sabato 4 maggio 2019

Sci Alpinismo Monte Français Pelouxe -Usseaux(To) 4 Maggio 2019

Foto Sci Alpinismo Monte Français Pelouxe 2019


Dal racconto dell'OgreDoctor

Ritornando dalla gita alla Rognosa del Sestriere, avevamo buttato l’occhio a questa montagna che dal punto di vista alpinistico non ha nulla da dire. D’estate di presenta come uno scivolo erboso anonimo e costituisce l’accesso che porta alla cresta del Pelvo e da lì ai pendi antistanti il colle dell’Orsiera. Ero poco più che un ragazzo quando, con un amico salesiano, dormimmo al colle delle finestre e al mattino facemmo questo bellissimo giro ad anello, rientrando alla colonia salesiana di Pian dell’Alpe. Allora non esistevano i gps e quindi rifarlo sarebbe un bel giro di riscoperta.
Ma è nella stagione invernale, che il Pelouxe diventa intrigante. È la porta di ingresso per lo sci ripido; una tappa obbligata di ogni sci alpinista, che si voglia cimentare con le gite OS o OSA. Una pala di 800 metri di dislivello con un pendio uniforme con pendenza media di 35 gradi, senza barre rocciose a rappresentare un pericolo in caso di rovinosa caduta.
Una gita che avevo sempre guardato con rispetto!
Germano e OrcoCamola si presentano puntuali al ritrovo concordato alle 6.30 del mattino e caricato il mezzo meccanico partiamo alla volta di Balboutet. Percorriamo la strada asfaltata del parco dell’Orsiera fino a quando, nei pressi di Pian dell’Alpe, un cartello di divieto di transito ci sbarra la strada. La carreggiata è ormai sgombra dalla neve e si arriverebbe agevolmente o all’Alpe del Pintas o direttamente al Colle delle finestre. Ligi al divieto, parcheggiamo la vettura, una delle poche presenti in quei luoghi e, indossati i panni dello sciatore, ci apprestiamo a percorrere i 250 metri di dislivello, che ci separano dal colle e dal mettere gli sci ai piedi, per iniziare la salita.
Il Monte Pintas, dirimpettaio del Pelouxe è completamente spelacchiato, come tutte le montagne con esposizione sud, sud ovest.
Il Pelouxe, invece, è completamente innevato, con una copertura uniforme, senza segni di scaricamento. Uno strato di “farinella”, come la chiama Germano, appena caduta, sopra un firm di neve compatta trasformata.
Tre bambini, pronti al divertimento, senza nessuno che gli si para innanzi; un pendio immacolato su cui lasciare le nostre firme: gli ingredienti ci sono proprio tutti!
La salita è bella ripida, si fa sentire. Sul pendio ovest, che si affaccia sulla Val Susa e che raggiunge i 38 gradi di pendenza, mettiamo i rampant, per affrontare la parte più dura, dove il rigelo notturno è ancora presente.
Salendo cominciamo ad intravedere qualche altro scialpinista, che si appresta a salire e montiamo il pendio, ancora più risoluti, consapevoli che saremo i primi a scenderlo.
Rinunciamo alla vetta alpinistica, avvolta dalle nuvole e non tracciata e ci attrezziamo per scendere.
La neve è fantastica. Sciamo su linee parallele sopra questo pendio favoloso. Dopo 1/3 di discesa si stacca lo sci destro e in barba a tutti gli sky-stopper, dritto come una freccia, va giù per il pendio, arrestandosi in prossimità del colle, senza “sgarrottare” nessuno, per fortuna!
Preoccupato per lo sci, scocciato per non essere riuscito a completare una così bella discesa, “incavolato” come un bufalo, per dover scendere su uno sci solo, comincio a divallare, sconsolato, vendendo in lontananza i miei amici, che arrivano al fondo.
Recuperato, per fortuna, lo sci, intatto e senza un graffio, rimettiamo le pelli e rimontiamo il pendio per una seconda e, almeno per me, si spera, più fruttuosa discesa.
La neve ha mollato il giusto e per salire, siamo stranamente più veloci, nonostante la già, considerevole, fatica accumulata, senza utilizzare i rampant, nemmeno nella parte alta del pendio.
In men che non si dica, siamo di nuovo in cima e nuovamente soli. Gli altri sciatori si sono accontentati di un’unica discesa.
Questa volta chiudo gli attacchi, che sicuramente dovrò far regolare, e per maggior sicurezza, metto anche i laccetti. Siamo di nuovo in ballo e questa volta balliamo fino alla fine!
Che meraviglia di discesa, sembra di essere su una pista nera, tirata come un biliardo, ma, a differenza dell’affollamento di un qualsiasi impianto di sci alpino, qui non c’è anima viva. Il pendio e la montagna sono tutti per noi e le uniche voci che sentiamo, sono quelle delle urla entusiastiche di tre bambini sugli sci.
Questa è la bellezza e l’essenza dello sci alpinismo.
Direi che questa volta la birra c’è la siamo proprio meritata.
W Gli Orchi
W La Montagna


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