domenica 25 settembre 2011

Ultra Trail di Oulx 25 Settembre 2011


Foto Ultra Trail di Oulx 2011

Dal racconto dell'OrcoPinoR
Nella vituperata Valle di Susa si svolge questo trail d'inizio autunno, in questa Valle forse la piu' ITALIANA di tutte.
La ValSusa, la via per le Gallie per i romani...e ancora oggi agognata ...che noia...dagli stessi per via della TAV.

E' OULX, la cittadina a 1100 slm che ospita la partenza e l'arrivo e sono gli OulxTrailers l'associazione di VOLONTARI che con vero spirito olimpico hanno organizzato e voluto fortemente questa serie di gare concomitanti con diversi chilometraggi 46k-20k-11k...c'e' ne' per tutti i gusti.
Vi assicuro che per gestire 3 gare in un sol giorno occorre un'organizzazione affiatata, un numero notevole di persone sul percorso, oltre ad aver fatto un'attività propedeutica per gestire/coinvolgere:

- Il Parco naturale del Gran Bosco di Salbetrtand
- La SITAF societa' che gestisce il traforo del Frejus
- il Soccorso Alpino
- I comuni di Oulx-Salbertrand-Beaulard-Savoulx
- Le guardie forestali
- Le federazioni UISP ed FSA
- I volontari per i ristori
- Le forza dell'ordine
- Il servizio di guardia medica
- Gestire il sito internet e le mail
- Far quadrare il bilancio economico
- Aver ritracciato un nuovissimo percorso per l'Ultra
- I pacchi gara
- Le premiazioni
- Il cronometraggio e le classifiche
- Gli sponsor
- ect...
- ect..

Quindi, vi prego quando facciamo (io per primo) le critiche agli organizzatori delle gare, facciamolo perche' aiutano sempre a migliorarsi, ma sempre con COGNITIO CAUSAE.
Alla 3' edizione dell'evento, scevro da qualsiasi altro impegno, mi iscrivo senza ombra di dubbio...la gara attraverserà il paesino di Salbertrand a me caro poichè mio padre vi ha vissuto circa 18 anni e dove ancora oggi vi riposa presso il piccolo cimitero antistante la Dora Riparia.
Certo non mi sarà facile attraversare in gara il paesino, scaccerò la malinconia per quanto possibile.....

Malinconici ricordi 
fiaccano la mente
non il cuore.
Sono qui ad 
inseguir me stesso,
a risalir le chine,
a cercarmi dentro.


Gli Orchi in gran numero, dieci, a tutte le gare.
Il viaggio di andata con Vittorio che, reduce dall'Ultra trail Punt del Diau, decide alfine di partecipare anch'egli per rifinire la preparazione in vista del MorenicTrail....
Per me quindi un punto di arrivo per Vittorio un trail di lancio.
Durante il tragitto in autostrada, un'acquazzone ci coglie e spegne subito le velleità di trascorrere una splendida giornata autunnale.
Arrivati a OULX, cosi come da previsioni metereologiche, i piovaschi cessano lasciandoci sperare nelle agognate schiarite.
Nella palestra dove vengono distribuiti i pettorale, rari trailers l'hanno utilizzata per la notte.
Ecco Matteo al rientro dopo il Trail del Monte Soglio, Silvio, Livio ed Eleonora alla prima gara dopo il leggero stop per infortunio alla RUSM.

Il tempo per un caffè ed è già l'ora della partenza nei giardinetti attigui a piazza Garambois.
Una novantina i partenti, temperatura ottima.Tra gli atleti di punta i nazionali di Ultra Trail Daniele Fornoni e Marco Zarantonello freschi Vice campioni del mondo a squadre in quel di Connemara (Irlanda) nella specialità Ultra Trail gestito dall Federazione IUTA.
Nella foga della partenza all'uscita dei giardinetti inforchiamo in massa via Vittorio Emanuele, invece del corretto percorso di via Monginevro...cose che
capitano...cosi che gli ultimi...come nella famosa parabola... si ritrovano primi.

Il ritmo è subito elevato e mal si presta al sottoscritto a cui piace documentare con numerosi scatti questi splendidi Trek-Trail.
Troppo veloci per me Livio,Vittorio,Matteo ed Eleonora.
Nel percorso tra Oulx e Salbetrand, Matteo mi racconta che e' stato punto da una vespa. Anche altri trailers della 46k, raccontano, di vespe arrabbiatissime a cui è stato calpestato o disturbato l'alveare, con il risultato che alcuni di essi sono stati attaccati.
Mentre nella 20k altri atleti sono stati oggetto di punture di tafani, ricorrendo, per i piu' sensibili alle cure dei medici presenti sul percorso.
Presumo sia il prolungamento del caldo estivo, che rende particolarmente irritabili gli insetti la quale normalmente in questa stagione si approprinquano al letargo invernale.

Dopo aver attraversato un tratto dell'abitato di Oulx il percorso della 46k si inoltra in natura seguendo il famoso SENTIERO DEI FRANCHI.

Il sentiero dei Franchi è uno stupendo itinerario che parte da Oulx e che percorre l'intera Valle di Susa fino a raggiungere la Sacra di San Michele, passando per molte tappe nel verde.
Si narra che il sentiero fu percorso la prima volta nel 773 dalle armate di Carlo Magno per sorprendere alle spalle le truppe del re longobardo Desiderio, padre di Adelchi....

Ancora nel territorio del comune di OULX, ecco un trailer fermo per crampi, trattasi di Ranieri gia' vincitore del Trail di 75km UltraTrail Punt del Diau.

Sono solo sul percorso, dietro di me ancora una ventina di atleti....gli altri in fuga avanti a me.
Con riverenza entriamo nel parco Naturale Gran Bosco di Salbetrand, un parco relativamente giovane nato nel 1982.
Si estende sulla destra orografica della Val di Susa (Alpi Cozie Settentrionali), dai 1000 metri slm ai 2600 dello spartiacque con la Val Chisone, con i colli Lauson e Blegier.
Il principale motivo di istituzione del Parco, risiede nel particolare valore naturalistico del Gran Bosco vero e proprio: 700 ettari di foresta mista di abete bianco e abete rosso.Notevole la fauna qui un elenco a memoria :aquila, picchio nero, pernice bianca, gallo forcello ,gufo reale, civetta, lepre variabile, capriolo, camoscio, volpe, lupo, ermellino, donnola, martora, tasso, cinghiale...orco e dau per non dimenticare la formica rufa.

Terminato il bosco, il percorso decisamente si dirige verso l'abitato di Salbertrand... ma c'e' da attraversare l'autostrada e il fiume Dora Riparia.
Gli organizzatori fantasiosi non si sono persi d'animo, ci fanno attraversare l'autostrada dal sovrapasso coperto della Sitaf.
L'attraversamento crea un piacevole diversivo condito con un piccolo ristoro organizzato dal personale SITAF a base di cornetti, cioccolato e qualsivoglia bibitume.
Attraversiamo letteralmente l'area di servizio, percorso unico nel panorama dei Trail in Italia, ed usciamo dal cancelletto che immette nella periferia di Salbertrand transitando vicino al luogo dove mio padre custodiva uno splendido orto che ci regalava ogni anno ortaggi e frutti preziosi.
Eccoci al cimitero, un groppo alla gola...li riposa mio padre...ma chè ci faccio vestito da palombaro e pieno di TUBICINI qui, dove con mio padre si passeggiava a discutere di calcio, a chieder consigli sulla vita, a farmi raccontare dei suoi lunghi anni da prigioniero in Germania durante la 2Guerra Mondiale...
Mi viene voglia di mollare tutto e tornare a casa...magari prendendo il treno nella vicina stazione ferroviaria.

Le gambe però non si fermano e neanche il dito che scatta...clic,clic,clic...ecco la parrocchiale con il suo stile moresco e romanico, la piazza del paese con la trattoria le 2bandiere.
Attraversiamo la Via Roma, le vie che la incrociano e le stalle attigue...ne conosco parecchie, le antiche fontane del '500.
Ormai in Salbertrand non abitano che circa 100 residenti....agli inizi del 900 ne contava quasi 2000, quando funzionavano ;il lago ghiacciaia che produceva ghiaccio per le città, le coltivazioni di patate e di lavanda, il trattamento dei merluzzi che grazie al traforo del Frejus arrivavano dal Nord Europa.

Usciamo dall'abitato dirigendoci verso OULME e verso il campeggio del GRAN BOSCO, per poi prendere decisamente un sentiero che ci porta verso le strade militari costruite per servire i forti Pramand 1900 slm e Jafferau 2600 slm.

Non si vede anima viva a parte i volontari sul percorso, il silenzio rumoroso del bosco e' assordante.
Velocissimi ed indaffarati gli scoiattoli saltano da un ramo all'altro, il canto di qualche tetraonide e il fischiare di rari piccoli ucceli stanziali mi accompagnano in questo tratto di salita, duro e impegnativo.
All'altezza della grotta nera raggiungo Matteo cosi chè al secondo ristoro, sito sulla strada militare che porta al forte Pramand, ci rifocilliamo insieme prima di affrontare la galleria del Pramand di 800metri, conosciuta anche come galleria dei Saraceni o galleria del Seguret.
La galleria e' stata costruita nel 1925, in previsione del riutilizzo dei forti, in seguito alla Prima Guerra mondiale, per prevenire il costante crollo di massi sulla strada dalle pendici del Monte Seguret. I lavori di costruzione della galleria proseguirono per 4 anni, fino al 1929.
La galleria va affronata con le pile frontali e con una giacca impermeabile, all'interno buoi completo, piove dal soffitto causa la vicinanza (si sente il
rumore) di vene d'acqua che alimentano i torrenti vicini, non consigliabile il transito ai soggetti claustrofobici......

Siamo a quota 1900 slm , ci attende lo strappo di 700D+ per il colle del Vin Vert dall'omonimo monte.
La salita su ampi pratoni, ripida con splendido fondo prativo di fine estate, ancora si possono vedere le stelle alpine ormai quasi sfiorite.

Splendido il panorama sulla Rognosa di Etiache e in basso verso la valle di Susa.

Affronto questa salita consumando le ultime castagne bollite ieri sera a casa, ottimo corroborante se innaffiate da abbondate acqua gasata di cui ho fatto il pieno all'ultimo rifornimento.
Al Colle Vin Vert, la vista si appaga con la veduta a nord della Valfredda ed a ovest delle fortificazioni dello Jafferau, il percorso di gara vi arriva appena sotto attraverso la strada militare, poi invece di procedere con i tornanti che portano al forte, inforca il sentiero nr.735 che precipita verso la frazione di Villards in 1400D-.

Giù a valle ri-attraversiamo in modo rocambolesco l'autostrada Torino-Bardonecchia e attacchiamo la breve e splendida salita verso l'abitato di PUY.
Da qui iniziano i 10km ,corribilissimi per chi ha ancora muscoli saldi, di munta e cala tra zone adibite a pascolo e boschive fino portarci nell'abitato di Chateaux Beaulard e all'ultimo ristoro.
A Chateaux transitiamo davanti al ristorante L'EITABLE...quanti pranzi di Pasquette trascorse con mio padre, il menu' ormai perfezionato : polenta Taragna con spezzatino, formaggi oppure coniglio, lingua con bagnetto rosso o verde, acciugne al verde, panna cotta o bounet.
Gli organizzatori al breafing ci ricordavano dell'ultima salita a OULX, su nero bitume, che precede l'arrivo...la affrontiamo al passo di Nordic walking , poi d'incanto ecco OULX e il gonfiabile dell'arrivo.....tutto in sol fiato quasi in apnea, mentre i turisti della domenica sono sulla via di ritorno nelle popolose città.
Ottima la prestazione degli Orchi della 46k, Vittorio 2' di categoria ed Eleonora 3' assoluta tra le donne.

foto Ultra Trail di Oulx

giovedì 22 settembre 2011

IVREA - MOMBARONE 18 Settembre 2011


Edizione 2008
sito Ivrea Mombarone

Dal racconto dell'Orco Mauro

La terza domenica di Settembre l’appuntamento fisso è con una semplice corsa di montagna, ma non una gara qualsiasi, bensì la corsa alla Colma di Mombarone, quota 2371.
La Colma è il primo rilievo della grande costiera che adduce lentamente e sonnecchiosa verso il Monte Rosa.
Grande viaggio di cresta di circa 3-4 giorni, ma noi semplici escursionisti corridori la vediamo come un punto di arrivo.
Per i Canavesani ed un po’ per i Torinesi questa è una vera festa della montagna, una antica tradizione che vede una folta partecipazione di folla.
Con questo fanno 35 anni sempre di corsa, partendo dalla Piazza Ottinetti di Ivrea a quota 220 mt, 20 km, 2100 mt di dislivello, sempre e solo salita, da correre, da camminare e da arrancare.
La storia comincia nel lontano 1922, vicinissimi alla marcia su Roma, ma qui si cammina da Ivrea alla Colma e ritorno.
Tempi eroici ed il primo vincitore, Rinaldo Bovo, impiega 5h 35’ tra salita e discesa su un percorso praticamente libero.
Pensare che l’anno prima , il 1921, la Maratona acquisisce il percorso ufficiale di 42,195 mt e si subisce ancora il fascino indiscusso di Dorando Pietri, primo Maratoneta della storia nostrana che detiene il primato della corsa su strada in 2h 38’.
Le eroiche gesta di questo piccolo Italiano riecheggiano ancora dal non tanto lontano 24 Luglio 1908 sulla pista di Londra e sul suo spaventoso tracollo.
Ma il nostro Rinaldo Bovo impiega praticamente un tempo che attualmente è alla portata della maggior parte dei partecipanti odierni
Tre edizioni disputate fino al 1925 , e poi lunga interruzione fino al 1977, anno della 1° riedizione.

Da allora si corre sempre, con circa 3-400 partecipanti all’anno.
Un tempo questa era considerata una gara mitica, quasi di extreme endurance.
Oggi sono tanti i grandi appuntamenti di prestigio internazionale e realmente estremi sia come impegno che lunghezza, che ci fa quasi sorridere. Praticamente concomitanti sono il Tor Des Geants ed il Trofeo delle Grigne, di ben altra complessità , durata e lunghezza.
Ma il fascino della Mombarone, di questa corsa che partendo da una città sonnecchiosa ci porta in vetta alla montagna per eccellenza che la sovrasta, non è diminuito, anzi aumenta con il passare degli anni.
Bè è veramente fascinoso partire dal salotto buono degli Eporediesi, dai grandi caffè del centro storico, lambirne i portici che scimmiottano la capitale Torino, calpestare l’antico porfido, alzare lo sguardo e vedere lontano una irraggiungibile vetta, la nostra meta!
Le premesse erano tutte assolutamente negative, un meteo pessimo, tanto da prendere pioggia fino al momento della partenza e soprattutto un clamoroso depistaggio da parte della Fidal che dichiarava annullata la gara.
Ma il nostro Signore e Protettore dei corridori di montagna smentisce le catastrofiche previsioni e ci regala una mattinata soddisfacente e neanche fredda.
Quanto alla Fidal, non occorre disturbare il Padreterno. I soloni burocrati della nostra piccola Casta vengono smentiti clamorosamente dalla folta partecipazione.
Oltre agli storici Salizzoni, Garbati e company, il Parterre dei partecipanti annovera Jean Pellissier, Enzo Mersi, Vaccina e Lenzi.

Vorrei qui citare per mero dovere di cronaca anche i tre Orchi 3 , Rusinà, Antonioli e Mazzino, da non confrontare con i sopra citati ma comunque molto impegnati.
Si parte quasi trascurati dai residenti, tanto che non si trova un bar aperto in centro.
Ma man mano che si esce da Ivrea, lambendone la periferia si comincia a vedere la presenza del pubblico.
Superato il lago Sirio, si raggiunge Bienca, Andrate per le vecchie mulattiere, nei paesi, nelle borgate, nelle frazioni si percepisce il tifo degli abitanti. Si corre quasi tra la folla
Incredibile l’elemento folla in una corsa di montagna.
Roba da non crederci per noi orchi montanari abituati per la maggior parte alla solitudine ed al silenzio dei sentieri.
Par di essere il povero Lorenzo Tramaglino nella Manzoniana folla di Milano, incitati, sospinti. Ovunque persone, sui laghi, nei primi paesi. A San Giacomo poi è un vero tripudio, gli ultimi 100 metri di strada sono tra due cordoni plaudenti, roba da Maratona olimpica.
In effetti non ricordo un’altra Corsa di montagna con una simile partecipazione
Bè dopo 14 km di strada e corsa, la fatica comincia a farsi sentire, ma ti senti Pellissier quando affronti il sentiero, quasi correndo dopo San Giacomo.
Naturalmente è un fuoco di paglia perché subito dopo si prende il passo alpino, passando per le baite Pinalba, Valneira, e Fornelli.

Fortunatamente la strada bianca ci permette di accennare una breve corsa tanto per ritemprare i nostri poveri muscoli, almeno fin tanto che crampo non ci separi..
I ristori davvero numerosi ci portano di bicchiere in bicchiere fino al lago Pasci quota 2119.
Bè a questo punto è quasi fatta, la cima è solo a due passi e ormai non ci fa più paura!
Aumenta il ritmo sospinti dalla nostra ferrea volontà, il rifugio ed in un amen la cima.
Ricordo circa 15 anni orsono la prima volta ed il penoso arrivo in punta quasi strisciando su quella maledetta scalinata, con le foto e la didascalia ( Se questo è un Uomo!)
Quest’anno il riscontro crono è un po’ migliorato ma soprattutto l’arrivo è invero dignitoso e fiero a testa alta!
Il ristoro in punta ci nega clamorosamente il vino, miraggio di tutta la salita, pazienza!
Con una K Way travestita da tuta da imbianchino in tessuto non tessuto ci dirigiamo baldanzosi verso valle.
Per la cronaca i tre detti Orchi impiegano:
Rusinà Giorgio 2h 49’
Antonioli Michele 2h 07’
Mazzino Mauro 3h17’
Onore al merito!

venerdì 16 settembre 2011

Bici BDC Lago di Malciaussia da Lanzo (To) 16 Settembre 2011


Dal racconto dell'OrcoPinoR
Tre gli Orchi a questo appuntamento per l'escursione in bici da corsa da Lanzo al Lago di Malciaussia; OrcoPinor, OrcoPinoP, OrcoCamola.
Non siamo molto allenati cosi che preferiamo partire da Lanzo(To) 400 slm.
Il trasferimento con la mia macchina; due bici sul tettuccio, ed una all'interno, grazie al sedile sdoppiabile.
Di buon ora, sono circa le 8.00 partiamo da Lanzo(To) con assoluta tranquillità. Ci attendono 40km e 1400D+ al lago di Malciaussia in alta valle di Viù a 1800 Slm.
Si inizia subito con le rampe che portano a Pian Bausano, ma in seguito si sale dolcemente senza strappi fino a Viù la cittadina più  popolosa della Valle omonima.
A Viù scattiamo due foto ricordo sotto l'enorme Pinocchio di legno alto 6 metri e 53 cm scolpito da Rocchetti S., una vera rarità e stranezza, ne approfittiamo anche per  una sosta per affrontare la prossima tappa che ci porterà ad  Usseglio (To) 1265 slm.
Arriviamo ad Usseglio, località conosciuta dai torinesi per lo sci di fondo e per la frescura estiva, caricatissimi tant'e' che nel rettilineo che immette in paese scattiamo come fossimo al gran premio della montagna.
Ci fermiamo per rifornirci di acqua ed acquistare un po di cibo nel negozio di alimentari appena fuori il paese.
Alcuni autoctoni ci chiedono dove andiamo e noi gentili gli spieghiamo che la nostra intenzione è conquistare  il lago di Malciaussia con le nostre specialissime.
Gli indigeni invece di darci conforto ci dicono che per salire al lago occorre avere grossi ZEBEDEI e che è durissimo.
Insomma l'accoglienza non delle migliori com'è d'uopo in queste vallate dimenticate; naturalmente non ci lasciamo spaventare e ce la ridiamo sotto i baffi.
Fino a Margone nessun problema, poi rampe serie al 12-15% ci fanno tribolare non poco.
Al fine eccoci tutti arrivati al lago artificiale di Malciaussia  1800 slm.
Al rifugio Vulpot ci fermiamo per una improponibile pasta, una buona birra e con la vista di sua maestà il Rocciamelone 3538 slm.






domenica 11 settembre 2011

Granfondo UltraTrail Punt del Diau 10 Settembre 2011


foto Ultra Trail Punt del Diau
L'unione, delle comunità montane delle Valli di Lanzo e della comunità montana Val Ceronda e Casternone, avvenuta nel 2008, recente e non ultimo taglio ai costi della politica ha prodotto sinergie forse prima non possibili.
Uno di questi risultati, e spero non l'unico, è stata l'invenzione (perchè di questo si tratta) dell'Ultra Trail Punt del Diau.
Il Don Chisciotte del nuovo ULTRA, Alfredo Bianchi, il già direttorissimo della 'Maratona Alpina di Val Della Torre',collaudata gara che si svolge nel catino naturale del comune omonimo.

Nell'autunno del 2010 sono iniziate le riunioni per :
- stabilire il percorso di gara
- coinvolgere i comuni per la pulizia del percorso
- Interessare i media all'evento
- Trovare un nome ed un logo accattivante

A tutti è sembrata, all'inizio, un'impresa improba ed invece con la caparbietà e la serietà che contradistingue Alfredo, eccolo il Trail Punt del Diau....vanno i miei complimenti sinceri a tutti i fautori che ci hanno creduto.

Sul percorso di 75km 5300D+ è stata ricavata anche la Granfondo di 26km 2100D+ che da Val della Torre porta a Lanzo.
La gara Lunga prosegue,dopo Lanzo, per Viu e da li per Chiaberge, poi Richiaglio, Colle della Lunella, COlle Portia, Colle del Lys , Monte Arpone, Santuario della Madonna della Bassa ed infine proseguire per Val della Torre e Brione luogo di partenza ed arrivo.

Una prima edizione partita con una eccezionale presentazione in Torino a Palazzo Cisterna sede dell'ancora esistente Provincia di Torino , un pò piu in sordina nel mondo dei Trail, come spesso avviene per le prime edizioni.


Percorso delle due gare molto tecnici su terreni mai banali.
Gli Orchi a partecipare sono 4.
Livio,Vittorio e Silvio per la lunga 75km , PinoR per la GranFondo.

Nei giorni antecedenti la gara, il generossimo Silver si è prestato a dare una mano ad Alfredo per la ricognizione di parte del percorso, rimediandosi nel tratto tra il Monte Rosselli e Lanzo un'attaco di vespe.
Decido di iscrivermi alla 26km, non sono carico per una 75km a cosi basse quote....e quando non sei convinto e deciso mentalmente a intraprendere un'Ultra....meglio non farle si rischia di non chiuderle e alla peggio di farsi male.

Sono invece stuzzicato dall'idea di poter congiungere itinerari diversi che normalmente facciamo in inverno, piccole gite della mattinata unite insieme da un unico percorso:
- La salita al Monte Rosselli
- La passeggiata dal Santuario di Maria Ausiliatrice di Givoletto alla Madonna della neve
- Il trek da Varisella al Colle della Carminera
- L'ascesa da Vallo al Passo della Croce per scrutare il Rocciamelone visto dalla valle di Viu.
- La gara a Cafasse con la salita alla Ca' Bianca

Distribuiti equamente tra Ultra e Granfondo, gli atleti alla partenza, alla palestra U.Barrera di grange di Brione, sono circa 80....non male come prima edizione.
Per l'Ultra la partenza è prevista alle 6.00 mentre per la Granfondo (approvata FIDAL) partenza alle 9.00.

L'ultima coda dell'estate imperversa in Italia ed il caldo afoso ci accompagnerà anche oggi 10 Settembre 2011.Temperature previste e rispettate intorno ai 30 gradi.

Decido di partire, senza 'Sac a Dos' (lo zaino in francese), per essere più leggero e veloce.
Non crediate che la 26km sia una banalitaà, anche se ad onor del vero rispetto all'Ultra è una formichina ma ricordate che ci sono sempre 2100D+ al sole, umidità elevata e 30 gradi.
Ed infatti, dopo la salita al Rosselli, l'insidiosa discesa a Varisella il mezzacosta di Vallo, vado in Tilt per la disidratazione....
Alla salita della Ca' Bianca forse ho avuto delle visioni...ma non ne sono certo, ne parlerò con il parroco del mio paese.

Lo sforzo e il pensiero
dell'uomo singolo
può risultare vano
solo la collaborazione
del lavoro di gruppo
esalta la solidarietà
reciproca e porta alla
costruzione delle cose
in una naturale simbiosi
del braccio e della mente
-Targa alla Ca'Bianca di Cafasse(TO)-

Mi direte.....hai bevuto poco...niente di piu' falso:
- 2 giorni prima cura idrica
- durante la gara ho bevuto fino a Vallo circa 2 litri di acqua.

Niente da fare...a salvarmi Andrea che mi raggiunge nella discesa di Lanzo.
Andrea che per puro diletto è partito in bici da Rivoli e parcheggiatala a Lanzo in zona arrivo , mi è venuto incontro per darmi conforto. Io ero completamente scoppiato.
Riesco ad apprezzare la discesa a Lanzo con vista sul paese di Balangero e Lanzo, il letto del fiume Stura e il famosissimo Ponte del Diavolo che attraversa il fiume.

Il nome del ponte deriva dalla leggenda secondo la quale fu il diavolo a costruire il ponte dopo che per ben due volte ne era stato edificato uno, sempre crollato. In cambio il diavolo avrebbe preso con sè l'anima del primo a transitare sul ponte, e per questo venne fatto passare un cagnolino. Il diavolo, adirandosi, avrebbe sbattuto violentemente le sue zampe sulle rocce circostanti formando le caratteristiche "Marmitte dei Giganti" (azione delle acque del fiume, sulle rocce, aiutate da enormi sassi).
Suggestivo l'attraversamento del Ponte, con personaggi in costumi che ne fanno un evento unico, memorabile l'attraversamento della collegiata, e poi l'interno del paese per arrivare nella piazza del mercato felice e disidratato.

Il pranzo sotto i portici dell'area mercato e le premiazioni concludono una splendida giornata.

E gli Orchi dell'Ultra? ... felicemente concludono da finisher dopo circa 16 ore, entusiasti del percorso e di aver scritto il loro nome sulla 1' edizione
dell' Ultra Trail Punt del Diau.

foto Ultra Trail Punt del Diau

domenica 4 settembre 2011

TOUR MONT BLANC TMB 27 Agosto 2011


Dal racconto dell'Orco Mauro
TRAIL MONT BLANC 2011 alone
Dal 25 al 29 Agosto
Ovvero sur le Traces della UTMB


Veramente non mi passava neanche per la mente di fare il TMB in solitaria. Lo avevo già percorso nell’Agosto del 2000 con moglie, figli, fratello etc e fu una bellissima esperienza di Trekking realmente famigliare apprezzatissimo da tutti.
Ho rinvenuto il planning di allora della gita, con le varie tappe, le date, i rifugi etc
Quest’anno la programmazione era per altri trekking, tipo il sentiero Roma in Valtellina o in sott’ordine la Alta Via n° 2 della Valle d’Aosta.
Ma per le varie defezioni di amici, fratello ,chi per infortunio chi per motivi vari ed impegni famigliari ( ad Agosto si va con la moglie!) ad un certo punto mi ritrovo da solo.
Perché non tornare quindi sulle tracce del TMB, percorrendo a ritroso tutto il giro del Monte Bianco, da escursionista puro ma con il pensiero sempre rivolto ai trails?
Lasciata la moglie al mare, tutto solo soletto, il mercoledì mattina del 25 Agosto mi ritrovo a Courmayeur, in quel di Dolonne, vicino al palazzo dello sport.
L’attrezzatura risente certo della mentalità dei trails di montagna, zaino leggero, borracce da ciclista, pantaloni corti e lunghi da corsa, insomma abbigliamento quasi professionista, scarpe leggere da trails, e soprattutto alimentazione al minimo tipo albicocche o grana con un mix di Enervitene di emergenza e Sali minerali.
Ma da buon conoscitore della montagna mi premunisco con mantella pesante della Camp, giacca a vento leggera Montura e copri zaino. Pioggia e neve richiedono una attrezzatura adeguata ed è fondamentale arrivare alla sera nei rifugi almeno con lo zaino asciutto.
Comunque l’obbiettivo è di percorrere il Tour integrale in 6 giorni, ovvero due tappe al giorno della Guida di ALP che prevede almeno 12 tappe in altrettanti giorni.
Da soli, con un buon allenamento ed esperienza di trail, tale obbiettivo è certamente raggiungibile, ma devo dire con il senno del di poi anche con un impegno maggiore di quanto si sarebbe potuto prevedere.

1° giorno Courmayeur –Rif Elena

Già la partenza da Courmayeur dal Palazzo dello sport non è casuale. Tutto ti fa pensare alla prossima CCC e UTMB prevista fra due giorni. Ovunque la grande organizzazione della North Face sta fremendo, striscioni, personale, mezzi operativi, una cosa pazzesca! Mi vengono in mente certi Trails nostrani, lasciati in balia di pseudo organizzatori, tipo Corri con i Cinghiali che ho corso a Bardineto 5 giorni prima, roba da Dilettanti allo sbaraglio!
Al contrario qui ogni dettaglio è perfetto, e naturalmente risalgo lentamente il paese fino allo striscione di partenza in centro. Foto e su per il paese fino al Villair superiore e l’imbocco della Val Sapin. Certo questa valle è la parte povera del comprensorio, lasciato tutto il Villair con le sue grandi ville chalet, e case da sogno ti addentri in una valle selvaggia ed un po’ sfigata, percorsa solo dai trekkers. Be’ i villeggianti al massimo arrivano al Bertone da Plampincieux.
Infatti dalla Val sapin il sentiero per il Bertone si arrampica per il costone della Saxe con un mare di tornanti tale da dissuadere il viandante della Domenica, ma la famosa scritta,( cousta lon cha Cousta viva il Battaglion d’Aosta) ti riporta alle gesta dei nostri alpini ed in breve oltrepassi il Bertone, magnifico belvedere sulla Valdigne.
Si apre tutta la dorsale dei Mont de La Saxe, con la Testa Bernarda e la Tete de La Tronchè. Incontro i primi bivacchi della UTMB eliotrasportati sui vari colli.
La vista è spaziale su tutta la catena delle Grand Jorasses, del Frebouze.
Rapida discesa per la Valle di Armina , il nuovo rif Bonatti, traversata ad Arnouva sulla testa della Val Ferret e finalmente raggiungo il rif Elena.
Già doveva essere una tappa di tutto riposo, in realtà impiego quasi 8 ore a percorrere tutta la dorsale Italiana della Valle e arrivo distrutto. Solo dopo considero che c’è almeno un dislivello di + 1800 mt con un grande spostamento. Siamo in Italia ma fino ad ora non ho incontrato escursionisti Italiani impegnati nel Tour, solo merenderos ai vari rifugi!

2° giorno Rif Elena – Champex
Alle 8 del mattino , velocemente mi ritrovo al Col du Gran Ferret, bivacchi mobili della UTMB ed un panorama mozzafiato sul Dolent.
Cominciano le Balise della Corsa e a questo punto si scende. Tutto attorno ti parla di Svizzera, le vacche sono meravigliose e pulite, gli alpeggi perfetti e anche i sentieri sono curati, tanto che incrocio due valligiani che con picco e pala creano i solchi per il deflusso delle acque meteoriche.
La discesa fino a La Fouly è lunga e ti fa apprezzare di essere da solo con la mente che vaga con mille pensieri. Ormai la città è lontana e non ne faccio parte come è ancora accaduto ieri. Da oggi il mio mondo è il sentiero ed anche i sensi cominciano ad esaltarsi fino ad apprezzare piccoli particolari. Raggiungo La Fouly , ultimo centro della Val Ferret Svizzera, in realtà appena un grazioso villaggio montano, dove tutto ferve per ricevere i corridori. Ma è presto, e tiro diritto giù per la valle, sui sentieri della sponda sinistra della Drance. Dopo un po’ è un susseguirsi di graziosi villaggi, chalets meravigliosi fino ad arrivare a Issert, 1000 mt, viaggio decisamente lungo ma non faticoso. More e lamponi sono per oggi un lauto pasto e pure gratuito. Fine del divertimento, si risale faticosamente a Champex Lac e tanto per gradire al relais d’Arpette. Il posto di Accoglienza della UTMB a Champex è praticamente un villaggio autonomo.
Comunque il Relais in Valle d’Arpette è senza dubbio l’incarnazione terrestre del Paradiso, anche se accidenti in tempi di svalutazione Europea lo paghi salato!

3° giorno Champex - Montroc
I nostri baldi corridori proseguiranno per il Col de La Bovine, ma io non ci tengo affatto dopo il diluvio dello scorso anno e senza indugi inforco Arpette. Dopo la solita tempesta notturna, al mattino tutta la Valle profuma di sensazioni odorose intense e l’aria frizzante mi permette di arrivare velocemente oltre le aspettative alla famosa Fenetre d’Arpette. Radiocronaca in diretta via telefono con gli amici dell’arrivo al colle e finalmente si apre il vallone del Glacier du Trient con il suo ghiacciaio sospeso. Percorro lentamente la lunga ed accidentata discesa per salvare i poveri piedi, certo che con le pedule sarebbe stato meglio! Arrivo allo Chalet du Glacier in posizione incantevole al fondo dell’ ex ghiacciaio dove è ancora presente la vecchia Bisse del 1870 per il trasporto a valle del ghiaccio. Bando ai pensieri e ricomincia la lunga salita verso il colle de Balme dove arrivo nel pomeriggio. Credo che il rifugio sia già Francia, ma sicuramente tutto andrebbe cancellato dalla geografia, piste da sci, impianti, strade, rifugio antidiluviano e custodi compresi.
Disponendo di una mountain bike su una pista da down hill si arriva velocissimi in paese, io invece sotto vari impianti, cavi, strade etc arrivo penosamente a Montroc.

4° giorno Montroc – Les Houches
Partenza antelucana per la lunga tappa, senza colazione perché nella pensione i francesi si guardano bene da alzarsi presto. Freddo intenso e vasta perturbazione, ha nevicato nella notte sopra i 2000 metri, talchè il Col de Balme, che purtroppo esiste ancora, è completamente imbiancato. A Tre le Champ alle 7 del mattino incrocio i valorosi corridori della CCC, tutti intirizziti e bagnati. Orbene non li ho proprio invidiati! Attraversata la strada inizia la risalita verso la Aguille d’Estellete, il Lac Blanc. All’inizio della ferrata, pioggia, grandine ed un po’ di neve smorzano i miei entusiasmi. Non si può fare una ferrata con la mantella, ma con Pile e giacca a vento, berretto e guanti si, talchè arrivo semi congelato a La Flegere. Altro posto da cancellare! Devastazione ambientale tipo guerra nucleare, impianti ovunque, piste da sci e tutto sterrato da manuale Caterpillar, aggiungi pioggia, neve e anche nebbia, ed il cocktail è pronto.
Pensiero profondi attraversano la mia mente, tipo ma chi me la fa fare , e visto che non posso fare fuori i francesi decido rapidamente di scendere a valle sotto gli impianti.
Discesa più lunga del previsto sotto la pioggia anche perché impiego 2 ore al centro di Chamonix.
Non posso fare a meno di passare in centro, lungo tutto il percorso della UTMB fino all’arrivo. Mi sono sentito Marco Olmo! In effetti qui tutto è stato organizzato per la corsa, ma io modestamente prendo il treno per Sant Gervais e poi bus per Le Contamine. Dopo a piedi fino al Rif Nant Borrant.

5° giorno Le Contamine – Rif Elisabetta
Da questo paradiso sopra Notre dame de la Gorge, rifugio di antichi tempi, ma caratteristico e gestito accuratamente, si parte per il Col du Bonhomme. Oggi è tornato il sole e ritorna anche l’entusiasmo. Ormai camminerei continuamente. Non ci si ferma neanche per mangiare.
In breve raggiungo la Croix du Bonhomme con il relativo rifugio ed il col de Fours, a quasi 2700 mt. Rivedo finalmente il confine italiano sullo sfondo del Col deLa Seigne e tutte le grandi montagne del lato Occidentale del Bianco, dalla Aig De la Trelatete a la Aig de La Lee Blanche.
La discesa verso il fondo valle si rivela interminabile tra sentieri e strade fino a la Ville de Glacier e finalmente al rif Le Mottets.
E’ mezzogiorno e si può proseguire tranquillamente fino in Italia.
La risalita al Colle de La Seigne si rivela penosa per un dolore terribile ad un piede talchè mi ritrovo come Enrico Toti e relative grucce.
Sul colle si respira un profumo di Italia, ma anche qui i viandanti sono di tutte le nazionalità tranne che Italiana. Una rapida discesa mi porta al Rif Elisabetta, antichi ricordi della mia gioventù!

6° giorno Rif Elisabetta – Courmayeur
Mezza tappa, ma decisamente la più affascinante dell’intero Tour, per percorso, panorama, clima .
In 4 ore ti trovi a transitare lungo tutto il lago Combal al cospetto della Trelatete, del lago Miage e del relativo ghiacciao e soprattutto lungo l’eccezionale sentiero balcone che dal Combal porta fino allo Checrouit. Talvolta faticoso ma da vedere e soprattutto da camminare. Il Col Checrouit ci riporta nella natura antropizzata con impianti piste strade etc, ma molto intelligentemente è stato tracciato un nuovo sentiero sotto la funivia di Dolonne, interamente nella pineta , che pertanto evita tutte le piste di rientro e permette di arrivare in circa 1 ora a Dolonne.
Il transito nel paese è stato un susseguirsi di bellissimi ricordi personali.
Ecco l’arrivo del mio personale e magico UTMB.