martedì 2 luglio 2013

Verticale da Staffal al Rif.Quintino Sella Valle di Gressoney (Ao) 30 Giugno 2013

Foto Verticale Staffal Rif.Quintino Sella

Dal racconto dell'OrcoMarco
Per Domenica 30 Giugno 2013 il meteo promette una giornata dalle caratteristiche finalmente estive. La fantasia allora si scatena sul cosa fare; l’imminente trail Liddes-Verbier che andrò a correre da accompagnatore di mio figlio Edoardo (LittleOgre) richiede un bel allenamento per rifinire la preparazione di questi mesi. Ma non bisogna tralasciare i futuri obbiettivi alpini (di Edo) e allora per papà il compito arduo di trovare il connubio tra distanza da percorrere, dislivello e quota.
Scartata l’ipotesi di un bel “doppio” Breithorn per problemi di blocchi stradali in Valtournanche per una gara ciclistica, a papà (OgreExtreme) viene in mente la masochistica salita al rifugio Quintino Sella al Felik, base di partenza per innumerevoli scalate sul Monte Rosa.
In questa salita si concentra tutto il desiderato e sicuramente alla fine avremo testato sufficientemente il motore per i prossimi impegni.
I conti sono presto fatti: 1775 metri di dislivello, 20 km. tra andata e ritorno, pendii ripidi, nevai, creste, roccette e quota sono un mix esplosivo e attraente.
La partenza avviene da Staffal e prosegue sulla bella strada sterrata di servizio degli impianti sciistici che con innumerevoli tornanti ( tagli dei tornanti rigorosamente vietati perché bisogna fare chilometri) ci conduce a buon ritmo verso il colle Bettaforca che raggiungiamo dopo un’ora e un quarto di camminata alternata a corsa.
Siamo a 2727 mt. la neve è ancora presente abbondantemente per essere fine giugno e, dal colle in su, a parte qualche tratto roccioso o particolarmente esposto al vento il percorso sarà completamente innevato sino alla base della cresta finale che precede il rifugio.   
Saliamo decisi, la neve riscaldata dal sole è morbida al punto giusto. Le scarpette da trail  su questo tipo di neve infondono sicurezza e così evitiamo di mettere i ramponi. Più saliamo e più le gambe oggi girano. Raccogliamo i frutti di questi mesi di allenamento.
Edoardo è scatenato; dove io salgo al passo e accenno a qualche tratto di corsa lui alza il ritmo e prende il largo. Si gira e mi guarda: penserà povero vecchietto chissà come fatica!
Arriviamo sulla cresta finale aerea ed esposta ma ottimamente attrezzata. Qui sembra di volare, molti tratti in piano (forse ci sembravano solo tali rispetto alle pendenze precedenti) ci permettono di correre, di saltare liberamente da un masso all’altro e di assaporare quel senso di libertà che solo la montagna regala.
Il rifugio appare improvviso, l’ambiente è straordinario: Castore, Liskamm, Breithorn sono lì a dominare la scena e a farci sentire piccoli e indifesi e a indicarci che la montagna deve essere affrontata in umiltà e con tanta preparazione fisica e mentale.
Entriamo nel rifugio, ci rilassiamo. Edoardo non resiste a un buon piatto di pasta al pesto. Io lo guardo,  preferisco non esagerare. Meglio star leggeri e allora solo una barretta. Lui è giovane e può tutto.
Ma è ora di scendere, la pigrizia si sta impossessando delle nostre gambe, meglio sbrigarci, anche perché il sole sta scaldando troppo la neve e alcuni pendii ripidi sono da attraversare con prudenza e attenzione.

Le gambe si rimettono in moto e con l’aiuto di lunghe scivolate e grandi risate ci troviamo velocemente al termine della neve. Ancora 500 metri e laggiù si vede già il parcheggio. Un ultima picchiata, questa volta tirando giù dritti sulle piste da sci di Gressoney e finalmente l’arrivo alla macchina accompagnato dal solito show canoro di Edo a chiudere questa intensa e magnifica giornata di corsa, montagna e cosa più importante di divertimento in compagnia del proprio figlio.

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