mercoledì 21 settembre 2016

8° ediz Trail di Oulx (To) 18 Settembre 2016

Classifica Trail di Oulx 2016
Sito Trail di Oulx

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Dal racconto dell'OrcoSmigol

L’abbassamento delle temperature e la comparsa della neve in quota hanno caratterizzato questa edizione che ha visto ritoccata la distanza sulla gara lunga a 35km.
Il ritrovo, come di consueto, e’ presso i giardini d’la tour con partenze alle ore 8 per la lunga e ore 9.30 per le altre distanze.
Arrivano anche gli orchi che formano il branco e cosi si muovono all’interno delle mura.
Personalmente mi sono cimentato sulla 23km e l’obbiettivo era stare sotto le 2h39’ dello scorso anno.
Sono alla quinta edizione e i sentieri li conosco come le mie tasche, potrei correre ad occhi chiusi ma comunque un po’ di ansia da prestazione sale.
Scorgo vecchi volponi trailers della valle che si aggirano sotto il gonfiabile, grandi saluti, grandi sorrisi ma quando scatterà lo start “ pieta’ ale’ morta”.
Organizzazione perfetta come solo Marco Abba’ e family sanno fare già dalla distribuzione del pettorale e del pacco gara con maglietta commemorativa (non tecnica), borraccia pieghevole, headband dynafit personalizzata e prodotti alimentari.

Il balisaggio è millimetrico, persin esagerato, si potrebbe correre simulando il gioco della settimana.
Si passa dentro oulx e poi ci si infila dentro il Gran Bosco. Riesco ancora a stare appresso al mio coach Sergio Benzio mentre i suoi due giovani atleti hanno gia’ spiccato il volo e andranno a prendersi il primo posto assoluto e il primo di categoria femminile. Sono e rimarro’ nella testa fra i primi 25 runners.
Dopo aver passato il sovrappasso autostradale si arriva al mega ristoro di Salbertrand con leccornie di ogni genere fornite dal forno ALTA VALLE DI SUSA ed e’ un peccato  essere solo al decimo km e non potersi fermare a mangiare a quattro palmenti.
E’ sempre un grande piacere incontrare ad ogni angolo Patrizia Roussel con i suoi scatti fotografici!
Correndo le gambe fanno sentire la recente UTMB ma continuo a spingere per stare nei tempi ;la mia testa e’ , incredibilmente , ancora in Val D’Aosta , corro in solitaria e ogni cosa mi riporta a quei due giorni .
Mi trovo affiancato ad un ragazzo che vede le mie calze a compressione siglate utmb e mi chiede se l’ho corsa e d’istinto rispondo che mi son state regalate e continuo sulla mia strada . Voglio correre da solo e in silenzio (non mi capita mai di star zitto) e arriviamo al 19esimo quando mi aspetta il muro della pista di freestyle di Sauze con tanto di gonfiabile sulla sommita’ e poi via a rotta di collo verso  i giardini per i tre km restanti.
Ed eccomi all’arrivo in 2h35’ e la missione e’ compiuta.
Mi aspetta un bel terzo tempo sotto la tensostruttura con polenta salsiccia ,birra e tanti amici.

Siamo orchi oltre le gambe c’e di piu’.


Dal racconto dell'OrcoSherpaMazinga

Improvvisamente un flash , quasi  rivangare antichi  ricordi, ma il metodo di Courbon Massonet  mi si para davanti anzi sotto il ponte dell’autostrada del Frejus  nei pressi di Salbetrand dopo circa 45 minuti di corsa. Tale metodo, non un teorema ma una schematizzazione  lineare si applica al calcolo delle sollecitazioni nelle travi da ponte sotto un carico  stradale   agente in una particolare trave. Vengono introdotti nella schematizzazione traversi con elevata rigidezza e perfettamente solidali con le  travi principali  e le due serie di travi presentano una rigidezza flessionale pressoché uguale. Con tale situazione il complesso di impalcato, costituito di travi principali, traversi e soletta, non può flettersi trasversalmente come prima per effetto del carico, che provoca invece una rotazione rigida dell’impalcato in senso trasversale , determinando una ripartizione lineare dei carichi.  Basta alzare la testa in quel momento per apprezzare tutto ciò.

Infatti provare per credere, il grosso mezzo che transita sull’impalcato in quel momento non crea torsioni  particolari alle travi ed io posso passare  tranquillamente ma non troppo   proprio sotto il ponte. Ci vuole naturalmente anche un po’ di fede nella scienza delle costruzioni, e quella non manca di certo, ma ci vuole soprattutto  un bel po’ di fiato perche comincio ad essere stanco; siamo  quasi ad un terzo del percorso ma fino ad adesso la velocità media è stata notevolmente elevata, circa 6 min/km, troppo per la mia scarsa preparazione, e finalmente il ristoro sulla passerella autostradale. Aiuto crampi; piccolo  riposino e ristoro con te e croissant! Veramente doveva essere una  corsa ma dopo una intera estate  passata tra   acciacchi vari ai piedi e dopo due bellissimi trekking sul percorso del Tor e del Marguareis, non si poteva pretendere di più. Comunque mi perdonino i valorosi  giganti del Tor, ma prima di avere delle allucinazioni strada facendo,  preferisco  fare colazione  e guardarmi attorno. Difatti mi passano  davanti tutti, ma non dispero, fatta la passerella trotterellando sull’assito( qui non occorre Courbon Massonet  vista la limitatezza dei carichi di tipo pedonale ed irrilevanti rispetto alla rigidezza  delle travi), nello squallore totale dell’area di servizio autostradale e del suo  triste parcheggio, riguadagniamo fortunatamente  il sentiero dei Franchi. Riprendo a correre perché il sentiero è veramente congeniale, quasi un percorso da fartlek, fortemente ondulato con cambi continui di ritmo, fondo  veloce, curato e  perfettamente corribile, molto allenante ma soprattutto che mi permette di correre mantenendo la frequenza cardiaca su valori accettabili  alla mia età. A proposito naturalmente scoprirò, ma solo all’arrivo, di essere il più anziano dei concorrenti. Ma non c’è tempo per compatirmi, mi tocca correre a passo uguale in un confronto impari, ma così è che va il mondo e bisogna combattere sempre!

Finalmente la prima salita  quando affrontiamo la prima valletta trasversale con dislivello di circa trecento metri e decisamente  ripido in direzione Sauze. Si rifiata in queste belle salite e il ritmo decisamente si riduce fino al  giro di boa che considero avventatamente essere il punto sommitale della corsa. Non vedo bene, ma la pista di FreeStyle dovrebbe essere  appena li sopra. Perfetto, sono arrivato in cima in ottima forma e dopo una velocissima sosta  idraulica e con unguenti vari, riguadagno  con una  rapida  discesa il sentiero originale di  mezza costa.
A questo punto dovrebbe essere fatta, siamo circa al 14° km  valutato naturalmente senza GPS, con una media ponderata delle varie velocità tenute sul percorso. Ancora  5 km di rapida corsa sul sentiero dei franchi già percorso in andata  ed ecco l’ultimo ristoro al 19° km. A questo punto dovrebbe esserci una salitella di circa 2 km  e poi solo discesa. Comincio a corricchiare sulla salita sterrata  in ottima forma data la lieve pendenza, però giunto sui prati sopra l’abitato di Ulzio, dove in antichi tempi si sarebbe iniziato a scendere,  si continua a salire su un  sentiero sempre più ripido  fino a raggiungere una amena valletta sospesa, sicuramente Top of the trail. Piego su una strada vicina ma  alzando lo sguardo fino al torcicollo, noto  in cima alla montagna colossale che mi si para davanti,un gonfiabile, certamente residuo storico  delle olimpiadi. Ma dopo Courbon Massonet  comincia  a passarmi per la mia  mente   piena di certezze che quel tempio lassu in cima al mondo potrebbe essere il punto di partenza della FreeStyle ed il mio punto di arrivo. Infatti inizio il calvario su un percorso gradonato nella terra rinforzata dalle reti strutturali  con   una pendenza  media del  40%. Non posso fare a meno di pensare a quei pazzi che fanno le evoluzioni su simili pendenze  senza farsi mancare anche un bel trampolino. Questo inverno bisogna andare a provare con le pelli.
Finalmente  rimproverati i sadici  custodi del ristoro sommitale che mi hanno assicurato che tale  montagna Himalaiana era già presente prima del mio arrivo, inizio la veloce discesa verso Ulzio. Giunto sulle prime case sopra il paese, un solerte custode  del percorso si affanna a spiegarmi che mancano ancora due chilometri. Mi fermo e gli spiego gentilmente che il paese è ormai a tiro e che non è possibile  fare ancora tanta strada, ma tant’è costui era irremovibile.
Infatti due minuti ed inciampo  nel prato dell’arrivo dopo 3  ore e 11’.
Contiamo 78 arrivati sul trail da 23 km e 68 sul percorso da 35 km.  Non si può fare a meno di pensare che  la eccessiva  proposta di Trail stia generando un riflusso in un mondo ormai saturo. Da osservare comunque che nello stesso giorno la Ivrea Mombarone storica fa il pieno con circa 450 concorrenti.  Ma gli Orchi non mancano mai,  9 presenti sulla 23 km e 2 sulla 35km da notare il 5° posto assoluto di Zekaj!

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