martedì 31 dicembre 2013

SciAlpinismo Val Maira (Cn) 27-28-29 Dicembre 2013

Foto Scialpinismo Val Maira 2013

Dal Racconto dell'OrcoIng

CHARAMAIO en Val Mairo - (trad. dall'Occitano nevica in Val Maira) 

“Anche fosse la più inospitale tra le terre, quella che per prima ha visto aprire i nostri occhi ci apparirà la più bella ed accogliente, quella a cui ci sentiremo per sempre legati ed eternamente riconoscenti. Mi sentivo in debito e questo amore viscerale per il mio paese natio, il dolce Pratorotondo nel vallone di Unerzio, unito alla passione d’andar per monti ad oltre cinquant’anni mi ha portato a ripercorrere con gli sci quanti più itinerari conoscevo nella “mia” valle, a concepirne e disegnarne di nuovi ma soprattutto a scrivere queste note. Con questo lavoro ho cercato di far conoscere un paradiso, farlo apprezzare senza rumori, esser di stimolo a chi sa gioire per un fiocco di neve, per viver pienamente la Val Maira, in piena libertà e senza ferirla, apprezzandone il delicato isolamento nel fascino dell’abito invernale.”
Sono le parole  di Bruno Rosando, classe 1954 di Pratotorotondo in Acceglio.
Come dice egli stesso molto chiaramente, non ha mai compiuto  alcuna impresa alpinistica, ma semplicemente ha vagabondato per Monti e Valli nel Cuneese.
E come non riconoscersi in questo bravo narratore di parole e soprattutto di immagini che ha saputo creare  con la sua sola fantasia questa bellissima opera editoriale.
Lo scialpinismo fino a pochi anni fa territorio degli appassionati , sicuramente D’antan, vecchi alpinisti, si sta evolvendo in fenomeno di massa,  soprattutto per i più giovani che stanno riscoprendo il rapporto semplice con la montagna, non retorico ma appassionato, di gente che  scrive su internet, che sa chattare sui social network, che si sa raccontare e mettersi in discussione.
E questo signore di una frazione sperduta ci sa raccontare con queste immagini e parole le montagne e le linee che tutti noi vorremmo percorrere in non so quante vite.

Egli Ama i grandi silenzi della neve e nell’andare per monti con gli sci.
Ha cercato  di far conoscere  questa valle  a chi sa emozionarsi per un fiocco di neve o ama inebriarsi  della brezza sui colli, un libro che  vuole essere un tributo all’unicità di questa valle, un grido a viverla in modo pulito, un invito ad amarla discretamente.
In questo contesto idilliaco si inserisce questo Rifugio di Viviere.
Siamo nell’alta valle Maira, terra Occitana per eccellenza. Lasciamo la più conosciuta valle delle Marmore con le varie frazioni sopra Canosio che fanno capo al Preit, per proseguire fino al  paese di Acceglio. Siamo quasi al suo termine; più sopra  ritroviamo solo la Chiappera,
Ad Acceglio si trova l’ultimo grande vallone sulla destra orografica del Maira, precisamente  il Vallone di Unerzio. Valle sicuramente sconosciuta alla grande maggioranza dei frequentatori Italiani, ma conosciuta soprattutto da un  pubblico del Nord Europa.
Dalla “capitale” Chialvetta (1494 mt) si imbocca il sentiero innevato che conduce prima a Pratorotondo e poi  alla frazione Viviere, quota  1713, dove un grande appassionato del luogo, Fabrizio, ha aperto da alcuni anni un meraviglioso Rifugio con una sapiente ristrutturazione  di una vecchia cascina in pietra nella borgata.
Tre bellissime camere con bagno privato, arredate con buon gusto e  rispetto della tradizione Occitana, una sala pranzo  con un grande camino ed  una meravigliosa cucina  con piatti locali  ne fanno in realtà un hotel a tre stelle. E’ in previsione la costruzione  di una sauna e bagno turco per accontentare i più esigenti clienti Tedeschi che infatti affollano nei mesi invernali la piccola struttura.
E di fatti il nostro anfitrione  fa di tutto per metterti a tuo agio, dagli aperitivi, ai numerosi antipasti, ai  piatti di portata di eccelsa levatura, con una altrettanto ricca cantina di ottimi vini Piemontesi e per finire con una scelta assai vasta di Tisane o ancor meglio di liquori della zona.
Ma tutto ciò è un semplice corredo, se pur estremamente piacevole, alla vera caratteristica del luogo: Grandi silenzi, bellissimi pendii nevosi, incredibili gite con le pelli.
Da questa località si aprono decine di itinerari, dal Midia, Estelette, Cassin, Bricasso, fino ai più impegnativi Oserot, Autovallonasso, Cassorso e a seguire gli itinerari di sci ripido od estremo su e giù per canaloni da vertigine dove ogni curva diventa un atto di fede in se  stessi e nel manto nevoso.
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Primo giorno
Monte Estelletta   (2316 mt)  o adiacente  monte Midia
da Ponte Maira 

quota di partenza (m): 1404
quota vetta (m): 2316
dislivello complessivo (m): 912
tipo itinerario: bosco rado 
difficoltà: MS 
esposizione preval. in discesa: Nord
località partenza: Ponte Maira (Acceglio, CN) 

Cominciamo il primo giorno  da Ponte Maira con il Monte Midia( 2316 mt)  a risalire le prime pendici, dapprima sulle tracce di una pista da fondo, e seguendo il sentiero estivo del Colle Charbonet.  La recentissima nevicata di Natale ha ammantato tutta la foresta con uno spesso strato di circa 50 cm, ma fortunatamente, trattandosi di una grande classica, troviamo un’ottima traccia.
In tali casi la gita proposta è una MS e passando dapprima nel bosco e poi su una ampia dorsale, è assolutamente sicura, pur in un giorno di pericolo marcato 4 nella scala valanghe della Regione Piemonte. Ovvio che in tali condizioni, questa si riveli una delle gite più frequentate della zona. Comunque di buon passo e su ottima neve raggiungiamo le Grange Rossetto a quota 1534 e riprendendo la  strada forestale  appena più sopra.
A questo punto si affrontano pendii decisamente più ripidi sempre  tra una fitta foresta di larici. Si risale a lungo tutta la dorsale  compresa tra  il Rio Chardonet ed il rio Selletta, fino a raggiungere gli aperti pendii sommitali che adducono alla sommità del Monte Estelletta. La testa del Midia è appena più  avanti. Una numerosa comitiva di un  gruppo sportivo sciistico staziona  vicino alla stazione metereologica facendo un notevole  fracasso. Ma sarà perché sono giovani, sarà per  la bellezza dell’ambiente, oggi tolleriamo  qualunque schiamazzo. Le varie cime del Midia e dell’Esteletta sono decisamente affollate, ma  il panorama  verso ilo sottostante vallone dell’Unerzio è superbo tanto da distinguere le mete dei prossimi giorni.
Discesa nel lariceto vicino al rio ed in buona  neve fresca, anche se leggermente pesante per l’umidità della notte. Raggiungiamo velocemente  Ponte Maira e la piola all’imbocco della pista.
Visti i prezzi dei panini dubito però che trattasi di una piola. Probabilmente pensavano di gestire un ristorante francese a tre stelle Michelin. Ma oggi va bene tutto, visto che poi  dobbiamo aiutare                      l’economia locale


Secondo giorno

Bric Cassin (quota 2625 mt)

quota di partenza (m): 1494
quota vetta (m): 2625
dislivello complessivo (m): 1131
difficoltà: MS 
esposizione preval. in discesa: Ovest
località partenza: Chialvetta (Acceglio, CN) 

Si parte di buon mattino da Viviere lasciandoci alle spalle questo meraviglioso borgo. Ma ormai sta  arrivando la perturbazione da Sud, foriera di umidità, grandi ammassi nuvolosi a temperatura più calda. È la prossima nevicata abbondantemente prevista  dal servizio meteo.
Su una traccia si risale tutto il vallone di Unerzio fino al pian Ciorniero a quota  1941. Abbiamo lasciato lastrada per colle Charbonet e la pista dell’Autovallonasso
Ma oggi è tempo di una piccola gita, sono bandite  i grandi pendii e le cime elevate,
Comincia a nevicare e ovunque è diffusa   una luce biancastra tale da non distinguere la neve dal cielo. Infatti  passata  l’edicola votiva del pianoro superiore ci tocca tracciare la pista fino al colle superiore della Gardetta. Nebbia e ancora nebbia, con un pizzico di nevicata.  Comincia ad essere troppo e quindi raggiunto ilcolle a quota 2500mt togliamo gli sci nei pressi del cartello topografico. In qualche squarcio si intravede il sottostante rifugio della Gardetta ed una parte del breve pendio che adduce alla cima del cassin.
La discesa è facile, basta seguire fedelmente l,e tracce di salita  pena cadute pardon affogamenti nella neve polverosa.

Terzo giorno
Bric Boscasso  ( 2589 mt)
  
quota di partenza (m): 1494
quota vetta (m): 2589
dislivello complessivo (m): 1095
difficoltà: MS :: [scala difficolta]
esposizione preval. in discesa: Nord-Ovest
località partenza: Chialvetta (Acceglio, CN)

Dopo una meraviglios permanenza al Rif. Di Viviere da fabrizio, al mattino non si può fare a meno di inforcare ancoira gli sci.
Il Bic Boscasso con  il suo versante Nord Ovest è lì che sembra reclamare la nostra presenza.
La notte trascorsa sotto un comodo piumone ci ha regalato una bellissima nevicata ed una splendida giornata. Cielo terso fino al monte Rosa, noi però dobbiamo scendere di circa 100 metri sul vecchio sentiero diventato pistra da bob per l’altezza del manto nevoso.
Già la traccia, meno male che anche oggi è passato qualche buon samaritano. E del resto anche il boscasso è una gran classica. Qualunque scialpinista locale, in crisi di astinenza o reduce da una nottata di  baruffe con il proprio partner, dopo una bella nevicata come oggi, non può non salire in mattinata al Boscasso.
Difatti incontriamo o meglio ancora ci sorpassano una ventina di giovani rampanti sci alpinisti a passo  andante allegro , compreso  un nutrito stuolo di ragazze.
Impossibile tenere loro le code, meglio farsi da parte accusando qualche fantomatico problema tecnico alle pelli o agli attacchi. E’ sicuramente meno ignominioso, salvo poi scoprire, ovviamente in cima, di  esserci imbattuti in stakanovisti dello scialpinismo, gente da almeno 50 gite a stagione!
Comunque visto che mi hanno detto che potrei essere  almeno il loro padre mi metto in coda e risalgo faticosamente la parte di bosco a forte pendenza fino alle grance  a quota 2000 metri. Da qui la pendenza sempre  nella pineta di larici decresce fino all’ultimo pianoro dal quale si puo’ godere di una bellissima prospettiva del Boscasso e del pendio terminale fino al colletto sommitale.
Lasciati gli schiamazzi  della folla, tolte le pelli si divalla velocemente  su una bellissima neve sciando tra i pini ed i larici. Pratorotondo è raggiunto in men che non si dica e di qui  ritorno a Viviere e a seguire a Chialvetta. Si intravede nel parcheggio selvaggio la nostra macchina e purtroppo la civiltà.



domenica 22 dicembre 2013

IX miglia di Natale Torino 22 Dicembre 2013

Foto IX miglia di Natale 2013
Classifica IX miglia di Natale 2013
Sito IX miglia di Natale
1° Edizione 2012

Sito Trail2Monti del 23 Marzo 2014

Dal racconto dell'OrcoIng
Grandiosa festa di massa al parco Dora in questa tiepida giornata invernale.
Circa 1300 podisti iscritti a questa non competitiva in un' atmosfera tipicamente natalizia.
Effettivamente Giannone ha saputo raccogliere sotto l’egida di una gara con finalità  umanitarie (U.G.I. ndr) tutti i podisti  torinesi reduci da una intensa stagione agonistica.
Ma oggi nessuno di noi aveva  ambizioni corsaiole, anche il numeroso  abbigliamento da babbo natale rivela una volontà festaiola.
Percorso di 9 miglia dichiarate che al GPS si  rivelano 14,400 km su uno sviluppo di 2 giri completi nel Parco Dora , quindi un miglio un pò ristretto  giacche non  viene perfettamente  rispettata la conversione ufficiale in 1,609 km per miglio.
Ma ai 908 classificati  sul doppio giro probabilmente tutto ciò non importa.
Vediamo il primo classificato in 50’ con un tempo di valore assoluto.
Sette Orchi sette, Ricciputo, Zoppis, Panetta, Cipriano, Cravotto, Ruisi, Mazzino si ritrovano sotto il grande capannone delle ex Ferriere Michelin, ci circondano numerosi amici di varie altre squadre e quale migliore occasione per diffondere il volantino del 1° trail dei Due monti www.Trail2monti.it previsto per il giorno 23 Marzo 2013 a Rivera di Almese(To),  in collaborazione con l'atletica  Gio’ 22 Rivera!
Dicevamo giornata di gioia, di amicizia  di gratitudine e speriamo anche di fratellanza..
Per dirla con il nostro amato Papa Francesco non permettiamo che tale Gioia venga inquinata  dal consumismo  o turbata dalle incomprensioni  e dai rancori o peggio ancora violata dai nostri umani scoramenti ed egoismi. Con il presepe nel cuore è il momento oggi di aprirsi alla vita che nasce nel Mondo, anche per noi  podisti che abbiamo fatto della corsa uno stile di vita certamente sano ed altruista.
Ma oggi ci ritroviamo in un mondo speciale, un mondo che è tramontato per sempre e di cui possiamo ammirare le preziose vestigia salvaguardate da un grandioso  progetto di riqualificazione post-industriale.
Questa  vasta  porzione di Torino in cui stamane ci siamo ritrovati  è stata il fulcro della produzione industriale  inerente alle trasformazioni metalmeccaniche richieste dalla industria automobilistica e ferroviaria , che  a partire dal secondo dopoguerra ha visto un enorme grandioso  tecnologico. Enormi stabilimenti industriali si sono costruiti sulla sponda della Dora con tutte le acciaierie, i laminatoi,  la FIAT,  la MICHELIN, la  SAVIGLIANO etc su un immenso territorio di circa 45 ettari.
Tramontate le esigenze industriali ormai obsolete e delocalizzata la produzione in aree più consone e lontane deal tessuto urbano soprattutto per motivi di inquinamento e tutela del territorio circostante ormai fortemente urbanizzato, la Città di Torino ha progettato e costruito con spirito veramente lungimirante  la Spina 3, un nuovo quartiere residenziale di circa 2000 alloggi ma dotato di  enormi spazi pubblici.
Quartiere realizzato a misura delle mutate esigenze della popolazione con differenziazione delle viabilità motorizzata e dei percorsi pedonali.
E’ in quest’ottica che si inserisce il Grande parco Dora, 45 ettari lungo il fiume  che riqualificano l’ambiente urbano divenendo di fatto un poderoso servizio per tutta la città.
A partire dall’anno 1998, anno di stesura del primo progetto e fino praticamente al 2012, insieme  alla realizzazione delle grandi “Isole” residenziali dotate di vasti cortili di aggregazione interna, abbiamo visto  svilupparsi l’ambizioso progetto di parco Dora di cui oggi vediamo finalmente e concretamente i  risultati  in termini di un  riuscito tessuto connettivo cittadino.
Possiamo notare le innovative strutture  del Museo A come Ambiente  con il suo reperto archeo -industriale della poderosa ciminiera  fuso su una architettura moderna e  l’Environmental Park, avveniristico laboratorio  ed incubatore di aziende  ad alta tecnologia e  dotato di metodologie  di recupero ambientale, utilizzo  di energie alternative, il riciclo e la bioarchitettura.
Si può comunque osservare che l’elemento fondamentale di questa trasformazione  sono comunque il confronto con il passato e la metamorfosi del luogo, con graduale evoluzione dallo sfruttamento industriale al tempo libero di pari passo pertanto con la conservazione e trasformazione  degli enormi opifici esistenti.
Si nota  comunque che gli elementi ispiratori di questa trasformazione  consistono in una sovrapposizione  di alcuni elementi centrali del parco quali: L’integrazione della Dora, la Metamorfosi di quanto esistente e la connessione del Parco con la Città.
In questo contesto Torino ha ripreso la sua vocazione di “ Città d’acqua” per mezzo della quale  il corso del fiume rappresenta la Spina Dorsale  del nuovo Parco.
L’acqua diventa pertanto il filo conduttore tra la città e la Dora ed oggi abbiamo potuto apprezzarla  per lunghi tratti sotto forma di giardini acquatici, , bacini, canali e pozzi. Ad un occhio attento non saranno certo sfuggiti alcune tratti del canale Meana, quasi interamente interrato  ed utilizzato per  scopi idroelettrici o negli impianti di condizionamento.
Anche le strade sono state di fatto ampliate mediante la realizzazione delle due arterie di scorrimento ed interconnessione Nord-Sud.
Il parco come oggi lo abbiamo vissuto è diventato pertanto una enorme area multifunzionale con una rete cospicua  di percorsi ciclo-pedonali che ci ha permesso in pratica di percorrere quasi 7 km senza interferire con la viabilità cittadina.
Percorso a misura di uomo che sarà certamente stato scoperto dalla maggior parte  dei podisti convenuti sotto le possenti strutture della Michelin in una meravigliosa giornata da sportivi e soprattutto da cittadini innamorati della propria città.


Mini Trail Rocca Sella e Sapei Caprie(To) 22 Dicembre 2013

Foto Mini Trail Rocca Sella e Sapei

..Siamo le ginestre d'oro giallo
che spiovono sui sentieri rocciosi
come grandi lampade accese. 
Siamo la solitudine selvaggia,
il silenzio immenso e profondo, 
lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto. 
Siamo il regno ininterrotto del lentisco, 
delle onde che ruscellano i graniti antichi, 
della rosa canina, del vento, dell’immensità del mare. 
Siamo una terra antica di lunghi silenzi, 
di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, 
di montagne bruciate dal sole...
da GRAZIA DELEDDA, scrittrice sarda, premio Nobel 1926

Coraggio
In un momento di coraggio
ho tolto le briglie alla mia anima
e l'ho lasciata libera di galoppare
indomabile e inquieta,
nella vaste praterie della vita.
Come un cavallo selvaggio e temerario
sfida il vento e gareggia con l'aquila
Mi sembra, allora, di volare.
Mi sembra.
(Diego Manca)

Dal Racconto dell'Ogre Doctor
"Mi sembra di volare! Lascio che le mie gambe percorrano a grandi falcate i sentieri di montagna, che i miei occhi si adattino ai cambiamenti repentini di luce, che il mio udito percecispica i rumori del bosco, lo scricchiolio della neve. Assaporo il profumo dell'aria che gelida mi sferza il viso. Il ritmo martellante del mio cuore scandisce la salita breve e intensa.

In un attimo sono solo con la natura, solo con la mia anima che vola oltre il limite fisico dello spazio e sale più in alto di quanto non possano le mie gambe. In questa solitudine selvaggia, ritrovo me stesso, la mia essenza, le mie radici...sono nuovamente bambino e corro scalzo a perdifiato sui ciotoli del mio paese, a volte cado, ma riparto sorridente con qualche ginocchio sbucciato.
Salgo sul Rocca Sella e un attimo dopo sono sulla Sapei, ma sono contemporanemente fuori dal tempo e dallo spazio. Vorrei che il tempo non scorresse, che l'energia della natura fluisse ininterrotta dentro di me, come ora.
Quanto abbiamo corso, quanto tempo è passato...che importanza ha...sono di nuovo con i miei amici Giovanni e Marcello, in questa oasi di calma e bellezza, lontano dalla ridda di uomini, notizie e "cose" che ogni giorno affolla inesorabile le nostre esistenze. Sono nuovamente carico, pronto a ripartire."
Il tempo e il luogo non sono così importanti. L'essenziale è la totale assenza di asfalto.
W GLI ORCHI

sabato 21 dicembre 2013

Snow Night Trail Pian del Frais Chiomonte (To) 21 Dicembre 2013

Foto SnowNightTrail 2013
Sito Snow Night Trail

Dal racconto dell'OrcoGabry 
Trascorse solo due settimane dal Vertical Kilometer a Sansicario, sabato 21 dicembre decido di partecipare ad un’altra gara notturna sulla neve, la I’ edizione dello Snow Night Trail a Pian del Frais-Chiomonte.
Sono previste due distanze, 8 km 300 mt D+ e 20 km 700 mt D+, entrambe con inizio alle ore 18.
La partenza è in salita, ma dopo il primo breve tratto  totalmente corribile, svoltando sulla pista da sci, si presenta un muro molto impegnativo e la neve caduta il giorno precedente rallenta ulteriormente il passo dei runners.                                                                                                                            Ringrazio uno degli organizzatori per avermi consigliato di indossare i ramponcini che mi permettono così di superare parecchie persone che procedono faticosamente a 4 zampe per non scivolare verso valle.
 A metà salita, dove la pendenza sembra concedere una tregua, un ragazzo sta ‘ravanando’ nei 30 cm di neve fresca: ha perso una scarpa! La buffa situazione mi riporta all’estate di 3 anni fa, durante la gara Usseglio-Malciaussia, quando a perdere la scarpa è stata la sottoscritta, naturalmente non nella neve, bensì in una grossa pozza di fango, simile a sabbie mobili.    
La discesa verso il paese è parecchio ripida e, considerando la paura a lasciarmi andare, affronto alcuni tratti scivolando sul sedere.                                                                                                            La corsa continua su un sentiero in sali-scendi, che attraversa il bosco e una piccola e caratteristica borgata. Il percorso si sta rivelando veramente carino, però che fatica stare in piedi cercando di correre senza sprofondare troppo nella neve!                                                                                            Quando sbuco sull’asfalto, mi illudo di trovarmi ad un passo dall’arrivo, invece poco più avanti  un uomo dello staff mi indica la deviazione che riporta nel bosco. Lo sconforto è grande, poiché il crampo alla coscia destra sta diventando preoccupante, ma finalmente intravedo l’arco gonfiabile e quando sto per tagliare il traguardo, l’organizzatore al microfono mi avverte che se sono iscritta ai 20 km devo proseguire verso destra. No, grazie, stasera no, troppo stanca, per fortuna sono iscritta al giro corto!

venerdì 20 dicembre 2013

La Grolla degli Orchi 20 Dicembre 2013

Foto Grolla degli Orchi 2013
Video Grolla di Franchino

Dal racconto dell'OrcoPinoR
Il tam tam mediatico partito circa un mese fa e l'unione con il gruppo FB Quelli che ... passeggio sotto le stelle  ha portato quest'anno, alla festa di fine anno in punta al monte Musinè circa 60 tra umani e Orchi.
Potenza dei social networks che se usati per il loro vero potenziale si rivelano degli efficaci strumenti di comunicazione.
In forse la festa per via del mal tempo, ma la sera del'evento, il meteo ci ha regalato uno spruzzo di neve, le stelle, la luna ed una temperatura autunnale.
In cima al monte, le cibarie ed i beveraggi non sono mancati ed al termine il rito della Grolla dell'amicizia distribuita scandendo le varie classi di età dal 1945 al 1999.
l'Ilarità generale ha suscitato la scena in cui OrcoPinoCar si voleva spacciare per un giovinotto della classe 1977, ma subito è stato riconosciuto e rimesso al suo posto.
In pratica tre generazioni si sono incontrate in cima al Musinè per chiudere un anno ed aprirne un altro.
La discesa un po complessa per chi ha fatto due giri di Grolla e per chi al termine ha deciso di presenziare alla mistica cerimonia del Thè verde offerta dal Nevruz e dall'OrcoPolare.



martedì 17 dicembre 2013

Mini Trail di Borgone di Susa (To) 15 Dicembre 2013

Foto Mini Trail di Borgone di Susa

Dal racconto dell'OrcoPinoR
Un Minitrail a chilometri zero, ecco cosa ci vuole per chiudere questo incredibile ed irripetibile 2013 visto dal punto di vista sportivo.
Dal punto di vista sportivo certo, perchè qualcuno potrebbe obbiettarmi che questo 2013 per il sociale e per tutta la nazione ha fatto a dir poco ribrezzo.
Mi accontento quindi e godo il momento sportivo con gli amici Orchi.
Dicevo un anno da incorniciare, al più qualche infortunio, ma il bilancio è stato più che positivo per  il primo anno di vita de Gli Orchi Trailers ASD, non ultima la recente premiazione da parte della UISP Piemonte sez.Trail (Unione Italiana Sport per tutti) che Domenica 8 Dicembre 2013 al Cinema Italia di  Borgaro Torinese ci ha premiati come seconda Società a punti nello speciale campionato Trail.

Il MiniTrail proposto da Daniele allenatore della mitica società Giò 22 Rivera, per Domenica 15 Dicembre 2013 ecco i dettagli:
- Partenza cimitero di Borgone di Susa quota 400 slm
- Borgata Airassa
- Colombatti
- Salto del Francese
- Borgone di Susa
- 14km circa
- 800 D+

Uno splendido giro ad anello tra le Borgate che sovrastano il comune di Borgone di Susa e vista la giornata panorami magnifici sulla bassa ed alta Valle si Susa.
Nel punto piu' in alto del percorso una superba vista sulle cime spartiacque con la Valle di Lanzo; Lo Sbaron, Il Civrari, Lunella, Rocca Patanua.


In quattordici alla partenza dal cimitero do Borgone, e per l'incipit attendiamo l'OrcoAnna con l'OrcoFaus che con il loro camper arrivano da Oulx... poi tutti gli altri;
 Gianni, Daniele, AlmaTheGiant, OrcoGas, OrcoBee, OrcoRoccia, OrcoPinoR, OrcoPolare, OgreDoctor, OrcoPippo, Orcocicillo, OrcoZoppo.

Il percorso su antichi sentieri ben tenuti che servono le borgate ed utilizzate per portare il bestiame alle Grange Estive.
Da segnalare il percorso in MTB segnato dal negozio di S.Ambrogio di SUSA  BICI GIAI, ed l'incredibile SALTO del FRANCESE una rupe che con 600 metri di strapiombo cala giù fino a valle, emozionante il paesaggio dalla rupe.
Daniele mi dice che il nome Salto del Francese è stato dato dopo una scaramuccia tra truppe Francesi e Savoiarde.
I Francesi accerchiati da est e da ovest sono stati gettati giù dalla rupe dai Piemontesi cosi che la rupe dal quel giorno (credo fine 700') ha preso questo nome.

Il ritorno verso Borgone di Susa fatto a perdifiato con OrcoGas discesista insuperabile, buon sangue non mente.

domenica 15 dicembre 2013

Trofeo Orco dell'anno 2013 Rivoli (To) 13 Dicembre 2013

Foto della serata 13 Dicembre 2013

Il 13 Dicembre 2013 la serata finale di questo 2013 ricchissimo di eventi.
La serata con cinquanta Orchi all'agriturismo La Vigna di Rivoli è trascorsa piacevolmente tra uno spicchio di pizza e l'altro.
Al termine della cena si sono svolte le premiazioni per :

TROFEO ORCO DELL'ANNO 2013
Classifica Finale Trofeo Orco dell'anno 2013
Regolamento Trofeo Orco dell'anno 2013

Ecco le gare del TROFEO
  1. 14° Cross di Scarmagno
  2. 2° Trail Bianco di Cesana
  3. Electric Trail
  4. Maratona Alpina di Val della Torre
  5. Trail del Monte Soglio
  6. Trail del Servin
  7. Tre Rifugi Val Pellice
  8. Trail di Oulx
  9. 28^ Corsa al Musinè
  10. Valsusa Trail
  11. Night & Winter KV

I primi tre classificati :

MIGLIOR RACCONTO DELL'ANNO 2013
Giudice Prof. Claudio Anselmetto

MIGLIOR FOTO DELL'ANNO 2013 



sabato 7 dicembre 2013

Night & Winter Vertical Sansicario (To) 7 Dicembre 2013

Foto Night&Winter Vertical Sansicario 2013
Classifiche Night&winter Vertical Runner-SkyAlp 2013
Sito Night&Winter Vertical Sansicario

Edizione 2012

Dal racconto dell'OrcoGabryC

Sabato 7 dicembre, Night & Winter Vertical Kilometer a Sansicario: è l’ultima prova del Campionato Trofeo Orco dell’anno 2013.
Pochi minuti prima delle 17,30, sulla linea di partenza, a destra di un arco gonfiabile, siamo 12 Orchi e un centinaio di altri runners; sulla sinistra, invece, sono schierati altrettanti SkyAlp.
E’ finito il briefing, è ora di accendere i ‘motori’ e le lampade frontali….stiamo scalpitando…
Inaspettatamente gli altoparlanti iniziano a diffondere l’Inno d’Italia e tutti cantiamo a squarciagola.
Un brivido mi percorre la schiena e l’agitazione per la gara lascia il posto ad una serenità fino a quel momento inimmaginabile. Potenza della musica!
I fuochi d’artificio sono la seconda grande sorpresa,  ma non c’è tempo per ammirarli: si parte!
Lungo la pista olimpica di discesa femminile ci aspettano quattro ‘muri’ che riesco ad affrontare più agevolmente grazie ai ramponcini a molle acquistati per l’occasione su consiglio dell’OrcoPino.
Il serpentone di luci che si crea sulla salita è spettacolare e nei tratti di maggiore fatica mi distraggo pensando a quanto sono fortunata, anzi a quanto siamo fortunati, di poter vivere questi momenti.
All’arrivo sul Fraiteve, tutti si precipitano dentro al rifugio per scaldarsi e per indossare abiti asciutti.
I piatti vuoti e le briciole che vedo su un tavolo del bar lasciano pensare che il ristoro fosse ben più ricco dell’unico bicchiere di the che riesco a racimolare…..’beati gli ultimi se i primi saranno onesti’….
Senza troppo tergiversare, scendo in ovovia fino a Sestriere, dove mi aspetta una spiacevole sorpresa: la navetta per il ritorno a Sansicario si fa attendere 45 minuti!
L’attesa al freddo nel piazzale degli impianti sciistici, però, non mi pesa, sono in ottima compagnia, l’atmosfera è molto scherzosa e divertente. Le battute continuano sul pullman durante tutto il tragitto tanto che, una volta arrivata a Sansicario, dimentico di ‘cazziare’ gli organizzatori.
La serata prosegue con il ristoro finale, le premiazioni dei vincitori e i premi a sorteggio.
Sarà per la soddisfazione di aver concluso il mio primo km verticale in notturna sulla neve o per la piacevolissima compagnia di amici spiritosi, ma a tarda serata mi sento quasi euforica.

A pensarci bene forse è per il bicchiere di birra in più…..

lunedì 2 dicembre 2013

Scialpinismo Monte Mondolè Artesina (Cn) 1 Dicembre 2013

Foto Scialpinismo Monte Mondolè

Dal racconto dell'OrcoIng

Mondolè (Monte)   2382  MT
da Artesina per il rifugio Balma
quota di partenza (m):1300 1300
quota vetta (m): 2382
dislivello complessivo (m): 1082
difficoltà: BS :: [scala difficolta]
esposizione preval. in discesa: Nord
località partenza: Artesina (Frabosa Sottana, CN)

Il tam tam mediatico ha cominciato a rullare gia’  da Martedi scorso.
Le abbondanti nevicate della settimana precedente hanno costruito un solido fondo, compattato dalle basse temperature su tutta la Regione.
E questa settimana si sono  scaricati almeno altri 50-70 cm di fiocca. Neve in pianura e neve in città, ma soprattutto neve in montagna,  che ha privilegiato, come è ormai di abitudine,  l’arco alpino Cuneese.

Praticamente tutte le località sciistiche hanno anticipato l’apertura inizialmente prevista per la Festa della Madonna.
Mediamente ci è stato donato 1 metro di neve su piste e pendii.
Ma poi c’è Gulliver, benedizione e disperazione degli sci alpinisti. Portale onnicomprensivo di tutte  le aspirazioni, e soprattutto dei  vagheggiamenti e narcisismi dell’ego smisurato dei  frequentatori della montagna invernale.
Sono sempre di più quelli che inforcano gli sci sui pendii vergini,  abbandonando e disdegnando le piste ormai  non più affollate dei grandi comprensori sciistici.
Ed ecco che Gulliver  diventa la cassa di risonanza  di tutti gli sci alpinisti,  con lo svantaggio tuttavia di concentrare  l’attività sulle gite pubblicate.
Infatti leggiamo di una recensione  al Mondolè e quindi partiamo decisamente per Artesina.
Grande pregio Artesina di essere disposta in una conca  molto chiusa con esposizione Nord prevalente e proprio sotto la parete nord del Mondolè, ma anche con lo svantaggio di presentare  molti impianti di risalita, specie  da quando  è stato realizzato il collegamento con la vicina Prato Nevoso.
Oggi gli impianti sono aperti, discreto affollamento in pista e pertanto si decide di evitare  la risalita alla Colla Bausano, praticamente sulle piste.
Risalito pertanto velocemente una prima parte di skilift, puntiamo decisamente  al Colle della Balma posto a  2000 mt e confluenza degli itinerari da Prato nevoso ed Artesina.
Inizia pertanto una manovra di aggiramento in senso orario di tutto il massiccio. Percorso decisamente lungo e faticoso dovendo tracciare completamente la via  su abbondante neve fresca
Ma aggirato il grande sperone che sovrasta la Balma, sopra la via estiva, ci si presentano pendii assai instabili e con pendenza sostenuta che ci sconsigliano la salita alla cima.
Avremmo dovuto infatti attraversare  almeno due valloni  completamente vergini con numerosi accumuli e sovrastati  da canali  di deiezione decisamente  .pericolosi
Puntiamo pertanto al colle superiore prima dell’anticima.  Risalita lenta e faticosa, martoriata da un vento fortissimo che ha caratterizzato praticamente tutta la Liguria dalla giornata di ieri. Siamo infatti nelle Alpi liguri che l’Orogenesi ha elevato a bastione difensivo della pianura Piemontese.
Lotta impari contro il vento e soprattutto una neve profonda  da stroncare anche il più accanito sci alpinista. Raggiunto praticamente il colle, diventa giocoforza rimuovere  velocemente le pelli e divallare verso la Balma sul percorso di salita.
Neve profonda, a tratti anche pesante, nella prima parte sciata decisamente scadente.
Ma raggiunta l’ultimo alpeggio, finalmente all’ombra dei canaloni di discesa verso Artesina, ci si ripropone la vera neve polverosa  agognata dall’ultima stagione.
Gli ultimi 300 metri di dislivello sono da galleggiamento tipo Canada, anche se un po’ complessi.
Di altri sci alpinisti neanche traccia.
Buona la prima, speriamo nelle prossime.

domenica 17 novembre 2013

Turin Marathon 17 Novembre 2013


Foto Turin Marathon 2013
Classifiche Turin Marathon
Sito Turin Marathon

Non cercare 
di seguire
le orme di un altro.
Piuttosto cerca 
ciò che egli
ha cercato. (detto Zen)

Dal racconto dell'OrcoProf
MEMENTO MARATHON (DAJE ORCOPROF DAJE)


 km 42 Il grande cronometro sotto lo striscione di arrivo segna 3 ore e 42 minuti. Gli applausi della gente presente in Piazza Castello mi spingono ad accelerare ancora. Incito  gli spettatori ad applaudire ma questa volta non mi vergogno. Mi aspettavo che a quest'ora fossero tutti a casa a pranzare ed invece c'è ancora tanta gente che ci guarda ammirata e stupefatta. Di questo mio scatto finale mi stupisco anch'io e quasi mi dispiace che la gara non sia lunga 500 metri in più. Taglio il traguardo e già nel cuore sento una strana vena di malinconia. Ho finito la mia prima maratona e vorrei che il tempo si fermasse, giusto qualche minuto per farmi godere questa momento. Mi sembra che gli applausi e la soddisfazione personale per l'impresa scivolino via in fretta, troppo in fretta. Dopo mesi di preparazione, dopo 42 chilometri e 195 metri ad aspettare. I volontari mi mettono sulle spalle una copertina anti-freddo ed al collo una medaglia. Io cerco disperatamente Valentina ma non la trovo. Vedo prima Federico e Gloria che per l'occasione mi hanno preparato una medaglia personalizzata. Leggo finalmente il cartello che hanno preparato: ”Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite. Accade qualcosa. E immediatamente riesci a correre un po' più forte, grazie al potere della tua mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie all'esperienza, puoi volare molto in alto”. E' una frase di Ayrton Senna. Finalmente arriva Vale, la abbraccio e non tratteniamo qualche lacrima. Mi reco in zona docce e vedo qualche altro orco, mi sembrano tutti contenti escluso lo sfortunato OrcoZoppo che mi dice di essersi ritirato. Povero Paolo, il suo momento di gloria è rimandato. Il mio, invece, è adesso. Mi sembra di volare molto in alto.

 km 41 Come sognavo, l'ingresso in Via Roma è uno spettacolo. C'è ancora molta gente ho la forza di accelerare un pò, quasi per riscattare gli ultimi chilometri sottotono. Poco dopo Piazza San Carlo vedo il mio fans club: fidanzata, mamma, papà, suoceri, mio fratello Federico con fidanzata. Mi fermo ed abbraccio Vale che è già commossa prima che le dica niente. Mi sussurra all'orecchio che mi seguirà di corsa fino all'arrivo e per questo decido che trasformerò gli ultimi metri in una ripetuta, come quelle fatte con OrcoCamola in pista. Prima di lasciare il gruppetto noto che Gloria ha in mano un cartello. Non riesco a leggere perché ho fretta di ripartire. Batto il cinque a mio padre e volo verso il traguardo.
km 40 Chi l'avrebbe mai detto che c'è differenza tra 40 e 42? In allenamento non ho mai problemi a fare due chilometri in più. Oggi vorrei tanto che il traguardo fosse lì, dopo la svolta da corso Sommelier in Via Sacchi. Stringo i denti, ma corro il chilometro più lento  della mia gara...
km 39 Mi sbagliavo. Si gira in corso Re Umberto e si dovrà risalire per Via Sacchi. Le curve mi fanno perdere un po' di terreno. E' il secondo momento molto duro, vedo un sacco di gente che alterna corsa e camminata e non riesco a staccarli più di tanto. Ho perso ogni riferimento, cerco di seguire il ritmo di chi mi circonda ma mi sembrano stare tutti peggio di me...
km 38 Le gambe non cedono al proposito e non perdo di vista la bandierina del pacer. Il monumento a Vittorio Emanuele è un buon punto di riferimento e mi sembra avvicinarsi sempre di più. Incasso l'incitamento casuale della mia collega Ilaria e continuo. Penso che manchi solo un piccolo tratto di Corso Vittorio, prima dell'ingresso trionfale in Via Roma.  Mi sembra strano però, non credo possano essere 4 chilometri...
km 37 L'andatura è un po' più lenta ma mi sento ancora benino. Molto bello vedere corso Duca sgombro completamente dalle auto. Ci fosse qualcuno a incitarci però...
km 36 Sono ancora nel gruppo con il pacer. Nonostante sia un po' in anticipo sulla tabella di marcia, non cede un metro. Voglio arrivare un po' lucido per godermi la passarella finale e decido di lasciare il gruppo rallentando ma tenendo la bandierina a vista...
km 35 OrcoPino me lo ripete da settimane:”Ti dico solo due parole: 35esimo chilometro”. La profezia non si avvera: stando in gruppo con qualcuno che scandisce il ritmo non soffro più di tanto. I chilometri difficili sono stati quelli in cui ero solo. Speriamo di riuscire a tenere...

 km 34 E' bello correre di nuovo in compagnia. Ascolto i compagni che parlano del tempo  del vincitore (come fanno già a saperlo?) e molti giurano che mai avrebbero pensato di arrivare a questo punto. Il pacer dice di essere due minuti in anticipo e penso che farò giusto in tempo a fermarmi per ringraziare chi mi aspetta in Via Roma...

km 33 E' bellissimo essere accolti da un boato in piazza Rivoli. Cerco il mio preside Fratel Vittorio. Lo vedo qualche metro dopo aver imboccato Corso Vittorio che legge la scritta 3.40 sulla bandierina  e mi dice “Bravissimo”. Rispondo con una battuta: “Domani annullo il compito in classe”....
km 32 Vengo ripreso dal gruppetto che punta a terminare entro le 3 ore e 40. Decido di seguirlo, questi chilometri senza compagnia stavano diventando eterni. Siamo in Corso Francia e mi ricordo quando fino a qualche anno fa la Turin Marathon la si poteva vedere anche a Rivoli...
km 31 Il “Dai Stefano” di una ragazza che non riconosco mi permette di superare anche questo chilometro. Senza nessuno che scandisce il ritmo è dura e guardare l'orologio non mi aiuta più di tanto...
km 30 Questo tratto mi sembra in leggera salita e “ambientalmente” non è bellissimo. Sento un signore che dice “Mio figlio ha freddo e vuole tornare a casa e come me molte altre persone”. Qualche torinese si è già stufato della maratona...
km 29 Costeggiando il parco Ruffini mi ricordo della Mezza corsa a fine Settembre. Fu una gara piacevolissima ed il giorno dopo mi iscrissi alla maratona...
km 28 Nel noioso tratto di Via Tirreno viaggio con la ferrovia sulla destra. E' il primo momento duro della mia maratona. Persa la compagnia dei due Base Running, fatico a trovare un buon ritmo. Cerco qualcun altro da seguire, ma mi sembra di esser circondato da gente partita troppo forte che ora paga lo sforzo iniziale...
 km 27 Mantengo una buona velocità ma ormai non li vedo più. Devo mantenere il passo per non rovinare quanto di buono fatto fino ad adesso. E' troppo presto per rallentare e mancano 8 chilometri all'appuntamento con la profezia di OrcoPino...
km 26 Al rifornimento dopo il 25esimo ho perso un po' di terreno e i due occasionali compagni di strada sono scappati via. Credo abbiano un po' accelerato ma era abbastanza evidente che avessero più benzina di me...
km 25 Anche questo chilometro lo abbiamo corso molto veloce. Il maresciallo incita la folla e io quasi mi vergogno di stare vicino a lui....

km 24 Avvicinandosi allo stadio, un romanista dietro di me parla della partita Torino-As Roma di qualche settimana fa: mortacci de' Cerci...
km 23 Scopro che lui è un maresciallo dei carabinieri che si occupa di truffe bancarie. Prova a convincermi a partecipare agli allenamenti di Base Running al Parco Ruffini. Immagino cosa risponderebbe un altro orco al mio posto...
km 22 La compagnia non è male: corriamo a passo costante e riusciamo a fare qualche chiacchera. Quasi come se fossi con OrcoIng...
km 21 Alla mezza incontro il mio allievo Alberto che recentemente ha subito l'infortunio del menisco. Segue i suoi compagni di allenamento in bici e mi consiglia di seguire il suo allenatore, un quarantenne brizzolato con il più classico dei fisici da fondista, ed una ragazza più giovane che corre con lui. Alberto è quasi stupito di trovarmi così avanti ed infatti penso anch'io che avrei preferito essere più indietro a questo punto. Ma ormai sono in pista e mi tocca ballare...
km 20 Imbocco Corso Unione e penso alla Tuttadritta. Non ho mai corso questa gara e penso che quasi sicuramente non mi piacerebbe...troppo poco da orco!
Km 19 Davanti alla palazzina di caccia di Supinigi mi ricordo l'ultimo lungo pre-maratona, con Valentina che mi seguiva in bici. Questa residenza Savoia mi ha sempre affascinato, non capisco cosa abbia in meno rispetto alla tanto decantata Reggia di Venaria. Continuo con un buon ritmo ma ho paura che la benzina prima o poi finisca...
km 18 Ho perso definitivamente OrcoZoppo. Mi volto per cercarlo ma non lo trovo. Mi spiace perché è stato molto piacevole fare il primo tratto insieme. Tutti i podisti intorno a me hanno il mio stesso passo per cui non è difficile capire a quale velocità correre...
km 17 Dopo un cavalcavia, credo di correre al fianco di Paolo ma voltandomi scopro che si tratta di un altro podista con la maglietta rossa. Chissà quando ci siamo persi! Rallento appena, per vedere se riesce a rientrare ma ho paura di fermarmi, farei troppa fatica a ripartire. Spero che OrcoIng non sia troppo avanti...
km 16 Passiamo proprio di fianco alla zona industriale di Nichelino, dove lavoravo prima di cominciare ad insegnare. Sono contento di non lavorare più qui, l'insegnante è pur sempre il più bel lavoro del mondo...
km 15 Con noi corrono alcuni studenti diversamente abili dell'Istituto Boselli. Credo che facciano una specie di staffetta accompagnati da alcuni insegnanti ed educatori. Uno di questi ragazzi taglia la strada ad OrcoZoppo, costringendolo a fermarsi nuovamente. Tre   episodi sfortunati dopo soli 15 km. Il suo volto è incredulo: oggi sembrano capitare tutte a lui...
km 14 Il passaggio a Nichelino è stato più piacevole del previsto. Forse perché i primi non sono passati da molto tempo, le strade sono ancora piene di pubblico. E' bello battere il cinque ai bambini che ti porgono la mano a bordo strada...

 km 13 Seconda disavventura per OrcoZoppo. Durante un sorpasso, un podista distratto dal cellulare si sposta prima a sinistra, poi a destra: contatto inevitabile. Giocando a calcio sarebbe rigore, durante una maratona Paolo non può far altro che dirgliene quattro...
km 12 Nichelino ha fatto le cose in grande: batteristi, gruppi folcloristici e tanto pubblico ad incitare i corridori: bellissimo! Riesco a sentire anche un pezzo di tarantella calabrese. Sorpassiamo OrcoRoccia che è partito molto forte ma che oggi non può sfruttare il suo straordinario talento di discesista...
km 11 Sulla strada che collega Moncalieri a Nichelino penso che forse siamo partiti troppo veloci. Fin qui tutto bene ma ho paura che i chilometri finali presenteranno il conto...
km 10 Finalmente il mio Garmin aggancia il segnale Gps. Mi rassereno perché penso che se nei chilometri successivi dovessi rimanere solo, l'orologio possa diventare un riferimento...
km 9 Come in tutte le gare lunghe i primi chilometri scorrono via veloci e l'unico problema  è controllarsi. Mi sento abbastanza bene e a sensazione potrei correre anche più forte di così...
km 8 Siamo in vista delle bandierina delle tre ore e mezza. Rimaniamo un centinaio di metri più indietro e OrcoZoppo mi dice:”Se ne hai, in un attimo la riprendi”. A me basterebbe rimanere in questa posizione per tutta la gara...
km 7 Paolo rompe gli indugi e sorpassa il gruppo delle 3 ore e 40. Effettivamente stiamo correndo bene e vale la pena di mantenere viva la possibilità di chiudere in tre ore e mezza...
km 6 Lungo Corso Moncalieri, persone che si sono svegliate da tre minuti si affacciano alla finestra per veder passare la corsa. Penso che dopo mesi a fare i lunghi, domenica prossima voglio stare in pigiama...
km 5 Al rifornimento ritrovo OrcoZoppo che insiste per farmi bere un po' d'acqua. Bisogna sempre ascoltare i consigli dei più anziani...
km 4 Sotto gli alberi, sul marciapiede, mi sembra di vedere OrcoPino intento a fare qualche foto. Strano...
km 3 Paolo è decisamente veloce e io non voglio bruciare tutte le energie troppo presto. Lo tengo d'occhio ma non lo seguo..
km 2 Dopo mesi a pensare di fare il primo tratto con lo straordinario pacer OrcoIng, prevale in me la sensazione che non lo vedrò prima del traguardo. Non vedo più OrcoSanto che probabilmente ha deciso di tenere un ritmo iniziale più saggio. Intanto sulla destra ci sorpassa OrcoCamola: mi sembra concentratissimo e pronto ad una grende prestazione...
km 1 Sono con due orchi: Santo e Paolo. Quest'ultimo ha deciso di provare a partire al ritmo di 5 minuti al chilometro, leggermente più veloce di quello che avevo deciso di tenere. Preferisco seguirlo perché temo di rimanere solo sin da subito. Al massimo soffrirò negli ultimi chilometri, quando il traguardo vicino sarà uno stimolo molto forte. OrcoZoppo è però sfortunato ed inciampa sulla rotaie del tram in Via Po. La sua maratona non sembra cominciare sotto i migliori auspici...

km 0 Il servizio fotografico sugli Orchi firmato OrcoPino mi distrae dalla tensione della partenza. Finalmente sta per cominciare la mia prima maratona. Corro sin da quando sono piccolo e mi è sempre piaciuto farlo. Fino all'anno scorso però la corsa mi serviva ad aumentare il fiato per le partite di calcetto. Le mie sedute non superavano quasi mai i cinque chilometri. Poi la scorsa estate ho deciso. Avrei corso la Turin Marathon. Ho aumentato il chilometraggio settimanale e mi sono iscritto ad una mezza maratona in Dicembre. Poi ho conosciuto Gli Orchi, che mi hanno portato a correre nei sentieri di Cesana in Febbraio o sulle rocce dell'Electric Trail. Ma anche ad allenarmi in pista sotto la guida di OrcoCamola e nelle mulattiere che circondano la Sagra di San Michele. Mi hanno fatto scoprire il trail e mi hanno illuminato sul fatto che allo sport bisogna approcciarsi con curiosità e voglia di avventura. Per questo gareggio in strada, in montagna e nel futuro proverò la pista e magari anche il triathlon. Ma la maratona è la corsa regina ed il mio primo obiettivo. Il primo amore che non si scorda mai. Per questo mi alleno da questa estate solo per concludere la gara oggi. Devo dare il massimo. Per la mia squadra: Gli Orchi Trailers.  Per chi sarà in strada a fare il tifo per me. Per Valentina che mi ha sopportato durante la preparazione. Per me. Se taglierò il traguardo, comunque vada, sarà stato un successo...



venerdì 15 novembre 2013

Urban trail in the East ovvero UN ORCO IN CINA


Dal racconto dell'OgreExtreme
TAICANG (SHANGHAI DISCTRIT, CINA)

Questa volta mi tocca andare lontano. Non per divertimento, ma per lavoro approdo in Cina. Conosco già l’area di Shanghai e dintorni , ma la Cina è una trasformazione continua, per cui mi ritrovo in un paese completamente diverso rispetto a 3 anni fa.

Qui a Taicang, città di 300.000 abitanti a cinquanta chilometri da Shanghai, la qualità della vita è molto alto, la città moderna, ordinata, pulita e con molte aree verdi. Niente di meglio potrei chiedere, per cui come sempre con le mie scarpette da corsa al seguito ho trovato cosa fare nei week end.
Fare chilometri di corsa è solo questione di voglia visti gli ampi spazi disponibili dove poter correre; il solo problema è la monotonia delle strade piatte e della sola pianura. Correre decine di chilometri senza una curva o senza nemmeno un cavalcavia alle volte fa si che la noia tende ad impadronirsi della mia mente e allora vorresti dire basta, ma anche questo è allenamento, non fisico ma mentale.
Mi ritrovo così a percorrere immensi viali a 6 -8 corsie più pista ciclabile e pedonale (rigorosamente suddivise); il traffico è davvero limitato passo a volte alcuni minuti senza incontrare una persona. Approdo così alle aree verdi della città oltre il fiume con giardini mantenuti in condizione splendida, fiori, piante curate a dismisura.
Attraverso vialetti e stradine all’interno dei parchi, la gente mi guarda un po’ stupita (che strani questi occidentali diranno) Mi fermo qualche foto e riparto. La velocità della mia corsa è assolutamente da “tourism running” me la prendo comoda l’unica cosa che devo fare è quella di far passare il tempo e quindi niente di meglio che farlo con la corsa.

domenica 10 novembre 2013

Valsusa Trail Chiusa S.Michele(To) 10 Novembre 2013

Foto Valsusa Trail Race 2013
Foto Valsusa Trail Premiazioni 2013
Classifiche Valsusa Trail 2013
Sito Valsusa Trail

Primavera 773 d.c. boschi di Excingomagus (attuale comune di Exilles(To))
Sulla radura ancora innevata spiccavano quindici piccoli dolmen che insieme formavano un magico cerchio.
Al centro dei Dolmen il sacerdote celtico Mirdrin ed i suoi accoliti si stavano accordando con gli emissari dell'esercito franco di Carlo Magno.
Gli accordi prevedevano che le tribù locali dei Segovi e dei Segusi avrebbero fornito ai Franchi le guide che li avrebbero condotti al di là delle fortificazioni delle Clausae Longobardorum (attuale Chiusa di S,Michele).
Le guide avrebbero condotto una parte dell'esercito di re Carlo sul sentiero che da Pian dell'Orso permetteva di passare oltre la torre posta sul monte Pirchiriano, cosi da prendere di sprovvista, alle spalle, l'esercito Longobardo di re Desiderio trinceratosi alle fortificazioni delle Chiuse, sbarramento insormontabile agli eserciti  provenienti dalla terre celtiche al di là delle Alpi.
Con questo accordo i Druidi speravano di vendicarsi dei continui soprusi dei Longobardi e di poter riprendere possesso, con l'aiuto dei Franchi, del controllo della valle di Susa.
Scese l'esercito franco dagli accampamenti della Novalesa.
Il fortissimo clangore delle armature, di cavalli e cavalieri copriva qualsiasi suono. Cupo echeggiava in tutta valle. Lo videro per primi i soldati posti a guardia sulla Torre del Pirchiriano.
Essendo una giornata soleggiata primaverile, il luccichio delle armature era come un enorme specchio, il rumore della ferraglia, prodotta dalle armature, assordante.
I corni suonarono ... e giù alle Chiuse le attività accelerarono ormai frenetiche per l'avvicinarsi della battaglia.

L'impatto dell'esercito sulle fortificazioni delle Chiuse fu tremendo, la terra tremò ma ancor di più l'esercito Longobardo che si vide alle spalle come d'incanto gli stendardi dei Franchi.
La manovra di far passare parte l'esercito franco dalla montagna per accerchiare i Longobardi era riuscita, le guide locali di Segusi e Segovi erano state ligie.

L'esercito Longobardo era ormai decimato, massacrato ed in fuga. Il regno Longobardo di Desiderio era finito, iniziava l'era del Sacro Romano impero di Carlo Magno.
Dal racconto dell'OrcoPinoR
L'incipit, un mix di fantasia e storia vera, carico di Storia, ma si potrebbe parlare anche :
- Dell'Abbazia della Sacra di S.Michele nata nell'anno mille d.c. presa come spunto da Umberto Eco per il libro "Il nome della rosa"
- Delle Tombe di casa Savoia poste dentro la Sacra.
- Della battaglia per il controllo dell'impero Romano tra Massenzio e Costantino nel 312 d.c.
- Della leggenda della bell'Aldauna delle più famose della Val di Susa
- Del Bigfoot della Brooks.

Ma oggi la location è a disposizione dei runners, non ci saranno morti ... solo qualche ferito per via delle escoriazioni da caduta sulle viscide discese che scendono dalla Sacra di S.Michele, lastricate di pietre rese umide dalla pioggia e scivolose dal fango.

La partenza di tutte le corse alle 9.00:
- 23km competitiva
- 10km competitiva
- 23km family run
- 10km family run
- Staffetta con cambio alla Fraz. Basinatto
Dopo giorni di tempo soleggiato e stabile, chirurgicamente il meteo decide per la mattana di una mattinata bagnata quanto basta per rendere ardue le salite e le discese sui difficili lastricati che salgono e scendono dalla Sacra di S.Michele.
Lastricati antichissimi di almeno 1000 anni, risalenti alla costruzione dell'Abbazia e solcarli di corsa mi fa un po' ridere ... a dirla tutta.
Partenza al campo sportivo puntuali alle 9.00, belli compressi, bagnati e affumicati da quei bontemponi che hanno avuto l'idea di accendere i fumogeni. Tossici fumi da stadio che mi ricordano i miei passati da tifoso al Comunale. Ma che bell'idea però, sarà da sviluppare, anche con qualche lacrimogeno, di quelli irritanti che non ci starebbero male.

I due chilometri  km e mezzo che ci separano S.Ambrogio li fumiamo in men che non si dica e pochi forse si sono accorti di essere transitati davanti all'attacco di una delle più belle ferrate del Piemonte, quella che con un dislivello di 600D+ porta da Sant'Ambrogio alla cima del Pirchiriano dove è posta la Sacra di S.Michele.
Pietre umide che fanno faticare più del dovuto, si sale tra le dodici croci della via crucis che portano in cima. Alla borgata S.Pietro un enorme disco di pietra a ricordarci  il Giubileo dell'anno 2000 e la visita di papa Wojtyla.
L'arrivo all'abbazia della Sacra è sempre emozionante.
L' ardita costruzione  domina tutta la bassa Valle di Susa  e  per secoli con i suoi monaci benedettini ha dominato incontrastata sul territorio e sul volgo inerme davanti al potere temporale della chiesa durante tutto l'alto e il basso Medioevo... felice di non esserci stato.
Adesso la vediamo come abbazia da visitare con le tombe, l'nteressante biblioteca, ma mi immagino i poveri contadini del tempo quanto potessero amarla...

Ristoro al bar della Sacra e breve discesa, ripulita e lucidata dalle foglie della faggeta più e più volte, per poi risalire alla borgata Basinatto dove è presente il secondo ristoro e il cambio per gli staffettisti.
Fortuna che le oche di Basinatto sono state chiuse nel recinto, sono aggressive e avrebbero scatenato il panico tra i runners se libere.
Eccola la discesa che porta a Pian Pume', fangosa quanto basta per farmi andare a gambe all'aria e prendere una culata di quelle che non ricordavo, il divertimento è assicurato ... mal comune mezzo gaudio anche l'OrcoSanto mi raccontano farà la stessa fine.

Da Pian Pumè (pian delle mele in piemontese) il percorso diviene molto corribile fino alla cima del Folatone a quota 1100 slm circa dove è posto il Gran Premio della Montagna.
Dal Folatone inizia la gara dei discesisti e l'OgreDoctor puntuale mi supera come una Littorina.
Da parte mia non sto in piedi e concentro lo sforzo per non rotolare come un sacco, vorrei concludere la gara preferibilmente in piedi.
Dicevo discesa difficile, ed ancora più di merda...ops scusate tecnica, si rivela quella che da Basinatto porta all'arrivo. Non si contano i contusi e davanti all'ambulanza all'arrivo c'e' la coda; un Orco con ferita al ginocchio, un'altro con botta al bacino un'altro ancora e' stato visto rotolare come un birillo. La peggio l'ha avuto un ragazzo con una profonda ferita sul mento.

Dopo esserci contati e rimesse le ossa al loro posto inizia il nostro terzo tempo.
Un buon pranzetto offerto dall'organizzazione, caffè, liquorino e mollemente attendiamo il nostro decano l'OrcoLoris che con tenacia chiude la sua 23km, chapeau all'OrcoLoris.

Le lunghissime premiazioni inframezzate dalla lotteria (porto a casa un mestolo di plastica mentre OrcoCamola delle pinze da stendibiancheria) ce  le sciroppiamo sotto un cielo plumbeo.
Il clima da festa paesana, la presenza degli amici e l'odore di neve da inizio inverno chiudono una splendida giornata di sport in natura.