venerdì 6 gennaio 2017

Ciaspole Valle Varaita Vallone di Bellino (Cn) 1-2-3 Gennaio 2017

Foto Ciaspole Vallone di Bellino 2017

Dal racconto dell'Orco730

Il nuovo anno è iniziato nei migliori dei modi: amici, montagna, sole, neve, sport.
Con l’OrcoCamola e l’OrcoBee, soliti compagni di tante avventure, ho trascorso i primi tre giorni dell’anno in Alta Val Varaita, prenotando a mezza pensione presso il rifugio Melezè di Bellino, a 1812 mt d’altitudine. L’edificio era una caserma militare ed è stata ristrutturata in legno e pietra. Il piano terreno ospita bar, cucina e sala ristorante, mentre al piano superiore si trovano graziose camere in legno e bagni molto confortevoli.
Il rifugio è una strategica base d’appoggio per trekking, gite sci alpinistiche, ciaspolate e arrampicate.
Il primo giorno, giunti sul luogo in tarda mattinata, scarichiamo velocemente i borsoni e facciamo il check in, dopodiché, senza perdere tempo, partiamo alla volta di una delle mete più tranquille, Bric Rutund, circa 750 d+.
Dopo aver camminato poche centinaia di metri sulla strada asfaltata verso valle, indossiamo le ciaspole per attraversare un ponte sulla destra e  continuare sul sentiero che molto dolcemente ci conduce in salita dentro un bosco rado. Poco sotto la meta, il pendio si fa sentire, ma la bellezza del posto ci distrae dalla fatica e in men che non si dica conquistiamo la cima.
Nonostante ci troviamo a 2500 mt, il sole è tiepido e, senza fretta, godiamo del panorama sul MonViso, scattando foto e brindando con una tazza di the caldo.
Il giorno successivo optiamo per una gita un po’ più impegnativa, poco più di 1000 mt d+. Imboccata la strada chiusa oltre il rifugio, si supera una piccola frazione e si prosegue a sinistra nel vallone di Traversagn. Dapprima è un largo sentiero a tornanti, poi si entra in una immensa valle con dolce pendio e finalmente si prende quota, fino ai 2862 mt del colle di Vers. Data l’esposizione a nord, percorriamo il vallone quasi interamente all’ombra, ma senza sentire particolarmente freddo.
Giunti in cima, ci sorprende un vento forte che ci congela in pochi minuti e ci costringe letteralmente a scappare. Solo parecchie centinaia di metri più bassi, al sole e riparati contro il muro di una grangia, riacquisto la sensibilità delle mani.    
Per il terzo giorno è in programma una gita tranquilla, invece si rivelerà la più lunga e impegnativa.
Alle 9,30, pronti per partire, il termometro segna -7, la temperatura rispetto ai giorni passati è decisamente calata, ma, come le precedenti, si preannuncia una giornata fantastica con un cielo blu che più blu non si può.
 Imbocchiamo nuovamente la strada oltre il rifugio, ma questa volta alla deviazione ci dirigiamo a destra,  su una stradina che tocca un gruppo di baite sotto Rocca Segghi, un enorme panettone con ferrata.

Il percorso continua su un facile sentiero, che più avanti si inerpica su pendenze ‘antipatiche’, causa neve ghiacciata. Durante il lunghissimo vallone di Rui, ammiriamo numerose grange ristrutturate, superiamo impegnativi traversi, scorgiamo camosci e, continuando a ripetere ‘saliamo ancora di poco e poi torniamo indietro’, giungiamo con soddisfazione sino al colle Fiutrusa a quasi 2900 mt, poco sotto il Mongioia. Per il terzo giorno consecutivo il panorama è eccezionale, il sole quasi caldo e abbronzante.
Meta raggiunta, ora ci tocca la discesa. Siamo consapevoli che, se avessimo ai piedi gli sci anziché le ciaspole, arriveremmo al rifugio in un baleno, ma il sole è ancora alto, la compagnia è molto piacevole e poi non abbiamo fretta, siamo in vacanza! Percorriamo il primo tratto quasi di corsa perchè le condizioni della neve permettono un bel divertimento, invece la discesa del vallone diventa eterna e mi stupisco di quanto spostamento abbiamo percorso in mattinata. I traversi finali e l’ultima discesa, fatta ormai all’ombra su neve ghiacciata, mi risultano ostici... sono stanca, non vedo l’ora di rilassarmi.
Alla fine del sentiero, dopo 7 ore di ‘ciaspolata’ i miei piedi con vesciche urlano pietà e, per distrarmi, conto i passi fino al rifugio.

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