sabato 31 maggio 2014

Trail del Monte Soglio Forno Canavese(To) 31 Maggio 2014

Classifica Trail del Monte Soglio 2014
Sito Trail del Monte Soglio

Edizione 2013
Edizione 2012
Edizione 2011
Edizione 2010

Dal racconto dell'OrcoIng
Ci risiamo.
Avevo promesso a me stesso ed agli altri  che non sarei più venuto a correre il Trail del Monte Soglio, per gli intimi appassionati  TMS.  Già TMS è di per se un acronimo molto pretenzioso, sorto evidentemente sulla scia  delle più nobili TMB ( Tour Mont Blanc) o TMR ( Tour Mont Rose), TMC (Tour Mont Cervin) e  così via, quasi a voler ricalcare tutti questi celeberrimi percorsi di trekking, conosciuti da tutti  gli escursionisti stranieri, molto meno da quelli Italiani, come infatti ho potuto constatare di persona  negli anni durante la frequentazione di questi tour di alta montagna.
Ma qui molto più modestamente siamo nella bassa collina Canavesana a ridosso delle prime propaggine alpine del Soglio e dell’Angelino , decisamente lontani dal paesaggio maestoso dei grandi Trails; evidentemente non si può pretendere da un paesaggio collinare di traspondere le stesse emozioni che suscitano i percorsi al cospetto dei celebri 4000.
In queste terre di mezzo, il tracciato del trail diventa forzatamente ondulato con continui Sali e scendi nel bosco umido, su tracce di sentiero a volte appena abbozzate, spesso su una infinità di strade interpoderali che fungono da collegamento tra baite sperdute, frazioni  ancora abitate , prati coltivi in disuso da antichi tempi.
Un viaggio insomma  nella antica tradizione rurale e contadina di queste valli che hanno visto, come quasi ovunque, un progressivo spopolamento verso la trasformazione industriale ed il mito del progresso.
Con una grande differenza tuttavia in quanto in questa parte del Canavese  si è saputo intelligentemente  costruire un processo industriale di numerosissime  attività manifatturiere a carattere familiare miscelando sapientemente  l’operosità contadina con l’attività prettamente industriale;  con questo evitando  l’accentramento in grandi fabbriche che avrebbero snaturato il territorio e soprattutto impedito lo sviluppo di una sana creatività industriale.

In tutte le boite si è quindi assistito alla trasformazione del contadino agricoltore  in operaio meccanico e piccolo imprenditore con il merito di salvaguardare  buona parte dell’agricoltura locale  con una  continua sinergia  fabbrica-agricoltura.
Ma nonostante tutti questi pensieri, mi rimane sempre in testa la domanda: perché macinare  km su questi percorsi poco interessanti, a quote  collinari, sempre in mezzo alla boschina , senza panorama ed in continuo contorcimento su se stessi con l’unico scopo dichiarato di inanellare 30/60 km? Che cosa attira pertanto 550 podisti super specializzati  a partecipare a questa gara?
Quesito a Risposta Multipla:
1. Organizzazione eccellente e minuziosa
2. Grande controllo del territorio e sicurezza sul percorso
3. In ultimo il Gaetano- pensiero che è poi la summa di tutto: dove potresti altrimenti trovare un percorso trail da 60 km in Maggio su quote relativamente basse e soprattutto vicino a casa?
Ecco spiegato il grande successo di questa manifestazione  che riesce ad attirare da tutto il nord Italia oltre 500 valenti trailers, mettendo a disposizione  una base logistica efficiente( a parte le doccie) e spaziosa quale  l’area sportiva di Forno ed un percorso montuoso a km 0.
Oggi opto per il Gir Curt da 27 km, percorso nervoso, interessate e decisamente veloce.
Con Ugo venuto appositamente da Genova ci ritroviamo verso le 8,30 a Forno sotto un diluvio.
Pioverà fin oltre le 10 e mi viene da pensare ai nostri eroici  compagni Orchi  partiti alle 7,0 per il Gir Lung. Ma il tempo davvero inclemente consiglierà saggiamente agli organizzatori di ripiegare su un percorso alternativo a quote inferiori . Anche quest’anno per il Gir Lung niente  Soglio, peccato la traversata  alta delle  creste fino all’Angiolino si annunciava  interessante ma la sicurezza dei podisti e  di tutto il personale in campo è condizione primaria.
Troppe volte abbiamo assistito ultimamente ad incidenti  imputabili unicamente all’incoscienza o alla megalomania degli organizzatori; finalmente si sta imponendo il sistema UTMB,  basato sul controllo del territorio  mediante una organizzazione efficiente ma non asfissiante.
E’ giunta finalmente l’ora di abbandonare il dilettantismo di troppi trails, specie ora che i percorsi aumentano di numero, lunghezza e difficoltà.
Il meteo nonostante troppi allertamenti si rivela alla fine abbastanza clemente risparmiandoci la pioggia.
Percorso classico fino al colle del Bandito da dimenticare, su una carrareccia dove devi correre per forza; causa nebbia  oggi non vedo neanche il mulino Val che so esistere tutt’ora.
Ma dal Bandito in poi  una meravigliosa traversata di circa 10 km su sentiero a quota  1000, prima di affronterà la salita a Canauta.
A questo punto la pauta, il fango la fanno da padrone ovunque e la discesa si trasforma in un continuo galleggiamento con lo scopo principale di non  scivolare. Impresa ardua ma un po’ di  timore mi consiglia una  condotta prudente  per arrivare sano fino alla strada sterrata di fondo valle. A questo punto incrociamo i nostri compagni  del gir Lung arrivati ormai verso il 40° km, allungo un po’ per non sfigurare ed il traguardo di Forno è ormai alle porte. Sono passate  3 ore 49’ e sento male dappertutto. Accidenti all’età!

martedì 27 maggio 2014

100 km del Passatore Firenze 25 Maggio 2014

Classifica 100 km del Passatore
Sito 100 km del Passatore
Edizione 2012

Dal racconto dell'OrcoJoak

100 km del Passatore ovvero un Orco a Faenza

Nella notte tra il 24 e il 25 maggio è stato avvistato a Faenza un Orco che si aggirava traballante per il centro cittadino. In precedenza, alcune segnalazioni lo davano nei boschi dell’Appennino tosco-emiliano, lungo la provinciale che collega Firenze a Faenza. Ma non si poteva esserne certi.

Solo dopo aver tagliato la linea del traguardo del Passatore 2014 si è potuto affermare: un Orco a Faenza!
Noi runner, per giunta anche Orchi, amiamo le sfide, anche quando sono un po’ al limite delle proprie possibilità. E così è successo anche a me.
Non avevo mai corso distanze superiori a 50 km: cosa succede dopo?
Non avevo mai affrontato una notte insonne correndo su una strada illuminata dalla sola luce della frontale: mi verrà sonno?
Secondo me, le gare sono come gli esami: non le si prepara mai abbastanza. Vorresti avere ancora una settimana, qualche giorno per fare almeno quel lungo che risolverebbe tutto o quelle ripetute che sicuramente ti mancheranno.
Per fortuna, poi, arriva il giorno che devi decidere: corri o rinunci.
E così mi sono iscritto alla mia prima 100 km: il Passatore 2014.
Della corsa si sa già tutto: inutile descriverla. Viceversa, le sensazioni che ho potuto provare sono veramente uniche. È un lungo viaggio, metà del quale avviene nella notte nera dell’Appennino Toscano. Durante il viaggio appaiono e scompaiono persone e situazioni sempre diverse. Sono altri runner che corrono la tua stessa gara e che conosci per qualche kilometro per poi scomparire nuovamente nell’oscurità. Oppure i volontari che incontri tutta la notte pronti a offrirti un pò di ristoro per continuare la corsa. Già, i volontari. Siamo abituati a trovare i punti di ristoro nelle nostre gare. Ma di quanto aumenterebbe la difficoltà se in una gara così non ci fosse mai un punto di ristoro?
Quindi un sincero grazie a tutti coloro che si sono impegnati nella riuscita della manifestazione. Negli spogliatoi, dopo la gara qualcuno commentava: l’ho fatta ma… mai più!
E qualcun altro: si, dicono tutti così!

lunedì 26 maggio 2014

Escursione Cima Quattro Denti – Anello delle Grange Buttigliera dalla Val Clarea Giaglione(To) 25 Maggio 2014

Foto Cima Quattro Denti Val Clarea

quota partenza (m): 1100 slm
quota vetta (m): 2106 slm
dislivello: 1200D+


Dal racconto dell'OrcoCamola
"Hei ... buongiorno. Dove sei?"
"Ciao Andrea ....sono sul treno per Bologna. 13hh18mm!"
"Ale! Bravissimo...complimenti"
"Sono molto contento.  Bella esperienza... Dove andete oggi?"
"In Val Clarea ... se vuoi venire ti aspettiamo...ahahahah"
"Facciamo la prossima va..."



Dopo le belle notizie di OrcoJoak al Passatore 2014, io e OrcoPaolo partiamo per la Val Clarea.  L'idea è quella di salire, neve permettendo, al Col Clapier.
Arrivati alle otto alle Grange di Buttigliera le nuvole nere che incombono sulla direzione del colle ci fanno optare per Cima Quattro Denti risalendo il ripido vallone di Tiraculo.
Non corriamo ma viaggiamo a passo spedito e in breve siamo alla borgata omonima. Rimaniamo colpiti dalla bellezza del posto e facciamo conoscenza con Marco e Silvia che hanno lavorato alla ristrutturazione di alcune baite. Oggi è giorno di festa infatti stanno preparando i fuochi per preparare pizza e costine. Siamo immediatamente invitati. Facciamo quattro chiacchiere sul sentiero che stiamo per affrontare e Marco ci da alcune informazioni che ci torneranno preziose per chiudere il giro che abbiamo in mente. Ripartiamo colpiti dalle gentilazze ricevute e con l'idea di ripassare al ritorno per onorare l'invito.
Il sentiero continua ripido fino alle Grange Valentino (dove vediamo tre cervi) poi si biforca.
A destra continua per il Rif. Vaccarone (2750 slm), noi voltiamo decisamente a sinistra dove attraversiamo un ampio vallone prima della breve rampa finale. Nei paraggi ci fermiamo a vedere il Pertus di Colombano Romean, traforo lungo circa 500 mt che porta l'acqua dal rio Thullie sul versante Nord ai territori di Ramats sul versante Sud, scavato da Colombano Romean dal 1526 al 1533. Troviamo il cartello esplicativo ma l'ingresso è coperto dalla neve (info: it.wikipedia.org/wiki/Gran_Pertus).

Dalla vetta scendiamo utilizzando un sentiero recentemente risegnato che percorre la cresta della montagna fino alla Cappella Bianca (sec. XV). Prima della Cappella troviamo la deviazione  che con un disagevole traverso ci riporta alla borgata di Tiraculo.
Non facciamo in tempo a togliere gli zaini che abbiamo in mano un bicchiere di vino e dei crostini al pomodoro. Una trentina di persone ci accolgono come se ci conoscessimo da sempre. Un signore suona la fisormaonica altri due sono vestiti da frate, uno di questi si fa chiamare Fra-Poco.

Si ride e si scherza con la cordialità tipica delle persone di montagna. Il bicchiere è sempre pieno, "Da dove venite? Tornate quando volete. Venite con gli amici a camminare e noi vi prepariamo una merenda...".
Io e Paolo non sappaimo se siamo più commossi o più ubriachi ... la seconda.
Comunque Marco insiste per farci entrare in casa a mangiare ma per non essere invadenti  preferiamo rientrare. Ci salutiamo con una foto ricordo e scendiamo l'ultimo tratto di sentiero
che ci riporta all'auto.  Oggi il sole lo abbiamo appena intravisto ma a scaldarci ci hanno pensato la gratuità e la gentilezza di perfetti sconosciuti. Che dire, in montagna ti succede sempre qualcosa di bello.
W Marco e Silvia
W gli Orchi


martedì 20 maggio 2014

Le porte di pietra Ultra Trail Cantalupo Ligure(AL) 18 Maggio 2014

Edizione 2013
Edizione 2012
Edizione 2009
Classifica Le Porte di Pietra 2014
Sito Le Porte di Pietra

Dal racconto dell'OrcoMami
Dopo i trails invernali su neve, dopo  la nostra Maratona  Alpina a Valdellatorre(To) ,  nelle varie  e dibattute  teorie per prepararci degnamente  al sogno  di quest’anno……l’ UTMB, siamo qui  a rifare le PORTE DI PIETRA.
Prima  riflessione: le fatiche  le dimentichi, ti restano le emozioni delle gare, ma quando hai la dabbenaggine  di ritornare  e  rifare la  medesima gara …ecco  che  …ti ritrovi in  un baleno a faticare ,recriminare …
Nel   2012   il caldo pazzesco aveva fatto strage costringendo un numero esorbitante  di concorrenti al ritiro. Io riuscii a gestire bene sete, fame e sole a arrivai al fondo.
Ieri invece la giornata era perfetta Clima freschino alla partenza  poi solleone mitigato  da vento . Quest’anno il padrone  assoluto è stato il vento fortissimo su tutte le creste  e poichè son proprio tanti  i km in cresta la gara è stata tutta  accompagnata da Sua  Maestà’ Eolo: molte volte contro, altre volte  ti soffiava da dietro ;sulle punte  riuscivi a stento ad estrarre la giacca a  vento dallo zainetto  ed  indossarla.
Comunque  alle 6 del mattino ,in anticipo rispetto ad altre edizioni, lo start e via….subito molti si scatenano in un ritmo davvero infernale.
I campioni hanno davvero tirato il massimo e basta leggere gli incredibili tempi ed addirittura il primato assoluto di circa 7 ore  e mezza. Semplicemente incredibile!
Ecco una seconda  riflessione: si è notato che la grande maggioranza  degli amatori   che partecipano ai trail (almeno  in questo ma anche in altri) ha raggiunto un livello agonistico  superiore agli anni passati.
Si sta cioè  notando che il forte agonismo e  la  necessità  di fare i tempi  tipico della strada (maratone) sta arrivando anche  nei trails medi e lunghi.
Per carità ‘ giusto e sacrosanto ma spero che non si rovini lo spirito più vero dei trail: correre ma guardarsi intorno(se si riesce..),condividere due parole  e le fatiche con l’improvvisato amico che dopo trenta km trovi sempre vicino a te perché assolutamente simile al tuo passo.
O..forse son sole  riflessioni di chi come  me in eta’ oramai molto matura  può solo e sempre sperare di …..arrivare  al fondo?
Comunque  ..la gara  ha preso corpo attraversato il famoso ponte, ove  si e’ iniziato a salire su un  tratto ripidissimo aiutandosi con le mani e tenendosi alle varie corde fisse.
Ottimo il lavoro e la presenza rassicurante  del Soccorso Alpino!
E poi via  verso   Roccaforte ,primo cancelletto,superato il quale si entra nel cuore del trail.
Un emozionante susseguirsi di sentieri nel bosco,mezzacosta da sballo, creste  battute  dal vento forte,e poi le 4 punte :il monte Antola, il Carmo, l’Ebro ed infine FINALMENTE IL Giarolo con le sue benedette antenne …sogno   di tutti noi poiché erano foriere di una gran cosa:  gli ultimi 9 km DI DISCESA.!
Discesa che ha dato del filo da torcere a tutti perchè stanchi si doveva corricchiare su fondo pietroso e a tratti ripido.
Il finale poi allungato (per ragioni tecniche) di oltre un km facendo un giro  tra dedali di prati, sterrati e lungo il fiume per poi tornare in paese...ci ha lasciato un  po sgomenti.
Comunque è andata; l’arrivo sempre emozionante è la’ dietro quella casa…. Ora  sei sicuro … sei FINISHER…!
Un altro viaggio interiore nel nostro piccolo mondo; un'alba ed un tramonto che ci hanno dato emozioni..perchè le abbiamo cercate e fortemente volute.
10, 12, 14  ore  secondo “la gamba” di ognuno di noi che ci han dato tutto il tempo di :pensare alla bellezza di essere li’; di credere ancora in cose semplici ;di vivere queste ore in vera piena liberta’..anche  di ritirarsi …ma in piena libertà !
Un’ altra tappa  verso quel grande sogno che  mi aspetta a fine agosto, l'UTMB !
Ciao ragazzi

venerdì 16 maggio 2014

Elba Trail Marciana Marina (Isola D'Elba) 11 Maggio 2014

Foto Elba Trail 2014
Sito Elba Trail

Dal racconto dell'OrcoDrago
Marciana Marina, Isola d’Elba: Domenica 11 Maggio 2014

Elba Trail: Km 56 D+ 3300 circa – Partenza ore 6:00
7000 Passi non competitiva: Km 20 D+1.200 circa – Partenza ore 9

Sono venuta a conoscenza di questa spettacolare manifestazione sportiva di trail running grazie ad un mio caro amico atleta, amante dei trails
L’idea di poter correre in un’isola selvaggia, da me non ancora visitata, peraltro con delle tariffe in convenzione convenientissime mi ha subito attratto.
Oltretutto essere stata informata del fatto, che  l'Elba Trail è una gara no-cost in quanto tutti gli introiti, ma proprio tutti, vanno all’Associazione Onlus Amici del Madagascar, dove si sta portando a termine il complesso scolastico di Manakara della città della gioia e che quindi le quote d'iscrizione, il costo del pasta party, tutti gli extra  pagati dai concorrenti sarebbero andati  in beneficenza mi ha immediatamente fatto estendere l’invito a due mie amiche che si sono offerte all’istante di accompagnarmi.
La gara è dedicata a Eleonora, una ragazza di 30 anni, scomparsa prematuramente nel 2008. Da allora la famiglia e la popolazione di Marciana Marina ogni anno si impegnano, svolgendo attività di volontariato, per far sentire a casa loro i trail-runner provenienti da tutta Italia e non solo; c’era anche un numeroso gruppo di atleti provenienti dalla Corsica.
Gara nata nel 2008 su distanze intorno ai 20km, cresciuta via via negli anni grazie al supporto e all'esperienza di Max Russo, arrivata nel 2014 a proporre un percorso di ben 56km.
Tra il verde ed il blu del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, siamo partiti dal lungomare di Marciana Marina contornato da tamerici, abbiamo attraversato vigneti ed uliveti,  mi sono riempita gli occhi di fiori variopinti, ginestre, ciclamini, ho respirato profumi intensi, balsamici, basta dire che si attraversa un sentiero denominato dei profumi .
Abbiamo attraversato sentieri single trek, siamo saliti su verso il monte Perone, strade forestali, credo sia la località preferita dalle farfalle, nel parco ci sono le targhe con i loro nomi, e  pietraie a picco sul mare.
Ovviamente io ho optato per il percorso della 7000 Passi,che sia pur quasi totalmente su sentieri, non ha presentato particolari difficoltà.
Ho condiviso la mia corsa con Alessandra, una ragazza milanese splendida, solare conosciuta lungo il percorso,  mi seguiva, diceva che avevo un bel passo, che buona !!! Mi ha tenuto compagnia, lungo il percorso e abbiamo tagliato il traguardo insieme mano nella mano, che bella sensazione! L’amore per i trails unisce e ti riempie il cuore di gioia.
Concludo con questa frase che ci accoglieva a Marciana, che mi è piaciuta molto e che voglio condividere con voi:

IF I’M FREE, IT’S BECAUSE I’M ALWAYS RUNNING . JIMY HENDRIX


W gli ORCHI e chissà magari il prossimo anno.........

domenica 4 maggio 2014

Gran Trail Rensen Arenzano(Ge) 3 Maggio 2014

Foto Gran Trail Rensen 60km 2014
Foto Trail Rensen 23km 2014 e BDC Rivoli-Arenzano 1
Foto Trail Rensen 23km 2014 e BDC Rivoli-Arenzano 2
Classifica Gran Trail Rensen 2014
Sito Gran Trail Rensen
Sito Gli Orchi Trailers ASD

Dal racconto dell'OrcoPinoR alla 60km

Era dall'estate del 2000, dalle vacanze con la famiglia che non mettevo piede in quel di Arenzano.
Quelle vacanze mi fecero conoscere alcuni sentieri che da Arenzano portano allo splendido GeoParco del Beigua, la più vasta area naturale protetta della Liguria www.pargobeigua.it
Nel 2008 quando inizia la mia carriera di Maratoneta delle Alpi, ebbi notizia dall'OrcoNapo del Trail Rensen prima edizione.
OrcoNapo raccontava di una gara tostissima di 70km, con passaggi nella scala alpinistica EE.
Dai racconti letti ho sempre temuto questo percorso da fare in stile Trail Running, per cui per un motivo o per altro l'abbiamo sempre rimandato.
In realtà l'evento è stato sospeso  negli anni 2011, 2012, per cause a me sconosciute.
Dallo scorso anno 2013 è stato riorganizzato ma la sfortuna ha voluto che il meteo si mettesse di traverso ed il percorso, dagli originali 60km, sia stato ridotto a 36km con  giro di boa al  rifugio Gava.
Quest'anno 2014 sembra essere la volta buona per visitare questa splendida area naturale ed i suoi panorami che dai picchi digradano giù verso il mare.
Ci aspettano appagabili viste su Genova ed il golfo Paradiso e se si ha fortuna, dicono, si potrebbero vedere le affusolate sagome dei cetacei sbuffare nello specchio d'acqua antistante Varazze, sempre se sei un tapascione come me ed hai il tempo di osservare quel tanto che basta.
Le distanze che propone il Trail Rensen sono tre; 60km 4000D+, 23km 1500D, 10km.
Gli orchi in 14 suddivisi tra la 60km e la 23km.

Arriviamo in tre tranche ad Arenzano.
- Due macchine piene di Orchi direttamente da Rivoli Venerdi 2 Maggio 2014
- Due Orchi in bicicletta partiti da Rivoli Giovedi 1 maggio 2014 con sosta ad Acquiterme (vi rimando al racconto dell'OrcoDavid appena qui sotto questo spot)
- Due Orchi il giorno della gara

Con OgreDoctor eravamo stati i primi a iscriverci e non essendoci ancora a disposizione la palestra prenotiamo una stanza alla pensione Serena ad Arenzano in corso Matteotti. Una pensioncina di quelle antiche, senza pretese, al risparmio, infatti con 40 euro abbiamo a disposizione una camera piccola con due letti, la cena, e la parca colazione rinforzata dalla nostra personale CarboCake e da banane.
Gli altri Orchi usufruiscono della Palesta messa a disposizione dell'Organizzazione anche se per utilizzarla hanno dovuto attendere l'utilizzo della stessa da un gruppo di pallavolisti alle 22,30...
Ringrazio io i pallavolisti per gli Orchi poichè dovevano continuare fino alle 24.00 ma visto l'inconveniente hanno deciso di terminare prima gli allenamenti.
Da quanto mi hanno raccontato gli Orchi palestrati, usciti i pallavolisti le zanzare assaggiati i nuovi ospiti Trailers gli hanno fatto compagnia per tutta la notte.
Al Breifing dell'Organizzazione alle 19.00 al Bocciodromo Toso antistante il Piazzale del mare siamo tutti presenti e con attenzione massima seguiamo i consigli di Lorenzo che vediamo provato per la stanchezza prodotta immagino dagli ultimi preparativi dell'evento.
E senza mezzi termini Lorenzo ci mette in guardia sul tracciato ecco alcune sue testuali parole:

I SENTIERI DELLA LIGURIA SONO SEVERI , NON PRENDETELI SOTTOGAMBA 

Niente di più vero si rivelerà al termine dell'evento.
Non dico che siamo andati a dormire preoccupati, ma sicuramente il timore reverenziale sul percorso si è acuito.
Con frequenza di circa 5 ore ho controllato oggi Venerdi 2 Maggio 2014(piove), le previsioni meteo dell'Arpa Ligure che dichiarava:
Per domani 3 Maggio 2014 le condizioni sono ottime, soleggiato con vento fresco di tramontana proveniemte dall'Appennino Ligure.

La sveglia puntata alle 5.00 a.m., Meteo come da previsioni fuori +15 gradi.
Ci ritroviamo tutti i partecipanti alla partenza mentre la 23km partirà alle 9.00
Il caffè di rito, le foto ed una fresca brezza ci aiutano ad allentare un po di tensione.
Partiti puntuali alle 7.00 a.m., dopo 400 metri di asfalto,passiamo davanti al Santuario del Bambin Gesù e  successivamente guidati da moto da Trial eccoci entrati nel sentiero degli Inglesi.
Sentiero corribile quello degli Inglesi, ma dopo appena qualche chilometro ci rendiamo conto della severità del percorso e delle parole di Lorenzo al Breifing.
OgreDoctor, OrcoGreg e OrcoCicillo non li vediamo più sembrano stati sparati da un missile.
OrcoMazinga lo abbiamo perso alla partenza, con me rimane OrcoLivio.
Ecco il primo torrente da guadare, non particolarmente impetuoso, ma con le rocce muschiose e viscide, metto il piede....scivolo...cado in acqua e perdo i bastoncini.
Salvo un bastoncino mentre l'altro sta fluendo insieme alla corrente.
Gli amici Trailers dietro di me con spirito encomiabile mi recuperano l'altro.
Sono bagnato dalla testa ai piedi, una piccola escoriazione al braccio destro...ma non importa... recupero il secondo bastoncino, assicuro i compagni di viaggio che tutto procede per il meglio e mi rimetto in marcia.
Tra di me penso:"accidenti siamo solo al quinto chilometro, chissà la parte più tecnica cosa ci riserva".
I Sentieri si fanno difficili, pietre , piccoli passi rocciosi, mai abbassare la tensione  e sopratutto mai distogliere lo sguardo dal sentiero.
Se proprio vuoi fare le foto, fermati e scatta, impossibile riprenderei  le foto in corsa come sono di solito aduso.
Il primo ristoro Liquido al Rifugio P.Rino al 15km 900slm, ritroviamo OrcoCicillo; presenta un bella escoriazione sul ginocchio per via di una caduta.
Procediamo verso S.Anna di Lerca  su un pietroso sentiero, ci arriviamo non troppo stanchi.Siamo al 21km e 200slm e qui è posto il primo ristoro solido.

Troviamo al ristoro la focaccia Ligure, questa bontà ci inchioda per circa 15 minuti, un peccato resistere alla pizza e poi è meglio nutrirsi ci attende la salita più lunga che ci porterà alle pendici del Monte Rama.
Appena prima di inforcare il Sentiero dell'Alta Via dei Monti Liguri perdiamo OrcoCicillo.
Procediamo sul sentiero dell'alta Via, a sinistra il Monte Beigua con i suoi orrendi ripetitori  a destra il nostro percorso procede su una zona palustre senza particolare dislivello fino al rifugio Argentea .
Qui al rifugio Argentea troviamo un ricco ristoro liquido da cinque stelle pensate;Aranciata Bravo, Gatorade, acqua naturale e gasata, pepsiCola, the caldo.
Dal rifugio Monte Argentea il panorama su Genova si fà incantevole e superbo.
Bene in vista il Porto e l'ardita pista dell'Aeroporto poi l'orrenda zona di parcheggi dei conteiner. Una nave porta-Conteiner ha appena lasciato il porto...forse ritorna in Oriente per fare il carico di oggetti a basso costo destinati all'affamato mercato Europeo.
Con un bel traverso sotto comignoli di roccia collassati, in cinque chilometri, (sono sempre con OrcoLivio) arriviamo al rifugio Cà di Gava antistante il passo Gava, sono quasi le 15.00 e siamo al 35km.
Ristoro ulteriore con focaccia Ligure, due chiacchiere con i volontari e sempre con un bel venticello ci dirigiamo al Passo Faiallo, sulla dorsale appenninica e verso la parte piu selvaggia e tecnica del percorso.

I Trailers a questo punto sono molto diradati sul tracciato e procediamo con OrcoLivio per chilometri senza incontrare anima viva.
Siamo in allerta per via del passaggio tecnico descritto da Lorenzo durante il breafing, dovremmo esserci quasi...eccolo infatti sotto il Bric del Dente 1107 slm, un ardito  percorso in cresta che precipita verso il fiume della Valle Cerusa e che termina con l'abitato di Fiorino paesino dell'entroterra famosa a quanto mi dice OrcoDavid per via di una trattoria che prepara un piatto magnifico con lo stoccafisso.
Il passaggio tecnico, attrezzato con corde fisse è presidiato dai volontari del soccorso alpino, da fare con ponderatezza, siamo al 45km e le gambe un po stanche potrebbero fare brutti scherzi. Si procede a velocità ridotta fino all'abitato di Fiorino dove è posto il ristoro liquido.
A Fiorino riprendiamo OrcoGreg che lamenta problemi allo stomaco, non riesce ad alimentarsi ed a bere.
Facciamo un pezzo di tracciato insieme e gli propongo un bel dolce Siciliano di pasta di mandorle... ma il suo stomaco oggi non ne vuole sapere.
Da Fiorino procediamo verso Sambuco sempre tra forre, guadi rocciosi, sentieri antichi e  vecchie pietraie.
E' l'ultima salita che ci riporta con un giro ad anello nuovamente al passo Gava e dal passo Gava al colletto della Gavetta che con un bella carrereccia in 7km ci porterà all'arrivo di Arenzano.
I sette chilometri finali, tutti da correre, con un bel panorama sul mare di Arenzano mentre un piccolo temporale con tanto di fulmini si abbatte sul mare a circa 1km dal paese.
Arriviamo ad Arenzano, alle ore 19.30 dopo 12ore e 30minuti di uno splendido viaggio.
E'sabato pomeriggio ed è l'ora dell'aperipiada, dell'apericena e dell'aperitivo; i tavolini nei bar sono affollati di gente che si gode la magnifica temperatura nei loro occhi si specchia un Martini un Campari un intruglio alcoolico... nei nostri occhi di Trailers si possono vedere le meraviglie del Parco Beigua.
Per la cronaca sulla 60km ;130 i Trailers arrivati, 25 i Trailers ritirati.

Dal racconto dell'OrcoIng
Riavvolgendo il film di questa incredibile gara e soprattutto  riprendendo le opinioni che   ho riscontrato durante e dopo la gara, mi appare evidente la necessità di introdurre  una classificazione della difficoltà  di gara proposta.
Probabilmente tutti e  160 trailers iscritti  avevano una chiara idea del tipo di percorso ma a fine gara  confrontandomi con parecchi compagni l’opinione diffusa è stata che il livello di difficoltà oggettivo riscontrato è notevolmente superiore ad altre  manifestazioni simili o più lunghe, e comunque certamente superiore alle aspettative, almeno per quelli che non lo conoscevano per esperienza diretta.
In effetti nasce spontaneo un paragone con Le Porte di Pietra, TDS, CCC, Soglio, Cromagnon,  e tutti trail del Trentino, e la conclusione è che nel Rensen le difficoltà oggettive sono di gran lunga superiori. A mia memoria l’unica manifestazione  più difficile è certamente il trofeo delle Grigne  con i suoi 43 km su un percorso parzialmente alpinistico e comunque  tecnicamente  impegnativo
Inizialmente il primo e più importante fattore descrittivo  è stato la lunghezza del percorso. Tutti ci siamo sempre  concentrati sul numero di km quale fattore preponderante nella individuazione della gara.  Con l’aumento esponenziale dei trail  e soprattutto con percorsi montuosi sempre più impegnativi è risultato necessario introdurre il dislivello altimetrico  positivo da percorrere , ovvero il D+ che tutti conosciamo. E’ evidente che un trail  da 60 km nelle colline  piemontesi è ben altra cosa  dai 60 k del Rensen.
Ma abbiamo capito che manca  un terzo  fattore  identificativo, quello che in fondo usiamo normalmente  e spontaneamente, la difficoltà del percorso.
In effetti sarebbe necessario aggiungere allea scheda tecnica anche un  coefficiente di scabrezza, mutuato  dalla Ingegneria  Idraulica che definisce la scabrosità, ovvero la resistenza che il fluido  incontra nel percorso, tubazione o corso d’acqua che sia. Per facilità di diffusione e comprensione  possiamo definirlo  coefficiente di difficoltà.
E pensandoci bene già tutti gli altri sport  in ambiente montano o outdoor sono stati costretti alla introduzione di una scala di valori di difficoltà.
Abbiamo cominciato con l’alpinismo con la vecchia scala  Welzenbach con 6 gradi trasformata  successivamente nella scala UIAA più particolareggiata, seguita dalla scialpinismo che successivamente ha introdotto anche le difficoltà oggettiva di pendenza esposizione e pericolo e via via con il  Rafting, canoa,  canyoning etc
E il trail? Un scala  di difficoltà semplicemente da 1 a  5, con 1 percorso su strada bianca sterrata fino a 5 con  ferrata  attrezzata,  sarebbe inizialmente un  chiaro indicatore del tipo di percorso.
Oggi avremmo definito il nostro Trail,  60 Km, D+ 4000, s 4, un monito per tutti quelli che non lo conoscono; le definizioni oggettivate da parametri  normati servono appunto per informare in modo univoco.
Abbiamo capito  che la corsa in montagna in terra ligure è quasi  sempre ostica, sia per le forti pendenze, che per la natura dei sentieri costellati di pietre e per la continua successione quasi ossessiva di salite e discese.
Basti pensare solo ai primi 15 km del Rensen  su stretti sentieri in un continuo succedersi di salite e discese, attraversamenti di stretti valloni, forre e gole strettissime,  corsi d’acqua tumultuosi per finire con la salita alla Rocca Ciappa e Rocca Negra su immensa pietraia.
Sentieri tosti  dove correre è certamente poco agevole e comunque richiede sempre la massima attenzione. Finalmente in alto al Rifugio Padre Rino sotto la cima Argentea  ti trovi sospeso in un mondo incredibile a pochi km dal mare sempre visibile ma posto sopra a tutti gli speroni aguzzi  che costellano il versante Sud. Qui l’erosione  ha ultimato il suo lento e millenario lavoro offrendoci vaste zone a fondo prativo.
 La discesa verso Lerca  e soprattutto la lunghissima salita seguente al  monte Rama ci ripongono duramente  l’ambiente selvaggio lato mare. Percorsi tecnicamente abbastanza facili  ma comunque sempre impervi.
Dal Rama fino al rifugio Argentea e successivamente al Passo del Gava sulla lunghissima dorsale dell’alta Via che  conduce fino al Beigua è una apoteosi della corsa in montagna come tutti la vorremmo: percorso  ondulato e relativamente pianeggiante, ambiente di cresta con vista mozzafiato sulla costa,  e sul versante Padano, fondo quasi sempre  meravigliosamente inerbito.
Ma alla Gava si ripropone l’orografia Ligure che conosciamo, pendenze elevate e tanta pietra, per salire finalmente al passo del Faiallo,  terra di  ciclisti e motociclisti, con una infernale salita sotto il sole. Giro del Monte Dente, pietra  su pietra e poi giu’ fino a Fiorile. Il tanto esorcizzato sentiero si presenta in una buona veste , attrezzato dai bravi  uomini del soccorso alpino e comunque percorribile con molta attenzione. Finalmente ci divertiamo! A Fiorile credo che i miei piedi stiano raggiungendo la temperatura di ebollizione e meno male che  saggiamente avevo provveduto a cambiare calze. Ma è tempo di raggiungere velocemente il paese successivo anche se la foga e la cattiva segnaletica mi fanno allungare di quasi un km. Comunque va bene tutto, l’obiettivo è raggiungere il passo di Gava  entro le 19,30. Ma come al solito non c’è mai limite  al sadismo degli organizzatori e ci tocca percorrere  con difficoltà tutto il corso del vallone decisamente accidentato.
Ma a Gava finalmente si corre e  in circa un’ora raggiungo Arenzano ed  il mitico santuario del Bambin Gesù a cui sono affezionato. Ma il portone è chiuso, peccato una sosta al suo interno sarebbe stata certamente  più preziosa per la nostra anima che tutti i precedenti ristori. Ma l’arrivo è lì, in tempo per non accendere la frontale, sarebbe stata una ignominia.


Dal racconto dell'OgreDoctor

Che gara il Rensen, la più dura e tecnica ad oggi.
I numeri parlano da soli: su 150 partenti circa 24 ritirati. Nella mia personalissima classifica questa gara supera per durezza la Tre Rifugi Val Pellice, che l'anno passato mi aveva tanto impressionato. Chissà come sarebbe stata in condizioni meteo diverse dalla splendida giornata di sole, ma ventilata di cui abbiamo, invece, goduto. Preferisco non pensarci.
Impegnativa sia sul piano fisico sia su quello mentale. Nessuna distrazione, il terreno estremamente impervio non consente nessun calo di tensione, in particolare nella discesa verso la borgata Fiorino, tanto bella quanto esposta e soprattuto fatta con gambe già belle cotte.
La grande fatica è stata comunque ripagata da panorami mozzafiato, che probabilmente, solo l'estremo contrasto fra mare e montagna possono regalare. Le foto dell'orcoPinoR parlano da sole.
La gara è filata liscia fino al 45 km circa. Nei primi 15 km mi concedo anche il lusso di superare in discesa una coppia di runners stranieri. Per un lungo tratto li tengo dietro, fino ad una forcella, poi la ragazza con un passo inesorabile in salita, seguita dal ragazzo, mi superano e se ne vanno. Un dubbio mi assale, dopo averli sentiti dialogare in spagnolo: azz.. sono Paolo Barnes (3° classificato) e Virginia Olivieri (1° classificata). Chissà le risate quando ho chiesto spazio in discesa...
Puntuale come un orologio, forse complice una non perfetta idratazione e alimentazione, si è accesa la spia della riserva. Mangiare e soprattutto idratarsi in queste gare è fondamentale. Oggi, in più, avevamo anche la variabile del vento che ha contribuito non poco alla disidratazione.
In alcuni momenti, quando l'ipoglicemia si faceva sentire sulla salita che portava al passo della Gavetta, l'incedere inesorabilmente lento, anzi lentissimo e il corpo che lanciava segnali tutt'altro che rassicuranti, la voglia di mollare più volte faceva capolino in uno spazio remoto della mente. E' in questi istanti di crisi, che a più riprese possono impadronirsi di un trail runner, che viene fuori la forza della mente che chiama a raccolta le ultime insperate energie e allontana dalla coscienza i pensieri negativi. Ingoio un gel. La fastidiosa sensazione di capogiro se ne va, le gambe sono però di pietra.
Condivido la fatica estrema di questa ultima salita con Gianmarco con il quale per un bel tratto di gara ho battagliato, superandolo e essendo superato a mia volta, Ora entrambi allo stremo, viaggiamo di conserva, aspettandoci e sostenendoci a vicenda e parlando delle imprese che ci attendono e che ci vedranno nuovamente ai nastri di partenza insieme.
Passo dopo passo mi  trascino sul sentiero appena disegnato sulle pendici della montagna fino in cima. Il cuore si allarga quasi a voler contenere la bellezza che mi circonda e subito si materializza un pensiero felice: "discesa"...il gps segna 54 km e 4096 metri di dislivello positivo, la fatica per oggi è finita, mancano solo 6 km all'arrivo.
Ad attendermi sul traguardo e ad applaudire gli amici Orchi che hanno finito ormai da tempo la loro fatica. Devo avere una aspetto veramente distrutto... insieme aspettiamo l'arrivo degli altri ancora impegnati in gara. Una bella doccia, una piatto di pasta al pesto (mancava ahimè una bella birra) e riprendiamo la strada del ritorno.
Un'altra bella giornata di sport e amicizia.

W gli ORCHI

Dal racconto OrcoDavid e OrcoCamola partiti da Rivoli in BDC per la 23km 1500D+
Dopo i primi Trail a “Km zero”, con l'arrivo della primavera, il direttivo degli Orchi decide di mettere tra le gare in programma un bel trail sulla costa ligure, in quel di Arenzano, sabato 3 maggio.
Bello!, si va a correre in posti nuovi, su montagne ostiche, con vista sul mare; che i laghi di Avigliana son belli, ma vuoi mettere??
Gli Orchi in gita alla fine saranno quattordici che raggiungoeranno la riviera in momenti e con mezzi diversi.
Tra i vari mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione, con Orco Camola, decidiamo di arrivare al mare in bicicletta. Così giovedì 1 maggio in una fredda mattina di primavera si parte da Rivoli-Rivalta destinazione Acqui Terme, dove ci fermeremo per la notte e poi raggiungere Arenzano il giorno dopo.
Affrontiamo la prima parte di pianura: Volvera, Piobesi e poi Carignano dove facciamo tappa per un caffè che ci aiuta a combattere un freddo ancora pungente. Passato Villastellone  la pianura rimarrà solo un ricordo. Il sole fa capolino tra  le nuvole e in poco tempo finalmente riscalda i muscoli e rallegra l'umore. In poco tempo, dopo Poirino e Isolabella, ci troviamo in provincia di Asti. Passiamo paesi e paesini belli quanto solitari che in qualche modo ci interrogano (ma tu in questo paradiso ci vivresti?, non so, forse si, ma forse preferisco ancora qualche anno di stress da hinterland...). Dopo circa 4 ore e 80 Km arriviamo a Costigliole, altro splendido posto dove decidiamo di fermarci a mangiare e riposare un po'. In realtà, anche qui non è che ci sia sta gran vita, ma un bar pasticceria ci prepara comunque due toast che con una birra e gazzosa ci danno forza per ripartire.
Ormai il sole si è pienamente impossessato del cielo,e sulle salite dei queste colline, comincia a farsi sentire con un caldo tepore.
Siamo nel pieno della Langa astigiana, terra di vini e castelli. Decidiamo quindi di abbassare il ritmo e fermarci spesso per fare foto e godere un po' di questi scenari veramente unici.
In poco tempo siamo comunque a Nizza Monferrato e poi da lì ad Acqui Terme, dove alloggeremo per la notte in un bell'albergo nel pieno centro, ricavato nei locali dell'ex seminario. Pulito e ad un prezzo onestissimo, con personale molto cordiale; quello che ci vuole dopo una bella cavalcata ciclistica di quasi 120 km.
Prese le camere e fatte le docce passiamo il resto del pomeriggio a bighellonare da turisti in quel di Acqui, con la scusa della fatica fatta e che faremo ci concediamo aperitivo, cena e bicchiere di brachetto post cena, tanto per onorare il territorio che ci ospita.
Il cielo è ancora sereno sopra Acqui e in un angolino remoto della nostra mente alberga la speranza che le previsioni di pioggia e freddo per l'indomani siano sbagliate o per lo meno troppo pessimistiche.
Il 2 maggio, dopo un ottima colazione si parte. Ahimè le previsioni non erano pessimistiche. Il cielo è plumbeo, l'asfalto già bagnato. L'unico dubbio ormai non è se prenderemo acqua, ma quanta ne prenderemo! Tanta! È la risposta, tanta acqua. Per 70 km circa Giove pluvio ci battezza ininterrottamente con il risultato di aumentare il coefficiente di epicità (o stupidità, fate voi)  dell'impresa  ma purtroppo di abbassare notevolmente il piacere nel passare borghi e paesaggi di questo angolo di terra piemontese/ligure. Dopo un thè caldo in quel di Sassello, la discesa su Varazze è  vissuta più come uno strazio che deve passare in fretta per evitare il definitivo congelamento di piedi e mani. L'ultimo tratto di costa ligure si fa sull'aurelia in un alternarsi di discese e salite. L'ultima è quella di circa 70 metri di di dislivello in 1 km prima di Arenzano. Diamo fondo alle ultime energie e ci presentiamo in centro verso le 13.30. Fradici come pulcini decidiamo di andare subito a vedere  se la palestra messa a disposizione dall'organizzazione  è già aperta per poterci cambiare ed indossare qualcosa di asciutto.
 Ovviamente la localizzazione della palestra non è delle più agevoli e dopo un paio di giri a vuoto decidiamo di chiedere alla locale sezione della Croce Rossa. I volontari presenti, impietositi alla vista degli Orchi fradici ci propongono di cambiarci nel retro della loro sede. Non ce lo facciamo ripetere due volte e ne approfittiamo,  scopriamo che molti di loro saranno impegnati l'indomani sul percorso del trail.
Ovviamente nel frattempo ha smesso di piovere, ne approfittiamo per un giro in centro e per mangiare qualcosa. Il tempo di ritirare i pettorali e di avere in dote le chiavi della palestra (che però non aprono nessuna porta) e presto arrivano gli altri Orchi. Rinfrancati anche dalla loro presenza, cominciamo con le chiacchere, risate e sfottò che ci faranno presto dimenticare freddo e fatica.
 L'ultima prova alquanto ostica di giornata consiste nel tentare di riposare in palestra, messaci a disposizione solo dopo le 22.30 per un fraintendimento tra organizzatori e locale squadra di pallavolo. Proviamo comunque a riposare un po', domani ci aspetta un'altra prova, la gara corta del Trail Rensen, molto meno dura del Gran Trail, ma pur sempre una gara di 23 km con 1300 metri d+. Ma per quanto riguarda  la gara,  vi lasciamo alle belle parole degli altri Orchi che hanno ben interpretato anche le nostre sensazioni.
Alla prossima avventura ciclopodistica!