lunedì 30 gennaio 2017

118° Cimento Invernale tuffo fiume Po Torino 29 Gennaio 2017

                                          Foto Organiz. Orsi Polari
Video 118° cimento invernale
Pagina FB Orsi Polari

Edizione 2016
Edizione 2014

Dalla cronaca dell'OrcoPolare
Come d’abitudine anche quest’anno accettiamo di buon grado l’invito della Rari Nantes Torino all’ormai storico tuffo nelle acque del fiume Po.
Siamo giunti alla 118° edizione, alla 7° per me ed alla 2° per mia figlia Martina.
Quest’anno siamo ben 127 tuffatori, numero mai visto prima !
La giornata si presenta nebbiosa fino dalla prima mattinata con una temperatura esterna di circa 2 gradi; ben più calda l’acqua … 4 gradi …
Qualche variante rispetto agli anni precedenti :
- Suddivisione dei tuffatori in batterie numerate.
- Divieto al pubblico di raggiungere la zona tuffi onde evitare accalcamento e confusione.
- Nuova piattaforma dalla quale tuffarsi.
- Bandiera tricolore svolta manualmente in quanto l'asta dell’alza bandiera non funzionante …
- Buffet finale con ottimo vin brulè, ma molto scarso per non dire inesistente il rinfresco.
- Chiesto contributo di 5€ a tuffatore, così motivati dall’organizzazione : “Da quest’anno siamo stati costretti a richiedere un piccolo contributo di € 5.00 a partecipante. Purtroppo i costi di organizzazione sono sempre più alti e non abbiamo alcun sostegno dalle istituzioni o da sponsor.
Inoltre una parte del contributo sarà devoluto alla Fondazione FARO (€ 1.00 a tuffatore)” … grazie Città di Torino … mi verrebbe da dire !

Comunque sempre apprezzabile l’ospitalità riservataci dal Circolo Canottieri Caprera e di ottimo livello l’organizzazione della Rari Nantes Torino
W GLI ORSI POLARI e GLI ORCHI !
                                          Foto Organiz. Orsi Polari

venerdì 27 gennaio 2017

Serata in Beneficenza IRCC Candiolo(To) “Quattro chiacchiere con Marco Olmo” 27 Gennaio 2017



Foto Serata Beneficenza IRCC Candiolo

Dalla cronaca dell'OrcoSmigol

Venerdi 27 gennaio presso lo sport Village di Candiolo con i soliti compari del Tonica Team (Andrea Sarra e Enrico Mandile) abbiamo organizzato una serata benefica a sostegno della Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro.
Il colpaccio è stato quello di avere come super ospite Marco Olmo il quale ha accettato di partecipare per questa nobile causa.
Mettere in piedi la serata non è stata una cosa da poco impiegando settimane di lavoro con la macchina organizzativa che funzionava a pieno regime.
Una volta ingaggiati i “vari attori” (giornalisti, speaker,dj , fotografi,volontari) sono arrivate anche le prime adesioni di solidarietà dai commercianti e imprenditori della zona che hanno offerto cibarie e bevande di ogni sorta. Abbiamo cosi ottenuto un terzo tempo che più che un buffet era una cena da matrimonio.
Grande lavoro di comunicazione sui social, sui giornali locali e sulle bacheche del paese.
Ovviamente nella sala non potevano mancare le orme degli Orchi con tanto di vela con marchio del casato , striscione del Trail dei massi erratici e la partecipazione di una dozzina di orchi con orcofigli e orcomogli annesse.
Non poteva mancare il nostro sponsor tecnico Noene che ha vestito con buff gialli le nostre volontarie di “Candiolo che cammina”.
Presente in sala anche un responsabile dell’azienda disponibile per chiarimenti, tecnicismi, spiegazioni circa l’acquisto e l’utilizzo delle solette.
SOLD OUT per i posti a sedere. La serata inizia alle 8.30 con mezz'ora di ritardo in attesa delle autorità e maestranze mentre il Nostro Corridore era già arrivato dalle 17 permettendoci cosi di spupazzarcelo al meglio e creando un certo rapporto amicale; aneddoti, risate e curiosità per pochi!
OrcoBetta e il sottoscritto hanno tenuto d’occhio il nostro Ospite e sua moglie al fine di farli sentire a proprio agio in una serata all’insegna dell’amicizia, della solidarietà, della corsa e del rispetto dell’ambiente.

Dopo una breve introduzione del nostro progetto “nonsolocorrere” e le presentazioni della fondazione e delle autorità inizia l’intervista . Le domande sono davvero tante e abbiamo cercato di ottimizzarle inframezzandole con un paio di video portati da Olmo riguardanti l’UTMB edizione 2007 dove fu vincitore (finisher in 21h e qualcosina) e sulla Marathon des sables (vinta enne volte e alla sua ventunesima partecipazione)
Anche il pubblico ha interagito con le domande e la serata pare sia filata al meglio con il "Corridore" divertito e sempre sorridente.
Doverosi i saluti e i ringraziamenti finali con tanto di ceppo commemorativo e stendardo.
Cala il sipario , le luci rimangono accese e ……..dal ristorante vicino arriva la pasta e si apre il buffet; il maslè porta una montagna di carne cruda condita al momento, cala la tensione degli organizzatori e si mangia, si chiacchiera .
Qualcuno vende libri, qualcuno fa autografi , qualcuno sorride ,qualcuno fotografa e qualcuno si ricorda del nobile scopo della serata mettendo mano al portafoglio.
Con grande orgoglio riceviamo, anche nei giorni successivi, tantissimi complimenti per la buona riuscita della serata e la fondazione ci farà sapere che abbiamo raccolto 700 euro.
Ovvio si può fare di più ma niente male!
La pentola intanto ha ripreso a bollire e ricordiamoci che siamo Orchi e oltre le gambe c’e di più!

lunedì 23 gennaio 2017

Cascata di ghiaccio RIo Pontat Pian della Mussa(To) 21 Gennaio 2017

Foto Cascata di ghiaccio Rio Pontat 2017

Dalla sintesi dell'OrcoPinoPic


Ci sono in Piemonte dei luoghi rimasti fermi nel tempo?
A mio parere si. Sono le Valli di Lanzo. Oggi si va a fare Cascatismo al Pian della Mussa presso il Rio Pontat in alta Val D'Ala.
Lasciamo la macchina al Pian della Mussa ed in mezz'ora di cammino siamo alla base delle due cascate di ghiaccio.
Una lunga 40metri piuttosto pendente, l'altra lunga 60metri più abbordabile con un bel monotiro.
Alla base ci sono circa -8 gradi, il ghiaccio è duro ed il freddo si fa sentire.


Sale da primo il mio socio. Io fermo alla base per fare sicura. Quando tocca a me salire mi basta seguire le tracce lasciate dal mio socio non dimenticando di togliere i 12 chiodi da ghiaccio utilizzati per la sicura. In 15minuti sono in cima.
Scendiamo, infreddoliti, in corda doppia, raccogliamo tutto l'armamentario e ci precipitiamo alla Piola del Servin per goderci il caldo.
Ordiniamo due panini con lardo e toma locale che ci rifocillano a dovere, accompagnati naturalmente dalla famosa acqua del Pian della Mussa.
Insieme a noi nel locale un gruppo di alpinisti genovesi, qui per il corso annuale di Cascatismo.
Una giornata invernale spesa bene tra montagne, freddo e ghiaccio


martedì 10 gennaio 2017

Trail Blanc Vallée de la Clarée Nevache(Francia) 8 Gennaio 2017

Foto Trail Blanc 2017
Risultati Express de la Clarèee 2017 10km
Risultati Trail Blanc 2017 20km
Sito Trail Blanc

Edizione 2015
Edizione 2014
Edizione 2012

Dal racconto dell'OrcoSakuro

Alcuni compleanni li vivi in maniera diversa dal solito. Il mio quest’anno arrivava in domenica e quindi lo potevo festeggiare degnamente. Però lo scorso agosto avvistai su un volantino che lo stesso giorno si sarebbe tenuto il Trail Blanc a Nevache, in Val Clarée. L’idea mi stuzzicava e mi sono iscritto.
L’occasione si prestava a coniugare un’uscita in famiglia, con i ragazzi a divertirsi sulla neve mentre io gareggiavo, una gara trail e un pranzo tutti insieme con specialità savoiarde (connoseiz vous le tartiflette?).
Sveglia prima dell’alba, su per la ValSusa, a Montgenevre le piste sono ancora immacolate, serpentina di curve verso Briancon, bivio per Nevache. Ahimé, la Val Claree è parecchio pelata: no neve lungo la strada, e nel sedile posteriore si sparge lo sconforto. Gli slittini forse rimarranno inutilizzati.
Alle 8:45 ritiro il pettorale, temperatura -3. Mi cambio e preparo lo zainetto al caldo. Calzamaglia, cosciali, maglia termica, altra maglia, antivento e gilet con le utilissime tasche laterali, berretto e scaldacollo con lo stemma dei 4 mori.
Alle 9:30, partenza! Non avendo fatto praticamente riscaldamento, parto dietro, lentamente e cauto. Usciamo dal paese e dopo circa 1KM, decido che è meglio fermarsi a mettere i ramponcini sulle scarpe. Mentre li calzo, sulla prima lunga salita della giornata, si forma un serpentone di gente che va al passo. Mi accodo, scalpito un po’, poi quasi alla fine della salita riesco a passare parecchie persone e a mettermi al mio passo.
Il paesaggio si fa nordico: un lungo pianoro innevato, spazzato dal vento che soffia laterale. Mi copro ogni parte del viso scoperta e accelerò, sperando di entrare presto nel bosco, via dal vento gelido!
Mi fermo per qualche foto, alterniamo tratti nel bosco a pezzi su strade forestali, spesso molto ghiacciati e scivolosi, ma sempre ben segnalati.
Un’ultima salita su neve fresca, scolliniamo nel punto più alto del percorso a oltre 2000m e si gira per tornare indietro. Un bel tratto su strada di circa 1KM lo percorro veloce, poi si torna nel bosco. E qui facciamo 3KM di neve fresca e poco battuta, un po’ in discesa e tanto in piano, che riescono in un colpo solo a: farmi passare una mezzora faticosissima, riempirmi le gambe di acido lattico, infradiciarmi i piedi. Come combo, di tutto rispetto! :(

Si esce finalmente dal tratto di neve molla, ristoro, e giù in discesa lungo la strada fresata dai gatti delle nevi. Accelero senza esagerare sino al 17°, dove un volontario mi dice “3KM all’arrivo”. Ma come!! Non doveva essere di 22KM l’intero percorso? E io che mi stavo risparmiando.
Via a capofitto allora! Tratti adesso abbastanza tecnici, brevissima pausa per togliere i ramponi, che terrò in mano fino all’arrivo, sorpasso almeno 10 persone, si entra in paese, arrivo! 2h30’ tondi.
Mi cambio e ci dedichiamo alla terza attività della giornata: specialità savoiarde ne abbiamo? Enrico spazzola una tartiflette in dose maxi, noi spolpiamo una raclette fino al ferro che tiene la forma di fromage.
Pomeriggio saliamo sino ad alcuni pendii innevati, i ragazzi si divertono nonostante il freddo, poi arriva l’ora di veleggiare verso casa.
Au revoir, Trail Blanc!

venerdì 6 gennaio 2017

Ciaspole Valle Varaita Vallone di Bellino (Cn) 1-2-3 Gennaio 2017

Foto Ciaspole Vallone di Bellino 2017

Dal racconto dell'Orco730

Il nuovo anno è iniziato nei migliori dei modi: amici, montagna, sole, neve, sport.
Con l’OrcoCamola e l’OrcoBee, soliti compagni di tante avventure, ho trascorso i primi tre giorni dell’anno in Alta Val Varaita, prenotando a mezza pensione presso il rifugio Melezè di Bellino, a 1812 mt d’altitudine. L’edificio era una caserma militare ed è stata ristrutturata in legno e pietra. Il piano terreno ospita bar, cucina e sala ristorante, mentre al piano superiore si trovano graziose camere in legno e bagni molto confortevoli.
Il rifugio è una strategica base d’appoggio per trekking, gite sci alpinistiche, ciaspolate e arrampicate.
Il primo giorno, giunti sul luogo in tarda mattinata, scarichiamo velocemente i borsoni e facciamo il check in, dopodiché, senza perdere tempo, partiamo alla volta di una delle mete più tranquille, Bric Rutund, circa 750 d+.
Dopo aver camminato poche centinaia di metri sulla strada asfaltata verso valle, indossiamo le ciaspole per attraversare un ponte sulla destra e  continuare sul sentiero che molto dolcemente ci conduce in salita dentro un bosco rado. Poco sotto la meta, il pendio si fa sentire, ma la bellezza del posto ci distrae dalla fatica e in men che non si dica conquistiamo la cima.
Nonostante ci troviamo a 2500 mt, il sole è tiepido e, senza fretta, godiamo del panorama sul MonViso, scattando foto e brindando con una tazza di the caldo.
Il giorno successivo optiamo per una gita un po’ più impegnativa, poco più di 1000 mt d+. Imboccata la strada chiusa oltre il rifugio, si supera una piccola frazione e si prosegue a sinistra nel vallone di Traversagn. Dapprima è un largo sentiero a tornanti, poi si entra in una immensa valle con dolce pendio e finalmente si prende quota, fino ai 2862 mt del colle di Vers. Data l’esposizione a nord, percorriamo il vallone quasi interamente all’ombra, ma senza sentire particolarmente freddo.
Giunti in cima, ci sorprende un vento forte che ci congela in pochi minuti e ci costringe letteralmente a scappare. Solo parecchie centinaia di metri più bassi, al sole e riparati contro il muro di una grangia, riacquisto la sensibilità delle mani.    
Per il terzo giorno è in programma una gita tranquilla, invece si rivelerà la più lunga e impegnativa.
Alle 9,30, pronti per partire, il termometro segna -7, la temperatura rispetto ai giorni passati è decisamente calata, ma, come le precedenti, si preannuncia una giornata fantastica con un cielo blu che più blu non si può.
 Imbocchiamo nuovamente la strada oltre il rifugio, ma questa volta alla deviazione ci dirigiamo a destra,  su una stradina che tocca un gruppo di baite sotto Rocca Segghi, un enorme panettone con ferrata.

Il percorso continua su un facile sentiero, che più avanti si inerpica su pendenze ‘antipatiche’, causa neve ghiacciata. Durante il lunghissimo vallone di Rui, ammiriamo numerose grange ristrutturate, superiamo impegnativi traversi, scorgiamo camosci e, continuando a ripetere ‘saliamo ancora di poco e poi torniamo indietro’, giungiamo con soddisfazione sino al colle Fiutrusa a quasi 2900 mt, poco sotto il Mongioia. Per il terzo giorno consecutivo il panorama è eccezionale, il sole quasi caldo e abbronzante.
Meta raggiunta, ora ci tocca la discesa. Siamo consapevoli che, se avessimo ai piedi gli sci anziché le ciaspole, arriveremmo al rifugio in un baleno, ma il sole è ancora alto, la compagnia è molto piacevole e poi non abbiamo fretta, siamo in vacanza! Percorriamo il primo tratto quasi di corsa perchè le condizioni della neve permettono un bel divertimento, invece la discesa del vallone diventa eterna e mi stupisco di quanto spostamento abbiamo percorso in mattinata. I traversi finali e l’ultima discesa, fatta ormai all’ombra su neve ghiacciata, mi risultano ostici... sono stanca, non vedo l’ora di rilassarmi.
Alla fine del sentiero, dopo 7 ore di ‘ciaspolata’ i miei piedi con vesciche urlano pietà e, per distrarmi, conto i passi fino al rifugio.