giovedì 29 marzo 2012

Trail MareMontana Loano (SV) 25 Marzo 2012


Dal racconto dell'Orco Mauro

E’ notte profonda sul Porto di Genova.
La sopraelevata ci scorre sotto lentamente. Gli ultimi deterrenti elettronici appena installati, tipo telecamere e Tutor, limitano praticamente la velocità ai 50 km/h ma sortiscono il piacevole effetto di potere apprezzare il panorama del porto antico e delle vecchie calate dalla sommità dell’invadente nastro metallico che praticamente costeggia tutta la città vecchia; si susseguono rapidamente il porto antico coi magazzini del Cotone e Porta Siberia, i Silos vinari, il Museo Galata, una enorme nave da crociera in attesa dei nuovi turisti, il traghetto pronto a salpare per la Corsica e la Sardegna dalla magnifica Stazione Marittima.

In poco tempo ci ritroviamo sulla vecchia bretella autostradale che di quartiere in quartiere ci porta fino a Voltri, in un susseguirsi vorticoso di curve mozzafiato e soprattutto incombenti barriere afoniche che in un crescendo esponenziale stanno avviluppando il fatiscente nastro stradale, il tutto in attesa della chimerica Gronda esterna, facendo scomparire l’autostrada nel ventre molle delle delegazioni tra quartieri fantasma e Lavatrici aggrappate ai brulli fianchi collinari.
Senza rendersi conto che pur costeggiando tutto il litorale Ponentino almeno fino ai Piani di Invrea, non si riesce più a percepire la visione del Mare!
Ma oltrepassando la galleria di Orco si entra nella magia dei Trail dei Monti Liguri e nel regno degli …Orchi! Loano è vicina e si raggiunge in un amen, ma la cittadina è ostica alla penetrazione turistica.
Comincia davvero male l’avventura alla Maremontana , effetto della presenza dei Cinghiali!
La ricerca della postazione di partenza sul lungomare richiede annosa esperienza, fiuto, cultura Ligure ( a cui sono avezzo per antica tradizione) ma soprattutto fortuna. Finalmente la casa dei Pescatori, ma sorpresa dove sono i pettorali? A Toirano naturalmente mi dice un boss dell’Organizzazione che si impietosisce e mi trasporta con i sacchi fino all’arrivo per il ritiro dei pettorali! Mi riconosce anche dicendomi che ero quello che si era perso l’Estate scorsa al trail di balla coi Cinghiali in quel di Bardineto.
Oddio, capito l’antifona mi armo di zainetto, telo termico, giacca a vento, maglione, viveri di emergenza etc per eventuale pernottamento di più giorni in mezzo ai cinghiali del Carmo!
Circa 200 trailers di varia natura si accalcano sulla passeggiata, teatro di strusci estivi; è un universo più variegato rispetto ai frequentatori delle corse di montagna , ma pur sempre appassionati e soprattutto allenati per una gara corta di 26km con un D+ di 1500 mt. Niente male per un percorso collinare! Ma il percorso si rivelerà ben presto duro, aspro, lungo ed impegnativo.
La giornata bellissima e l’ora mattutina ci regalano una meravigliosa alba sul mare, rosso fuoco, e un acqua che a vederla ti vien la voglia …di fare un bel bagno
La partenza è proprio sulla spiaggia, 300 metri di pietre, sassi levigati dalle onde, sabbia ancora smossa ed in attesa di essere lavorata.
Poi, per circa 1 km si percorrono i vecchi Carruggi del Borgo Loanense, fino alla Porta di Passorino ed in breve la Madonna di Loreto. Già la Liguria di vecchie Chiese, santuari che la devozione dei secoli ci ha tramandato, ricordi e testimonianze di invasioni piratesche, guerre, atti di fede e di speranza.
Ancora la Madonna della Mercede ed inizia la salita. Un altro Km e si raggiunge il santuario di SS Cosma e Damiano, per poi finalmente entrare al 5° km in Ranzi, transitando tra antichi torchi, case quasi sempre in pietra calcarea di Finale, cappelle votive e tini
Il lavatoio incassato nel vecchio muro a secco costituisce il 1° rifornimento liquido, sicuramente molto apprezzato ed ecologico, niente plastica e acqua pura a 0 km.

Ranzi è situata in posizione privilegiata, immersa nel verde e con un'ampia vista panoramica sul bellissimo golfo. Il nucleo abitato, ubicato a metà del Monte Chiapparo, presenta le caratteristiche di un vecchio borgo ligure ed è suddiviso in tre borgate dette della SS. Concezione (Dranzù), di Sant'Antonio (Dransciù) e di Santa Liberata (Caselle) che si snodano con i tipici “carruggi”, le case a volta e gli antichi lavatoi intorno alle raccolte piazzette antistanti le piccole Cappelle che danno il nome alle borgate.

All'interno del vecchio borgo, si possono ammirare tuttora i vecchi frantoi “Gumbi”, molto interessanti dal punto di vista storico poiché rappresentano l'evoluzione nel tempo dei diversi metodi di frangitura delle olive., dal più vecchio a trazione umana, ai due a trazione animale, che si differenziano, a seconda che si tratti di trazione equina o trazione bovina, da un diverso sistema di moltiplicazione dei giri della macina, per finire con quello più moderno a trazione meccanica rimasto in funzione sino agli anni recenti
Faticosamente si guadagna la cresta spartiacque del monte Chiapparo fino alla Cappelletta, tra boschi di sughero e querce
A questo punto si comincia a vedere la vetta del nostro monte dominante, il Carmo, che lambiremo costantemente nel nostro peregrinare sulle pendici Sud, e da cui si domina la vallata di Giustenice.

Il percorso in breve cambia dal blu del mare al verde della montagna e diventa tipicamente collinare tra strada sterrate ed ondulate, proseguendo attraverso una vegetazione più fitta costituita nel tratto iniziale soprattutto da pini e querce a cui si aggiungono ben presto noccioli, lecci, castagni e faggi. Superato il Colle delle Pere si giunge a San Martino a circa 450 mt di altitudine dove, nei pressi di un incrocio formato dalle tre mulattiere che salgono da Giustenice, Ranzi e Verzi di Loano, sorge l'omonima chiesetta.
Procedendo su sentiero verso Castagnabianca riconosco il celebre “ U Cabannun”, tipica costruzione in pietra a secco della cultura contadina Ligure del 17° secolo
Di notevoli dimensioni e costruita con eccezionale abilità tecnica, tale da impedire l’infiltrazione di umidità , costituisce l’apogeo della tradizione secolare ligure delle murature a secco tipica dei terrazzamenti.
Pare che servisse per il ricovero dei muli da soma con il loro carico di fieno in occasione degli improvvisi temporali estivi.
A questo punto il percorso diventa impegnativo, sentieri puri di montagna, ostici, canalizzati dalle acque dilavanti, susseguirsi di pietre, saliscendi e finalmente al 12° km la visione bucolica del rifugio delle Bosse a circa 900 mt di quota posto su un balcone pianeggiante che domina Verzi e Loano. Il ristoro con crostata di mele e il confortevole pianoro mi suggeriscono una deliziosa pennicchella ma il dovere di Orchi ci attende ed infatti veloce traversata su ottimo sentiero fino alla rocca dell’Aia o dell’Avio dove il ricordo torna alle prime arrampicate in palestra di circa 40 anni orsono. Visto che il trail non comporta nessuna via di 5° grado, si prosegue indomiti fino ai prati di Peglia e finalmente alla Abbazia Benedettina di San Pietro in Varatella.
E’ collocata sullo sperone roccioso che sovrasta Toirano ed è ben visibile anche dal mare di Loano.
L’abbazia di San Pietro in Varatella sorge sull’omonimo monte, lungo le pendici meridionali del Monte Carmo, vicino al Monte Ravinet, a cui è collegato da un istmo.
Le origini risalgono al secolo VIII, anche se una tradizione medievale vuole che San Pietro, fuggito da Antiochia, prima di recarsi a Roma si fermò in questo luogo e vi trovò le condizioni ideali per la preghiera e la meditazione.
Ma visto che anche i Benedettini nel Quattrocento la abbandonarono per trasferirsi in luogo più comodo come fecero con l’Abbazia di Monte Benedetto in val di Susa, anche noi poveri viandanti, moderni, iniziamo il nostro vero calvario.
Discesa infernale, molto tecnica su sentiero roccioso ed aculeo, come sono tutti i sentieri liguri sul versante marino, .
Tortura pura, e soprattutto vietato cadere per noi poveri tapini avezzi alle cadute sul Musinè.
Qui conviene concentrarsi e ridurre la velocità. In realtà il sentiero è una tipica mulattiera con pendenze ridotte per il passaggio degli animali da soma e difatti lo sterco regna sovrano.
Provi ad evitarlo perche come vuole la superstizione, calpestare la m.. porta sfiga, ma si capisce prontamente che è meglio calpestarla che rovinare tra quelle pietre aguzze.
Finalmente San Pietrino e l’abitato di monte di Toirano, il ponte Romano e il suggestivo Borgo Medioevale di Toirano, arrivo spacca gambe in salita nel parco del Marchese, teatro di notevoli feste estive dei Gumbi.
Accidenti, doveva essere un semplice allenamento collinare e si è rivelato un notevole percorso da trailers maturi.
Mi ricredo all’arrivo, ottima prova degli organizzatori e in fondo un buon tempo di 3 ore 53’
Insomma dal Borgo Marino al Borgo Medioevale.

lunedì 26 marzo 2012

Electric Trail Pont S.Martin 25 Marzo 2012



Classifica Electric Trail 2012

Dal racconto dell'Orco Antonio
Ragazzi che corsa!
The “Elettric Trail” è proprio il nome che si addice a questa gara.
Perché si chiami così non lo so, forse perché passa più volte vicino ad una centrale elettrica. Sicuramente la “scossa” più forte è quella che ha dato alle gambe degli atleti sollecitate per tutto il percorso da un susseguirsi di salite durissime (alcune sono vere e proprie scalinate con gradoni e gradini in pietra) a discese tecniche da fare con gli occhi spalancati, perché ogni errore può essere fatale.
Bello anche il passaggio con le corde fisse, che si incontra nella discesa verso Bard, attrezzato come una ferrata e presidiato da veri e propri alpinisti.
294 gli atleti in gara, qualcuno in più dei 250 previsti come tetto massimo dagli organizzatori, che hanno dovuto riaprire le iscrizioni, chiuse nella serata di giovedì per dare spazio ai numerosi trailers che all’ultimo momento hanno cercato di iscriversi.

Un percorso di 19 km con un dislivello complessivo di 2700 metri all’ingresso delle Alpi Valdostane che assomiglia più ad una Skyrace a quote più basse che ad un Trail.
E’ un continuo sali-scendi sulla sinistra di Pont Saint Martin. Nei tratti, in cui l’attenzione non era fissa sul tracciato, per evitare di cadere, si sono potuti ammirare alcuni scorci panoramici sulla valle e sulle montagne circostanti.
Organizzazione perfetta, impossibile perdersi sul percorso segnalato magnificamente e presidiato dai volontari ad ogni crocevia.
Ad Enzo Mersi non è bastato abbassare il record della passata edizione (1.45.23”) per avere ragione di Paolo Bert, che ha vinto la gara con uno strepitoso 1.43.35. Piazza d’onore per Fenaroli Maurizio (1.46’.27”).
Perrico Enrica si è invece aggiudicata la gara femminile con il tempo di 2.02’.57 abbassando il record della passata edizione detenuto dalla Glarey Sonia (2.07’.31”) che ha chiuso al terzo posto con il tempo di 2.14’.14”, dietro a Cecilia Mora (2.08’.23)

283 gli atleti, che hanno completato la gara, con solo 11 i ritiri.
Unico a difendere la bandiera degli orchi (Vittorio non si è visto), ho concluso la mia fatica con il tempo di 2.31.30, stanco, ma soddisfatto.
Un’altra bella domenica di corsa!
Ci vediamo alla Maratona Alpina di Val della Torre.

domenica 11 marzo 2012

Morenica Trail Rivoli (To) 11 Marzo 2012


Foto Partenza Morenica Trail 2012
Foto Moncuni Morenica Trail 2012
Foto Percorso Morenica Trail 2012
Foto Arrivo Morenica Trail 2012
Foto Premiazioni Morenica Trail 2012


Classifica Morenica Trail 2012

Edizione 2011
Edizione 2010

Dal racconto dell'Orco Raffaella
Morenica Trail... poche settimane fà non avevo preso in considerazione di partecipare al Morenica Trail perchè la Mezza Maratona delle Due Perle, con gli odori ed i colori della mia terra ligure, mi aveva attirato... Però probabilmente inizio a vedere questi monti….. come un pezzo di casa.. e così mi ritrovo alla partenza accompagnata dagli amici con cui mi alleno e fantastico sui km futuri che ci aspetteranno!!!
Un pò d'ansia.. sono vestiti tutti come se questo fosse un trail veloce... ma è un trail veloce!!!! Io e Patrizia partiamo in fondo e, subito dopo il via, ci ritroviamo praticamente sole... ma dove vanno tutti così svelti????

Il mio spirito agonista, che ahimè non mi abbandona mai..., mi fa provare un filo di invidia ed ammirazione per chi ha la velocità nelle gambe... però poi mi dico che ognuno deve andare al proprio passo.. e così inizio questo bel trail...
Immersa nei sentieri tra sali e scendi continui, mi guardo intorno ed assaporo il profumo dell'aria quasi primaverile che ci circonda... Patrizia ed io corricchiamo fino al primo ristoro incontrando molti volontari gentili sul nostro percorso. Non avevo mai corso su queste colline e continuo ad ammirare il paesaggio, trovando poco a poco un ritmo che continua a permetterci di chiacchierare, ridere e scherzare.. insomma anche questo è spirito trail.. condivisione con una cara amica di un percorso nuovo, di sensazioni, di pensieri in libertà.. già libertà.. quando sono su un sentiero, sia con che senza un pettorale, è questa la sensazione magica che provo... grazie a chi organizza gare per permetterci di provare questa sensazione..

L'arrivo al Moncuni è quasi improvviso.. due sole brevi salite un po' più ripide.. che panorama!!!!! beh non si vedrà la Lanterna di Genova, le navi in porto, la Corsica in lontananza.. ma lo spettacolo riempie il cuore!!!!!
Dal Moncuni scendiamo qualche km poi con qualche pezzo asfaltato, se non ricordo male, si raggiunge l'ultimo ristoro... due chiacchiere con i volontari e poi via verso il castello di Rivoli. Quando lo vedo rimango un po' lì ad ammirarlo.. e mi riprometto di venire a visitarlo. Ormai sentiamo l'arrivo vicino e corriamo il più velocemente possibile per ritrovarci io e Patri all'arrivo insieme!!! Penso ad un'altra cara amica..Ilaria..ferma per un infortunio al piede occorso poche settimane prima al Trail di Laigueglia.. e penso che le sarebbe piaciuto un sacco essere lì con noi.. e penso all'orco Steu che un po' mi è mancato..
Bella giornata davvero.. che termina con un buonissimo pasta party!!
grazie agli organizzatori!!!! ed .. alla prossima...
Orco raffa



Gli Orchi Organizzazione
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Camoletto Andrea Premiazioni, pacchi gara Sito&Segreteria
Ruisi PinoR Iscrizioni, classifiche E Sito&Segreteria
Cante Franco Percorso e rapporti con gli enti comuni,regione,prov Bisterzo Giancarlo Volontari sul percorso rapporti con Alpini&Carabinieri
Duregon Vittorio Speaker gara
Piccione PinoP Riprese aeree con Deltaplano a motore
Zoppis Paolo Controllo e foto al Moncuni
Riciputo Giuseppe Punto di ristoro Reano 16km
Cecu Trevisan Controllo percorso bici
Molinario Enrico Rilevamento chip sotto il Moncuni
Palmas Antonio Rilevamento chip sotto il Moncuni
Capitaneo Umberto Punto di Ristoro Reano 8km
Zatti Ulrico Scopa da Reano 16km
Vicari Marcello Scopa 30km

Gli Orchi Concorrenti
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Scotto Busatto Raffaella Atleta concorrente
Mazzino Mauro Atleta concorrente
Rotondo Giuseppe Atleta concorrente
Gregorio Giuseppe Atleta concorrente
Scanu Matteo Atleta concorrente

martedì 6 marzo 2012

Trail Bianco di Cesana 4 Marzo 2012


Tutte le foto del Trail Bianco di Cesana 2012
Foto Gianni Mallen del Trail Bianco di Cesana 2012
Classifiche Trail Bianco di Cesana 2012

Dal racconto dell'OrcoAntonio (foto OrcoGreg)

Sono le 6 del mattino del 4 marzo e mi accingo a partire alla volta di Cesana, sperando di non incontrare nessun “No TAV” a sbarrarmi la strada.
Come spesso mi capita alla vigilia di una spedizione, mi domando “...ma chi me lo fa fa...” e questa volta non fa eccezione, complice un non perfetto stato di forma, per uno stiramento all’adduttore sinistro, un muscoletto piccolo, piccolo che ogni volta che mi siedo o mi rialzo mi ricorda la sua, fino ad oggi, muta presenza.
Ma la voglia di correre su e giù per le montagne, perdersi nella natura, ascoltarne i magici silenzi è più forte e allora, in un batter di ciglia (speriamo nell’assenza di autovelox), recupero a Beaulard l’orco Giovanni, compagno di tante avventure, e insieme arriviamo a Cesana.

Anche la pioggerella fastidiosa, che ci aveva accolto al mattino, alla fine se ne va lasciando il posto ad una splendida giornata di sole.

Indossiamo l’armatura da Orchi, compresi i ramponcini per correre sulla neve, salutiamo l’orco Greg già sulla linea di partenza e via, alle 9.30 in punto, la sparuta truppa di trailers comincia la salita verso il lago Nero, passando per la Capanna Mautino e finalmente raggiunge il Col Bousson.
In cima, i 75 corridori del Trail Bianco rimarranno letteralmente abbagliati da un panorama mozzafiato sulle immacolate vette circostanti, una medicina portentosa per l’anima e per il corpo, provato dallo sforzo della salita.
Solo un attimo al cancello per una firma sul pettorale, un rapido saluto e giù a rotta di collo, su un anello che ci riporta alla Capanna Mautino e poi con una bella discesa corribile (per chi può) fino a Bousson.

Sembra fatta, ma appena fuori il paese, dopo l’ultimo ristoro, quando dentro di te pensi di essere ormai all’arrivo, ecco che una piccola sorpresa ci attende: un altro piccolo strappo in salita, un’ultima rasoiata alle gambe, prima di imboccare la strada già percorsa all’andata e giungere all’arrivo, accolti da una piccola folla festosa.

Una bellissima gara, insomma, organizzata molto bene, anche se in alcuni punti del tracciato poco presidiata.
Molto tecnica la discesa per la presenza di un terreno infido (un misto di fango, ghiaccio e neve marcia). A proposito, sicuramente le catene suggerite da l’Orco Pino, in una sua mail, su un tracciato di questo tipo, sono risultate molto più performanti dei classici sotto-suola chiodati. A detta dei partecipanti hanno un’ottima aderenza anche su ghiaccio; solo sulle pietre, come è logico attendersi, non hanno presa.

La prima edizione del Trail Bianco di Cesana è promossa a pieni voti. Meritava sicuramente una partecipazione maggiore (75 all’arrivo del Trail Bianco e 40 per il Mini Trail), ma in un calendario sempre più affollato di gare è davvero difficile scegliere a quale partecipare.