giovedì 28 febbraio 2019

Sci Alpinismo Rocher de Barabbas o Gravina del Mezzodì - Bardonecchia(To) 27 Febbraio 2019

Foto Scialpinismo Rocher de Barabbas o Gravina del Mezzodì

Dal racconto dell’OgreDoctor

Dopo le valli di Lanzo si va alla ricerca della neve in Alta Valle Susa, nella conca di Bardonecchia.
Si parte da Pian del Colle in Valle Stretta alle 9.30, minuto più minuto meno. La temperatura è già alta, nonostante l’esposizione nord della nostra gita.
La prima parte della salita di svolge all’interno di una gorgia, sul letto di un torrente sulla destra del sentiero che porta alle Grange Teppa e che fu, ormai in tempi remoti, teatro di un bellissimo trail autogestito con OrcoCicillo e OrcoArzenton.
Sulla nostra destra la cresta rocciosa de la Seur ci accompagna con i suoi picchi calcarei, di un colore ocra acceso, che contrasta con il bianco candido della neve. Un paesaggio direi quasi dolomitico.
Sul tracciato solo noi, manco a dirlo. All’iniziale preoccupazione di non trovare il percorso giusto, avendolo letto solo sulla descrizione, mano a mano che saliamo di quota, si sostituisce la consapevolezza che la strada è quella corretta.
Usciti dalla gorgia dopo un canale ripido, dove i cambi di direzione si sprecano, ci troviamo in un anfiteatro chiuso su tutti i lati dalle cime delle montagne.
Sulla nostra destra La Sommet de Guion, sulla sinistra il Rocher de Barabbas o Gravina del Mezzodì o Guglia del Mezzodì, come sono abituato a conoscerla da sempre. Siamo a quota 2224 e prima di arrivare alla meta ci tocca salire un altro bel canale davvero “in piedi” come si suole dire in gergo scialpinistico per arrivare al Pas de Rousses a 2528 e da lì con una svolta a destra in cima a quota 2612, per un totale di 1200 metri di dislivello.
Decido di mettere i rampant per affrontare questo ultimo tratto. La mia tecnica di virata sul ripido è un po’ arrugginita dopo lo stop forzato, ma recupero confidenza esercitandomi sul campo e scivolando goffamente.

Arrivati al colle passiamo dall’ombra e il relativo fresco di un versante nord alla luce accecante e al calore, quasi estivo, del versante opposto.
Che splendida giornata. Siamo al cospetto della Charrà, più in basso del Col ded Acles e del Passo della Mulattiera; giù nel vallone, nascosto dal pendio, Plampinet e più in là il maestoso Pic della Rochebrune, una delle prossime possibili mete, se ci saranno le condizioni favorevoli e, ancora, in lontananza le fantastiche cime del delfinato francese, la Barre des Ecrins, il Pelvoux…l’elenco potrebbe continuare quasi all’infinito tanto lo sguardo spazia sognante nel cielo terso, in ogni direzione.
Giusto del tempo di idratarsi, prendere un gel e poi gettarsi a capofitto in discesa. Il primo tratto sotto il colle lo affrontiamo divallando fino a trovare una neve più sciabile e una pendenza più tranquilla. Da lì in poi neve fantastica, prima farina e poi trasformata primaverile per una sciata da godere fino alla fine, alla macchina.
Audentes fortuna iuvat. I nostri timori di andare ad impelagarci in una situazione difficile sono stati ampiamente fugati da una giornata da quattro stelle, per la neve e per il magnifico paesaggio.
La valutazione BS (buoni sciatori) forse è un po’ strettina, visti i pendi davvero ripidi da salire e soprattutto da scendere, ma BS+ non esiste e non si può nemmeno definirla un OS, per cui “a va bin parei” come direbbero in Sardegna.
Alle 14.30 siamo con i piedi sotto il tavolo per il consueto panino e birra, ormai un MUST dopo queste zingarate, come del resto lo sono i whatapps verso gli amici con dovizia di foto e commenti entusiastici.
L’eco dei vaffa risuona ancora nella valle stretta…

lunedì 25 febbraio 2019

Sci Alpinismo Punta Rossa di Sea Balme (Torino) 24 Febbraio 2019

Foto Scialpinismo Punta rossa di Sea


Dal racconto dell’OgreDoctor

La stagione del ghiaccio volge al termine. Le cascate ormai al limite non consentono una scalata in sicurezza.
Riposte le picche e i ramponi, che magari rispolvereremo più avanti nella stagione, per qualche goulotte in alta quota, tiriamo fuori dalla sacca gli sci da alpinismo, che l’anno passato sono rimasti a riposare, intonsi.
Al richiamo della montagna in livrea invernale, rispondiamo solo in due: OgreDoctor e OrcoCamola.
Scegliamo la Punta Rossa di Sea, che Gulliver da come sicura.
Sono 1500 metri di dislivello positivo e non credo di averli nelle gambe. Forse arrivo a 1000 a stento, gli altri dovrò inventarli ed estrarli metro per metro dallo zaino!
Partiamo alle 7.00 da Rivalta e dopo una breve sosta a Ceres per la colazione arriviamo a Balme, ancora avvolta nel gelo mattutino. Le macchine al parcheggio sono molte e questo ci fa ben sperare di incontrare altri sciatori sul percorso.
Da Balme imbocchiamo la stradina che in breve ci porta alle Grange della Mussa, da dove si imbocca il sentiero per l’Alpe Rulè.
Messi gli sci sullo zaino ci attendono 400 metri di portage. La situazione neve è drammatica. Tutto il versante sud a bassa quota si presenta come se fossimo in primavera inoltrata.
Fatto un simpatico traverso, arriviamo alla neve che da quota 2100 si presenta continua. Sbucando sul valloncello di Pian della Ciamarella vediamo gli sciatori che ci hanno preceduto quasi in vista della vetta.

Le forze cominciano a calare. Ingurgito un gel da cui mi attendo una magia, che mi riporti ai tempi che furono, che però non arriva.
Il sovrappeso si fa sentire in salita, ma se il motore arranca, la testa invece è quella di sempre, mi incita e mi sostiene. Alzo lo sguardo e vedo l’OrcoCamola che mi precede di una decina di minuti e che veleggia tranquillo verso la cima.
Lo seguo, non mollo e alla fine arriva il premio. Arriviamo in cima prima di mezzogiorno. Alla fine non siamo andati nemmeno troppo lenti.
La giornata è spettacolare. Montagne a 360 gradi in un tripudio di colori.
Siamo sulla vetta scialpinistica a quota 2764 metri. La vetta alpinistica  è un po’ più su sulla nostra destra, da salire senza sci. Oggi non vediamo nessuno in cima e siamo già paghi del risultato.
Scherziamo in cima con gli altri sciatori e ci apprestiamo alla discesa.
La neve crostosa e ventata nella parte superiore suggerisce una sciata conservativa, anche perché le gambe sono alla frutta e lanciano urla di dolore.
Nella parte centrale arriva un po’ di divertimento, la neve trasformata primaverile si lascia sciare e pennelliamo delle belle curve godendoci la discesa.
Scendiamo più a destra di dove siamo saliti, sul Rifugio Città di Ciriè al Pian della Mussa che raggiungiamo dopo aver disceso un canalino modello toboga, facendo lo slalom fra le pietre e la terra.

Alla fine, torto collo dobbiamo nuovamente togliere gli sci per arrivare al rifugio, ma siamo in discesa e la cosa non disturba più di tanto.
Quasi mi soffoco con la birra, una Pietra ambrata che va giù come una benedizione, accompagnando un panino con speck e brie (sia benedetto il maiale).
Giusto il tempo per un caffè e per vedere cadere con un boato assordante quel che rimane della cascata del Pian dei Morti e siamo nuovamente sugli sci per percorre il tratto che ci separa da Pian della Mussa a Balme, 400 metri più sotto.
Ovviamente, trattandosi di una pista da fondo ci tocca spingere, di pattinare non se ne parla almeno per me.
La gita è finita, la stanchezza di fa sentire, ma è più grande la soddisfazione per la bellissima giornata.
La montagna ripaga sempre la fatica.
Ogni esperienza in montagna è al tempo stesso esperienza fisica e spirituale se la si vive non solo dal punto di vista sportivo, ma nella sua totalità materiale e intellettuale.
La montagna è un rifugio per l’io che scappa dalla quotidianità che ci assilla e non ci soddisfa, fatta di costanti contrasti e frenesia.

Uno stop momentaneo alla corsa sfrenata, per ritrovare sé stessi, per aprire la finestra del proprio io contemplativo e abbracciare la natura incontaminata e selvaggia.
Per alcuni è semplice passeggiata su un sentiero, per altri è un terreno per mettersi alla prova ricercando anche situazioni più rischiose e difficili, ma in fin dei conti tutti ricerchiamo quella sensazione di libertà che ci fa stare bene e che ci riappacifica e unisce con il creato e la sua bellezza.
Non ricerco in montagna la costante affermazione del mio io, non vivo le scalate come dimostrazione della mia supremazia nei confronti della montagna, la rispetto e conservo un timore reverenziale, sapendo quanto possa essere spaventosa e terrificante in condizioni non ottimali.
Rimane per me un terreno di prova, dove l’animo umano svela sé stesso, le proprie paure e debolezze, la capacità di condividere e di sentire l’altro.
Pur comprendendo le ragioni che portano alcuni alpinisti, fra i quali anche qualche amico, a frequentare la montagna da soli, cimentandosi in imprese, ai limiti della follia, l’alpinismo resta per me un momento di scambio e le imprese e la meta acquistano significato e diventano ricordi indelebili proprio perché c’è qualcuno con cui dividerli.
Oggi c’era OrcoCamola, grande socio di scalata e amico con cui condividere e ricordare una gran bella giornata, vissuta con lo stile inconfondibile di noi Orchi.

domenica 17 febbraio 2019

3° Ediz Trail dei Massi Erratici Villarbasse(To) 17 Febbraio 2019


Foto Arrivo Trail Massi Erratici 2019
Foto Partenza Trail Massi Erratici 2019
Foto Sul PercorsoTrail Massi Erratici 2019
Foto Premiazioni Trail Massi Erratici 2019
Video Trail Massi Erratici 2019
Classifica Trail Massi Erratici 2019

sito  WWW.TRAILMASSIERRATICI.COM

Edizione 2018
Edizione 2017

Dalle note dell'OrcoVic
Giornata soleggiata e calda Domenica 17 Febbraio alla 3° edizione del Trail dei Massi erratici, organizzata dagli ORCHI TRAILERS, con partenza e arrivo a Corbiglia, frazione di Villarbasse.
Due i percorsi, entrambi veloci e sicuri, di 23 e 11 km., ricavati tra i boschi e le radure della Collina morenica nel territorio dei comuni di Villarbasse Rosta e Reano,
In vetta al monte Cuneo si è potuto ammirare lo stupendo panorama sui laghi di Avigliana, la Sacra di San Michele, il Rocciamelone e la Bassa val di Susa.
Assente per influenza Gabriele Abate, si sono messi in evidenza gli atleti del Valsusa running Team da lui allenati:  particolarmente importante il successo di Stefano D’Agostino, 1° assoluto sulla 23 km, che si è migliorato di 10 minuti dal suo tempo dell’anno scorso e ha migliorato di pochi secondi anche il record di Gabriele Abate.
Classifiche
23 km
Maschile
Stefano D’AGOSTINO   1:37:31
Luca RUFFINATTI     1:42:15
Nicolò ROPPOLO    1:43:21
Femminile
Sonia MELECA   2:05:53 
Elisa RULLO     2:08:33
Giulia PORTALURI   2:08:35

11 km
Maschile
Aldo ALLAMANO    49:41 
Massimo GORASSO   54:00
Davide Ciano    55:23
Femminile
Stella RIVA   58:34     
Elisa NARDI    1:04:07 
Manuela SERVENTI   1:04:25




domenica 10 febbraio 2019

Val Maremola Trail Tovo S.Giacomo(Sv) 10 Febbraio 2019

Foto Valaremola 2019
Classifica Valmaremola 2019
Sito Valmaremola

Edizione 2018
Edizione 2015

Dalle note dell'OrcoSherpaMazinga
Sul grande ottovolante del Valmaremola Trail un percorso decisamente impegnativo di 28km.
Cinque risalite delle valli. Incredibile Lantermino che chiude in 2h 20min

Due Orchi; OrcoGreg e OrcoSherpaMazinga. Bella festa e bellissimo tracciato vista mare e nell'entroterra.
E' sempre la Liguria, terra ostica e dura, per veri trailers, Difatti dialetti da tutto il Nord Italia erano presenti

domenica 3 febbraio 2019

4° Cross della Soldanella - Rosta(To) 3 Febbraio 2019


Foto Cross della Soldanella Rosta 2019
Video Cross della Soldanella Rosta 2019
Classifica Cross della Soldanella Rosta 2019

Dalle note dell'OrcoPinoR
Quarta Edizione per il Cross della Soldanella a Rosta(To) organizzato magistralmente dal gruppo Sportivo Tiger Sport di Rivoli(To).
L'evento, sotto l'egida Uisp,  è valido come titolo regionale individuale adulti.
Venerdì 1 Febbraio 2019 una bella nevicata copre il campo gara con venti centimetri di neve fresca.
Gli Organizzatori non si sono persi d'animo per preparare al meglio il camo gara. Ed i 500 atleti iscritti si presentano tutti all'appuntamento delle 8.00, di Domenica 3 feb 2019, per regalarsi un cross fuori dal comune. Quasi una snowRace

Location, l'agriturismo la Soldanella a Rosta(To) Corso Monecenisio, 96

Dieci Gli Orchi presenti alla manifestazione valida per il famoso Trofeo Orco dell'anno 2019.
Distanze diversificate di quattro chilometri, due giri, per le donne ed uomini over 60. Mentre sono sei i chilometri, tre giri, per gli Orchi sotto i 60 anni. Ogni giro si sviluppa in due chilometri.
Terreno difficile per via di parti fangose, innevate, ghiacciate e con buona "drugia". 
Tutti chiudono la propria gara a parte OrcoRavaning che ha avuto un piccolo problemino fisico sulla prima discesa che porta al laghetto. 
Dopo gara condito, se si voleva,  dal pranzo con polenta e carne di Angus; bovini allo stato semibrado  di razza Aberdeen, allevati in loco e di cui le nostre scarpe portano a casa un puzzolente ricordo..