martedì 23 luglio 2019

Royal Ultra Sky Marathon - Ceresole Reale(To) 21 Luglio 2019

Classifica Royal SkyMarathon 2019
Video Royal SkyMarathon 2019
Sito Royal SkyMarathon

Edizione Royal Ultra Sky Marathon 2017( racconto OrcoNauta)
Edizione Royal Ultra Sky Marathon 2015 ( racconto OrcoRavaning)
Edizione Royal Ultra Sky Marathon 2013 (foto e racconto OgreExtreme)
Edizione Royal Ultra Sky Marathon 2011 (foto e racconto OrcoPino)
Edizione Royal Ultra Sky Marathon 2010 (foto e racconto OrcoVittorio)
Edizione Royal Ultra Sky Marathon 2009 (foto e racconto OrcoGreg)
Edizione Royal Ultra Sky Marathon 2008 (Sito RUSM)

Edizione Trofeo Kima 2012 (foto e racconto OrcoCamola)
Edizione Trofeo Kima 2018 (racconto OrcoKambu & OrcoNauta)

Dal racconto dell'OrcoRolfy 

Domenica 21 Luglio 2019: una giornata da incorniciare, nella natura selvaggia del Parco Nazionale Gran Paradiso .
Il menù del giorno prevede: 7 colli , 55 km di tracciato e 4141 metri di dislivello positivo. Questa è la “Royal Ultra Sky Marathon”.

Partenza dalla Diga del Teleccio alle 6:30. Si percorre interamente la diga, per poi svoltare a sinistra ed immettersi nel sentiero che porta al Rifugio Pontese.
Dal rifugio inizia la salita verso il Colle dei Becchi (2990 m), innevato nella seconda parte, difficile soprattutto in discesa, tant’è che l’organizzazione ha fatto calzare i micro-ramponi obbligatoriamente.
Molti concorrenti cadono. Chi cerca di correre, chi si tiene alle corde e chi come me la fa di sedere (molto più veloce ed efficace).
Il primo colle è andato! Si continua per una lieve discesa tra i torrenti della vallata e si giunge fino alla seconda salita, la Bocchetta del Ges (2692m). Da qui discesa corribile fino all’Alpe Foges dove riprendo un po’ di fiato ed energie grazie al ristoro. Qualche km più avanti si inerpica la salita che raggiunge il punto più alto della gara il Colle della Porta (3002m). La salita attraversa diversi nevai, ma la neve è ormai marcia quindi procedo senza ramponcini.
La discesa e’ molto bella e in uno scenario maestoso racchiuso tra i ghiacciai si percorrono quasi 2 km completamente sulla neve, fino ad arrivare a un laghetto glaciale. Segue la salita al Colle della Terra (2922m) e poi una discesa e un lungo falsopiano che portano alle rampe del Nivolet, dove costeggiamo i tornanti della strada piena di ciclisti.
Riprendo un po’ di fiato al ristoro e cerco di assumere un po’ di zuccheri. Sono al 37esimo chilometro. Ricomincio a correre giù in discesa raggiungendo una prateria che percorro per un km circa. Ahimè poco più avanti la salita e le pendenze iniziano di nuovo a farsi sentire fino al Colle delle Rocce Bianche (2670m). Il paesaggio è maestoso e riesco a scorgere addirittura due camosci che mi osservano dal pendio poco sopra di me.
                         Foto Mirco Mion (salita al Colle dei Becchi)

Arrivato in cima sto comunque ancora bene. Le gambe tengono, ma mi attende una lunga discesa che mi porta al lago Serrù. La’ pero’ vengo accolto da una folla che applaude e che mi dà la carica per continuare. Altro ristoro e si scende ancora fino a 1800 metri di quota circa. Al 43esimo km inizia un tratto pianeggiante e poi di nuovo in salita fino  al Rifugio Jervis (km 47,5 km), dove la stanchezza ormai incomincia ad essere tanta. Manca però ancora l’ultima salita al  Colle del Nel (2551 m).
Mentre affronto il ripido sentiero, riesco a scorgere gli addetti del soccorso alpino che osservano dalla cima. Sono minuscoli all’inizio, ma pian piano sempre più vicini e grandi. Raggiungo il colle e bevo un po’ di Coca Cola per riprendere energia. Chiedo quanto manca, il mio orologio segna 52 km di gara. Mi avvertono che le salite sono finalmente finite e che ci sono altri 5 km di discesa tecnica e ripida che portano fino al Lago di Ceresole .
Scendo più veloce che posso, ma ormai ho due legni al posto delle gambe. In più il terreno sconnesso tra pietre, arbusti e radici non aiuta di certo. Sono in prossimità del lago quando accade l’imprevisto. Scivolo su un masso e rotolo giù per il sentiero, penso di essermi rotto qualcosa. Resto immobile per qualche secondo cercando di capire i danni. Per fortuna solo qualche graffio e niente più. Mi rialzo dolorante e cerco di riprendere a correre, ma all’inizio faccio fatica. Poi penso che non posso mollare proprio ora che manca pochissimo all’arrivo. Stringo i denti fino all’ultimo km che costeggia il Lago di Ceresole. E' una passerella bellissima, la gente applaude e ci incita. Poi finalmente vedo il pallone dell’arrivo. Concludo i miei 57,2 km ( dovevano essere 55 ma il mio orologio ne ha calcolati due in più) con 4100 m di dislivello in 10 ore 54 minuti e 35 secondi!
Contentissimo di aver concluso la gara più dura e lunga a cui io abbia mai partecipato, in uno degli scenari montani più belli al mondo, tra creste innevate, torrenti, praterie alpine e laghi meravigliosi. Grandissimi e complimenti a tutti gli Orchi che hanno finito come me questa bellissima gara!

Nessun commento:

Posta un commento