatura si è alzata, fa già caldino e il mio consumo di acqua e gel aumenta. Imbocchiamo nuovamente un sentiero tra i fitti boschi che ci porta fino alla maestosa cava di granito rosa dove inizia la vera e propria salita all’alpe Camoscio (890m) su questa salita riesco a prendere OrcoSmaug che saluto dandogli appuntamento su in cima all’arrivo. Intanto una spettacolare vista sul lago mi attende e per un’attimo mi dimentico della fatica. 
Il sentiero da qui prosegue sulla panoramica dorsale, a tratti ripida, per poi scendere all’alpe Vedabia (799 mt), dove dopo un breve pianoro ed una larga strada imbocchiamo il sentiero del monte Zughero (1230 mt), una tortura. Riesco a sorpassare alcune persone che vedo letteralmente in crisi per quelle pendenze che non danno mai tregua e giungo al secondo ristoro presso la baita Cai aloe Nuovo. Sto bene, riempio solo la mia borraccia di acqua e riparto. Il mio Garmin segna 18,5 km manca poco quindi, penso. Continuo per il sentiero dorsale che sale lungo i canaloni che sovrastano Omegna e giungo sull’anello finale che mi porta in cima al Mottarone dove mi attende un tifo da stadio con campanacci e gente che fa il tifo a tutti i corridori che transitano. Infine discesa “spaccagambe” di 200 metri sulle piste che giunge all’arrivo nel quale chiudo in 2 ore e 50 min e in 81 esima posizione.
Soddisfatto aspetto OrcoSmaug che arriva poco dopo concludendo anche lei il percorso sana e salva e con un buon tempo. Peccato per le nuvole che hanno parzialmente coperto la vista sui laghi lasciando solo la cupa vetta del Mottarone martoriata dall’uomo con la costruzione di seggiovie, ski-lift e torri ricetrasmittenti che a parer mio hanno deturpato il paesaggio. Felice di aver partecipato a questa bella gara finalmente dopo tanto tempo lontano dagli eventi e dalla gente soprattutto. Un plauso va sicuramente all’organizzazione che diretta dal patron Max Valsesia ha saputo organizzarsi a meraviglia sia come logistica che come percorso in periodo così difficile regalando a tutti i concorrenti pure il rientro in cabinovia a Stresa .  


 







domenica 9 maggio 2021

Bici Bdc Sulle tracce della 2 Tappa del 104° Giro D'Italia (To) 8 Maggio 2021

 

Traccia 2 Tappa 104° Giro D'Italia 2021

Dalle note dell'OrcoPinoR
Andare sul percorso per vedere i professionisti che corrono il 104° Giro D'Italia, lo trovo a mio parere una noia mortale. Strade bloccate, si rimane inchiodati per ore a bordo strada, vedi pochissimo, le gambe che friggono per la voglia di pedalare. No per carità non fa per me.
Preferisco pedalare sul percorso del Giro, magari il giorno prima della Tappa: strade tirate a lucido, cartellonistica Giro già installata, i tifosi con i loro camper già piazzati che ti fanno anche il tifo. Da qualche anno è questo il mio nuovo trend sia per Giro che per il Tour. E funziona, il divertimento è assicurato.

Oggi è la volta della 2° Tappa che da Stupinigi, in 179km, porterà i Pro a Novara. Io seguirò il tracciato dalla partenza di Stupinigi al bivio di Andezeno, dopodichè virerò tutto a sinistra per risalire a Baldissero, Basilica di Superga e casa.

I numeri :
- Partenza Alpignano ore 8.00
- Ciclabile di Rivalta
- Stupinigi, None, Virle
- Pancalieri, Racconigi, Carnagnola
- Santena, Chieri, Andezeno
- Baldissero, Basilica di Superga, Venaria, Alpignano

Per 140km 900D+

In forse il Trip, ieri 7 Maggio ho ricevuto la prima dose del vaccino AntiCovid Pfizer. Mi aspettavo a dire il vero una legnata dal punto di vista fisico. Il mattino al risveglio, a parte un dolorino sulla spalla sinistra, dove sono stato punturato, è tutto ok. Si va.
Giornata ancora fredda. A Rivoli incoccio l'OrcoCamola che va a correre con altri Orcacci. Due chiacchere veloci e punto diretto alla ciclabile di Rivalta, pregustando la Reggia di Stupinigi attrezzata a "Gran Pavese" per il Giro. Invece, il nulla più assoluto, probabilmente essendo il punto di partenza attrezzeranno tutto in serata.
Passata la Reggia ecco le prime indicazioni rosa su tutto il percorso, impossibile perdere il tracciato, le strade sono un biliardo, sembra di essere in Svizzera.
I paesi attraversati passano veloci. None, Virle, Pancalieri, qui aggancio un attempato ciclista di Carmagnola di origini nettamente calabrese. Tommaso, cosi si chiama, mi assicura che sta prendendo da 40anni le pillole per perdere la famosa H aspirata. Ma niente da fare la cura nn funziona.

Prima  di entrare in Racconigi, abbordiamo due giovani ciclisti torinesi di origine spiccatamente sarde, Mattia e Giovanni. In men che non si dica lo sgangherato gruppo eterogeneo è formato. 
A Racconigi, piazza del magnifico castello, sosta caffè gentilmente offerto da Tommaso. 
Un saluto alle cicogne che hanno scelto di nidificare sui torrioni del castello e si riparte, tutti insieme, alla volta di Carmagnola dove Tommaso è residente. Qui ci lasciamo con calorosi saluti come solo la gente del Sud sa fare. 
Sul drittone per Villastellone succhiamo la ruota ad un terzetto di cicloamatori belgi che vanno a Novara sul percorso Giro. Probabilmente faranno tutte le tappe il giorno prima. Che vi dicevo, cari amici lettori, il giorno prima è quello ideale per seguire i giri a tappe.

Santena è addobbata con fiocchi rosa, pare la scena del "Sabato del Villaggio" del Leopardi. Un  fermento che fa piacere dopo un anno di pandemia. Anche il Banna è confuso e felice.
Ed hanno scomodato anche lui, Camillo Benso conte di Cavour. Da buon piemontese si sarebbe fatto pagare i diritti d'immagine.
Chieri a due passi e il bivio per Gassino-Baldissero arriva presto. 
Adesso tocca salire a Superga per mettere un po' di di dislivello a sto Trip nella bassa Padana.
Sempre arcigne le rampe che portano alla Basilica di Superga ma il panorama su Torino e sul percorso della cronometro di oggi è gratificante.

Rientro ad Alpignano per la ripida discesa di Sassi, soddisfatto di aver percorso un tratto del 104° Giro D'Italia, un pezzo di storia italiana.







martedì 4 maggio 2021

Gravel Bike Pian Gelassa - Valle di Susa (To) 3 Maggio 2021

 

Traccia Gravel Bike Pian Gelassa 2021
Video Gravel Bike Pian Gelassa 2021

Dalle note dell'OrcoPinoR

Siamo in Primavera ormai inoltrata, è tempo di "salire in montagna" ma non per combattere i NaziFascisti  ma per mettere nel carniere Colli e GiteDaUrlo.

Scrutando le attività dei ciclisti Valsusini, scopro che alcuni di essi hanno portato la loro bici da strada al Pian Gelassa. Ne ho sentito parlare da amici sportivi nelle loro escursioni con le Ciaspole o Pelli, ma a dire il vero non ci ho mai messo piede ed oggi 3 Maggio 2021 parmi la giornata giusta, meteoreologicamente freschina ma giusta. Mi accompagna oggi Steu,  l'amico di OrcoRog e simpatizzante  degli Orchi.
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Per 125km 2000D+ circa


Semplice il percorso. Si sale al Pian Frais, stazione sciistica in via di dismissione, per la Prov.24 da Meana. Dopo i 10 Tornanti "Bastasi & Caini"  si passa il bivio per la Madonna della Losa, dove ci siamo fermati per il panorama, e dopo 500 metri un bivio secco gira a sinistra per Pian Gelassa.
Chissà per quale oscuro motivo, nessun ciclista me ne ha mai parlato. Un vero mistero visto il fondo praticamente perfetto. In 5 chilometri si arriva alla meta su una carrereccia di terra morbida composta da un vecchio fondo stradale (anni 70-80) ,con accumuli di aghi di larici, asciutta anche dopo una settimana di pioggia. Si sale alla media 6-7% facile facile dopo i durissimi 10 tornanti.

Al Pian Gelassa trovo con stupore un disastro ecologico. Edifici con la sola struttura, veri catafalchi fantasma. Siamo proprio sopra Susa, vicinissimi a Torino. 
Dopo essermi informato... Pian Gelassa doveva essere una stazione sciistica soprannominata la “Bondone di Torino”, per l’estrema vicinanza alla città.
Sono rimasti gli scheletri di Palazzine/Alberghi per ospitare i potenziali sciatori. Che disastro. Rimane adesso un luogo fantasma, ma per fortuna un luogo dove poter pedalare, correre, ciaspolare e pellare lontano da tutto e tutti con vista magnifica sul Gran Serin. Percorsi splendidi, panorami mozzafiato...altro che Trentino. La montagna qui è quella di una volta, poco addomesticata.
Il concetto di utilizzo della montagna per fini turistici è tutto da ripensare, anche alla luce della pandemia da Covid Sars-2. Credo che le stazioni sciistiche e lo sci alpino in pista sia ormai superate, e la montagna sa offrire molto di più che una seggiovia per fare qualche curva sulla neve. A pensarla cosi non sono solo io ma anche un organo competente come il Club Alpino Italiano (CAI).

Discesa verso il Frais, per riimmetterci sulla provinciale 254. Decidiamo di non andare al Frais (mancano 3km) ma di scendere verso Deveys, prima su una carrereccia e poi con un collegamento del "Sentiero dei Franchi" ci infiliamo sulla strada sterrata "Campo Alardo" che scende a Gravere di Susa. Mizzica la discesa lunga mi ha fatto quasi fumare un  paio di pastiglie organiche.
Rientriamo a casa felici e soddisfatti di una giornata da ricordare.