martedì 26 giugno 2012

Cro Magnon Extreme Race 24 Giugno 2012

Foto CroMagnon 2012 di Gregorio Giuseppe
Classifica CroMagnon 2012

...Io e Livio abbiamo sofferto molto ma ci siamo anche stimolati a vicenda. Abbiamo vissuto questa gara con spirito di amicizia e sentendoci Orchi per come li intendo io: aiuto reciproco, passione, umiltà e tanta resilienza...

Dal racconto dell'OrcoGreg

Non sto a dilungarmi sugli aspetti tecnici della corsa, sulla valida organizzazione a Limone Piemonte, sul briefing del venerdì pomeriggio con i guardiaparco francesi del Mercantour che ci raccomandano di usare i puntali in gomma nei bastoncini per non danneggiare le incisioni rupestri o su Olmo che ci rende edotti sulle alte temperature previste e sulla mancanza d’acqua da fonte negli ultimi 60 Km, ma preferisco buttar giù due righe di quello che ho provato e che penso sia il Cro-Magnon.
E’ una corsa, solamente una corsa, molto bella però.
Già fatta dagli orchi nel 2010 con una buona presenza: Mirco, Livio, Michele, Pino, Mauro, Steu, Raffa e il sottoscritto.
Stavolta però abbiamo sofferto un po’ di più e penso valga per tutti.
Sarà dovuto al caldo, sarà dovuto alle variazioni di percorso, sarà che stiamo un po’ invecchiando………o sarà che scegliamo gara impegnative e forse ci divertiamo un po’di meno.
Siamo passati da momenti nei quali si è carichi, ci si sente bene fisicamente, si fanno calcoli mentali di come ci si dovrà comportare per il resto del percorso, a momenti di stanchezza improvvisa, d’incertezza sulla possibilità di finire una gara che non finisce mai. Ma dov’è il mare, mi domandavo dopo 24 ore, qui ci sono ancora solo montagne.

Ci si allena tanto, si macinano tanti Km di sentieri, ci si cura anche un pò di più nel mangiare, si utilizza attrezzatura molto più adeguata rispetto ad anni precedenti, ma si soffre…..si soffre.
E forse è proprio questa la bellezza di queste gare, che ti fanno apprezzare ogni momento, ti mettono alla prova, ti fanno sentire umile ma poi ti creano autostima e ritorni a considerare certi valori un po’ assopiti, anche quello dello stare insieme.   
E’ stata una gara lunga e dura, impegnativa, con tante salite e discese ripide su terreni difficili,
e chi di noi non l’ha conclusa ma è arrivato fino al 92 km è stato un grande, ha sofferto comunque.
Livio, Matteo, Gaetano, Giorgio e i suoi amici, anche Mirco compagno per un tratto, ho un ricordo di tutti voi: il panino con la bresaola che non sono riuscito a mangiare datomi da Giors, le albicocche secche di Livio, gli incoraggiamenti reciproci, le foto fatte tra noi.

Noi siamo arrivati alla fine, nonostante le crisi, nonostante (parlo di me) il non riuscire a mangiare e vomitare comunque, nonostante la dissenteria. Poi d’improvviso stai meglio, mancano ancora 40 Km, sei stanchissimo ma senti che ce la farai. Ti aiuti con i tuoi amici, ne incontri altri che faticano come o più di te. Incontri persone che vengono da lontano, Gloria, tostissima da Belluno, Thierry da Grenoble che ha condiviso con me la camera d’albergo il venerdì sera, corridori italiani che vedendo la mano bianca sulla maglietta ti chiedono: ma sei un Orco?
Ho imparato a dedicare queste fatiche a qualcuno, a qualcosa pensando che possa servire, né sono convinto.
Ci sono cose, anche piccole e magari di poca importanza per gli altri, che ti restano dentro, nei ricordi, che ti fanno capire cosa vuol dire non mollare mai, resistere e il Cro, almeno per le mie possibilità fisiche, è una di queste.
E’ un’esperienza che consiglio a tutti quelli che vogliono mettersi alla prova, che vogliono trascorrere una trentina di ore nella natura, attraversando posti bellissimi.
Con amicizia a tutti Voi
Greg


domenica 24 giugno 2012

SkyRace Biella Monte Camino 24 Giugno 2012

Foto Biella Monte Camino 2012
Classifica Biella Monte Camino 2012
Sito Biella Monte Camino
Sito Gli Orchi Trailers ASD

“Sempre più desideroso di scalare i monti, guardare le punte più ardite, provare quella gioia pura che solo in montagna si ha” 
(Beato Pier  Giorgio Frassati).

Dal racconto dell'OrcoPinoR

Le partenze che dal centro cittadino si inerpicano fino a toccare il cielo sono le mie preferite.
Dai maleodoranti odori dell'urbe ai profumi dei pascoli alpini. Amare i contrasti e l'estremo in tutte le sue sfaccettature.
Eccoci dunque a Biella In Piazza Unità D'Italia dirimpetto al palazzo della Provincia, in una tranquilla domenica di S.Giovanni, con il segretario L'OrcoMauro e due Orchi assenti giustificati (ma cosa si perderanno!!).
Questa gara è alla sua 12° edizione e nella nuova edizione di SkyRace gia' dallo scorso 2011.
Le Prealpi Biellesi sono luogo, in questi anni pioneristici della corsa in natura, di diverse gare vedi Il Trail del Monte Casto, Trail dell'Oasi Zegna, ma il grande sacerdote della corsa in natura e' solo LUI,  Maurizio Scilla.
Eccolo mentre distribuisce i pettorali alla banda di sinistrati che partecipano alla gara.
Eccolo mentre elargisce consigli sul vestiario e sul percorso gara.
Eccolo con la sua maglietta bianca che pubblicizza la sua creatura: il Trail del Monte Casto.
Eccolo mentre ci racconta delle sue ultime fatiche per rilanciare la 3° edizione della Via Lattea Trail.

Mau delle Vette il nomignolo con cui gli piace farsi chiamare ma io preferisco identificarlo come;

GRANDE SACERDOTE DEL TRAIL PONTEFICE MASSIMO DELLA CORSA IN NATURA
il suo motto "Il faut avoir le pied montagnard"

La partenza dei 230 concorrenti sull’unica distanza avviene senza palloni plastificati in un ambiente rilassato, a parte gli atleti di punta che si adocchiano nervosi in cagnesco.
Facce nuove per noi della provincia di Torino, riconosciamo Mersi , la ragazza dell’est europeo dell’atletica Balangero e pochi altri, la maggior parte degli atleti è indigena.
Concordo con Mauro ritenere che chiudere la gara sulle 4h30min sarebbe già un successo. 2000D+ e 23km sono una dura prova. per tutti.
800 metri di nero bitume ed eccoci su sterrati e umidi sottoboschi. Non e’ servito scaldarsi prima della partenza, un’umidità palpabile ci si appiccica addosso come una seconda vischiosa pelle.
Entriamo nello storico parco Burcina, nato nel 1800 e polmone verde di Biella, peccato non avere il tempo di vedere le millenarie sequoie giganti e le numerose specie di rododendri fioriti in questo periodo.
Prometto di ritornarci e godermi questo luogo di pace e tranquillità.
Con una bella e veloce discesa si esce dal parco e si entra nel paese di Pollone. Numerosi manifesti che ricordano Il Beato Pier Giorgio Frassati.
Pollone oltre ad essere la sede della società organizzatrice della BMC e’ il luogo d'origine della famiglia  del Beato Frassati, qui vi ha trascorso le sue esigue estati.
I ristori non mancano e quasi mi pento di aver preso lo zainetto che non serve l’organizzazione è perfetta.
Dopo 10 km finalmente comincia la vera salita tra pinete e prati in un ambiente veramente bucolico. Lunghi traversi corribili ci fanno spostare in direzione ovest Nord-est, veloci e freschi poiché il sole è  coperto da umide nuvole di calore.
Il sudore non riesce ad evaporare anche con questi pseudi tessuti traspiranti. Tutte balle, quando è umido nulla asciuga ma tutto si bagna.
Man mano che si sale gli ambienti agro-pastorali ci accompagnano in  queste lunghe salite su prati già tagliati da voraci bocche ovi-caprine.
1500 slm, la nebbia è fredda  fermarsi ? impossibile, ancora 400 metri e siamo al Rifugio Rosazza  e poi antistante con una salita siamo al Rifugio Savoia 1900 slm,  punto di arrivo della funivia che parte dal santuario di Oropa.

Da qui con gabbie su cavi, per i turisti,  è possibile salire al Monte Camino 2300 slm e alla Capanna Renata dove sono pronti quintali di polenta concia, ma non per noi malati della corsa in montagna.
Siamo al 20esimo km e sembra fatta, ma non e’ cosi. 3 km  e 400D+ e la voglia di guadagnare qualche posizione in classifica chiamano le fibre muscolari a raccolta per l’ultimo forcing.
1,2,3,4…non conto gli atleti che supero (modesto), e’ la parte più bella gara. I tifosi saliti fin quassù ti incitano a dare ancora,  e poi ancora. Finalmente ecco tra le nebbie la capanna Renata.
Ma non è l’arrivo, questi è posto su,  alla capannina degli Alpini con l’altare alla Madonna, ma le visioni le ho già avute durante la faticosa ascesa.
Siamo in cima, peccato ci si stava divertendo. La vista mi chiederete, raccontaci del panorama sublime a 360 gradi dalle  Cozie alle Graie, dalle Pennine alle Retiche. Ebbene non ho visto nulla a parte un fico secco poggiato sul davanzale della capannina in cima al Monte Camino.
Aspetto Mauro, per fotografarlo al traguardo seguito da cronometristi manuali, e poi grazie al sacco che l’organizzazione ci ha recapito all’arrivo ci cambiamo e asciughiamo completamente, la temperatura supera a malapena i  5 gradi.
Ristoro con panini, frutta e Sangria in abbondanza- Soddisfatti intraprendiamo il viaggio di ritorno- All’inizio le gabbie per pennuti risalenti agli anni  della guerra, poi dal Rifugio Savoia in cabinoVia per il santuario di Oropa luogo di fede Mariana con una superba cupola, una delle più grandi d’Europa,  a seguire la navetta per Biella.
Vincitori della gara per i maschietti Mersi in 2h.26min  e per le femminucce la Perico in 3h.04min
Concludo che la Biella Monte Camino è una splendida gara, somiglia a dirla tutta alla mitica Ivrea-Mombarone  identica come km e Dislivello e morfologia montuosa, ma ha il fascino dei 3 Rifugi ed il santuario di Oropa che la rende unica.






mercoledì 13 giugno 2012

Sfida al Musinè 16 Giugno 2012 ore 20.00


LE FOTO della SFIDA  clicca :
Foto Sfida al Musinè 2012

I TERMINI DELLA LA SFIDA lanciata da Francesco Zucconi Team Cuore da Sportivo :
- Al monte MUSINE' dalle 20.00 di Sabato 16 Giugno 2012 alle 20.00 di Domenica 17 Giugno 2012 !24 ore  sul Musinè tra amici  in  compagnia, partenze libere dal campo sportivo di Caselette  TO
- Dislivello singola salita 750D+ 3,5km (salita e discesa 7km)
- La sfida sarà vinta da chi eseguirà più salite al Musinè , salita e discesa per la via normale  - Servizio controllo passaggi in cima e alla base del Monte Musinè.- Organizzazione :Cuore da Sportivo , The North Face  , Garmin, Soccorso Alpino, Comune di Caselette.Pasta Party (cuoco Alfredo Bianchi), possibilità di montare la tenda.

link utili:Corsa al Musinè Fidal

LA CLASSIFICA DELLA SFIDA  nr.salite al Musinè:
10 salite Zucconi F. con 7500D+  e 70km percorsi
9   salite Perino
9   salite Saroglia
....





martedì 12 giugno 2012

Trail Oasi Zegna 10 Giugno 2012




Classifica Trail Oasi Zegna 2012

Dal racconto dell'Orco Steu al Trail Oasi Zegna 60km 3700D+

Cari Orchi…. Anche questa domenica uno sparuto gruppetto si è diretto verso i monti biellesi per il Trail dell’Oasi Zegna.


A Bielmonte, luogo della partenza, sono sicuro che ci siano più orchi residenti che umani, visto la lunga strada per raggiungere il primo abitato in fondo valle e la mancanza totale di qualunque tipo di attività al di fuori di un paio di ristoranti-bar.

Il tempo, previsto incerto, non si è poi smentito, lasciandoci intravedere le montagne a sprazzi solo durante la mattinata mentre nel pomeriggio ci ha avvolti un’intensa pioggia autunnale. Che dire un vero tempo da trail..

Partiti perdiamo subito Patrizia, la nostra compagna d’avventura, che prendeva il suo passo sulla prima salita, rimanendo così solo con la mia fedele compagna.. ah caspiterina moglie!! l’orco Raffa… che, alle volte, più che un orco durante i trail si trasforma in un terribile cinghiale…

Il tracciato inizia facile su un percorso con un continuo saliscendi, tra creste e malghe. Così fino al ristoro del 25 km poi la gara si fa impegnativa con una prima vera salita che ci porta al 35 km. Da quel punto in avanti si ritorna su sentieri di fondo valle fatti di meravigliosi faggeti e impervie discese e salite, sino a raggiungere il ristoro del 45 km. Qui troviamo qualcosa di veramente bello, un ponte romano, che già da solo potrebbe valere la fatica.. ma non possiamo attardarci, perché la fatica e la pioggia stanno mettendo a dura prova il mio stomaco, così partiamo per gli ultimi 17 o forse 18 km, fatti di una lunga salita nel bosco. Dopo 10 km ecco il Santuario di San Bernardo, un dei tanti (e pure non troppo bello) delle Alpi Biellesi, molto devote alla religione cristiana. Di lì in avanti la volata finale con l’ultimo ristoro e l’ultima pista da sci da risalire (mi sembrava lunghissima)..

Il sottoscritto a termine di questa faticosa ma bella giornata tra i monti biellesi deve ringraziare l’Orco Raffa, per averlo aspettato per circa 35 km… il mitico Orco Silvio per avergli consegnato la pozione magica al 35 km, che ho custodito fino all’arrivo senza usarla e riconsegnargliela poi come un talismano, ringraziandolo per il gesto di altruismo che contraddistingue il suo animo..

Ora non mi rimane che attendere la sera di venerdì 15 giugno, per sentire i racconti dei nostri mitici compagni (si fa per dire) di trail, Marco Olmo e Daniele Fornoni, che saranno ospiti a Lanzo Torinese…

E poi un’ultima notizia: la notte di sabato 16/17 giugno 2012, il Monte Musiné si illumina di frontali, per un evento organizzato da Francesco Zucconi, la 7500+ del Musiné, penso proprio che un giretto me lo farò...

W gli Orchi

l’Orco Steu

domenica 10 giugno 2012

Trail del Monte Servin 10 Giugno 2012


Foto Trail del Monte Servin 2012 dell'Orco Vittorio
Classifica Trail Monte Servin 2012 30km
Classifica Trail Monte Servin 2012 16km
Sito Trail del Monte Servin
Sito Gli Orchi Trailers ASD

Dal racconto dell'OrcoMazinga
Il sabato trascorre sonnacchioso in quel di Genova tra una corsetta a Boccadasse e la preparazione del pesto ligure tradizionale, 5 mazzi di basilico ( di Prà strettamente alle spalle di Pegli, dove la natura rocciosa  e la terra asciutta delle fasce terrazzate conferiscono quel certo sapore), olio di oliva, 2 etti di Parmigiano Reggiano  e pinoli, sale q.b.ed uno spicchio di aglio.
La Domenica invece il menù prevede trail, apparentemente di bassa quota, con condimento   ruspante di natura selvaggia e Sali scendi a cottura lenta ma inesorabile.
Appuntamento in valle Angrogna, alle spalle di Luserna San Giovanni.
Facile, già ma come ci si arriva?
Il fedele GPS consiglia l’avvicinamento da Prarostino, ma probabilmente il satellite non conosce il dedalo infinito di strade interpoderali che si inerpicano tra queste vallate  e le scambia per autostrade a due carreggiate, forse senza pedaggio che ormai il dazio e le decime sono  state annullate a favore di balzelli ben più remunerativi, quali Irpef, IMU, Tarsu etc..Meglio, molto meglio non lasciare la strada vecchia per il Global Positioning Sistem  e abbandonata Luserna, si apre finalmente la laterale valle Angrogna.

In breve lasciato il confortante  e ameno fondovalle,  comincia la lenta risalita delle truppe meccanizzate alla ricerca della località Passel, 6-7 km di strada a zig zag  in una poderosa faggeta., che in  una sequenza di tornanti ci conduce alla quota dei 960 metri s.l.m., quando anche l’ultimo barlume di speranza sembrava avere abbandonato il nostro animo pugnace.
Il centro sportivo finalmente lo troviamo nel grande pratone proprio sotto la strada.
In realtà qui di piano non se ne trova neanche traccia. Vedi il gonfiabile della partenza la sotto.
Già l’atmosfera è tipica dei grandi trail, facce tirate, abbigliamento sgargiante, bandane , berretti, canottiere (ohibo! Ma fa ancora freddo) e tatuaggi.
Ma l’organizzazione è grandiosa, tutto sembra funzionare alla perfezione in un posto  sperduto dove non avresti neanche pensato di costruire un centro sportivo. Qui in  Gennaio viene tracciata una gara di slalom da 20 porte! Per la prima volta una gentile signorina non pretende il certificato medico cartaceo  che avevo prudentemente trasmesso via mail in precedenza dicendomi che era inutile stamparlo. La rivincita sulla burocrazia comincia dai piccoli gesti, un altro mondo di semplicità e concretezza finalmente emerge.
120 assatanati runners  sul percorso da 30 km e 1600 m di D+,  circa altri 50 sul giro corto da 15 km
Tre orchi, Mauro, Palmas e Vittorio Durengon fortemente convinti, ma il Soglio è ancora dietro l’angolo e i suoi 63 km aleggiano ancora sulle nostre gambe.

Questo è l’anno 1 del trail Monte Servin, ma il percorso si rivelerà spettacolare e maturo, con un percorso mozzafiato  da fare invidia anche ai più blasonati trails Italiani.
Nemmeno confrontabile con la concomitante Valmalenco-Poschiavo o alla prossima Valdigne in un ambiente decisamente urbanizzato ed antropizzato.
Il percorso ricalca più o meno fedelmente tutto il tracciato del Tour della Valle Angrogna
Periplo completo con discesa a fondo valle e risalita verso la cima del monte Vandalino , traversata  bassa.
Partenza la in fondo dicevamo ma ovviamente con risalita del pratone tanto per gradire, in discesa veloce su asfalto e sterrato per circa 5 km in un guazzabuglio di stradine e frazioni curatissime e soprattutto abitate.

Siamo qui nel cuore delle Valli Valdesi che attualmente comprendono le Valli Pellice,Germanasca e parte inferiore della Val Chisone. La storia ci rivela che anche le alte valli Susa e Chisone risentono dell’influenza Valdese, almeno fino alla dominazione Francese del 1713
E la cultura della minoranza cristiana non cattolica ne ha permeato tutta la storia.
E’ un intreccio profondo tra geografia e storia, una difficile e volitiva identità  rimarcata dalla dissidenza religiosa e civile che ne ha caratterizzato quasi 600 anni di passato tumultuoso.
Un ghetto alpino di confine entro cui i nostri Savoia Francofoni  seppero confinare le popolazioni valdesi , praticamente dal “Glorioso Rimpatrio” del 1690  fino alle sospirate patenti di Libertà concesse da Carlo Alberto nel 1848.
E Angrogna ne diventa il cuore della Riforma protestante  Valdese avversata in tutti i modi dalla Chiesa cattolica.

La testimonianza  del movimento  attraverso i secoli dal XII al XVI  era centrata sui due aspetti del messaggio cristiano: la fedeltà al Vangelo e la povertà della Chiesa.
Dissero i Valdesi: La chiesa Cristiana si richiama a Gesù, ne deve prendere alla lettera gli insediamenti rinunciando perciò  al potere politico, all’uso della forza e alle alleanze con  le potenze del mondo.
Ci troviamo qui  in un avamposto del Protestantesimo europeo.
Ed i nostri sentieri che oggi percorriamo anche baldanzosi  tra una ristoro e l’altro sono gli stessi che hanno visto in un tragico passato  il continuo via vai dei pastori predicatori itineranti, Barba in dialetto, con una duplice funzione di diffusione del credo religioso e conforto anche spirituale e materiale alle popolazioni contadine sparse nel territorio montano tra  miriadi di frazioni e borgate.
Cultura, spiritualità ed informazione.
Dicevamo 5 km all’insegna della velocità ed in discesa ingannano tutti. Infatti percorso in 25’-28’ il primo tratto, comincia il lento calvario di un susseguirsi altalenante di saliscendi su fondo di sentiero ostico, impegnativo e decisamente selvaggio. Dai 600 m slm della parte più bassa vicino ad Angrogna si risale  su sentiero fortemente  acclive fino a circa ai 1400 mt del 1° rifugio e  ristoro.
Comincia qui una lunghissima traversata da Ovest verso Est di tutte le vallate ed i valloni laterali dell’Angrogna, praticamente oscillando come sulle montagne russe sulla quota dei 1400 m.
Sentiero difficile, tecnico e non troppo corribile., tra una vegetazione rigogliosa di arbusti tipici .

Ma il Leit motiv sarà principalmente  l’incontro con una numerosissima serie di baite, frazioni, case sparse , malghe, a distanza reciproca di qualche centinaio di metri. La maggior parte di esse si presentano completamente ristrutturate, tetti in lose, , struttura in pietra a vista, che sembrano riemergere come l’Araba Fenice da un passato triste ma glorioso. Ed infatti i  primi 3 ristori coincidono con altrettanti rifugi o  Agriturismo , veri, in cui riesci a gustare  golosissime  crostate di marmellata appena sfornata! Ma tutte le malghe o frazioni sono indistintamente rivolte all’Indiritto, posizionate su dossi o  dorsali di faticoso avvicinamento  ma di notevole esposizione  e terreno libero per la coltivazione dell’orzo, segale o patata. Piega dopo piega, ruscello dopo ruscello, finalmente  emergiamo sulla quota dei 1800 metri del Monte Servin. Cavalcata maestosa sulla grande dorsale di circa 4-5 km, saliscendi  continui da ammazzare il fiato ma la nebbia ci toglie ogni visione e finalmente in discesa il rifugio Vaccera  dove un gruppo assatanato di  bellicose fanciulle ci raggiunge. Comincia la lunga discesa su  tutto il crinale, tra sentieri ben tracciati , crampi dolorosi e finalmente la grande strada interpoderale che ci permette di raggiungere il centro di Passel, riprendendo le scatenate ragazze.
 Lantermino, Maurizio Fenoglio, Garnier Claudio, Odino e Bonetto sono molto avanti  con un tempo strepitoso intorno alle 3H e 10’.
I tre Orchi Palmas, 4h, 47’, Durengon 5 h 20, Mazzino 5h 23’ si difendono ma la carta di identità si rivela impietosa per il sottoscritto, il più anziano dei partecipanti!
Vittorio  con sequenza di belle fotografie ed il sottoscritto con una discussione di storia Valdese  incarnano il vero spirito Trail.


sabato 2 giugno 2012

Monviso Vertical Race 2 Giugno 2012


Foto Monviso Vertical Race 2012
Classifica Monviso Vertical Race 2012

Dal racconto dell'OrcoPinoR

Correre ai piedi del Re di Pietra, con in faccia la sua splendida parete EST questa la premessa della 6’edizione della Monviso Vertical Race.

Irrinunciabile la partecipazione, anche se in queste gare il pericolo di non entrare nei tempi massimi c’è sempre. La distanza di 4.125 metri e 1000 metri di dislivello positivo da compiere nel tempo massimo di 1ora e 15minuti fa tremare le gambe a ottimi trekker e validi podisti della pianura.

Ma gli Orchi non si fanno spaventare, gia’ nelle edizione precedenti altri fortissimi Orchi vi hanno partecipato salendo anche sul Podio (Eleonora e Vittorio nella 5edizione) . Con PinoCar ci diamo appuntamento per le 7.00 per essere a Crissolo alle 8.30 vista la partenza per le ore 9.30 dal centro di Crissolo in Valle Po’ già in provincia di Cuneo.
Crissolo è la chiave per accedere al parco divertimenti del Monviso, da qui si sale al pian della Regina e al Pian del Re , luoghi che hanno fatto la storia del Piemonte.

Arrivo a questa chilometro verticale con le gambe un po’ imballate dopo il TMS di domenica scorsa 27 maggio 2012 , ma tant’è la mattinata della festa della Repubblica Italiana occorre festeggiarla come si deve.
Caffè e thè al bar del centro, l’acquisto della toma del Pian del Re nel negozio di alimentari, un po’ di riscaldamento sullo stradone che va ad Oncino e siamo pronti.

Carlo De Giovanni Deus ex Machina della Tre Rifugi Valpellice http://www.3rifugivalpellice.it/ , presenta il percorso e lo descrive in tutti i suoi passaggi… un muro dopo l’altro.
La discesa dal Monte Granè dove è posto l’arrivo sarà assicurata dalla seggiovia disponibile oggi per atleti, turisti ed accompagnatori.

Cielo terso, temperatura ottimale… la partenza non è dal centro paese ma ci si sposta correndo come bersaglieri alla base della seggiovia che da Crissolo porta alle piste da sci.
Gara per specialisti dunque, qui vale la capacità polmonare, il peso ridotto, la potenza di polpacci e quadricipiti femorali, sensibilità del terreno atleticità ed agonismo completano la stoffa.

La maggior parte degli atleti arriva dalla provincia, poiché hanno la possibilità di allenarsi su terreni specifici. Mosche bianche i cittadini.

159 iscritti dei quali 148 partenti e 143 classificati. Più nel dettaglio 21 donne e 122 uomini.

In salita la partenza, data alle 9.36 a.m., subito si sbuffa il percorso e’ composto da veri muri, occorre prendere subito buone posizioni …superare in salita veramente durissimo. Nessuno parla non ne abbiamo il tempo ma il sottoscritto scatta foto, in totale al temine della manifestazione ne conterò 109.

In apnea dall’inizio, a volte trovo il ritmo giusto ma m’inganna… quello giusto è l’APNEA.

Dal terzo chiolometro s’incomincia a vedere il Visolotto e poi.. ecco il Re di Pietra, oggi si concede in tutto il suo splendore con i suoi 3841 metri slm la montagna più alta delle alpi Cozie con la sua geologia scistosa ben conosciuta dagli alpinisti con continue scariche di pietre, collassi di comignoli e produzioni di enormi conoidi di deiezione.

Al quarto chlometro ecco lassù il Monte Granè, l’ultimo scatto per finire felice 67esimo in classifica generale con 55minuti.

Sulla spianata dove si trovo il Bar Rifugio Ghincia Pastour, la vista del Monviso è superba, dentro la macchina fotografica entrano delle immagini da sogno…felici gli atleti all’arrivo la breve fatica premia tutti.
La gara la vince Marco Moletto (Dragonero) con 39minuti dietro di lui Paolo Bert (Podistica Valle Infernotto), terzo Fenoglio Maurizio (Podistica Valle Infernotto).
Per le ragazze si afferma Romina Cavallera (Roata Chiusani) dietro di lei Francesca Bellezza (Runner Team 99) e a seguire Daniela Bonnet (Gasm).