martedì 29 ottobre 2013

Trail del Monte Casto Andorno Micca(Bi) 27 Ottobre 2013

Sito Trail del Monte Casto

Edizione 2012
Edizione 2011
Edizione 2008

Dal racconto dell'OrcoAlex
Circa un mese prima del trail ricevo un sms dal mio amico Max che mi dice: "beh Ale, io mi sono iscritto al Trail lungo del Monte Casto" come risposta agli infiniti discorsi che eravamo soliti fare sul fatto che avessimo o meno le capacità di finire un trail lungo.
Al che mi sono detto "Ora o mai più!".
Finalmente giunge il weekend tanto atteso, pernottiamo all'Ostello di Biella (che consiglio sia per la struttura in se che per la bellezza del quartiere in cui si trova) e ci concediamo una cena "leggera" a base di mezzo chilo di carbonara in due, quasi un litro di Barbera e un paio di fette di Sacher, confermando che siamo due maiali e che forse abbiamo esagerato un pochino.. Comunque dopo cena io e il buon Max ce ne andiamo a letto buoni buoni, sperando in un sonno ristoratore, ma che arriva in parte visto che la nostra camera da letto si affaccia sulla piazza principale del quartiere, invasa da una moltitudine di ragazzi schiamazzanti che fanno del loro meglio per allietarci il sonno.

Giunge infine la mattina e l'emozione per il nostro primo lungo si fa sentire (così come la carbonara) ma la voglia di vedere come andrà a finire supera di gran lunga la paura di non farcela ed in men che non si dica lo starter da il via!
Non sapendo come il nostro fisico reagirà ci imponiamo un passo tranquillo, quasi da stare con il freno tirato, non ci sembra il caso di esagerare per ritrovarci mezzi morti a 20 km dal traguardo. Comunque alla fine troviamo il nostro ritmo e procediamo sempre in coppia, affascinati dalla bellezza dei paesaggi che incontriamo, dai boschi di querce a quelli di castagni, dalle pinete ai pascoli, e i colori dell'autunno si mostrano tutti quanti in un caleidoscopio che non si può proprio fare a meno di notare, anche quando lo sforzo si fa sentire e l'iniziale entusiasmo comincia a venire meno. 
Sulla logistica posso dire che sia il tracciato sia i ristori ufficiali sono stati gestiti impeccabilmente (ringraziamo anche in particolare la famiglia che al 30esimo km ha approntato un ristoro improvvisato offrendoci vino e salsiccia alla griglia con polenta...devo dire che hanno contribuito non poco a ridarci la carica!).
Chiudiamo con 7 h e 20 su un tempo massimo di 8 ore.. Ci riteniamo ultra soddisfatti!
Vivamente consigliato!


martedì 22 ottobre 2013

Arrampicata Rocca Sbarua - Sperone Rivero S.Pietro Val Lemina(To) 18 Ottobre 2013

Foto Rocca Sbarua Sperone Rivero

Dal racconto dell'OrcoCamola
Venerdì 18/10 io e L'Orco Umberto decidiamo di prenderci una giornata di ferie per andare ad arrampicare. Alcuni progetti estivi sono rimasti irrealizzati quindi per compensare l'insoddisfazione decidiamo di regalarci una giornata intera sulle roccia.
Oggi non ci siamo per nessuno: io prendo ferie e Umberto si fa sostituire dalla moglie in negozio (grazie Stefania).
Partiamo alle 9 alla volta della mitica Rocca Sbarua sopra Pinerolo, una delle falesie più importanti del Piemonte sia per la bellezza del luogo sia per la qualità e quantità di vie di arrampicata.
Sulle rocce della sbarua si sono avvicendati per 80 anni arrampicatori come Gervasutti, Rossa, Bianciotto, Motti, Grassi, Armando e molti altri. La Sbarua non è solo una palestra di roccia ma un 'Luogo' dove la storia sociale di molte generazioni si è espressa attraverso l'interpretazione dell'arrampicata.
Si possono distinguere quattro periodi ben distinti:

·  Periodo Classico (1927-1980). Il momento dell'eterno valore della lotta con l'alpe in cui il rischio e la sofferenza sono gli ingredienti principali dell'impresa alpinistica.

·  Periodo della Contestazione (1970-1980). Si contrappone al Periodo Classico e ripudia valori quali l'idealizzazione della 'vetta' come la massima aspirazione dell'arrampicatore. Nasce una tormentata ricerca interiore e la parola d'ordine è 'arrampicare per il piacere di arrampicare'. L'evoluzione dell'arrampicata è accompagnata dall'evoluzione del materiale tecnico; si passa dagli scarponi alle  scarpette di gomma e compaiono i primi Nuts importati dall’America . Inesorabile l'apertura verso l'alto della scala delle difficoltà.

·  Periodo Moderno (1980 – 1990). Si rinuncia all'eroismo e alla ricerca interiore per dedicarsi ad una scalata prima immaginata e poi vissuta. Il percorso ideale è fatto di movimenti tecnici, armoniosi ed estetici. Si chiodano le prime vie dall'alto.

·  Periodo post-moderno (1990 – 2000). La forza fisica subentra all'estetismo. Si tracciano percorsi sempre più difficili dove l'allenamento continuo è uno dei requisiti necessari per superare gradi sempre più estremi.

Il periodo della contestazione ha avuto tra i suoi principali scenari la Valle dell'Orco (…) la citazione mi sembra dovuta.

La giornata autunnale è tiepida e nelle nostre mire abbiamo la via Rivero allo sperone omonimo.

La via di 140m (IV / V+) è considerata la più classica della Sbarua e, come cita la relazione, “offre un'arrampicata estetica su un percorso logico e ricercato allo stesso tempo”. E' stata aperta negli anni 40' dal fortissimo Michele Rivero con Piero Ghiglione e Guido de Rege, tutti tra i massimi esponenti dell' alpinismo Piemontese dell' epoca, allievi di Boccalatte e Gervasutti.
Partiamo e dopo qualche metro mi rendo conto che la via è proprio ‘classica’ :  chiodatura  lunga e arrampicata di forza. La roccia è fantastica ma non ci si può concedere errori; una caduta sarebbe decisamente sconveniente.
Faccio due lunghezza da primo e poi passa in testa Umberto. So che è molto stanco dal super lavoro e vederlo andare da primo mi agita ulteriormente. Lo raggiungo alla sosta.

"Senti Andrea, se fai così agiti anche me "

"... Scusa Umberto. Non conosco la via è se hai bisogno di indicazioni non sono in grado di dartele”

"Guarda oggi sono stanco e sto arrampicando un po' al limite. Vai tu così siamo più tranquillo"

Il quarto tiro è semplice ma completamente schiodato.
La quinta lunghezza comincia con un traverso di 7 m verso destra (un chiodo). Ci metto un po' a capire dove e come passare, poi proseguo sulla verticale. Passo altri 2 chiodi e mi ritrovo all'inizio di una placca sporca di muschio. Dopo non scorgo altri ancoraggi.
Caspita ho sbagliato.. merda. Ma chi caspita si diverte a mettere chiodi a caso!
Spostato a sinistra di una decina di metri riconosco il percorso della mia via.
"Andrea tutto bene?" Umberto è preoccupato perchè ci sto mettendo troppo tempo. Non sto a raccontare la manovra che ho dovuto fare per sbrogliarmi da quella situazione ma posso garantire che non mi sono proprio divertito.

Raggiungo la sosta e chiamo Umberto che, come me, tira un respiro di sollievo.
L'ultimo tiro è semplice e sbuca in vetta. Qualche foto e ci rilassiamo scendendo lungo il sentiero che ci riporta alla base della parete. Mentre pranziamo riflettiamo sulla bravura degli arrampicatore che 70 anni fa hanno affrontato salite del genere con scarponi e chiodi auto prodotti.
Nel bellissimo rifugio Melano Casa Canada ci concediamo una birra bella fresca.
Brindiamo ai fortissimi arrampicatori 'classici', a noi poveri tapini, e anche a gli altri soci Orchi ai quali abbiamo pensato perchè il luogo è bello anche per correre.
Ciao.

lunedì 21 ottobre 2013

Trail del lago d'Orta Pogno(No) 19 Ottobre 2013

Foto Trail lago d'Orta 2013
Classifiche Trail lago d'Orta 2013

Sito Trail lago d'Orta
Sito Gli Orchi Trailers ASD

Dal racconto dell'OgreDoctor
Prologo
Anno Domini 1013
Venator, l'ultimo di una grande stirpe di Orchi corridori, si aggira nei boschi di Pella. Sa di non avere molto tempo a disposizione, la sua vita volge ormai al termine. Ha ancora una missione da compiere e con le ultime energie rimaste è determinato a portarla a termine: deve affidare un messaggio al tempo, nella speranza che un giorno qualche valoroso sognatore possa trovarlo per rivivere le stesse emozioni e lo stesso cammino. Quale posto migliore di questo, la città porta il nome di un’antica città greca la cui parola “Apella” significa “luogo cerimoniale dove prendere decisioni”. Seppellì il messaggio nei pressi di un piccolo sepolcreto e sparì nel nulla e con lui finì un’epoca di magia e avventure fantastiche, di miti e leggende da raccontare.

19 ottobre 2013 - Pogno ore 04.45 a.m.
Tre baldanzosi orchi (OgreDoctor - Antonio, OrcoTartaro - Matteo, OrcoMegaFlex - Gaetano) sfidano l’aria fredda del mattino e si danno appuntamento al Pala Wojtiyla, dove tra poco più di 15 minuti prenderà il via “Il Trail del Lago D’Orta”; una passeggiata di 80 km e 5000 metri di dislivello positivo, fra i boschi e le piccole alture, che circondano il lago.
La cotta di maglia ha ormai lasciato il posto ad uno sfavillante abbigliamento tecnico (Salomon, X-bionic, Montura), ma l’effetto è lo stesso. Così abbigliati, ci sente come degli antichi cavalieri, in grado di sfidare il mondo.

La partenza è in sordina, capiamo che la gara è iniziata perché i numerosi runners, che si sono dati appuntamento in questi luoghi, cominciano a muoversi.
E’ buio pesto e senza la lampada frontale sarebbe impossibile correre in questi fitti boschi. E sì... “fitti boschi” e poi “fitti boschi” e ancora “fitti boschi” con qualche puntata, purtroppo assai rara, al di sopra delle chiome degli alberi per finalmente gustare un po’ del panorama che circonda il lago d’Orta.
Iscrivendomi a questo trail mi sono chiesto come fosse possibile mettere insieme i 5000 mt di dislivello dichiarati… semplice, utilizzando tutti i sentieri impossibili e ripidi a disposizione. Alcuni erano dei veri e propri muri su cui a fatica si sta in piedi. In condizioni di bagnato sarebbe stato un vero calvario.
Pregevole, il passaggio sui “monti della luna” (la luna c’era davvero ed era anche piena) e la vista nei pressi del Monte Novesso e del Monte Croce, quest’ultimo il punto più alto del tracciato con i suoi 1643 mt. dal quale è possibile ammirare in tutta la sua maestosità la parete nord del massiccio del Monte Rosa.
Ma ahimè, l’apparizione fugace di qualcosa che assomigli ad una montagna si ritramuta ben presto in “fitti boschi” e ancora “fitti boschi”. Ci consoliamo con i colori dell’autunno davvero magici, con il verde che si mescola al rosso e al giallo in tutte le sfumature e tonalità a formare un bellissimo caleidoscopio di colori.
A questo punto siamo rimasti, io è l’OrcoTartaro; l’OrcoMegaFlex ha decisamente un altro passo e scappa via. Ci rivedremo solo all’arrivo.
Le gambe non sono quelle dell’inizio stagione e portano tutti i segni delle numerose, forse troppe, gare: piedi doloranti, ginocchia e caviglie che scricchiolano, schiena messa a dura prova sugli eterni ciottolati che abbiamo calpestato. Probabilmente l’andatura troppo sostenuta all’inizio della gara, complice un tracciato molto corribile, ha fiaccato ulteriormente le poche energie rimaste.

Non abbiamo, però, patito né la fame, né la sete. Ristori ogni 10 km circa, perfetti e forniti e più frequenti verso il finale, dove i runners sono sicuramente più stanchi. Ci siamo concessi oltre alla pastina in brodo, autentico tocca sana, già sperimentato durante la TDS, anche un panino al salame, che udite, udite sono riuscito a digerire. La mia velocità non era sicuramente elevata, per cui ho avuto tutto il tempo di farlo!
Lodevoli anche i volontari della protezione civile, presenti in ogni dove e fino a ora tarda, sfidando il freddo e la stanchezza per presidiare gli svincoli critici e assistere i concorrenti.
Arriveremo al Pala Wojtyla dopo 15 ore e 40 minuti sfiniti e con ogni giuntura a ricordarci lo sforzo appena concluso, ma con in tasca la gara. Questo in fondo era l’obiettivo prefissato, essere finisher!
Saluto gli amici Orchi e ritorno dalla famiglia che mi aspetta ormai da tanto con una pizza che nel frattempo è diventata fredda.
Eravamo alloggiati al Bed & Breakfast “Il Torchio”. Spendo volentieri due parole per segnalarvi questo piccolo “angolo di paradiso”. Un abitazione privata gestita da una signora e sua figlia, dove ci siamo sentiti più che a casa. Scovato per caso su Booking.com e scelto per il prezzo abbordabile e per il rating di 8,8, devo dire più che meritato.
Se vi capita di dover soggiornare da quelle parti si trova in Via Torchio, 12 a San Maurizio d’Opaglio.
La gara è stata tutto sommato abbastanza anonima; mi ha ricordato il Trail del Monte Soglio, solo con 20 km e 1000 mt di dislivello in più. I luoghi sono indubbiamente molto belli e suggestivi, ma 80 km di cui 2/3 passati in mezzo ai boschi hanno messo a dura prova la mia voglia di correre in natura. Forse sono abituato alle mie montagne, forse ho ancora vivo il ricordo della TDS, ma trovo i trail a bassa quota, quando sono troppo lunghi davvero noiosi.
Non voglio, però, influenzare con giudizi troppo negativi chi vorrà cimentarsi con questa prova di tutto rispetto.

Epilogo
Eravamo nei pressi di Pella, città sulla sponda del lago opposta ad Orta. Dopo una interminabile sequenza di gradini, ulteriore stilettata per le gambe ormai provate dai 70 km percorsi entriamo nuovamente in un bosco, l’ultimo bosco prima dell’arrivo a Pogno.
E qui nei pressi di una piccola cappella votiva, forse costruita sulle fondamenta di qualche monumento più antico, decidiamo di fare una piccola sosta.
Alla luce tremula delle nostre frontali si materializzano alcuni segni scolpiti su un mattone vicino alle fondamenta. I caratteri, sono scritti in una lingua sconosciuta ai più, ma molto familiare a noi novelli orchi: è l’antica lingua!
Il cuore comincia a pulsare all’impazzata, il destino sembra averci condotto davanti a qualche misterioso messaggio del passato. Sollevando il mattone troviamo un piccolo cofanetto. Al suo interno nulla di prezioso, solo una pergamena.
Non abbiamo il tempo di leggerla, dobbiamo correre all’arrivo e così riposto il messaggio nello zainetto e risistemato il mattone, ripartiamo spediti.
Arrivato a casa, non senza fatica, ho provato a tradurre quelle antiche rune vergate sulla pergamena e a riportarvele fedelmente:

Traduzione: “Ora miei lontani discendenti avete tutte le carte in regola: due gare da almeno 70 km e 3500 mt di dislivello, di cui una con passaggi al di sopra dei 2000 metri. L’anno prossimo a Dio piacendo, al Grand Raid du Cromagnon ci saranno anche gli ORCHI TRAILERS”.

W Gli Orchi

venerdì 18 ottobre 2013

100 km delle Alpi - Torino St.Vincent 12 Ottobre 2013

Classifica 100km delle Alpi 2013
Sito 100km delle Alpi (Giro Italia Run)

Dal racconto dell'OrcoGabryC
….per fortuna  i commenti negativi dell’OrcoZoppo non mi hanno scoraggiata, altrimenti non sarei qui a raccontare quale esperienza meravigliosa sia stata la 100 km delle Alpi!
Siccome è’ la mia prima 100,  non posso paragonarla ad altre gare simili, ma sono sicura mi abbia regalato forti emozioni  soprattutto perché è una gara ‘di casa’, in quanto il percorso è stato tracciato su strade che
conosco e che finora avevo percorso solamente in auto o in bicicletta.
Le ultime due settimane precedenti la gara sono state un vero stress emotivo, temevo che l’allenamento non fosse stato adeguato,  che l’organizzazione dei supporters presentasse delle pecche  e non vedevo l’ora di togliermi il ‘fastidio’.
Questo è il mio tipico stato d’animo che precede le grandi occasioni, ci casco tutte le volte, ma  è giusto sia
così, perché a posteriori capisco che in quei momenti mi sto caricando per affrontare l’impresa.
Sabato mattina, al ritiro pettorali, ero ancora un po’ in ansia, quando ho ricevuto un sms: ‘DIVERTITI’.
Ho realizzato che nelle gare il divertimento è proprio il mio principale obiettivo  e sono partita più serena.
La temperatura è stata perfetta per tutta la giornata,  non mi ha infastidito nemmeno la pioggia (i trail sotto la pioggia incessante o addirittura la neve  temprano,  eccome!).
I primi 25 km della 100 km delle Alpi, dal punto di vista paesaggistico, sono abbastanza anonimi e per nulla affascinanti , ma non ci ho fatto caso perché mi sentivo bene, ero finalmente rilassata e contenta di esserci.
Superato  Rivarolo, è iniziata la parte più bella del percorso, ma contemporaneamente è iniziato il solito dolore al ginocchio destro.

Lasciandomi distrarre dalla natura circostante e dai racconti di un ultramaratoneta lombardo, sono giunta alla salita di Alice; qui ho indossato gli auricolari e mi sono dopata con la musica per il resto della gara.
Nella discesa verso Lessolo, oltre al dolore al ginocchio, anche lo stomaco si è fatto sentire. Il supporto dei miei  amici ha attenuato le difficoltà e come d’incanto mi sono trovata al confine con la Valle d’Aosta.
Di qui in poi le poche gocce sono diventate pioggia, si è fatto buio e del paesaggio circostante non ho potuto assaporare più nulla. Nonostante il giubbotto catarifrangente e la pila frontale, sulla statale  da Quincinetto a Verres,  priva di illuminazione, ho temuto che le auto non ci vedessero e ho aumentato il ritmo della corsa per togliermi in fretta dal pericolo. Le gambe a quel punto giravano ancora inaspettatamente molto bene e per non rischiare di farle indurire, ai ristori prendevo il bicchiere di the e proseguivo senza fermarmi.

Ho praticamente corso tutti i 100 km, perfino gli ultimi 7 di salita da Montjovet a Saint Vincent  e ancora adesso non so darmi spiegazione di tanta freschezza.
Senza Garmin, né orologio, non ho mai domandato l’ora e solo al traguardo ho scoperto di aver terminato la gara sotto le 12 ore! E di aver vinto la maglia di Campionessa regionale!
Un grande ringraziamento ai parenti e amici che hanno formato un team valido ed efficiente:
Guglielmo,  che mi ha accompagnato in bici per i primi 50 km, da Torino ad Alice; Marta e Clementina, che  si sono appostate in auto in quattro punti del percorso per fare il tifo e applicare l’Arnica sul ginocchio dolorante; Roberto, che ha dato il cambio a Guglielmo fino ad Arnad; Antonio, che, affiancatosi di corsa, mi ha supportato e ‘sopportato’ da Alice ai piedi dell’ultima salita ed Edoardo, che mi ha accompagnato per gli ultimi km fino al traguardo, dove  ho trovato Carlo e Clementina, che mi hanno riportato a casa.



martedì 15 ottobre 2013

Una corsa da Re Venaria Reale (To) 13 Ottobre 2013

Foto una Corsa da Re 2013
Classifica una corsa da Re 2013 21km
Sito una corsa da Re Base Running
Edizione 2012

Dal racconto dell'OrcoPolare
Domenica 13/10/2013, alle prime ore del mattino ha inizio la pacifica invasione dei circa 5000 podisti che prenderanno parte alla 2^ edizione de “Una Corsa da Re” organizzata dal Team Base Running.
Tre le distanze previste per questo evento domenicale : camminata da 4 km / 10 km / 21 km
Il Sabato mattina circa 600 bambini da 0-12 anni partecipano alla 1^ edizione della “Corsa del Principino” dove si sfidano sulla distanza di  1 km nei pressi del Castello sito all’interno del parco della Mandria.
Lo scenario della manifestazione è di sicuro effetto scenografico, il Parco della Reggia di Venaria Reale, una delle residenze Sabaude edificata a metà del 1600, come punto di appoggio per le battute di caccia nella collina torinese, come da volontà di Carlo Emanuele II di Savoia.
La partenza è fissata per le ore 10,30 all’allea centrale dei Giardini; circa 2500 podisti sulla 10 km,  1000 sulla 21 km.

Quattro “Orchi d’eccezione” partecipano alla 21 km : OrcoDavid, OrcoSanto, OrcoGaetano ed OrcoPolare
Presente sulla lunga distanza anche il sindaco della Città di Torino, Sig. Chiamparino
La mattinata è tipicamente autunnale, molto fresca, ideale per correre ed un timido sole rassicura che non pioverà .
Alle 10,35 sparo e partenza , subito il mucchio selvaggio si dilegua nelle due direzioni chi per la 10, chi per la 21 km.
Parto veloce, le strade sterrate del parco sembrano velluto sotto le mie suole che sono abituate a pestare fango e pietre, ed i primi 10 km scorrono lisci in 44 minuti . Un podista che mi precede di qualche passo indica con il dito la presenza di una pozzanghera , sorrido, cosa devo fare, saltarci dentro ?
Al dodicesimo km incontro il mio amico Giovanni (Lamorte) che saluto con piacere, ma non ho tempo di aspettarlo … Poco dopo sorpasso l’OrcoSanto e procedo la mia fuga nel tentativo utopico di andare a prendere l’OrcoGaetano ma sarà mission impossibile .
Il percorso abbastanza pianeggiante con qualche breve cambio di pendenza sia positiva che negativa permette di correre ad un ritmo abbastanza sostenuto ed il fresco ed il verde che ci circonda mi danno un senso di pace e benessere generale che  sembra alleviare la fatica e mi invoglia a spingere, per quanto possibile, sull’acceleratore.
Ecco che al 19° km l’OrcoSanto mi sorpassa a tutta birra, cerco di stare sulla sua scia nel tentativo di prenderlo ma gli starò a 10 metri di distanza fino al traguardo fissato alla Torre dell’Orologio.
Incontro all’arrivo l’OrcoGaetano, fresco come una rosa, nonostante il suo tempone e prima del calare del sole, arriverà al traguardo anche l’OrcoDavid …
Per quanto riguarda la 10 km, l’amico Nevruz riferisce che rispetto alla precedente edizione il percorso è stato leggermente inasprito con un paio di salitelle e qualche centinaio di metri in più . C’è anche l’amica Vale che arriva appositamente da Alessandria per l’occasione, che con l’amica Cristina, alla loro prima partecipazione, non possono che esprimere un giudizio assolutamente positivo  su gara ed organizzazione.
W gli Orchi

lunedì 14 ottobre 2013

1° ECO TRAIL DEL PARCO FLUVIALE GESSO E STURA DI CUNEO 6 Ottobre 2013

Sito EcoTrail di Cuneo

Dal racconto dell'OrcoProf
1° Eco trail del Parco Fluviale Gesso e Stura
(Risultato finale 0-3)

Sabato 5 Ottobre ore 20.30, Rivoli
Spero che si presentino con un certo anticipo dato che quando gioca la mia squadra del cuore non sopporto le distrazioni. Eppure i miei amici che ho invitato per una pizza e per vedere la partita insieme arrivano solo pochi istanti prima del fischio d'inizio di Inter-Roma. Applausi, pronti, via!

Domenica 6 Ottobre ore 8.30, Autostrada Asti-Cuneo
Ancora non completamente sveglio lascio la mia fidanzata Valentina e la sua bici a Castelletto Stura. Mi aspetterà lungo il percorso e mi accompagnerà nella seconda parte di gara. Io proseguo fino a Cuneo, sede di arrivo, dove lascerò l'auto, ritirerò il pettorale e mi imbarcherò sul bus navetta che conduce alla partenza. Ahimè, il bus è pieno ma trovo quattro simpatici ragazzi che partecipano alla gara e mi offrono un passaggio fino a Sant'Albano Stura, 25 km più a nord e sede di partenza della gara. Arrivati a destinazione mi accorgo di non aver pensato a portarmi dietro qualche spicciolo, così oltre allo strappo in macchina i locali mi offriranno anche il caffè. Il cielo che secondo le previsioni avrebbe dovuto essere scuro e minaccioso sembra rasserenarsi e tra le nuvole filtra qualche timido raggio di sole. Tra i concorrenti anche il grande Marco Olmo che al microfono dice:”Andate piano e fate la gara contro voi stessi non contro gli altri.”. Applausi, pronti, via!

Non ci credo ma dopo 18 minuti la Roma è in vantaggio: splendido movimento di capitan Totti che si smarca riceve il passaggio di Gervinho e insacca con un diagonale imparabile. Meglio di così non poteva cominciare.

La gara, che ha sostituito la vecchia maratona di Cuneo, si svolge in gran parte sulla strada sterrata che corre lungo la Stura di Demonte. Per spezzare la monotonia gli organizzatori hanno aggiunto brevi tratti di sentiero e c'è ovviamente qualche tratto di asfalto in prossimità dei centri abitati. Dalla partenza davanti al municipio di Sant'Albano ci dirigiamo lungo il fiume in una stradina sterrata in discesa e molto accidentata. In questi primi metri mi ricordo di essere compagno di squadra del mitico Praturlon, mi faccio prendere dall'entusiasmo e sorpasso i molti stradisti presenti. Alla fine della discesa credo di trovarmi nelle prime 30 posizioni, non mi era mai capitato. Meglio di così non poteva cominciare.

Dopo il gol era innimaginabile che l'Inter rimanesse a guardare e perciò si spinge in avanti creando tre occasioni pericolosissime, la Roma trema ma resiste. Sarà dura.

Finita la discesa, la strada si fa larga e meno accidentata. Mi sorpassano i molti che hanno un passo più rapido del mio. Saggiamente decido di continuare alla mia andatura, con alla mia destra la Stura, dall'altro lato il bosco, non devo farmi prendere dallo sconforto né dall'agonismo e seguire ritmi non adeguati. Sarà dura.

La Roma si riaffaccia in avanti, Totti e Florenzi segnano i due gol che legittimano il vantaggio. All'intervallo siamo 0-3 a San Siro. C'è solo da gestire la seconda parte.

A Castelletto c'è Valentina che mi attende in bici. Per fortuna ogni tanto abbandoniamo la strada larga per brevi tratti di sentiero. Ovviamente la ciclista si ferma per non ostacolare gli altri concorrenti ma riesce a recuperare per dirmi che nei tratti più difficili ho un altro passo rispetto agli altri ed infatti riesco a guadagnare qualche posizione. In ogni caso il chilometraggio aumenta e non mi sembra di patire più di tanto, anche rinfrancato dal fatto che chi mi circonda sembra stare peggio di me. C'è solo da gestire la seconda parte.

Nel secondo tempo la Roma gestisce e non corre quasi mai pericoli. Mi rilasso e riesco anche a chiaccherare con qualcuno.

L'ultimo tratto di gara scorre via rapido. Ci avviciniamo alla città di Cuneo, nessuno mi sorpassa ma anzi riesco a raggiungere qualcuno in difficoltà. Mi rilasso e riesco anche a chiaccherare con qualcuno.

Fischio finale: la Roma espugna San Siro e vince la settima partita su sette in campionato. Il risultato di stasera mi dà forza in vista della gara di domani.


L'arrivo è una bella passerella al Parco della Gioventù di Cuneo. Saluto i miei compagni di corsa, faccio la doccia e ad attendermi c'è un ricco pasta party ed un massaggio defaticante offerto dagli organizzatori. Ho coperto i quasi 25 km in due ore e trenta secondi, sono soddisfatto. Il risultato di oggi mi dà forza in vista della Maratona di Torino.


giovedì 10 ottobre 2013

Morenic Trail Brosso Canavese (To) 6 Ottobre 2013

Sito Morenic Trail
Edizione 2012
Edizione 2011
Edizione 2010

Dall'intervista all'OrcoSteu

D- Il Morenic Trail, un trail di 100km sull'orma del ghiacciaio una gara veloce che hai già fatto con buoni risultati ti rivede anche quest'anno al nastro di partenza.
R-Si a distanza di due anni sono stato un po’ obbligato a partecipare a questa bella gara veloce, poiché quest’anno non ho portato a termine gare qualificanti sulla lunghe distanze.

D- Come hai vissuto la gara visto che ti ritrovi a correre diciamo... in casa
R-Con un po’ di apprensione,  per il risultato da portare a termine ad ogni costo. Soprattutto quando da metà gara in poi mi rendevo conto di non aver più le gambe che giravano per poter correre il più possibile.

D- L'organizzazione e' la stessa della Royal Ultra Sky Marathon che si svolge nel Parco del Gran Paradiso, come l'hai trovata.. intendo logistica, ristori...
R-Direi perfetta in ogni dettaglio… merito di Stefano e dei suoi collaboratori,  che hanno una grande passione per quello che fanno.

D- Qualche personaggio tra i partenti che ti ha colpito particolarmente.
R-Il mitico Davide Grazielli, terzo classificato un amico portato per queste gare.. con il quale credo di condividere  in pieno lo spirito dell’atleta libero dagli schemi…

D- Negli anni passati qualcuno si e' lamentato del tracciato poco segnato, come ti è parso quest'anno.
R-Perfetto e senza nessun tipo di sbavature… tenendo conto che con la notte è calata una nebbia mostruosa da veri orchi.

D-In una gara cosi veloce hai preso accorgimenti particolari per il materiale
R-Ho portato lo stesso zaino del tor.. dunque completa autonomia.. come andrebbe sempre fatto.

D- I locali hanno partecipato al tifo per i concorrenti.
R-Si la gente incontrata ha dimostrato stima per l’impresa..

D- Raccontaci del percorso e di qualche peripezia che hai dovuto affrontare durante la gare o le difficoltà che hai dovuto superare.
R-Il percorso sono 108 km di bosco in zona collinare…  senza particolari difficoltà.. quest’anno come prima ho detto il problema è stata la nebbia…

D- Le Squadre a staffetta hai modo di darci una tua valutazione, personalmente trovo complessa la logistica.
R-Non sono assolutamente in grado, sono due gare completamente diverse.. che non si incontrano mai..

D- Il post gara come lo hai trovato... cioe' ristoro finale , docce, premi... 
R-Docce calde premio carino.. ma era tardi e dunque sono andato a dormire senza cena… in punizione per averci impiegato 1 h 30 in più di due anni fa..


D- Altri tuoi programmi dopo questo Morenic Trail 
R-Forse la maratona di Torino con la Joelette..  e poi spero arrivi la neve per cominciare le gite di scialpinismo.

Buone Sciate Steu

martedì 8 ottobre 2013

Arrancabirra Goliardica Courmayeur (Ao) 5 Ottobre 2013

Foto Arrancabirra 2013
Sito Arrancabirra Goliardica

Dal racconto dell'OrcoLuca
Al secondo tentativo sono riuscito a partecipare a questa gara, che viene definita "the most goliardic race in the world". I circa 1000 posti disponibili si volatilizzano in pochissimi giorni dal momento di apertura delle iscrizioni. Quest'anno sono stato "rigoroso" e puntualmente al primo giugno, giorno di apertura delle iscrizioni, ero già nella lista degli iscritti.
Bisogna ammettere che l'idea che hanno avuto per questo evento è ottima. Abbinare la birra e il divertimento alla corsa in montagna è stato vincente...
Per chi non conoscesse il regolamento:
lungo il percorso di 18Km circa e 1400D+ sono fissati 6 ristori ai quali è facoltativo bere una lattina (33cl) di birra, che da diritto a uno sconto di 10 min. sul tempo finale di gara.
vengono alla fine premiati sia i "bevitori" che gli "astemi" in due classifiche distinte, oltre a premiare il costume più divertente in base al tema assegnato ogni anno (quest'anno verteva sui "gemelli"...) e premiare anche i primi "CCC" ovvero "corridore con cane o viceversa".
E così sabato mattina sono lì a Courmayeur, davanti al solito gonfiabile che segna la partenza della gara. Così a occhio siamo molti meno dei 1000 iscritti, il maltempo ha sicuro scoraggiato tanta gente. C'è una moltitudine di costumi stravaganti... 4 ragazzi vestiti come i Kiss, e hanno pure la radiolina con la musica, un gruppo fan di Bruno Brunod tutti con la faccia del "big" della Valle d'Aosta, e poi tutti i super-eroi e i personaggi delle favole. Due "boscaioli" si portano appresso un tronco di almeno una dozzina di Kg...
Una massa festante pronta a divertirsi nonostante la pioggia, che continuerà a cadere per una buona mezz'ora dal via.

E quindi partiamo sul percorso "ridotto" a 13Km, abbassato di quota (si doveva arrivare a 2500 metri), e "ridotto" di una birra. Giustamente gli organizzatori hanno messo molta prudenza, un po' viste le polemiche che ultimamente sorgono nel mondo del Trail ogni volta che capita l'incidente, un po' perchè, a detta dei veterani, un paio d'anni or sono hanno affrontato la presente gara sotto una nevicata che ha creato non pochi problemi e fortunatamente nessun incidente...
Si attraversa il paese e si comincia a salire subito, dapprima su asfalto, poi su sterrato fino ad arrivare al primo "ristoro"... mamma che sete! Ci vorrebbe una birretta... E invece ne riceviamo 3 a testa... eh sì, perchè il maltempo ha imperversato da parecchi giorni, impedendo il trasporto delle birre in quota con l'elicottero, così il nuovo regolamento prevede che al primo ristoro si beve la numero 1, e ci si deve portare nello zaino le altre due da bere ai ristori 2 e 3.
Gli addetti al rifornimento (con una simpatica maglietta gialla "Movimento 5 litri"!!!) certificano su ogni pettorale che si sia effettivamente bevuta la birra, per fortuna c'è anche qualcosa da mangiare, grissini, toma e salame. A lato un mucchio impressionante di lattine vuote cresce...
Si lasciano strade e stradine e qui iniziano i sentieri che con una continua salita ci porteranno ai ristori 2 e 3. A quest'ultimo su due enormi lose cuociono salsicce in quantità e viene riscaldata anche la polenta... Verrebbe da fermarsi qui e non proseguire più.
E finalmente inizia la discesa, su un primo tratto anche abbastanza ripido e reso più insidioso perchè "a doppio senso", bisogna fare attenzione, è stretto, ci si incrocia con chi ancora sale, e forse anche le tre lattine già ingurgitate rendono la corsa meno agevole...
Finito il tratto a doppio senso ci possiamo scatenare, mi sento bene, anche un po' euforico (!), e così mi lascio andare giù in velocità, il tempo vola, e neanche me ne accorgo è ora di bere la numero 4. Abbiamo abbandonato il sentiero, siamo tornati su strada sterrata e dopo quest'ultimo ristoro ci aspetta solo più il rientro a Courmayeur.
Arrivati in paese, ecco finalmente l'arrivo, ma prima di essere "cippati" bisogna bere l'ultima... la numero 5, la più faticosa, anche perchè saranno passati sì e no 10 minuti dall'altra...
E così finiamo, ritiriamo la maglietta e ci andiamo a cambiare (ahimè niente docce!), poi tutti a tavola sotto il mega-tendone dove oltre al pasto ci attende la festa con tanto di musica live. Davvero bravi i musicisti del gruppo, spaziano dai '60 agli '80 passando per la musica italiana suonando tutti i brani più classici e ballabili... Una vera festa!
Qualcuno si lascia davvero andare... una ragazza molto disinibita improvvisa una lap dance su un tavolo usando il tronco dei due "boscaioli"... tanti ballano scatenati.
La festa viene momentaneamente interrotta per la premiazione. Chiamano le tre donne e i tre uomini "astemi", e a quel punto parte un coro di fischi assordante... tant'è che solo uno si presenta a ritirare il premio...

Ringrazio gli amici Roberto e Graziano coi quali ho condiviso questa bellissima esperienza...
E poi che dire ancora... io mi do l'appuntamento per l'anno prossimo e chissà che non si veda partecipare un bel gruppo di runners col costume da Orco...


Trail Punt del Diau Lanzo Torinese (To) 5 Ottobre 2013

Pagina Facebook Gran Fonfo Punt del Diau
Classifica Gran Fondo Punt del Diau 2013

Sito Ultra Trail Punt del Diau
Classifica Ultra Trail Punt del Diau 2013

Edizione 2012
Edizione 2011

Sito Gli Orchi Trailers ASD

Dal racconto dell'OgreExtreme alla Gran Fondo 
Dopo la TDS di fine agosto, il giusto scarico delle prime due settimane di settembre, riprendo a correre con regolarità e con qualche bella salita in quota riesco a mantenere un discreto allenamento .
Ho ancora la voglia di provare a cimentarmi in qualche gara, non lunga, di divertirmi, di stare in mezzo alla natura, di sentire il ritmo del mio respiro entrare in sintonia con le gambe e con la mente. E in fondo anche di misurarmi con altri trailer.
 Decido così per una gara sui 25-30 chilometri con dislivello medio e con percorso tecnico. Sento parlare da alcuni amici della “Gran fondo del Punt del Diau” a Lanzo.
Così sabato mattina alle ore 8:30 sono sulla linea di partenza. Il tempo è incerto, nuvoloso la notte è piovuto per cui i sentieri, già impegnativi di loro si presenteranno sicuramente oltremodo scivolosi e insidiosi.
Il percorso si snoda su un anello che con partenza da Lanzo percorre in salita il versante della valle di Viù del monte Corno e del monte Basso sino al passo della Croce, di qui con discesa molto tecnica si attraversa, con un mezza costa e saliscendi tecnici, sino alla Ca Bianca e picchiata finale sul ponte del Diavolo con arrivo a Lanzo.

Siamo in 140 runners ed essendo gara FIDAL si respira da subito un’aria molto più competitiva. La cosa non mi interessa più di tanto, tant’è che parto a metà gruppo e nella discesa su mulattiera lastricata che porta al Punt del diau rimango intrappolato a metà gruppo. Scendiamo con tranquillità in fila indiana; tutti prestano molta attenzione, solo alcuni “scalmanati” che avevano poco a che fare con il trail rischiano di travolgere alcuni concorrenti, tra cui anche me, si lasciano andare a scene di equilibrismo decisamente pericoloso. Finita la discesa e superato il torrente Stura sul Punt si prosegue con une bel single track a mezzacosta raggiungendo l’inizio della lunga salita che conduce al passo della Croce.
Mi sto divertendo e dopo una trentina di minuti trovo un ritmo che mi permette di correre per quasi tutta la lunga salita e rimontare parecchie posizioni; arrivato al passo della Croce mi immergo nei miei pensieri e concentrato mi tuffo in discesa su Vallo. Tecnico e delicato  non ci si può permettere distrazioni sino al  secondo ristoro che è l’inizio del lungo saliscendi che porta alla Cà Bianca.
Adesso sto soffrendo il ritmo elevato della prima parte di gara e devo tirare il fiato per non cedere. D’altronde i ritmi in queste gare “corte” possono essere elevati e fare male.
Alla Ca Bianca ancora un piccolo strappo di una decina di minuti e poi con bel sentiero tra pini e betulle si arriva sopra Lanzo.
Tra le nebbie, ormai dopo 3 ore di corsa dura, si scorge il paese che raggiungo dopo aver riattraversato il Punt del diau e risalito la ripida mulattiera lastricata dell’andata- Ancora 1 km tra i viottoli del centro storico di Lanzo, un’ultima curva secca a sinistra e il traguardo è li raggiunto in 3 ore e tredici minuti in 24 posizione assoluta.
Alla fine sono realmente contento, ho provato quelle sensazioni di gioia e divertimento sinonimo di giusto equilibrio tra mente e corpo che mi ha permesso di assaporare questo breve ma intenso ed entusiasmante trail.

domenica 6 ottobre 2013

Corsa al Musinè Caselette (To) 6 Ottobre 2013

Foto Corsa al Musinè 2013 OrcoPinoR Partenza e Arrivo
Foto Corsa al Musinè OrcoCamola Percorso
Foto Corsa al Musinè OrcoMagoo Percorso

Classifica Corsa al Musinè 2013

Dal racconto dell'OrcoRoccia
Il monte Musinè è una montagna delle Alpi Graie , all’imbocco della Valle di Susa ed interessa i comuni di Caselette, Almese e Val della Torre.
Una credenza popolare fa derivare il suo nome  ad una contrazione del piemontese  “ Mont Asinè “ ( Monte degli Asini), anche se interpretazioni più corrette lo riconducono al toponimo Mons Vicinea ( montagna del villaggio ) di origine medioevale.
Oggi è sicuramente la montagna, con i suoi 1150 m.slm., più frequentata dai torinesi,  data  la vicinanza alla città , per la sua accessibilità tutto l’anno e per essere un ottima palestra a portata di mano ed a costo zero.
Percorrendo il percorso classico che sale da Caselette, a quota 535 si trova 535 il santuario di Sant’Abaco ; ad ovest si erge il Truc Randolera ( 666 m. ) ed a nord est il Monte Calvo ( 551 m. )
Sul versante sud è situato il Pian Domini, lungo 700 metri ed ottimo punto panoramico. Dal Pian Dumini parte la pista Tagliafuoco, cara ai podisti ed ai bikers ( ma anche ai semplici camminatori ) , che collega Caselette alla Rivera di Almese, in direzione della Madonna della Bassa.
Sulla cima del Musinè sorge un imponente croce alta 15 metri eretta nel 1901 per ricordare la battaglia nella quale Costantino sconfisse Massenzio , dopo che all’imperatore apparve una croce con la scritta “  in hoc signo vinces”, e che portò anche alla conversione dello stesso al Cristianesimo.

Vari sono i reperti che si trovano e molte le credenze che circondano questa montagna.
Tra i primi si può annoverare un’incisione su una lastra di pietra del periodo preistorico che mostra 3 uomini  con le braccia levate al cielo, e sopra le loro teste e 3 soli di dimensioni diverse. Si trovano inoltre cappelle, buchi scavati nella roccia ad opera di Celti, vere e proprie mappe celesti.
Alcuni dicono di aver visto dischi volanti volare a bassa quota sul monte. L’unica cosa certa è che ai piedi del Musinè esiste un cono d’ombra che oscura le trasmissioni radio causando problemi anche agli aerei che sorvolano la zona.
Domenica 6 Ottobre sulle ripidi pendici del monte si è svolta, come ormai da diversi anni, la corsa con partenza ed arrivo da piazza Cays.
La salita fino alla cima   presenta un dislivello di  750 metri ; la discesa, altrettanto impegnativa , passando per Pian della Feia, porta i concorrenti all’arrivo dopo un percorso complessivo di circa 8 chilometri.
Buona l’organizzazione, meritevole di una maggiore partecipazione dei podisti.
La vittoria finale di Vacchieri sul favorito Di Gioia, fresco campione italiano di corsa in montagna  dell’ ANA, si è concretizzata nella discesa , dopo che al giro di boa 30 secondi dividevano i due contendenti, con Di Gioia che per primo vedeva la croce.

Da rilevare la buona partecipazione degli Orchi Trailers  capeggiati dal sempre sorprendente Presidente OrcoPino  ( al secolo Ruisi ) e dal magnifico podio nei veterani con i primi due gradini occupati dall’ OrcoRoccia e dall’OrcoIng ( Praturlon e Mazzino ); ma si sa per gli Orchi è stato un buon allenamento, abituati ormai ai ben più impegnativi ultra trail.



venerdì 4 ottobre 2013

MMT Magredi Mountain Trail 100 Miles VIvaro (Pn) 4 Ottobre 2013

Sito MMT Magredi Mountain Trail
Video MMT Magredi Mountain Trail 2013

Descrizione tratta dal sito gara:
La MMT 100 MILE è una gara di ultra trail di 161 km e 7.000 mt di dislivello positivo che si snoda attraverso alcuni dei più spettacolari paesaggi del Friuli Venezia Giulia. I territori attraversati  sono i Magredi dei fiumi Cellina e Meduna, parte delle Dolomiti Friulane e le Valli Pordenonesi.
 La gara è caratterizzata da una grande varietà di terreni e ambientazioni: pianura, sassi, sentieri
 erbosi  e rocciosi, salite e discese impegnative, borghi e villaggi storici.

Dal racconto dell'OrcoDundee
Ciao a tutti, sono Orco Dundee un nuovo arrivato in questo splendido gruppo, oltre a porgere i miei saluti a tutti voi che spero di conoscere di persona al più presto volevo raccontare il mio viaggio intrapreso all' ultraTrail chiamato Magredi.
Allora cominciamo con il dire che io non appartengo al ristretto gruppo di top runners, anzi sono uno che arriva molto dopo la metà classifica, questo per farvi capire che ciò mi appresto a raccontare é alla portata di tutti.
La mia storia di runner inizia nel 2000, mai fatto sport prima, solo un'esigenza di salute mi ha spinto a farlo ma vi garantisco che ora sono entusiasta di tutto ciò.

Ma ora vi racconto il Magredi Mountain Tail una gara selvaggia, 161 km  e 7000D+ di puro Wild, tu e la natura, terminata più che con le gambe, con il cuore e la mente. In questo viaggio vi assicuro che ho scoperto cose di me sconosciute e che mi hanno migliorato. 180 i trailers partenti, 56 arrivati circa....la dice lunga, ma credetemi farete un viaggio tridimensionale nella vostra mente e metterete a uso la vostra anima come in nessuna altra occasione. Mi auguro che quest'anno oltre a me qualche Orco mi faccia compagnia, credetemi una esperienza unica, una magia che ti fa sobbalzare il cuore....il Magredi un deserto che ti fa capire come piccoli siano davanti a madre natura ma che nello stesso tempo ti porta la luce dentro...ciao orchi