giovedì 5 luglio 2018

Trekking Tour delle Alpi Marittime 29/6/-3/7 2018


Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga
Continua il percorso sulla Grande Traversata delle Alpi, almeno intesa con spirito molto libero alla ricerca di itinerari ed emozioni un pò diversi dai cliche tradizionali.
Dopo il  tour dello scorso anno  da Limone fino a Mentone sul libero percorso della Cromagnon e del  GR 54 nella Valle delle Meraviglie e nel  parco del Mercantour , quest’anno  finalmente si riprende a risalire  verso il Nord, sfruttando i segni inconfondibili della Via Alpina e della GTA.
Due grandi Vie, due viaggi  transfrontalieri che inevitabilmente si incrociano e  si  complementano su tutta la dorsale Alpina, tracciando un itinerario di grande respiro
Tralasciando  tutta la parte  delle Alpi liguri ed il Marguareis, fin troppo conosciuti, il cuore ci porta  nelle Marittime, alla ricerca degli itinerari  parzialmente  battuti  nella nostra giovinezza alpinistica e nelle scorribande invernali con le varie sci alpinistiche.
Le Alpi Marittime presentano la più grande concentrazioni di itinerari alpinistici ed escursionistici di  tutte le Alpi occidentali con la presenza di pochi grandi valloni che dalla pianura cuneese  si inoltrano  in direzione Est-Ovest  verso il confine Francese  e   di una serie impressionante di vallate trasversale che nascondono dei mondi perduti, incastonati all’ombra delle  grandi  vette.
Diverse sono le porte di accesso  al cuore delle Marittime, ma oltrepassato  questi ultimi bastioni della civiltà ,  si apre tutto  il mondo Alpino, fatto di vallate selvagge,  colli ripidissimi,  guglie incredibili,  laghi  tutt’ora  gelati  ed  incastonati in grandi nevai dove l’inverno regna ancora sovrano. Qui l’escursionismo  locale si limita alla percorrenza degli itinerari classici dal fondo valle ai numerosi rifugi alpini  che costellano tutta la zona; al contrario la percorrenza delle GTA è praticamente riservata all’escursionista  Nord Europeo o francese. Difficilmente potremo trovare  gruppi Italiani viaggiare su questi sentieri. Infatti il custode del lontano rifugio Zanotti, vedendoci arrivare   nel suo piccolo paradiso incantato ci si è rivolto  in tutte le lingue, prima di capire che potevamo  meglio comprenderci nel dialetto genovese!
E poi i turisti tedeschi sono organizzatissimi con zaini mostruosi e la cartografia della Fraternali acquistata nelle loro librerie locali.

In cinque giorni, i soliti tre , Io, mio fratello Roberto ed Ugo, praticamente attraversiamo  tutta la frastagliata dorsale alpina  che dal  più meridionale vallone di Entraque  ci permette di arrivare nella alta valle  Stura quasi al colle della Maddalena. Entraque con il suo profondo taglio che si stacca dalla Valle Gesso  fino al gruppo del  Gelas,  è infatti  la  prima valle dopo  le Alpi Liguri e determina l’inizio del  grande parco delle Alpi Marittime
Il primo giorno  presenta una logistica decisamente complessa in quanto occorre lasciare una macchina  nella alta valle Stura  a Ponte Bernardo e con la seconda  raggiungere dopo  circa 70 km di strade di fondo valle la Valle  Gesso di Entraque e la remota località di  San Giacomo di Entraque a quota 1213 metri, ultimo avamposto   civile in un ambiente quasi dolomitico, da dove parte  il nostro Tour  sulle tracce della Via Alpina e delle GTA. Due ore di  rilassante camminata su una strada  sterrata ci permettono di raggiungere il primo rifugio, Ellena Soria  a quota 1840 metri; sopra di noi tutto il Massiccio del Gelas che rappresenta la seconda cima delle Marittime, ancora in condizioni quasi invernali; risulta ormai chiaro che troveremo ancora grandi  nevai  in tutte  i canaloni, in particolar modo sui versanti  nord  e motivo per cui decidiamo di portare con noi piccozza e  ramponi. Decisione  prudenziale e decisamente saggia anche se poi non li useremo, ma  ogni giorno attraverseremo  colli ad una altezza compresa tra i 2500 e 2600 metri di quota con vaste zone  profondamente innevate. Dal Rifugio Soria  risaliamo  il colle di Finestrelle  per poi scendere  su  neve dura fino al grande bacino artificiale del Chiotas dove sul fondo riposa il vecchio rifugio Genova. La discesa si presenta decisamente complessa  per la ricerca del percorso, ma la diga  ci da la giusta direzione e finalmente la strada di fondo valle ci permette di arrivare velocemente al nuovo rifugio Genova, posto su un grande dosso montonato  in fondo alla valle  e su un lago ghiacciato.
Il secondo giorno occorre ripercorrere a ritroso il giro del lago fino alla diga del Chiotas, scendere  su strada e risalire  il coronamento della stessa a quota 1980 metri; inizia ora la   risalita del vallone  del colle del Chiapous al cospetto del massiccio dell’Argentera  fino al colle  del Chiapous e la lunga discesa al sottostante rifugio Morelli e  via via a Terme di Valdieri; siamo sotto il canalone di Lourousa, mille metri di scivolo impressionante  con pendenze media di 45 ° ,  che oggi si presenta in  tristi condizioni data  la riduzione del manto nevoso e soprattutto l’impatto  di grandi frane che ne  impediscono la percorribilità.
Finalmente Terme di Valdieri dopo circa 7 ore e  la presenza di un brulicante mondo di turisti mordi e fuggi accampati ovunque nei prati  per il classico pic nic di inizio Luglio. Ma   la giornata è ancora lunga in quanto occorre percorrere tutto la valle di Valasco con la sua bella casa di caccia e risalire finalmente al rif Questa, raggiunto dopo un totale di 10 ore.  Un  rifugio di antichi tempi passati  rimasto praticamente  come un presidio storico dell’alpinismo del 900, struttura obsoleta e decisamente scomoda, affollatissimo ma nonostante tutto funzionale.
Da qui il giorno dopo una bellissima tappa di trasferimento a quote sempre elevate ci permette di raggiungere ,  attraverso  lunghe  dorsali disseminate di laghetti alpini ancora gelati, il  vallone di Valscura e la Bassa del Druos a quota 2439.  Ovunque si notano i resti di grandi baraccamenti militari, bunker fortificati a difesa dei colli, addirittura una grande caserma ormai pascolo dei camosci e degli stambecchi che provvedono a leccare  gli intonaci interni. A questo punto siamo in territorio francese  e scendendo fin quasi ad Isola 2000, attraverso una zona disseminata di impianti sciistici, attraverso un panoramico sentiero balcone, finalmente si raggiunge il Colle della Lombarda a quota 2351 metri. Strada asfaltata  meta di ciclisti e motociclisti di tutte le età e soprattutto sede di  un paninaro italo Francese con una provvidenziale  salsiccia piccante e birra.
La meta della nostra tappa  viene presto individuata in lontananza su un grande poggio  sede del grande santuario di Sant’Anna di Vinadio. Ancora due ore di veloce camminata sulla panoramica  dorsale  di confine zigzagando tra i  cippi di confine che risultano essere stati traslati  di decine di metri dalla cresta di confine a favore naturalmente  del territorio francese. Rapida discesa fino ai laghi di Sant’Anna ed al suo enorme santuario, affollatissimo. Gitanti e turisti ovunque, oggi è Domenica. La nostra struttura ricettiva è finalmente un albergo con lenzuola e bagno in camera, spartano ma efficiente, gestito dalle comunità religiose.
Il quarto giorno tappa di trasferimento, abbandoniamo il sentiero della GTA e    attraverso il passo di Tesina ed una bellissima e selvaggia valle  ricchissima di acque e pinete, raggiungiamo  la valle laterale di bagni di Vinadio , Callieri e l’ultimo avamposto, San Bernolfo e il rifugio del Dahu; ma è anche mezzogiorno e oggi si mangia pasta fatta in casa con sugo di capriolo e birra artigianale, tutto molto buono e molto costoso! Ancora una lunga risalita  del Passo di Laroussa e finalmente discesa al Rifugio Migliorero, posto a 2100 metri su una incredibile balza rocciosa a presidio della testata della valle.  Anche il quinto e ultimo giorno si presenta come  una lunga  tappa di  trasferimento attraverso numerosi valloni e colli fortificati, toccando il rifugio Zanotti, Talarico e finalmente  lungo il fondo valle con una bellissima strada  alpina fino a raggiungere Ponte Bernardo e la nostra auto.


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